Il Palazzo Ducale di Mantova e la casa di Rigoletto

Dimora del Duca di Mantova e prima tappa di questo tour lirico, il Palazzo Ducale di Mantova, noto anche come reggia dei Gonzaga, è l’ambientazione del primo e secondo atto del “Rigoletto”. È qui che si svolgono le feste, le danze, le burle talvolta feroci e i corteggiamenti (spesso poco ortodossi) che allietano le giornate del buffone di corte. Le splendide sale interne che fanno da cornice ai ricevimenti e ai festeggiamenti sono state identificate con l’appartamento di Vincenzo I e la Sala dei Fiumi. Ma più in generale, gran parte dei dialoghi e delle tresche amorose e non del Rigoletto hanno luogo fra queste mura, che il librettista Francesco Maria Piave evidentemente ben conosceva.
Spostatevi di poche decine di metri in piazza Sordello, dietro al Duomo di Mantova, per raggiungere una dimora di origine medievale conosciuta oggi come la Casa del Rigoletto. A onor del vero la sua posizione non coincide con quella descritta nell’opera, ma dopo che nel 1851 fu scelta come modello per la scenografia della prima di “Rigoletto” appunto come casa del buffone di corte, è diventata per tutti la sua abitazione, tanto da ospitarne oggi la statua. A voler seguire le indicazioni piuttosto accurate date nel libretto dell’opera (“in un remoto calle”, alla “estremità più deserta di una cieca via…”), verrebbe da cercare la “vera” casa di Rigoletto nel vicino quartiere San Leonardo, tra le case a ridosso dell’edificio settecentesco che ospitava il convento delle monache Cappuccine. Con da un lato i resti del muro di recinzione del giardino delle monache e dall’altro Palazzo Cavriani (il cui nome ricorda quello del conte di Ceprano, altro personaggio dell’opera), via Cappuccine sembra proprio il luogo del primo incontro fra Rigoletto e Sparafucile, quello in cui il buffone, turbato dalla maledizione di Monterone (il conte che lo accusò di avergli sedotto la figlia) respinge la proposta del sicario, lo stesso che più avanti invece deciderà di assumere con esiti tragici.
La locanda (rocchetta) di Sparafucile

Un altro luogo del Rigoletto a Mantova introduce un personaggio fondamentale per il drammatico epilogo dell’opera: Sparafucile il sicario. La sua locanda si trova sulla sponda sinistra del Lago di Mezzo, uno dei tre laghi formati dal fiume Mincio che avvolgono a semicerchio la città verso nord. Dista poco più di 1 km dal centro storico e per raggiungerla oggi si deve attraversare il moderno ponte di S. Giorgio.
Nella realtà non è una locanda ma una torretta, detta “Sparafucile” dalla fine del XIX secolo, sull’onda del successo verdiano. Principale scenografia del terzo atto, è la location buia e misteriosa in cui si compiono la maledizione di Rigoletto e le ultime drammatiche vicende dell’opera che culminano con la morte della figlia Gilda. Anche la locanda di Sparafucile è rappresentata in modo molto accurato sia dal librettista Piave che dallo scenografo Bertoja che la vollero in posizione isolata, dove si trova ancora oggi, sulla “deserta sponda del Mincio”, come scrive ancora Francesco Maria Piave. Su questa sponda, durante la notte di tempesta che chiude l’opera, Sparafucile consegnerà il sacco con la sua vittima a Rigoletto. Il giullare sarà convinto di trovarci l’odiato Duca e invece ci troverà l’amata figlia, morente.
Qui termina la prima parte del nostro itinerario, quella relativa ai luoghi del Rigoletto a Mantova. E con l’invito a fare una gita in battello lungo i laghi di Mantova ci apprestiamo a raggiungere il paese natale di Giuseppe Verdi nella vicina Emilia-Romagna.
Da Sabbioneta a Busseto: Colorno, San Secondo Parmense e Soragna

Da Mantova il viaggio nei luoghi di Giuseppe Verdi prosegue inevitabilmente verso la vicina Busseto, dove il compositore nacque nel 1813. Sono 80 km, un’ora e mezza di strada lungo la quale si incontrano però diversi luoghi che meritano una sosta e una visita.
Il primo è Sabbioneta, “Città Ideale” voluta dal duca Vespasiano I Gonzaga e assieme a Mantova Patrimonio UNESCO dal 2008. Le due città insieme sono uno spettacolare esempio di architettura rinascimentale.
Proseguendo verso Busseto si oltrepassa il fiume Po e con esso il confine tra Lombardia ed Emilia-Romagna: da ora in poi ci muoveremo nelle terre parmensi. Colorno merita una sosta per la Reggia ducale, tanto sfarzosa che si guadagnò l’appellativo di “piccola Versailles” della corte parmense. Un altro luogo che avrebbe potuto degnamente fare da sfondo alle vicende del Rigoletto…
Prima di raggiungere Soragna con la sua rocca, si passa per San Secondo Parmense, centro agricolo importante per la produzione di salumi d’eccellenza, come la spalla cotta e il culatello, e dove è possibile visitare un piccolo museo dedicato alla cultura dell’olio e dell’olivo in un territorio dove non ci si aspetta questa tradizione: il Museo d’Arte Olearia Agorà Orsi Coppini, che fa parte del circuito Musei del Cibo di Parma Food Valley.
I luoghi dell’infanzia e della giovinezza di Verdi: Roncole e Busseto

Pochi chilometri prima di Busseto si incontra la frazione di Roncole, oggi Roncole Verdi: il toponimo fu cambiato nel 1963 per ricordare il grande compositore che qui era nato 150 anni prima, il 10 ottobre 1813, da una famiglia di commercianti originari del Piacentino. In questi luoghi il giovane Giuseppe intraprese gli studi di pianoforte e organo, e mosse i primi passi nella composizione. Alla cittadina di Busseto è legata anche la sua sfera sentimentale: qui infatti Verdi conobbe la prima moglie, Margherita Barezzi, e convisse con la seconda, Giuseppina Strepponi.
Sono quattro le abitazioni legate alla vita del compositore: oltre alla casa natale di Roncole Verdi, diventata museo, a Busseto c’è Casa Barezzi, museo e sede della Filarmonica Bussetana, che apparteneva a un agiato commerciante e mecenate, Antonio Barezzi, che diede ospitalità al giovane Verdi e gli permise di intraprendere gli studi a Milano. Qui suonò per la prima volta in pubblico e qui conobbe la sua futura sposa Margherita, figlia di Barezzi. A Busseto si trova anche il neoclassico Palazzo Orlandi (non visitabile), dove Verdi convisse con la soprano Giuseppina Strepponi prima di sposarla, destando scandalo fra i benpensanti dell’epoca, e scrisse alcune opere fra cui “Rigoletto”.
Infine c’è Villa Verdi, nota anche come Villa S. Agata, nella campagna di Villanova, poco distante da Busseto. Questa casa fu acquistata da Verdi nel 1848 con l’intento di destinarla ai suoi genitori. Tuttavia, in seguito alla morte della madre, decise di abitarci assieme alla compagna Giuseppina. Villa Verdi divenne così il buen retiro del maestro, che qui faceva ritorno fra un viaggio e l’altro. Nel percorso di visita si possono ammirare alcuni arredi originali della casa, in particolare il suo studio, e quelli della stanza d’hotel di Milano in cui morì nel 1901.