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Arte e cultura
Valle d’Aosta. Aosta

Tra torri e vie storiche, il lato “moderno” di Aosta

Tipologia
Percorso a piedi
Durata
2 giorni
Numero Tappe
4
Difficoltà
Facile

Circondata da splendide montagne sorge fiera Aosta, una città ricca di storia, come si legge nelle tracce lasciate tra le sue strade e nei suoi edifici, nelle diverse epoche. Quella romana è la più presente, tanto da far guadagnare alla città l'appellativo di “piccola Roma delle Alpi”, per la straordinaria ricchezza dei suoi siti archeologici di epoca romana sparsi per la città. Ma Aosta è anche molto altro: questo itinerario inedito attraversa la parte più moderna della città. Partirete dalla Stazione ferroviaria, per poi percorrere, all’esterno, la cinta muraria. Lungo il percorso incontrerete numerose torri: la Tour du Pailleron, il Castello di Bramafam, la Torre del Lebbroso, la Toruneuve e visiterete il centro espositivo Saint-Bénin, tra le più importanti sedi espositive di arte moderna e contemporanea della Valle d’Aosta. 

La stazione di Aosta

 La facciata della stazione di Aosta

Questo itinerario alla ricerca del lato moderno di Aosta inizia dalla Stazione ferroviaria della città. In pieno centro, al di là delle mura e della Torre del Pailleron, troverete un edificio con una facciata di un giallo pallido, su cui risalta una pensilina in ghisa su colonnine con capitelli pseudocorinzi. L’edificio fu costruito nel 1886 e, lo stesso giorno della sua inaugurazione, Aosta venne illuminata dall’energia elettrica, prodotta dalle turbine delle condotte forzate delle sue industrie. Più volte la struttura ha ospitato mostre di arte contemporanea e gli artisti hanno esposto le loro opere lungo le banchine della stazione. Da questo luogo di partenze e di arrivi può iniziare il vostro viaggio per le strade di Aosta, alla scoperta del volto della città delineato dopo il passaggio degli antichi romani, nel Medioevo e fino i nostri giorni. Proprio di fronte a voi troverete i Giardini pubblici, inaugurati lo stesso giorno della stazione, il 4 luglio 1886, come anche il monumento dedicato al “re cacciatore”, le Roi Chasseur, come era chiamato Vittorio Emanuele II. 

Centro Saint-Bénin

Centro Saint Bénin ad Aosta

Tra le più importanti sedi espositive della Valle d’Aosta, il Centro Saint-Bénin dal 1986 ospita mostre d’arte, soprattutto moderna e contemporanea, nei suggestivi ambienti della seicentesca cappella del Collegio, in un’ex abbazia benedettina dell’XI secolo. L’edificio si trova in via Festaz, raggiungibile percorrendo lo storico viale Conseil des Commis, che collega la Stazione ferroviaria al centro della città. Lo storico complesso monumentale del priorato di Saint-Bénin fu fondato intorno all’anno 1000 e diventò un nucleo di studi monastici, frequentato probabilmente anche da sant’Anselmo, l’eminente filosofo aostano che divenne arcivescovo di Canterbury. A partire dal 1604 divenne Collegio di studi superiori. Dell’antico priorato benedettino potete ancora ammirare l’antico campanile romanico a bifore del XII secolo e, all’interno della chiesa del 1680, sconsacrata, un sontuoso altare barocco ornato da colonne tortili. 

Castello di Bramafam

Il castello di Bramafam ad Aosta

Proseguendo la passeggiata per Aosta lungo via Bramafam, troverete il castello di Bramafam, composto di un grande edificio a forma di parallelepipedo, affiancato a una torre cilindrica, che si innalzava sulla Porta Principalis Dextera della cinta muraria della città. Il castello fu costruito in epoca medievale, come dimostra la merlatura guelfa che ne decora la sommità e la serie di bifore sul lato settentrionale. Fu fatto edificare dalla famiglia Challant, che lo volle rendere sede del viscontato di Aosta. L’edificio ha due accessi: il principale è sul lato occidentale, con tanto di porta ad arco e ponte levatoio, ora perduto. Sul lato opposto, invece, c’è quello secondario.
L’origine del suo nome non è certa e ha dato luogo alla nascita di diverse leggende popolari. Il termine Bramafam, deriva dall’espressione valdostana bramé la fam, cioè “gridare per la fame”. Secondo una delle spiegazioni il nome sarebbe stato attribuito al castello perché un discendente della famiglia Challant, accecato dalla gelosia, lasciò morire di fame la moglie all’interno della torre e le urla della donna morente sarebbero state udite in tutti i paesi vicini. Secondo una seconda leggenda, più accreditata, invece, a causa di una grave carestia, la popolazione locale si sarebbe accalcata davanti alla torre, bramando a gran voce qualcosa da mangiare ai ricchi inquilini. 

Torre del Lebbroso

La Torre del Lebbroso ad Aosta

Continuando a costeggiare la cinta muraria di Aosta troverete la Torre del Lebbroso, una delle prime costruite lungo le mura di epoca augustea della città di Aosta, in seguito adattata a residenza feudale dei signori de Friour, che la abitarono tra l'XI e il XV secolo. Nello stesso periodo fu aggiunta una torre scalare merlata sul lato nord e alla fine dell’800 fu oggetto di restauri. Il nome Torre del Lebbroso è legato alla presenza tra il 1773 e il 1803 di Pietro Bernardo Guasco da Oneglia, un lebbroso che vi fu rinchiuso fino alla morte per evitare il contagio della città. Questa vicenda ispirò anche il romanzo “Le lépreux de la cité d'Aoste” dello scrittore savoiardo Xavier de Maistre, che visse a lungo in città.
Se vi spostate nella vicina via Torre del Lebbroso, potete ammirare la moderna costruzione della Biblioteca regionale Bruno Salvadori, con un patrimonio bibliografico di circa 90.000 volumi. All’interno è stato anche allestito uno spazio espositivo di interesse archeologico, dove si conservano resti della Porta decumana di epoca romana. Proseguendo la vostra passeggiata, potete passare dall’interessante via Aubert, e continuare su via Monte Solarolo. Con una breve passeggiata ai piedi delle mura romane arriverete alla Toruneuve, una torre cilindrica alzata nel XII secolo sui resti della torre angolare romana di nord-ovest. A breve distanza, percorrendo via Monte Solarolo, giungete in piazza della Repubblica, testimonianza del Ventennio fascista, che qui ha lasciato l’ex palazzo Littorio, turrito edificio razionalista, la colonna con la lupa capitolina, e la caserma degli Alpini Testafochi.
Da qui, percorrendo corso Battaglione Aosta si finisce in quartieri residenziali moderni, come il villaggio operaio realizzato tra il 1939 e il 1943 per i lavoratori dell’azienda siderurgica di Cogne.

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