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Esplora l’arte e la cultura vibrante dell’Italia, visita opere incantevoli e lasciati coinvolgere dalla sua storia millenaria

Dalle rovine archeologiche di Roma e Pompei ai pittoreschi borghi medievali della Toscana, l’Italia è una terra ricca di arte e cultura. Immergiti nei luoghi storici italiani e nei suoi tanti siti UNESCO per un viaggio culturale alla scoperta della patria di alcuni dei più importanti pittori, scultori e architetti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia.
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Arte e cultura
innamorati

Innamorati alla luce di Psiche

"Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi." Alda Merini Per celebrare questa tenera ricorrenza riserviamo una serata speciale a tutti gli innamorati. Concedetevi una pausa e godetevi una magica serata all’insegna dell’arte, lasciatevi sedurre dalla calda luce delle lanterne; gustate un delizioso menù accompagnato da un ottimo calice di vino. Informazioni utili: - L'evento è un’iniziativa culturale organizzata da Fondazione Canova onlus che riprende una formula diffusa nei musei del ‘700-‘800. Durante la serata verrà proposta una visita guidata alla luce delle lanterne in Gypsotheca. All'inizio della serata è prevista una cena di quattro portate. - Il biglietto d'ingresso, comprensivo di cena e visita guidata è pari a € 190, a coppia. L'orario di apertura del Museo è previsto alle ore 20:00, la serata avrà inizio a partire dalle ore 20.15 con la cena e si concluderà alle ore 23.30, circa. - Si ricorda, al momento della prenotazione, di segnalare, scrivendo una mail a eventi@museocanova.it, eventuali allergie o esigenze alimentari particolari. Il menù sarà condiviso con gli ospiti 48 ore prima dell'evento.
Arte e cultura
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Il Ritratto dell’Artista

Dal 23 febbraio al 29 giugno 2025 il Museo Civico di San Domenico di Forlì ospiterà la nuova grande mostra "Il ritratto dell'artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie". Il primo è stato Narciso, che guardandosi nello specchio dell’acqua ha conosciuto il proprio volto. Il primo autoritratto. Poi è arrivato il selfie. Nei secoli, ritrarre il proprio volto, la propria immagine è stato – per ogni artista – una sfida, un tributo, un messaggio, una proiezione, un esercizio di analisi profonda che mostra le aspirazioni ideali e le espressioni emotive, ma che rivela anche la maestria e il talento. Poi serve uno specchio. Timore, prudenza o desiderio, persino bramosia di guardarsi. Allegoria di vizi e virtù. Nell’autoritratto il pittore si sdoppia nel duplice ruolo di modello e di artista. L’occhio si posa sull’immagine riflessa per ritrarsi e l’immagine ritratta è un alter da sé ed è un sé. Spesso ne viene fuori una maschera. Personaggio più che persona. Per molti artisti è così, dal Seicento al Novecento. Ma il ritratto non sempre è da solo. Il ritratto dell’artista non è l’immagine scura di uno che ti guarda. L’artista recita, si mette in mezzo, sbuca da una sua opera che parla d’altro: in mezzo a un racconto mitologico, a una storia sacra, a un evento storico. Come fanno Botticelli, Perugino, Dürer, Hayez e molti altri. Nudo o vestito, truccato o travestito, sorridente o malinconico, attraverso l’immagine di sé, l’artista rintraccia il proprio mondo interiore, il significato della propria arte, l’unicità del proprio stile. Ciò che rende così affascinante e quasi irrinunciabile l’autoritratto agli occhi degli artisti – e non solo – è la sua capacità di sostituirsi interamente alla persona di cui è copia. L’immagine funziona da doppio del soggetto, come nel mito di Narciso ripreso da tutta la storia della pittura e della letteratura fino ad approdare, nel Novecento, alla psicoanalisi freudiana. Da Tiziano a Rembrandt, a Van Gogh, da De Chirico a Warhol il ritratto dell’artista è un autografo esistenziale. Segno, traccia, memoria, riflesso da tradurre in un’immagine definitiva, giocata nel tempo, contro il tempo, oltre il tempo.
Borghi
Arona

Arona

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Arona, famosa per aver dato i natali a San Carlo Borromeo, è uno dei più importanti centri del Verbano sud-occidentale, ed è collocato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, di fronte alla rocca d’Angera. La colossale statua di San Carlo Borromeo (chiamata anche il “Sancarlone”) è uno dei più importanti luoghi di interesse: la visita degli interni culmina in cima (35,10 metri l’altezza totale) dove si può godere di un meraviglioso panorama. Vicino alla statua c’è la chiesa dedicata a San Carlo, che contiene la Camera dei Tre Laghi, una ricostruzione della camera nella rocca di Arona dove nacque il santo. Su uno sperone roccioso a nord della città si trovano i resti della rocca di Arona, circondata da un parco aperto al pubblico con vista panoramica sul lago. L’armonioso e vivace centro storico presenta notevoli testimonianze d’arte, tra le quali spiccano la collegiata della Natività di S. Maria Vergine, in stile tardo-gotico, al cui interno si trovano opere significative come il polittico della Natività di Maria di Gaudenzio Ferrari, le tele del Morazzone e un bellissimo organo, e la chiesa dei SS. Martiri, di origine romanica, con interno gotico e facciata barocca. La signorile piazza del Popolo è il nucleo medievale di Arona, con la splendida vista sul lago, il vecchio palazzo di Giustizia e la chiesa di Santa Marta. Il ricco passato del basso Verbano viene celebrato nel Civico Museo Archeologico, dove è conservato anche il calco della famosa ruota dei Lagoni di Mercurago, sito archeologico dal 2011 parte del Patrimonio Mondiale Unesco quale sito palafitticolo preistorico dell’arco alpino. Oggi è un Parco naturale protetto attraversato da una fitta rete di sentieri che permettono al visitatore di inoltrarvisi e percorrerlo per esteso. Tra gli eventi si segnalano i caratteristici Mercatino degli hobbisti (generalmente a fine mese), il Mercatino dell’antiquariato (prima domenica del mese) e il Mercato contadino (ultimo sabato del mese).
Borghi
Barolo

Barolo

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Barolo è un borgo medievale dal quale ha preso il nome il famosissimo vino, prodotto dal vitigno nebbiolo. Il paese si trova in una depressione adornata da vaste colline coperte da vigneti, ora patrimonio Unesco, dalle quali è possibile ammirare panorami incredibili. Nel borgo svetta il castello comunale Falletti, edificato nel Decimo secolo, intorno al 1250 divenne proprietà della famiglia nobile dei Falletti, oggi al suo interno hanno sede l’Enoteca Regionale del Barolo e il Museo del Vino (Wi.Mu.), dove il vino è protagonista nei suoi molteplici aspetti. Nelle loro proprietà venne prodotto il primo vino barolo. Il borgo rappresenta la meta perfetta per il turismo enogastronomico e per chi desidera immergersi nel verde, a questo riguardo si suggerisce di percorrere i "Sentieri di Langa e del Barolo", percorsi ad anello progettati e mappati per collegare tra loro i comuni della Langa e per far scoprire un territorio tranquillo che combina natura e paesaggio, arte e storia, il lavoro dell’uomo e i prodotti di eccellenza. Interessante da visitare è il Museo delle Etichette (Wi.La.) che espone una delle più estese raccolte di etichette da vino d’uva (282.000 esemplari), la collezione internazionale di etichette da vino d’uva – Fondo Cesare e Maria Baroni Urbani, frutto di un lavoro ventennale, è stata donata al Comune di Barolo e al Wi.Mu. affinché sia ampliata e resa fruibile. La chiesa parrocchiale di San Donato, di assetto romanico, si affaccia sulla piazza davanti al castello, sotto il presbiterio accoglie il sepolcreto degli antichi feudatari. Davanti al borgo, sul bricco delle Viole, si intravedono le rovine del castello della Volta, edificio medievale appartenuto ai Falletti. Tra gli eventi si segnalano COLLISIONI, Festival estivo di arte, musica e cultura, e la FESTA DEL VINO BAROLO a settembre. Imperdibile prodotto tipico del luogo è il vino Barolo Docg, di colore rosso granato con riflessi arancioni, profumo intenso e sentori di frutta e spezie.
Borghi
Bergolo

Bergolo

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Poggiato sui colli delle Langhe terrazzati con antichi muretti a secco, in una posizione panoramica sulle valli Bormida e Uzzone, Bergolo è un piccolo borgo scrupolosamente curato dai suoi abitanti, noto come “paese di pietra”. Una manciata di case costruite interamente in pietra arenaria con uno stile semplice si affacciano lungo l’unica strada del borgo, nella piazza centrale si trova la Parrocchiale della Natività di Maria in pietra, del Seicento, che custodisce una preziosa pala, la Cappella romanica di San Sebastiano si trova nel cimitero, appena fuori dal centro in un punto panoramico di particolare bellezza. Armoniosamente integrata nel contesto storico del piccolo borgo, una vera e propria galleria d’arte contemporanea a cielo aperto sfoggia le più disparate espressioni d’arte contemporanea, murales, sculture e bassorilievi, sulle facciate degli edifici e negli angoli più nascosti e affascinanti, premiate dal concorso “Bergolo: paese di pietra”, bandito ogni anno dal 1993 e rivolto a tutte le scuole ad indirizzo artistico italiane. Bergolo, pur essendo un borgo raccolto, propone un ampio programma culturale di incontri e concerti organizzati nel nuovo e suggestivo teatro della pietra. Anche il gusto, oltre alla vista, viene soddisfatto soprattutto grazie alla torta alle nocciole, preparata con i frutti della pregiata varietà Tonda Gentile delle Langhe (Nocciola Piemonte IGP).
Musei e monumenti
Piazza della Signoria

Piazza della Signoria

Tra le più splendide d’Italia, simbolo tra i simboli della città, piazza della Signoria stupisce subito per le sue proporzioni imponenti e per la quantità di patrimoni artistici che vi si affacciano. L’accesso privilegiato è la via Calzaiuoli, dalla quale le componenti della piazza si offrono in tutta la loro bellezza. Si notano subito la Galleria degli Uffizi e la Loggia della Signoria, detta anche “loggia dei Lanzi”, vero e proprio museo a cielo aperto. Dialogano allineati nello spazio a lato di palazzo Vecchio il monumento equestre di Cosimo I de’ Medici in bronzo, del Giambologna (1594-98), e la grande fontana del Nettuno progettata da Baccio Bandinelli e realizzata tra il 1560 e il 1575 da Bartolomeo Ammannati e aiuti. Di grande valore simbolico sono le quattro statue poste davanti al palazzo. Copie degli splendidi originali sono, da sinistra: il “Marzocco”, leone simbolo di Firenze (lavoro in pietra serena di Donatello, dal 1885 al Museo del Bargello); il gruppo bronzeo di “Giuditta e Oloferne”, raffigurazione della Repubblica fiorentina che annienta la tirannide (l’originale di Donatello si trova all’interno di Palazzo Vecchio); l’imponente “David”, emblema della vittoria repubblicana sulla tirannide medicea (l’opera originale di Michelangelo è dal 1873 nella Galleria dell’Accademia). Originale è invece il contrapposto gruppo di “Ercole e Caco”, di Baccio Bandinelli (1534), allegoria della vittoria dei Medici sui nemici interni. Altre statue ‘rispondono’ dalla loggia della Signoria.
Siti storici
Palazzo Bonifacio VIII

Palazzo Bonifacio VIII

Il Palazzo di Bonifacio VIII, situato nel cuore di Anagni, è uno straordinario esempio di architettura medievale, strettamente legato alla figura storica di Papa Bonifacio VIII. Edificato agli inizi del XIII secolo dalla nobile famiglia Conti, il palazzo passò sotto il controllo dei Caetani nel 1297, quando Pietro II Caetani, nipote del pontefice, lo acquistò, incorporandolo nel vasto patrimonio familiare. Questo edificio fu il teatro di importanti eventi della storia medievale europea, tra cui il celebre "Schiaffo di Anagni" del 1303. In tale occasione, emissari del re di Francia, Filippo IV, tentarono di catturare Papa Bonifacio VIII, segnando un momento cruciale nella complessa relazione tra il potere temporale e quello spirituale. L’architettura del palazzo riflette l’austerità e la grandiosità tipiche dell’epoca, con ampi saloni affrescati e strutture che narrano il suo illustre passato. Attualmente, l’edificio ospita il Museo Bonifacio VIII, che presenta una ricca documentazione sulla vita e il pontificato del papa, oltre a una collezione archeologica e una mostra dedicata alla storia e ai monumenti di Anagni. Il Palazzo di Bonifacio VIII costituisce una tappa imprescindibile per chi desidera approfondire la storia del Medioevo e il ruolo di Anagni come "Città dei Papi". La visita al palazzo offre un’immersione nel passato, tra arte, spiritualità e vicende politiche, in un contesto architettonico di grande suggestione e fascino. Arricchisci la tua visita del Palazzo di Bonifacio VIII partecipando all'esperienza Palazzo Bonifacio VIII ad Anagni.
Arte e cultura
Castel Wolfsthurn / Schloss Wolfsthurn

Castel Wolfsthurn / Schloss Wolfsthurn

il Castello è un grande e sontuoso edificio residenziale di montagna, diverso dagli altri nelle valli dell’Adige e dell’Isarco/Eisack per l’età minore e per l’assenza di fortificazioni, a nemmeno una decina di chilometri da Vipiteno/Sterzing. A valere una visita è proprio questa sua originalità. Wolfsthurn è in effetti nient’altro che una residenza di origini settecentesche, tuttora proprietà della famiglia Sternbach che l’aveva acquistata nel secolo successivo. Curiosa la passione della famiglia per i numeri che qui è evidente: si tratta di un edificio che ha 365 finestre, 52 porte, 12 camini e 4 portali come i giorni, le settimane, i mesi e le stagioni dell’anno. Originale l’aver ospitato al primo piano un curioso Museo della caccia e della pesca considerate sotto il loro profilo storico-culturale. Ci sono diorami che espongono animali selvatici tipici della zona, una mostra di oggetti d'arte popolare come corni da polvere, carnieri e posate per cacciatori, tabacchiere, scatole di balsa, pipe o bicchieri, altri diorami con le specie ittiche locali, e una collezione sulla pesca alla mosca. Le sale al secondo piano sono rimaste al loro stato originario, gettando uno sguardo sui modi di vita della nobiltà fra ’700 e ’800. Parecchi ambienti hanno ancora arazzi alle pareti, illustrati da dettagli su queste decorazioni tessili, la loro produzione e una storia di come nascessero. Un posto forse un po’ strano, insomma, eppure attraente.
Museo AAAperto

Museo AAAperto

Il nome del museo dice tutto: A come Arte, A come Aggius e Aperto come il cielo, che è il soffitto ideale di questo spazio decisamente insolito. Le “sale” del Museo AAAperto sono infatti le strade e gli spazi pubblici del paese. Lungo i vicoli acciottolati, sulle mura di granito, sotto i balconi in fiore si incontrano murales, pannelli, installazioni e altre opere lasciate in eredità da artisti che, nel corso degli ultimi anni, hanno soggiornato e lavorato ad Aggius. La prima fu la grande Maria Lai, che nel 2008 realizzò qui un happening collettivo, oltre a diverse opere tra cui una serie di telai d’alluminio. Il museo AAAperto è stato creato nel 2018 proprio per commemorare il decennale di quell’evento, che fu epocale per il paese; ai lavori di Maria Lai si sono via via aggiunti quelli di artisti appartenenti a varie generazioni, invitati tutti, prima di mettersi al lavoro, a dialogare con il paesaggio, la storia e le tradizioni del paese. Da Giovanni Campus, Rosanna Rossi e Zaza Calzia, allo steet artist Tellas e a Simone Sanna, artista locale scomparso prematuramente: a lui si devono le saracinesche di magazzini e garage dipinte in modo da replicare le tessiture tradizionali galluresi. Proprio il lavoro e le storie delle tessitrici di Aggius sono protagonisti dell’esposizione fotografica permanente Dove c’è un filo c’è una traccia, anch’essa parte del percorso museale. Il Museo AAAperto è la terza “incarnazione” del Museo di Aggius, cui afferiscono anche il Museo del Banditismo e il MEOC - Museo Etnografico Oliva Carta Canna.
Borghi
Arona

Arona

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Arona, famosa per aver dato i natali a San Carlo Borromeo, è uno dei più importanti centri del Verbano sud-occidentale, ed è collocato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, di fronte alla rocca d’Angera. La colossale statua di San Carlo Borromeo (chiamata anche il “Sancarlone”) è uno dei più importanti luoghi di interesse: la visita degli interni culmina in cima (35,10 metri l’altezza totale) dove si può godere di un meraviglioso panorama. Vicino alla statua c’è la chiesa dedicata a San Carlo, che contiene la Camera dei Tre Laghi, una ricostruzione della camera nella rocca di Arona dove nacque il santo. Su uno sperone roccioso a nord della città si trovano i resti della rocca di Arona, circondata da un parco aperto al pubblico con vista panoramica sul lago. L’armonioso e vivace centro storico presenta notevoli testimonianze d’arte, tra le quali spiccano la collegiata della Natività di S. Maria Vergine, in stile tardo-gotico, al cui interno si trovano opere significative come il polittico della Natività di Maria di Gaudenzio Ferrari, le tele del Morazzone e un bellissimo organo, e la chiesa dei SS. Martiri, di origine romanica, con interno gotico e facciata barocca. La signorile piazza del Popolo è il nucleo medievale di Arona, con la splendida vista sul lago, il vecchio palazzo di Giustizia e la chiesa di Santa Marta. Il ricco passato del basso Verbano viene celebrato nel Civico Museo Archeologico, dove è conservato anche il calco della famosa ruota dei Lagoni di Mercurago, sito archeologico dal 2011 parte del Patrimonio Mondiale Unesco quale sito palafitticolo preistorico dell’arco alpino. Oggi è un Parco naturale protetto attraversato da una fitta rete di sentieri che permettono al visitatore di inoltrarvisi e percorrerlo per esteso. Tra gli eventi si segnalano i caratteristici Mercatino degli hobbisti (generalmente a fine mese), il Mercatino dell’antiquariato (prima domenica del mese) e il Mercato contadino (ultimo sabato del mese).
Borghi
Ozzano Monferrato

Ozzano Monferrato

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Il paese, con il suo centro storico contenuto e la chiesa e il castello che si elevano sulle case arroccate sul colle, si estende tra la pianura e le colline del Monferrato coltivate a vigneti, che possono essere esplorate con gradevoli passeggiate, da fare a piedi o in bicicletta. In zona Lavello c’è un ricchissimo patrimonio di archeologia industriale da scoprire, incluso in una rete sentieristica locale e regionale che richiama il passato minerario ricordato dal Museo MiCeM – Minatori e Miniere del Cemento del Monferrato Casalese. Tanti sono i luoghi di interesse da non perdere come il Castello, nel punto più alto del centro storico e circondato da un grande parco. La chiesa parrocchiale di San Salvatore, con affreschi del XVI sec., e la torre campanaria alta 20 metri, separata dal corpo della chiesa e addossata ad una parete tufacea, entrambe si trovano in una posizione favorevole dalla quale si può ammirare il panorama sulle colline del Monferrato. Casa Bonaria-Simonetti, raro esempio di abitazione del tardo-gotico. Il borgo storico e i principali attrattori sono attualmente visitabili, con guida, su prenotazione contattando l’ufficio turistico o in occasione della manifestazione “Castelli aperti”. Da Ozzano Monferrato è possibile scoprire il Monferrato degli Infernot, inserito nel sito Unesco "I paesaggi vitivinicoli del Piemonte", sono “camere” scavate sotto terra e usate per conservare il vino con cantina adiacente dove degustare i vini del territorio. Tra le tradizioni gastronomiche e artigianali locali, segnaliamo i biciulant d’ausan, dolce del periodo pasquale e il ricamo a chiacchierino.
Teatro Filarmonico

Teatro Filarmonico

3 ordini di palchi sovrapposti, ognuno con una decorazione dorata differente, una balconata, una galleria e una vasta platea: il Teatro Filarmonico di Verona è il principale teatro d'opera della città, ma ospita spettacoli di generi diversi. La stagione musicale si apre tradizionalmente con il Settembre dell'Accademia, una rassegna sinfonica dell'Accademia filarmonica di Verona, che ospita orchestre, direttori e solisti di fama internazionale. Dal mese di ottobre, poi, seguono le stagioni di opera, balletto e sinfonica della Fondazione Arena di Verona, che usa il Teatro Filarmonico come sede della stagione lirica invernale. Il teatro è di proprietà dell'Accademia filarmonica di Verona, la più antica accademia musicale europea, le cui prime notizie risalgono al 1543. All’inizio del ‘700 la città non aveva un teatro lirico, così si decise di costruirne uno. Il marchese Scipione Maffei presentò la richiesta al Senato veneto. Fu quindi chiamato l'architetto teatrale al tempo più celebre, Francesco Galli da Bibbiena e i lavori iniziarono nel 1716. Per realizzarlo, arrivarono incisori e pittori da tutta Europa. Ci vollero 13 anni per terminarlo, ma il risultato fu uno degli edifici teatrali più moderni e innovativi dell’epoca. La sera del 6 gennaio 1732 fu inaugurato, con il dramma pastorale “La Fida Ninfa” di Antonio Vivaldi, su libretto di Scipione Maffei. Il teatro fu distrutto 2 volte: da un incendio nel 1749 e dai bombardamenti della seconda guerra mondiale nel 1945. L'architettura originaria del teatro, quindi, è andata persa. La struttura attuale è il risultato della ristrutturazione avvenuta dopo il secondo conflitto mondiale, che ha permesso di recuperare gli elementi principali del Bibbiena. La sala Maffeiana è l’unica parte intatta dell’originario Teatro Filarmonico. È in questa celebre sala che il 5 gennaio 1770 si esibì Wolfgang Amadeus Mozart, in un concerto memorabile. Tra il 1777 e il 1779, la sala fu abbellita con l'affresco e le decorazioni del pittore bolognese Filippo Maccari (1725-1800) e, nell'800, furono aggiunti il pavimento in legno e il lampadario. Originariamente si chiamava "Gran Sala", per poi cambiare nome in onore di Scipione Maffei, per merito del quale venne costruito il teatro.
Italia

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Valle d'Aosta

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VV Capo vaticano Tropea Parco Nazionale della Sila Spiaggia di Arcomagno - Scalea
Calabria

La Calabria è la regione del mare cristallino, dei Bronzi di Riace, di Reggio Calabria e Capo Vaticano, un mix che conquista tra storia e bellezza La Calabria, nota anche come punta dello stivale italiano, è una Regione dell'Italia Meridionale caratterizzata dall'incredibile diversità dei suoi paesaggi, con la vicinanza delle montagne a uno splendido mare che richiama turisti da tutto il mondo.

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Agrigento - Valle dei Templi Isole Eolie - Vulcano Noto Etna
Sicilia

Un tuffo in Sicilia, dove un mare d’arte, cultura e natura ve ne faranno innamorare perdutamente Un territorio variegato che conquista il cuore dei turisti di tutto il mondo con il suo meraviglioso mare e le città ricche di un fascino tutto loro. La Sicilia è un'isola da cartolina caratterizzata dai segni indelebili dei popoli che l'hanno vissuta e resa unica, tra testimonianze artistiche e culturali di enorme valore.

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