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Il ritmo lento dell’autunno dal sapore italiano: itinerari e luoghi dove andare per i tuoi viaggi in Italia

Sei alla ricerca di posti da visitare in autunno in Italia? Sarà la freschezza dell'aria o i colori delle foglie che cambiano, viaggiare in questa stagione in Italia ha qualcosa di molto speciale. Il periodo migliore dell’anno per svolgere attività inconsuete, come visitare vigneti e degustare deliziosi prodotti locali. Scopri le innumerevoli possibilità offerte dal territorio italiano da settembre a dicembre.
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Borghi
Peschici

Peschici

Su una rupe a picco sul mare dalla quale si vede la costa fino a Rodi Garganico, nel punto più a nord della regione, sorge Peschici, di fondazione slava, come suggerisce l’etimologia del nome "Pesclizzo", dai termini “persek e cist”, sabbia pura. La leggenda narra che il comandante di un gruppo di slavi fu inviato dai monaci delle isole Tremiti a fondare la loro abbazia sulla terra. Probabilmente invece avvenne il contrario e furono i peschiciani a donare la loro chiesa e il castello alla potente abbazia isolana in cambio della protezione dai pirati saraceni. Quel che è certo è che qui si respira un’aria di antichità e mediterranee, atmosfere raccolte e domestiche allo stesso tempo, tra case a cubo sormontate da cupole bianche di sapore orientale del centro storico, archi e chiese antiche. Sull’estremità della rupe troneggia il castello, della metà del XIII secolo e sempre nel centro storico poco distante si trova la chiesa di S. Elia Profeta, che contiene la statua lignea policroma della Madonna di Calena che proveniva dall’abbazia omonima. Di questa rimangono i ruderi in stato di abbandono alle spalle del porticciolo, da cui partono i traghetti per le Tremiti. Quelle del territorio peschiciano sono tra le spiagge più insignite della Bandiera blu nel Gargano. Una delle più grandi è la Baia di Peschici, meta di famiglie, ma anche surfisti perché esposta ai venti. Più appartata e suggestiva è quella di Jalillo, ombreggiata al pomeriggio. Fino a Rodi Garganico si stendono le spiagge lunghe di Calenella, Cento Scalini (o delle Tufare) e la celebre e attrezzata San Menaio. Diversa da tutte è la spiaggia del Sospetto, ghiaiosa e dalle pareti rocciose.
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Brusson

Brusson

A oltre 1300 metri di altitudine, tra cime, boschi e pascoli, Brusson corrisponde a un tratto della val d’Ayas dove cominciano a infittirsi le opportunità di splendide passeggiate di montagna. È un ambiente con una buona esposizione al sole, ottimo d’estate ma favorevole anche agli sport invernali grazie agli impianti di risalita e ai lunghi tracciati di fondo che partono dalla zona di Estoul, raggiungibile in auto a monte dell’abitato. Da Estoul, un’attrazione geologica ma soprattutto naturalistica e paesaggistica è offerta dai Laghi di Palasinaz, a circa due ore e mezza di camminata per sentieri lungo gli itinerari segnalati 5 e 4. Volendo fare tutto il percorso, ii dislivello è di quasi 700 metri. Marmotte e aquile sono praticamente garantite, ma con un po’ di fortuna si possono avvistare anche camosci o stambecchi. Il lato storico delle attrattive di Brusson comprende la salita al Castello di Graines, un po’ a sud del paese, e – soprattutto nella bella stagione – la visita alla ex miniera d’oro di Chamousira, rimasta attiva sino alla fine degli anni ’80 e poi recuperata per lasciar scoprire il suo emozionante mondo sotterraneo. Tocchi finali non meno importanti? I formaggi del caseificio locale e – ogni due estati, in alternanza con Gressoney – una fase eliminatoria della “Bataille des Reines”, combattimento non cruento tra mucche per scoprire quale sia “regina” dell’anno: la finale, ovviamente, si svolge ad Aosta.
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Oratino

Oratino

Oggi ce ne si accorge soprattutto dalla grazia di verde e fiori ai bordi delle case in pietra, o da certi portali ben scolpiti – per esempio al Palazzo Ducale, con i suoi trascorsi di edificio fortificato del ’400 – ma Oratino è stata patria di pittori, scultori e scalpellini ben conosciuti anche al di fuori del Molise. Lo si può vedere meglio entrando nella chiesa di S. Maria di Loreto, antica anche se ricostruita nel ’500, con notevoli sculture e affreschi settecenteschi (da notare particolarmente un’Assunzione della Vergine nella volta), oppure nella parrocchiale di S. Maria Assunta. Poco più che un paese, Oratino sta arroccato su una rupe calcarea da dove si domina in tutta la sua ampiezza la valle del Biferno. Questo angolo di Molise di rupi ne conta infatti parecchie, e anzi spesso affiorano dal terreno le cosiddette morge, isolati blocchi rocciosi di calcare e arenaria. Sulla morgia più vicina a Oratino, che è chiamata la Rocca e si trova a pochi chilometri dall’abitato in direzione della valle, campeggia una torre di quattro piani a base quadrata che incredibilmente ha più di un millennio di storia alle spalle. Le radici degli insediamenti in zona sono in realtà ancora precedenti: scavi archeologici condotti attorno alla torre hanno restituito materiali dell’Età del Bronzo, ancora prima dei Sanniti, e di un borgo medievale. Si pensa che il borgo sia stato abbandonato dopo il sisma di metà ’400, lo stesso che aveva ridotto in macerie Campobasso. Oggi a frequentare di nuovo questa morgia sono i rocciatori: la si usa come palestra d’arrampicata.
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