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Non nasconde i suoi anni, ma li porta benissimo: del resto Roma è la Città eterna

Camminare per le strade di Roma significa passeggiare nella Storia con la esse maiuscola. Tra le mete turistiche più amate al mondo, permette e quasi impone continue scoperte, grazie all’immensità del suo patrimonio artistico. Di fatto ospita due capitali in una città sola: quella italiana e la sede del Papa in Vaticano, meta universale di pellegrinaggi in Piazza San Pietro.   

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Musei e monumenti
Colosseo

Colosseo

Simbolo di Roma e icona mondiale: è il Colosseo. Correva l’anno 72 d.C. quando Vespasiano, imperatore dell’Urbe, dovette gonfiare il petto, mostrare al popolo la grandezza e le capacità della sua dinastia (i Flavi) e mettere in pratica la condanna alla damnatio memoriae di Nerone. Così, in sostituzione all’anfiteatro eretto in Campo Marzio da Augusto distrutto dall’incendio del 64, fece costruire l’Anfiteatro Flavio (nome originario del Colosseo), proprio sul sito di un lago artificiale annesso alla Domus Aurea, dimora di Nerone. Il nome Colosseo non fa riferimento alla sua maestosità bensì a una statua andata distrutta e chiamata “il Colosso di Nerone”. I lavori di costruzione si protrassero a lungo e il Colosseo venne inaugurato dopo la morte di Vespasiano, nell’80 d.C., da suo figlio Tito con cento giorni di spettacoli e giochi. Divenne, poi, teatro di lotte feroci tra gladiatori e combattimenti cruenti tra i condannati a morte e bestie affamate: fortunatamente, al diffondersi del Cristianesimo, questi spettacoli sanguinosi progressivamente cessarono. La fine dei giochi portò all’abbandono dell’anfiteatro, che divenne prima cava di marmo, travertino e pietra utili all’edilizia cittadina e, nel Medioevo, fortezza di nobili famiglie romane (i Frangipane e gli Annibaldi). Dal ‘700 fu restaurato e consacrato da Benedetto XI alla Passione di Gesù. Oltre che per la storia millenaria e le vicende di cui fu teatro, il Colosseo affascina per la sua imponenza e la sua integrità. È rimasta intatta la parete esterna prospiciente via dei Fori Imperiali, di circa 50 metri di altezza, in travertino e con tre ordini di arcate concluse da un attico. L’arena, un’ellissi di 86 x 54 metri, poteva ospitare 60.000 spettatori distribuiti in base al proprio ceto di appartenenza nei cinque settori della cavea (il più alto dei quali era destinato ai plebei). I senatori avevano posti nominali nella prima fascia del podio, ai cavalieri spettava il settore immediatamente sopra. I sotterranei erano un po’ il “dietro le quinte” degli spettacoli: ospitavano i montacarichi per il sollevamento degli animali, dei gladiatori e di tutti gli apparati scenici. Le ristrutturazioni al Colosseo non si sono mai fermate: l’ultima è terminata nel 2023. Oggi il Colosseo è capace di accogliere oltre 10 milioni di visitatori l’anno e ospita un’esposizione permanente (“Il Colosseo si racconta”), mostre temporanee ed eventi culturali.
Spiritualità
basilica di san pietro

La Basilica di San Pietro

Cuore del mondo cattolico, la basilica di S. Pietro è la più imponente della cristianità, sorta nel luogo in cui fu sepolto san Pietro. Copre una superficie di 22.067 metri quadri, è lunga (compreso il portico) 218 metri ed è alta 136 metri da terra alla croce sulla cupola. L’antica basilica imperiale venne costruita da Costantino sul luogo della sepoltura dell’apostolo Pietro. Come per molte altre chiese paleocristiane, fu lasciata in stato di decadenza fino al XV secolo quando, prima per decisione di Niccolò V e poi sotto il pontificato di Giulio II e su progetto di Bramante, nel 1506 iniziarono i lavori di ricostruzione. Alla morte di Bramante seguirono altri architetti famosi tra cui Michelangelo, incaricato a 72 anni nel 1547, il quale semplificò il disegno originario del Bramante e concepì quello che sarebbe stato il suo capolavoro architettonico assoluto: la cupola. Purtroppo Michelangelo morì prima di vederla terminata e toccò a Giacomo della Porta e Domenico Fontana portarla a compimento. La facciata della basilica, realizzata da Carlo Maderno nel 1614, è oggi visibile nei colori originali, dopo un accurato restauro del 1999. Preceduta da una scalinata a tre ripiani, è articolata da 8 colonne e pilastri che sostengono una trabeazione coronata da una balaustra. Il balcone centrale sopra il portico è la loggia delle Benedizioni, da dove il papa benedice la città e viene annunciata l'elezione del nuovo pontefice. La cupola michelangiolesca è una immensa calotta a doppio guscio rivestita di mosaici. Cinque porte in bronzo fungono da entrata alla basilica: l'ultima a destra è la Porta Santa, che si apre solo negli anni giubilari, la porta mediana ha grandiose imposte eseguite dal Filarete (1439-45) provenienti dalla basilica costantiniana. I battenti delle altre porte sono moderni, quelli dell’ultima a sinistra (la porta della Morte) sono di Giacomo Manzù. Nella navata centrale, presso la porta, si trova il disco dove Carlo Magno e gli altri imperatori si inginocchiavano per venire incoronati dal papa. La statua bronzea di san Pietro, probabilmente duecentesca, introduce alla grandiosa area al di sotto della luminosa cupola michelangiolesca, sorretta da quattro pilastri, alla base dei quali si ergono le statue volute da Urbano VIII. Al di sopra, quattro balconate berniniane custodiscono preziose reliquie della Chiesa. La visione ideale dell’interno e la percezione degli spazi e delle proporzioni si coglie bene da qui nei pressi dell'altare papale. Nel mezzo, sopra l’altare, si leva il Baldacchino bronzeo di Bernini (1624-33), che secondo l’opinione popolare avrebbe fuso i bronzi del Pantheon per realizzarlo. All’imponente opera (è alta 29 metri) collaborò anche Francesco Borromini per la parte architettonica. Tra i viticci delle colonne tortili si posano le api Barberini, mentre in alto, quattro angeli reggono festoni e altrettante volute si riuniscono a sostenere un globo dorato sormontato dalla croce. Dietro l’altare, nell’abside, lo sfondo è occupato dalla Cattedra di san Pietro, opera di Bernini (1656-65) che presenta un grande trono in bronzo dorato sorretto da 4 statue dei padri della chiesa alte 5 m. A destra della cattedra si trova il monumento di Urbano VIII di Bernini (1627-47) e a sinistra quello di Paolo III di Guglielmo della Porta (1551-75). Nel passaggio tra la III e la II cappella, nella navata a sinistra, si trova la tomba di Innocenzo VIII in bronzo dorato, opera del Pollaiolo (1498), che fu trasferita dall’antica basilica nel 1621. Nel transetto sinistro, nella Cappella della Madonna delle Colonne, una pala marmorea di Alessandro Algardi (Leone Magno incontra Attila, 1646-50) sovrasta l’altare con le reliquie del pontefice. Nell’arcata successiva si trova il monumento funebre di Alessandro VII (1672-78), un’opera fastosa di Bernini in marmi policromi. A metà della navata, la cappella della Presentazione accoglie due tra le opere più recenti della basilica: i monumenti di Giovanni XXIII di Emilio Greco (destra) e di Benedetto XV di Pietro Canonica (sinistra). Sotto l’arcata successiva si trovano i monumenti agli Stuart, su disegno di Filippo Barigioni, e una stele vagamente erotica di Canova in forma di stele (1817-19). Il coperchio di un antico sarcofago in porfido, forse appartenuto al sepolcro di Adriano, poi tomba di Ottone II, forma la conca del battistero. Nella prima cappella della navata destra ci troviamo di fronte il bellissimo e toccante gruppo marmoreo della Pietà di Michelangelo, che da secoli continua a impressionare e che è l’unica opera che porta la firma di Michelangelo (la trovate apposta sulla fascia che attraversa il petto della Vergine). È un’opera giovanile di Michelangelo (1498-99): quando la realizzò aveva solo 23 anni ma era già nel pieno possesso del virtuosismo tecnico e della maturità espressiva. Sul pilastro subito dopo la Pietà, il monumento funebre di Cristina di Svezia è opera di Carlo Fontana. Proseguendo, si arriva alla cappella S. Sebastiano che accoglie la tomba di papa Giovanni Paolo II e, poi, alla barocca e sontuosa cappella del SS. Sacramento con opere di Bernini, Borromini e Pietro da Cortona. Oltre la cappella, vicino al grandioso monumento di Gregorio XIII Camillo Rusconi, si trova la tomba di Gregorio XIV. Nel transetto destro, invece, il monumento di Clemente XIII (1784-92), con la statua del papa inginocchiato in preghiera, è uno dei lavori più riusciti di Antonio Canova.
Siti storici
ghetto ebraico roma destination

Comunità Ebraica di Roma

Il quartiere della memoria dove poter vivere la cultura giudaica e provare la cucina giudaico-romanesca. Situato sul Lungotevere de' Cenci, tra i più antichi al mondo, secondo solo a quello di Venezia, il Ghetto di Roma nasce nel 1555 per volere di Papa Paolo IV. Gli ebrei che vivevano qui avevano l’obbligo di portare un segno distintivo e non potevano commerciare e possedere beni immobili. Più volte dismesso, fu chiuso definitivamente nel 1870. Nel 1904 fu inaugurata la Sinagoga, il Tempio Maggiore di Roma, ancora oggi luogo di preghiera ma anche punto di riferimento per la vita culturale e sociale dell’intera comunità. Il Tempio è uno dei luoghi più suggestivi del quartiere e all’interno potrai visitare il Museo ebraico e il Tempio spagnolo. Oltre la Sinagoga, altri monumenti di interesse sono la Chiesa di Sant’Angelo in Pescheria, ricavata dall’antico mercato del pesce, dove potrai ammirare la Cappella di Sant’Andrea o ancora la Chiesa di San Gregorio in Divina Pietà, in onore di Papa Gregorio Magno che concesse la libertà di culto agli ebrei, e il Portico d’Ottavia. Nel Ghetto si trova la Fontana delle tartarughe con quattro efebi in bronzo e i delfini appoggiati sulle conchiglie e sul bordo le quattro tartarughe, realizzate da Bernini che ne completò l’opera. Passeggiando tra i vicoli ti accorgerai che alcuni sanpietrini sono ricoperti da targhe in ottone, le Memorie d’inciampo, con i nomi dei deportati che durante il rastrellamento del 16 ottobre 1943 non fecero più ritorno dai campi di sterminio. Luogo ideale per una sosta enogastronomica dove poter assaggiare la cucina tipica kosher ma anche quella tradizionale giudaico romanesca come i carciofi alla giudia, il tortino alici e indivia, il brodo di pesce e i filetti di baccalà.
Siti storici
EUR

EUR

Ampi viali ed edifici lineari caratterizzano l’EUR, quartiere progettato e costruito in occasione dell’esposizione internazionale nel 1942 (da cui il nome: Esposizione Universale di Roma o EUR) che a causa della seconda guerra mondiale non ebbe mai luogo. Principale interesse del quartiere è la costante architettura razionalista. Costruito fra 1937 e il 1939 dall’architetto Gaetano Minnucci e introdotto da un geometrico colonnato che si distende fra le chiome dei pini marittimi e gli zampilli delle fontane antistanti, il Palazzo Uffici fu il primo edificio completato dell’Eur. Il foyer, chiamato Salone delle Fontane, è un magnifico ambiente rivestito di marmo di Carrara che avrebbe dovuto ospitare la biglietteria dell’Esposizione Universale del 1942, mai realizzata. Pochi passi a ovest del Palazzo Uffici si trova l’edificio simbolo del quartiere, il Palazzo della Civiltà del Lavoro, noto anche come Colosseo quadrato per il susseguirsi di archi vuoti lungo le pareti dei suoi quattro prospetti. Un isolato a est si allunga invece la via Cristoforo Colombo, straordinaria infilata di monumentali edifici razionalisti, fra i quali la più moderna Nuvola di Massimiliano Fuksas, futuristico centro congressi inaugurato nel 2016 e sede nel 2021 del G20. Sempre all’Eur sono ancora in attività molte strutture sportive edificate per le Olimpiadi del 1960, fra cui il Palazzo dello Sport, progettato nel 1956 da Marcello Piacentini e Pier Luigi Nervi, e ancora oggi la più grande arena sportiva indoor della capitale.
Città

L'irresistibile fascino della Città eterna

Il bello di Roma e dei suoi 3000 anni di vita è che sa sempre sorprendere, anche con luoghi insoliti tutti da esplorare, come il Quartiere Coppedé, il Giardino degli Aranci o il Ghetto ebraico, tra i più antichi al mondo. Naturalmente, per immergersi nella romanità, si deve passare anche dalla cucina tipica della Capitale che non delude mai; del resto qui sono nati piatti poveri, ma felici per il palato, come la cacio e pepe, la carbonara, la gricia.

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Roma Viterbo Rieti Latina Frosinone
Vista del Colosseo
Roma

Non nasconde i suoi anni, ma li porta benissimo: del resto Roma è la Città eterna. Camminare per le strade di Roma significa passeggiare nella Storia con la esse maiuscola. Tra le mete turistiche più amate al mondo, permette e quasi impone continue scoperte, grazie all’immensità del suo patrimonio artistico. Di fatto ospita due capitali in una città sola: quella italiana e la sede del Papa in Vaticano, meta universale di pellegrinaggi in Piazza San Pietro.

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Viterbo
Viterbo

Sapientemente defilata rispetto ai grandi flussi turistici, Viterbo tutela con cura il proprio raccolto centro medievale plasmatosi tra il 1257 e il 1281 quando, a causa degli attriti con l’impero, delle sommosse popolari e degli scontri fra nobili, Roma era diventata malsicura e il pontificato, con tutto il corteo di cardinali e funzionari, preferì riparare qui, tra i morbidi e rassicuranti colli Cimini e Volsini. Il fulcro della città è la piazza S. Lorenzo sulla quale prospettano il palazzo dei Papi e il Duomo di S. Lorenzo fondato, secondo la tradizione, sul sito dell’an­tico tempio di Ercole, mitico fondatore del­la città. A pochi passi si estende il quartiere San Pellegrino, straordinaria isola di architettura civile per lo più duecentesca, pressoché integra nelle forme e nei colori, con tanto di torri, bifore e scale esterne. Lo storico quartiere è il fulcro, fra aprile e maggio, della tradizionale festa di San Pellegrino in Fiore, durante la quale case e strade sono decorate da composizioni floreali. Fra le numerose chiese viterbesi, quasi tutte di antica fondazione, quella intitolata a S. Maria della Verità racchiude superbi affreschi: nella cappella Mazzatosta, infatti, il ciclo quattrocentesco dedicato alle storie della Vergine realizzato da Lorenzo da Viterbo raffigura una teoria di personaggi di dettagliatissima fattura. A nord del centro, nella cinquecentesca Rocca Albornoz si può visitare il Museo Nazionale Etrusco, che custodisce un notevolissimo patrimonio di statue e mosaici oltre che di oggetti di uso quotidiano.

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Rieti
Rieti

Rieti è il capoluogo della Sabina, quella del ratto delle Sabine narrato da Tito Livio e “Umbelicus Italiae”. Ombelico d’Italia. Marco Terenzio Varrone, nell’antica Roma, definì Rieti il centro geografico del Belpaese. Poco importa se Varrone si sbagliò di qualche distanza (calcoli più precisi hanno rivelato che il territorio di Rieti non segnava l’esatto centro della Penisola). Perché Rieti, oltre all’epiteto, ha dalla sua aspetti naturali e architettonici che non possono essere sottovalutati e che insieme compongono un’affascinante tela pittorica. L’impetuoso fiume Velino, con le sue acque azzurre e limpide, il massiccio calcareo del monte Terminillo, il verde dell’ampia e fertile conca reatina. Le vestigia archeologiche romane da scoprire nelle viscere della città con percorsi guidati nella Rieti sotterranea, e visibili nella cinta muraria in via Cintia e nel ponte sul fiume, grande costruzione a tre archi del I secolo d.C. in gran parte nascosto dall’acqua. I monumenti medievali: la Cattedrale e il battistero trecentesco, oggi sede del Museo diocesano, la chiesa di S. Francesco, il palazzo Papale (o vescovile) con le scenografiche volte e un presepe gigante, il palazzo comunale con il Museo civico. L’eredità rinascimentale, invece, la si trova nei palazzi Vecchiarelli e della Prefettura. Altro orgoglio dei ratini è il teatro Flavio Vespasiano, ottocentesco. In ogni caso, se la suggestione di essere nel centro esatto dello stivale è irrinunciabile, si può andare in piazzetta S. Rufo, dove un monumento e un’epigrafe segnalano l’ipotetico ombelico. Intorno a Rieti poi si apre un paesaggio verde punteggiato di borghi medievali isolati, santuari che sono patrimonio spirituale francescano e offrono momenti di raccoglimento, come successe a san Francesco d’Assisi. A nord si incontrano i laghi Lungo e Ripa Sottile, protetti da una riserva, a sud i monti Sabini. Infine il Terminillo, il più alto dei monti Reatini, meta sciistica dei romani.

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Latina
Latina

Testimonianza del Novecento italiano La città di Latina sorge nel cuore della Pianura Pontina. Un tempo conosciuta con il nome di Littoria, conserva ancora oggi un’architettura razionalista, importante testimonianza della storia del Novecento Italiano. L’esempio più emblematico è Palazzo M, a forma dell’iniziale di Mussolini. Per una vista panoramica della città salite in cima alla torre civica, alta 32 metri. La provincia offre molte sorprese inaspettate: borghi medievali, scogliere, grotte e il bellissimo Parco Nazionale del Circeo, poco esteso ma ricco di flora, fauna e gioielli architettonici, come i resti della Villa di Domiziano. Poco distanti dal capoluogo ci sono le città di Formia e Gaeta. Quest’ultima conserva ancora intatto il centro storico medievale (Gaeta Vecchia) e il Castello Angioino-Aragonese. Visitate anche la cittadina di Sperlonga, sulla Riviera di Ulisse, circondata da acque limpide e cristalline che custodiscono grotte e angoli mozzafiato. Meritano una sosta anche i Giardini di Ninfa, dove piante di ogni genere crescono sulle rovine di una città abbandonata. Lasciate la terraferma e in un paio d’ore di traghetto raggiungete le Isole Pontine. Ventotene, Ponza, Palmarola, Gavi, Zannone e Santo Stefano vi regaleranno acque cristalline, splendide spiagge e natura selvaggia.

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Frosinone
Frosinone

Frosinone Una città millenaria tra resti dell’antica Roma e tracce della storia dei Papi Posta sulla via di comunicazione tra Roma e Napoli, Frosinone è una città dalla storia millenaria. Restano tracce del suo glorioso passato nell’Anfiteatro Romano edificato nel I-II secolo d.C., nel museo archeologico cittadino e nella Tomba Sant'Angelo nella località Maniano. La provincia, identificata genericamente come Ciociaria, ospita molti borghi suggestivi e ricchi di storia, ma anche aree naturalistiche come il Lago di Canterno, anche detto “lago fantasma” per la sua origine carsica che si fa risalire agli inizi dell’Ottocento. Fate tappa anche al Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, un’area protetta dove regnano montagne, panorami solenni, vallate e fiumi. Fumone, con la sua Rocca Longhi De-Paolis, è famosa non soltanto per essere stata la prigione di Celestino V, nonché il luogo della sua morte, ma anche per il suo straordinario giardino pensile che, con i suoi 800 metri di altezza, è il più alto d’Europa. Un altro luogo strettamente legato alla storia papale è Anagni, ricordata nei libri per il celebre “schiaffo”, l’umiliazione inferta dal re francese Filippo IV il Bello a Bonifacio VIII nel 1303. Merita una visita anche Ferentino con i suoi spettacolari resti di mura megalitiche, che per la loro imponenza sono stati attribuite ai Ciclopi.

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