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Esplora l’arte e la cultura vibrante dell’Italia, visita opere incantevoli e lasciati coinvolgere dalla sua storia millenaria

Dalle rovine archeologiche di Roma e Pompei ai pittoreschi borghi medievali della Toscana, l’Italia è una terra ricca di arte e cultura. Immergiti nei luoghi storici italiani e nei suoi tanti siti UNESCO per un viaggio culturale alla scoperta della patria di alcuni dei più importanti pittori, scultori e architetti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia.
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Arte e cultura
L’ORO DIPINTO

L’ORO DIPINTO

Un nuovo approfondimento scientifico sulle “vie veneziane” della civiltà: una scuola pittorica, quella veneto-cretese, a metà, per più di quattro secoli, tra Oriente bizantino e Occidente latino. Un mondo di immagini da scoprire insieme ai loro originali artefici: tra questi anche Dominikos Theotokopoulos, divenuto poi El Greco. Un filo dorato lega le vicende storiche, artistiche, gli equilibri diplomatici e la devozione nel Mediterraneo lungo la rotta tra Venezia e Creta, la Candia dal XIII secolo, perla dello Stato da Mar della Serenissima. L’oro dipinto, che fa risplendere di luce spirituale le icone, è il protagonista della mostra a Palazzo Ducale curata dalla Direttrice Scientifica di Fondazione Musei Civici Chiara Squarcina, dal responsabile del Museo Correr Andrea Bellieni e dal Direttore Generale Museo Bizantino e Cristiano di Atene Katerina Dellaporta; esso fa da sfondo ad una lunga storia di intense relazioni pittoriche tra due isole. Le sette sezioni della mostra scandiscono e illustrano cronologicamente il percorso pittorico: dalle origini nel secolo XV, coi primi maestri che progressivamente guardano all’occidente gotico - tra questi Angelos, Akotantos e Andreas Ritzos - per passare col maturo Quattrocento a significative vicinanze coi modelli del grande rinascimento veneziano - in primis quelli dei Bellini e dei Vivarini - in pittori come Ioannis Permeniatis. L’evoluzione prosegue nel Cinquecento con felici ibridazioni fra tradizione bizantina e libere ispirazioni occidentali, mediate soprattutto dalle immagini a stampa, con prolifici e rinomati maestri come Georgios Klontzas e Michael Damaskinos; quest’ultimo importante per il lungo periodo di attività trascorso a Venezia tra gli anni ’70 e ’80 del Cinquecento. Al centro dell’avvincente racconto di storia e di pittura si colloca il più celebre e stravagante rappresentante della ”scuola”: Dominikos Theotokopoulos, El Greco (1541-1614). Completa l’esposizione un focus dedicato all’icona, indagata nei suoi aspetti materiali e tecnico-esecutivi: un essenziale contributo conoscitivo per il visitatore realizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - CHNet Cultural Heritage Network. L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia rappresenta l’impegno di cooperazione internazionale tra Fondazione MUVE, Repubblica di Grecia e altri importanti Musei e collezioni – anche private - di Grecia, Italia ed Europa. Essenziale è stato l’apporto del Ministero della Cultura della Repubblica di Grecia, assieme ad istituti come il Museo Bizantino e Cristiano di Atene, maggiore prestatore di opere, la National Gallery di Atene e l’Istituto Ellenico di studi Bizantini e Postbizantini di Venezia. Speciale contributo è giunto dalla Città di Heraklion e dall’Arcidiocesi di Creta.
I relitti con anfore. Antichi commerci mediterranei

I relitti con anfore. Antichi commerci mediterranei

Sin dalla nascita della moderna archeologia subacquea, le anfore sono apparse come il simbolo stesso dei tesori sommersi e delle scoperte sottomarine, ma anche dei saccheggi più indiscriminati ai danni del patrimonio disperso sui fondali. In una vera e propria caccia al reperto, migliaia di antiche anfore sono finite per anni nei mille rivoli del mercato clandestino, strappate ai loro contesti, vendute come pezzi da collezione, private della possibilità di raccontare le loro storie. Tutto questo è stato un danno importante per il patrimonio comune se si considera che questi banali contenitori, in fondo semplici vuoti a perdere dell’antichità, hanno di fatto un irrisorio valore commerciale ma un considerevole valore storico: le iscrizioni incise o dipinte sulla loro superficie offrono informazioni su rotte e attori del commercio marittimo; i resti al loro interno permettono di ottenere preziose informazioni sui liquidi contenuti; la stessa argilla utilizzata per fabbricarle racconta le aree di produzione. Oggi sono ancora numerosi i relitti con carichi di anfore distesi sul fondo del Mediterraneo: navi etrusche, fenicie, greche e romane affondate con migliaia di anfore cariche di olio, vino, salse di pesce o altri prodotti. Per chi ha la fortuna di immergersi su questi siti, l’emozione è garantita: le anfore, ormai colonizzate dalla vita marina, seguono le forme della stiva che le ha contenute, spesso proteggendo gli antichi legni navali dalla corrosione marina. Rendere visitabili questi siti straordinari ma fragili, garantendo al tempo stesso la loro conservazione, è una delle grandi sfide dell’archeologia subacquea contemporanea, che ha da tempo cessato di recuperare anfore dai fondali, preferendo la loro conservazione in situ. Una scelta che può sembrare curiosa, che si spiega con la necessità di preservare i reperti archeologici nei luoghi e con le condizioni che li hanno protetti per secoli, ma anche con la consapevolezza che un carico di anfore, spesso costituito da centinaia se non migliaia di prodotti seriali, avrebbe un limitato valore espositivo, e finirebbe invece a riempire i già carichi depositi museali.
Arte e cultura
Le vie del metallo. Relitti con carichi speciali sul fondo del mare

Le vie del metallo. Relitti con carichi speciali sul fondo del mare

Anche se chi pensa ad antichi relitti ha spesso in mente l’immagine di grandi carichi di anfore, sul mare viaggiava un po’ di tutto: olio, vino, salse di pesce, ma anche pietre, metalli, schiavi, animali, pelli, oggetti di pregio. Non tutte queste merci si conservano per secoli sui fondali; alcune, però, hanno capacità di resistenza notevoli: i metalli, ad esempio, resistono molto a lungo nel sito degli antichi naufragi. Corrosione, ossidazione e altre reazioni chimico-fisiche alterano lingotti e spiedi metallici, ma spesso attraverso trattamenti specifici di laboratorio è possibile riportare i metalli, o le leghe, alle loro forme originarie. Inoltre, analisi più raffinate possono ricondurre i metalli fino alle miniere da cui sono stati estratti i minerali: un aiuto importante per chi da un relitto intenda ricostruire una rotta o una relazione marittima. Il metallo non è sempre il carico principale di un’imbarcazione: a volte il metallo viaggia accanto ad altri carichi, come mercanzia secondaria. Altre volte un piccolo quantitativo di metallo è imbarcato per il consumo e la vita di bordo: è il caso di alcuni relitti che hanno restituito uno o due lingotti di piombo, utilizzati per le piccole riparazioni. Immergersi su carichi metallici è possibile, anche se non semplice: i relitti di questo tipo sono meno numerosi, e i progetti di fruizione sono ancora agli inizi. Le AMP italiane possono comunque contare su alcuni siti di particolare interesse e bellezza. Anche per i metalli, come per le anfore, vale il principio della conservazione in situ come approccio prioritario: fatti salvi i campioni che, come detto, possono offrire dati preziosi soltanto attraverso analisi di laboratorio, i cumuli di spiedi e barre, le cataste di lingotti, i pani di rame possono resistere ancora per molti secoli sul fondo del mare, e trasformarsi in luoghi estremamente suggestivi.
Borghi
Rende

Rende

Rende è una città medievale del territorio cosentino, qui è situata l’Università della Calabria, il campus universitario più grande d’Italia, è una delle migliori tra i diversi atenei. Estesa lungo il corso del fiume Crati arriva fino alle Serre Cosentine, scendendo dalle colline dove sorge il centro storico fino alla città più moderna. Secondo una leggenda, Rende fu fondata dal popolo degli antichi “Enotri” intorno al'VII secolo a.C., quando il figlio di Licaone re degli Arcadi, Enotro, approdò nel luogo ora conosciuto come “Guardiula”, dove fondò “Acheruntia”, in seguito rinominata “Pandosia”. Oggi il suo centro storico è riconosciuto come “Borgo dei Musei” grazie alle sue numerose strutture. Il centro storico e le sue Chiese Il centro storico di Rende si trova su un’altura, e mantiene immutata la sua struttura urbanistica medievale, oltre all’antica toponomastica dei nomi di vie e piazze, come Piazza degli Eroi, più nota come "u sieggiu", la via che si apriva verso la "Porta di Cosenza", che collegava Rende a Catanzaro, oppure nell’impostazione del quartiere della Giudecca, si riconosce dai vicoli stretti e le arcate. Tantissime le chiese e i palazzi nobiliari che ancora oggi conservano intatti molti portali scolpiti e balconate in ferro battuto. La Chiesa di Santa Maria Maggiore fu edificata nel XII secolo, ha una pianta a croce latina con tre navate e il rosone posto sul portale principale, risalente alla stessa epoca. Diversi terremoti hanno reso necessari dei pesanti interventi di restauro, durante i quali si è deciso di coprire le antiche colonne con pilastri rettangolari di sicurezza. All’ingresso si possono ammirare due fregi scolpiti nella pietra: a destra un libro aperto, e a sinistra due chiavi incrociate. All’interno della chiesa sono custodite molte opere d’arte, tra cui le tele di Cristoforo Santanna, Giuseppe Pascaletti e Giuseppe Grana, oltre a molte sculture in legno e marmo.In stile Barocco e Rococò, la Chiesa del Rosario fu eretta nel 1679 dai fratelli Raffaele e Giuseppe De Bortolo, con la facciata tripartita in pietra tufacea di Mendicino. All'interno, una Madonna con Bambino risalente al 600; l'altare centrale è in marmo e legno intarsiati, con delle raffigurazioni ad olio dei Misteri del Rosario. Al posto della tela settecentesca del De Mura, che fu trafugata, raffigurante proprio la Madonna del Rosario, è presente un'opera contemporanea di Diego Minuti. Degno di nota anche lo splendido presepe con statue napoletane del Settecento e dell'Ottocento, oltre ad uno splendido organo del 700. Il Castello Normanno ed i Musei Il Castello, anche detto "Gigante di Pietra”, fu edificato nel 1095 su di un colle, la sua morfologia garantiva una difesa naturale. Le due torri laterali, insieme rappresentano lo stemma del Comune già a partire dal 1222. Nell’atrio del castello si possono ammirare due stemmi araldici delle famiglie che si sono susseguite nella storia, i Magdalone e gli Alarçon de Mendoza. Il museo Civico è situato nel centro storico e ospitato nel seicentesco Palazzo Zagarese. All’interno sono presenti all’incirca 3.000 oggetti legati alla storia civile della Calabria, e le opere pittoriche esposte vanno dal 500 ai giorni nostri, tra gli autori presenti: Hendricksz, Preti, Solimena, Carrà, Balla, De Chirico, Levi, Guttuso, Greco, Sironi, Viani, Santanna e Capizzano. Invece, il MAON a Palazzo Vitari, è un museo dedicato all’arte moderna con una mostra permanente del periodo dell’800 e del 900, con particolare riguardo all’area calabrese e meridionale. Con un archivio che racchiude oltre alle opere d’arte, manifesti, cataloghi, fotografie e video sugli autori e avvenimenti che hanno segnato la storia dell’arte dal periodo romantico ad oggi. Il Museo del Presente, situato a Roges, di circa 3.500 mq, è suddiviso in numerose sale. Oltre ad esporre temporanee di opere d'arte moderna e contemporanea, nasce come punto d'eccellenza per l'allestimento di mostre fotografiche, spettacoli e presentazioni di libri. Insomma, un luogo ricco di storia, da scoprire un passo alla volta. Contenuto redatto con le informazioni fornite dal Partner Regione Calabria
Borghi
Pennabilli

Pennabilli

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Il borgo di Pennabilli è disposto al centro tra due punte rocciose: il Roccione (un tempo Penna) e la Rupe (un tempo Billi) che nel ‘300 erano munite di castelli. Oggi solo sulla Rupe, segnata da una croce, ci sono alcuni ruderi del fortilizio, mentre il nucleo abitato originario nacque ai piedi del Roccione, per poi espandersi nel tempo ed occupare tutta la conca tra le due fortificazioni. Di grande interesse e meritevole certamente di una visita è il sistema museale, che si compone di: Mateureka – museo del calcolo, dedicato alla matematica e all’informatica, il Museo diocesano A. Bergamaschi ospitato nel palazzo Bocchi, il Mondo di Tonino Guerra, nei sotterranei dell’oratorio di S. Maria della Misericordia e dedicato allo scrittore che tanto amò questi luoghi e il Museo naturalistico del parco Sasso Simone e Simoncello. Nel centro storico e nel circondario si sviluppa poi un museo diffuso molto curioso, nato dall’amore dello scrittore Tonino Guerra per questo territorio. Nei dintorni, poi, un’escursione piacevole porta alla scoperta della pieve romanica di Ponte Messa e del borgo medievale di Bascio. Tra le numerose manifestazioni che animano il paese, segnaliamo Artisti in piazza, festival internazionale di arte di strada che si tiene a giugno e la Mostra mercato nazionale dell’antiquariato, a luglio, una delle più qualificate, longeve e importanti d’Italia.
Laghi
Lago di Nemi

Lago di Nemi

Nel territorio dei Castelli Romani, il borgo di Nemi è immerso da sempre nel verde di un bosco. La parola latina per bosco è “nemus”, ciò che spiega benissimo il nome e la sua antichità. Molto più recente ma non meno meritato è il riconoscimento del paese come Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, nel rispetto dei rigidi requisiti di qualità ambientale e turistica fissati in proposito. A partire dal nono secolo, Nemi era poco più che un castello dei conti di Tùscolo. Anche se nel tempo quel castello è diventato il rinascimentale Palazzo Ruspoli, la torre castellana delle origini ancora svetta sull’abitato. Qui la principale attrattiva turistica è costituita dal Lago stesso e dalla vegetazione circostante, dove si scende per un sentiero oppure per la Via del Tempio di Diana: una volta in basso, si può passeggiare lungo tutto il periplo dell’acqua per una lunghezza complessiva di circa sei chilometri. Culturalmente parlando, invece, non si può non rendere omaggio al Museo delle Navi romane. Il capannone degli anni ’30 del ‘900 dove si visitano i modelli delle due navi assieme a importanti ritrovamenti archeologici è peculiare per almeno due ragioni. La prima è che si tratta del primo caso italiano di edificio museale costruito ex novo per ospitare un contenuto e non viceversa, e la seconda che il contenuto perpetua la memoria di qualcosa di veramente unico. Già dal ’400 si sapeva che in fondo al lago giacevano gli scafi di due gigantesche imbarcazioni dell’età di Roma antica: il grande architetto e teorico rinascimentale Leon Battista Alberti le aveva individuate. Si trattava di due ornatissimi scafi-palazzo dove l’imperatore Caligola teneva feste o forse celebrazioni del culto di Diana alla quale il Lago era sacro. Recuperarle circa un secolo fa si è purtroppo dimostrato vano: nel 1944 i due scafi bruciarono completamente, sembra per l’incuria o per la deliberata volontà delle truppe tedesche occupanti. Nonostante tutto, il Museo è comunque estremamente evocativo.
Borghi
Urbania

Urbania

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Urbania, l’antica Casteldurante, si trova nell’alta valle del Metauro, a nord delle Marche. Diventò Urbania dal 1636 quando Papa Urbano VIII la elevò a Città e Diocesi per la civiltà degli abitanti e la bellezza del luogo. Vario e di grande prestigio è il patrimonio culturale e artistico del borgo: Palazzo Ducale, oggi ospita la biblioteca, il Museo civico e il Museo di Storia dell’Agricoltura e dell’Artigianato; il teatro Bramante, uno dei gioielli della Regione; la cattedrale di San Cristoforo e il Cimitero delle Mummie, con 18 corpi ben conservati grazie a un curioso fenomeno di mummificazione naturale dovuto a una particolare muffa presente sul territorio. Poco distante dal centro, c’è il Barco Ducale. Ricco anche il ventaglio di proposte naturalistiche, con itinerari in Appennino e il Bosco dei Folletti, sentiero ludico-didattico perfetto per i più piccoli. Il borgo può vantare un’importante tradizione legata alla ceramica, che con le sue maioliche la rese famosa fin dal rinascimento. Oggi la tradizione è riproposta dalle botteghe del luogo e si tengono corsi durante tutto l’anno. Tra i prodotti tipici, spiccano il crostolo da accompagnare con salumi, pecorini ed erbe di campo, il bostrengo, dolce a base di riso e noci tipico della stagione fredda, da abbinare al vino di visciole. Tra gli eventi, la Festa Nazionale della Befana (6 gennaio e i 3-4 giorni precedenti) evento per tutta la famiglia con spettacoli, laboratori, eventi e tante attività, la Sagra del Crostolo a settembre e le numerose mostre allestite presso il Palazzo Ducale.
Borghi
Subiaco

Subiaco

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Distante circa un’ora dalla Capitale, Subiaco è il cuore pulsante della Valle dell’Aniene e unisce alla ricchezza di storia, arte e cultura, la bellezza della natura del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. Luogo ideale per tanti sport all’aria aperta, escursioni e passeggiate, è anche la culla del monachesimo e della stampa. Da vedere sono il Monastero di San Benedetto o Sacro Speco, dove il santo si ritirò in preghiera ancora adolescente e dettò la regola “Ora et Labora” e il Monastero di Santa Scolastica, fondato nel 520 d.C. con tre meravigliosi chioschi (Rinascimentale, Gotico e Cosmatesco) e una splendida biblioteca che conserva ancora numerosi manoscritti e dove è stato stampato il primo libro a caratteri mobili in Italia. Meritano una visita anche il Convento di San Francesco, raggiungibile attraverso il ponte omonimo a schiena d’asino, la Rocca Abbaziale che ospita il MACS – Museo delle Attività Cartarie e della Stampa, la chiesa di San Pietro, la piazzetta di Pietra Sprecata e il borgo medievale degli opifici (o borgo dei cartai). Per gli appassionati di sport e attività outdoor, la Valle dell’Aniene con il fiume omonimo, il Monte Livata e il Parco Regionale dei Monti Simbruini offrono numerose possibilità, come arrampicate, speleologia, soft rafting e kayak. A tavola, si consiglia di provare la pasta fatta in casa (la sagna e le pezzole con i fagioli Buccitti, prodotto autoctono) il caratteristico Pappaciuccu (a base di cavoli neri lessati, tozzi di pizza di granturco raffermi e pane casereccio) e i subiachini, biscotti tipici a base di mandorle, albumi, miele e zucchero. L’artigianato è legato alla grande tradizione della produzione e lavorazione della carta. Tra le manifestazioni più rilevanti, segnaliamo il Palio di San Lorenzo (10 agosto) e il Festival dei Cortei storici Borgiani, a settembre.
Musei e monumenti
Piazza Villena

Piazza Villena

Nel cuore della Palermo barocca Piazza Villena, chiamata dai palermitani Piazza dei Quattro Canti, nacque nella Palermo del 1600 nel punto di intersezione tra l’apertura della nuova Via Maqueda (dal nome del vicerè che ne ordinò il taglio) con la presistente Via Vittorio Emanuele (il Cassaro). L'incrocio che si venne a creare, portò alla suddivisione della città in quattro parti, detti "Mandamenti". La decorazione dei "canti" di ciascuno degli edifici monumentali sulla piazza, venne completata nel 1621 e si sviluppa in quattro ordini di facciata sovrapposti, in uno schema che narra, dal basso verso l’alto, il passaggio dalla terra al cielo. Al livello stradale infatti si trovano le fontane che rappresentano i quattro fiumi che attraversavano anticamente la città; al piano superiore sono presenti le allegorie delle quattro stagioni sormontate dalle statue di quattro regnanti spagnoli, mentre nell'ordine superiore, trovano spazio le statue delle quattro sante protettrici di ciascun mandamento Agata, Ninfa, Oliva e Cristina, prima dell'avvento di Santa Rosalia. Da qui, inoltre, passa il carro della Santuzza (così, con affetto, i palermitani chiamano Santa Rosalia) in occasione del Festino. La Piazza dei Quattro Canti è conosciuta anche come Teatro del Sole poiché in ogni momento del giorno almeno uno dei lati è lambito dalla luce solare. Per la posizione e le caratteristiche architettoniche è il punto di partenza ideale per conoscere la storia della città e i suoi quartieri più antichi.
Musei e monumenti
Piazza della Signoria

Piazza della Signoria

Tra le più splendide d’Italia, simbolo tra i simboli della città, piazza della Signoria stupisce subito per le sue proporzioni imponenti e per la quantità di patrimoni artistici che vi si affacciano. L’accesso privilegiato è la via Calzaiuoli, dalla quale le componenti della piazza si offrono in tutta la loro bellezza. Si notano subito la Galleria degli Uffizi e la Loggia della Signoria, detta anche “loggia dei Lanzi”, vero e proprio museo a cielo aperto. Dialogano allineati nello spazio a lato di palazzo Vecchio il monumento equestre di Cosimo I de’ Medici in bronzo, del Giambologna (1594-98), e la grande fontana del Nettuno progettata da Baccio Bandinelli e realizzata tra il 1560 e il 1575 da Bartolomeo Ammannati e aiuti. Di grande valore simbolico sono le quattro statue poste davanti al palazzo. Copie degli splendidi originali sono, da sinistra: il “Marzocco”, leone simbolo di Firenze (lavoro in pietra serena di Donatello, dal 1885 al Museo del Bargello); il gruppo bronzeo di “Giuditta e Oloferne”, raffigurazione della Repubblica fiorentina che annienta la tirannide (l’originale di Donatello si trova all’interno di Palazzo Vecchio); l’imponente “David”, emblema della vittoria repubblicana sulla tirannide medicea (l’opera originale di Michelangelo è dal 1873 nella Galleria dell’Accademia). Originale è invece il contrapposto gruppo di “Ercole e Caco”, di Baccio Bandinelli (1534), allegoria della vittoria dei Medici sui nemici interni. Altre statue ‘rispondono’ dalla loggia della Signoria.
Spiritualità
La Verna - Santuario Francescano

La Verna - Santuario Francescano

Il santuario della Verna si sviluppa sulla sommità di una vetta calcarea immersa in una fitta vegetazione all’estremo lembo meridionale del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. La notorietà del sito è dovuta allo strettissimo legame con l’agiografia di san Francesco d’Assisi, che vi fondò un primo romitorio, dove nel 1224 avrebbe ricevuto le stimmate. A seguito del miracolo il luogo divenne frequentata meta di pellegrinaggio, venendo progressivamente arricchito da nuovi edifici tra XIII e XVIII secolo fino a diventare un esteso complesso monastico. In ordine di tempo la prima costruzione, voluta direttamente dal santo nel 1216, è la cappella di S. Maria degli Angeli, consacrata come chiesa nel 1260 e impreziosita da terrecotte invetriate di Andrea della Robbia. L’attigua basilica di S. Maria Assunta, riconoscibile per l’elegante portico rinascimentale, conserva ulteriori opere robbiane, la più antica delle quali è l’Annunciazione (1475 circa); sul lato destro si apre la cappella delle Reliquie, dove si conservano gli oggetti usati dal santo e il suo sangue. Assieme al convento e alle strutture di accoglienza, i due edifici di culto formano il nucleo principale del santuario, che prosegue lungo il corridoio delle Stimmate, decorato da un ciclo di affreschi novecenteschi dedicati alla vita di Francesco. Da qui si accede al suggestivo sasso spicco, grotta naturale eletta dal santo a luogo di preghiera e di meditazione. Al termine dell’ambulacro si giunge quindi all’antico romitorio e alla cappella delle Stimmate, edificata nel luogo esatto dove avrebbe avuto luogo il miracolo, segnalato da una lapide.
Borghi
Arona

Arona

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Arona, famosa per aver dato i natali a San Carlo Borromeo, è uno dei più importanti centri del Verbano sud-occidentale, ed è collocato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, di fronte alla rocca d’Angera. La colossale statua di San Carlo Borromeo (chiamata anche il “Sancarlone”) è uno dei più importanti luoghi di interesse: la visita degli interni culmina in cima (35,10 metri l’altezza totale) dove si può godere di un meraviglioso panorama. Vicino alla statua c’è la chiesa dedicata a San Carlo, che contiene la Camera dei Tre Laghi, una ricostruzione della camera nella rocca di Arona dove nacque il santo. Su uno sperone roccioso a nord della città si trovano i resti della rocca di Arona, circondata da un parco aperto al pubblico con vista panoramica sul lago. L’armonioso e vivace centro storico presenta notevoli testimonianze d’arte, tra le quali spiccano la collegiata della Natività di S. Maria Vergine, in stile tardo-gotico, al cui interno si trovano opere significative come il polittico della Natività di Maria di Gaudenzio Ferrari, le tele del Morazzone e un bellissimo organo, e la chiesa dei SS. Martiri, di origine romanica, con interno gotico e facciata barocca. La signorile piazza del Popolo è il nucleo medievale di Arona, con la splendida vista sul lago, il vecchio palazzo di Giustizia e la chiesa di Santa Marta. Il ricco passato del basso Verbano viene celebrato nel Civico Museo Archeologico, dove è conservato anche il calco della famosa ruota dei Lagoni di Mercurago, sito archeologico dal 2011 parte del Patrimonio Mondiale Unesco quale sito palafitticolo preistorico dell’arco alpino. Oggi è un Parco naturale protetto attraversato da una fitta rete di sentieri che permettono al visitatore di inoltrarvisi e percorrerlo per esteso. Tra gli eventi si segnalano i caratteristici Mercatino degli hobbisti (generalmente a fine mese), il Mercatino dell’antiquariato (prima domenica del mese) e il Mercato contadino (ultimo sabato del mese).
Borghi
Ozzano Monferrato

Ozzano Monferrato

Bandiera Arancione del Touring Club Italiano Il paese, con il suo centro storico contenuto e la chiesa e il castello che si elevano sulle case arroccate sul colle, si estende tra la pianura e le colline del Monferrato coltivate a vigneti, che possono essere esplorate con gradevoli passeggiate, da fare a piedi o in bicicletta. In zona Lavello c’è un ricchissimo patrimonio di archeologia industriale da scoprire, incluso in una rete sentieristica locale e regionale che richiama il passato minerario ricordato dal Museo MiCeM – Minatori e Miniere del Cemento del Monferrato Casalese. Tanti sono i luoghi di interesse da non perdere come il Castello, nel punto più alto del centro storico e circondato da un grande parco. La chiesa parrocchiale di San Salvatore, con affreschi del XVI sec., e la torre campanaria alta 20 metri, separata dal corpo della chiesa e addossata ad una parete tufacea, entrambe si trovano in una posizione favorevole dalla quale si può ammirare il panorama sulle colline del Monferrato. Casa Bonaria-Simonetti, raro esempio di abitazione del tardo-gotico. Il borgo storico e i principali attrattori sono attualmente visitabili, con guida, su prenotazione contattando l’ufficio turistico o in occasione della manifestazione “Castelli aperti”. Da Ozzano Monferrato è possibile scoprire il Monferrato degli Infernot, inserito nel sito Unesco "I paesaggi vitivinicoli del Piemonte", sono “camere” scavate sotto terra e usate per conservare il vino con cantina adiacente dove degustare i vini del territorio. Tra le tradizioni gastronomiche e artigianali locali, segnaliamo i biciulant d’ausan, dolce del periodo pasquale e il ricamo a chiacchierino.
Teatro Filarmonico

Teatro Filarmonico

3 ordini di palchi sovrapposti, ognuno con una decorazione dorata differente, una balconata, una galleria e una vasta platea: il Teatro Filarmonico di Verona è il principale teatro d'opera della città, ma ospita spettacoli di generi diversi. La stagione musicale si apre tradizionalmente con il Settembre dell'Accademia, una rassegna sinfonica dell'Accademia filarmonica di Verona, che ospita orchestre, direttori e solisti di fama internazionale. Dal mese di ottobre, poi, seguono le stagioni di opera, balletto e sinfonica della Fondazione Arena di Verona, che usa il Teatro Filarmonico come sede della stagione lirica invernale. Il teatro è di proprietà dell'Accademia filarmonica di Verona, la più antica accademia musicale europea, le cui prime notizie risalgono al 1543. All’inizio del ‘700 la città non aveva un teatro lirico, così si decise di costruirne uno. Il marchese Scipione Maffei presentò la richiesta al Senato veneto. Fu quindi chiamato l'architetto teatrale al tempo più celebre, Francesco Galli da Bibbiena e i lavori iniziarono nel 1716. Per realizzarlo, arrivarono incisori e pittori da tutta Europa. Ci vollero 13 anni per terminarlo, ma il risultato fu uno degli edifici teatrali più moderni e innovativi dell’epoca. La sera del 6 gennaio 1732 fu inaugurato, con il dramma pastorale “La Fida Ninfa” di Antonio Vivaldi, su libretto di Scipione Maffei. Il teatro fu distrutto 2 volte: da un incendio nel 1749 e dai bombardamenti della seconda guerra mondiale nel 1945. L'architettura originaria del teatro, quindi, è andata persa. La struttura attuale è il risultato della ristrutturazione avvenuta dopo il secondo conflitto mondiale, che ha permesso di recuperare gli elementi principali del Bibbiena. La sala Maffeiana è l’unica parte intatta dell’originario Teatro Filarmonico. È in questa celebre sala che il 5 gennaio 1770 si esibì Wolfgang Amadeus Mozart, in un concerto memorabile. Tra il 1777 e il 1779, la sala fu abbellita con l'affresco e le decorazioni del pittore bolognese Filippo Maccari (1725-1800) e, nell'800, furono aggiunti il pavimento in legno e il lampadario. Originariamente si chiamava "Gran Sala", per poi cambiare nome in onore di Scipione Maffei, per merito del quale venne costruito il teatro.
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Valle d'Aosta

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Il Veneto con le sue città d’arte dalla bellezza incontrastata ma anche la natura più incontaminata. Qui, tutto è meraviglia La bellezza del Lago di Garda, il fascino delle Dolomiti, il mare di Jesolo, le colline con le vigne e il relax delle terme, ma anche un immenso patrimonio artistico e storico, città eleganti come Venezia e Verona, borghi e paesaggi mozzafiato. Il Veneto è tutto questo e molto altro.

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Friuli-Venezia Giulia Lago di Fusine Foro Romano di Aquileia Pordenone
Friuli-Venezia Giulia

Friuli-Venezia Giulia, uno scrigno di tesori incastonato tra mare e monti. Regione di confine stretta tra le Dolomiti friulane e l’Alto Adriatico, benedetta da un immenso patrimonio culturale frutto di contaminazione tra diverse culture e popolazioni, cosmopolita e moderna, il Friuli-Venezia Giulia vi sedurrà anche con le sue tentazioni all'insegna del relax, dello sport e del divertimento.

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Cinque Terre - Riomaggiore Genova - Acquario Portofino Camogli
Liguria

Borghi arroccati, spiaggette segrete e natura superba: che incanto la Liguria! La Liguria è un meraviglioso lembo di terra racchiuso tra mare e montagna, dalle case color pastello e dai panorami che tolgono il fiato. Con una rigogliosa natura incontaminata, i tanti piccoli centri da scoprire e una tradizione culinaria impareggiabile, rapisce lo sguardo e il cuore.

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Parma, Statua Verdi FC Cycling Portico di Romagna Comacchio RA Basilica di San Vitale, Ravenna
Emilia-Romagna

Emilia-Romagna, una regione dal fascino incontrastato, con bellezze artistiche immense e un'ospitalità che non teme confronti. L’Emilia-Romagna con la sua Riviera Romagnola offre un turismo balneare che ogni estate richiama famiglie e giovani lungo le sue coste. Ricca di siti di interesse storico e culturale, questa regione vanta una tradizione enogastronomica apprezzata in tutto il mondo. La sapiente ospitalità fa il resto, rendendo l’Emilia-Romagna meta di una vacanze ideale in ogni stagione Video credits: Oliver Astrologo

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Firenze Colline toscane Siena Isola d'Elba
Toscana

La Toscana che vi conquista tra paesaggi unici, città d’arte, storia millenaria e buon cibo La magica atmosfera della Toscana va scoperta giorno dopo giorno in tutte le sue sfumature: a passeggio nelle città d’arte, in bici nei parchi, sul mare o assaporando i suoi tanti prodotti tipici in un patrimonio naturalistico, culturale e storico unico al mondo che affascina tutti da secoli.

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PG Assisi PG Lago Trasimeno Perugia PG Castelluccio di Norcia
Umbria

Da Assisi a Perugia passando per Gubbio, il lago Trasimeno e la Cascata delle Marmore: l'Umbria è una meta turistica che incanta Cime vestite di boschi rigogliosi e grandi valli disegnate da fiumi, laghi e cascate; colline spesso coronate da borghi e castelli, attraversate da sentieri intrisi di storia, arte e cultura, in una naturalezza che ritempra corpo e anima: tutto questo e molto di più è l’Umbria, il Cuore Verde d'Italia.

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Marche PU Marmitte dei Giganti MC Lago di Cingoli Palazzo Ducale di Urbino
Marche

Le Marche, un tuffo nella storia, nell’arte e nell’architettura di una regione che profuma di mare, tradizioni e accoglienza Una grande varietà di paesaggi e una gamma infinita di colori che rendono impareggiabili le bellezze naturalistiche del territorio, a cui si aggiunge un patrimonio artistico che non teme confronti: così le Marche, con una superficie che non arriva ai 10.000 chilometri quadrati, vi conquisteranno per sempre.

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Sardegna Murales Orgosolo Cala Luna Nuraghi - Barumini
Sardegna

Sardegna, viaggio nell’isola del mare smeraldo, dei nuraghi, della natura incontaminata e delle tradizioni millenarie Acque cristalline, spiagge di sabbia soffice e candida, rocce granitiche incorniciate da una macchia mediterranea selvaggia e profumata: benvenuti in Sardegna, isola dai mille contrasti che vi saprà sedurre anche con un patrimonio archeologico unico e con l’innato senso di ospitalità della sua gente.

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Bracciano Galleria Borghese Giardino di Ninfa Isole Pontine
Lazio

Il Lazio non è solo Roma: paesaggi e i monumenti del Lazio Basterebbe Roma, la capitale d’Italia e museo a cielo aperto unico al mondo, a fare del Lazio una delle regioni più belle e interessanti. Anche a livello paesaggistico, vanta un territorio di grande impatto e notevole varietà, con il lungo litorale, le splendide colline, le montagne appenniniche. Una meta di cui innamorarsi.

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Pescara - Trabocco Campo Felice Campo Imperatore Pacentro
Abruzzo

Abruzzo, un viaggio tra mare, montagne, sapori, storia e la natura incontaminata di parchi e aree protette Regione dell'Italia centrale, l'Abruzzo ha due anime e un solo cuore. Prevalentemente montuosa e collinare, si affaccia su un meraviglioso tratto del mare Adriatico. In Abruzzo si trovano le vette più alte dell'Appennino, come il Gran Sasso e il massiccio della Maiella, oltre che l'unico ghiacciaio appenninico, ma anche spiagge incantevoli.

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Campania Pompei Positano Sentiero degli Dei - Costiera Amalfitana
Campania

La Campania tra paesaggi, storia, cultura e una tradizione gastronomica che tutto il mondo ci invidia Un clima sempre mite, una natura rigogliosa che incornicia paesaggi mozzafiato, borghi incontaminati e coste fiabesche: è la Campania, regione che riassume secoli di culture, tra Occidente e Oriente, in un solo gioiello del Mediterraneo noto per la sua impareggiabile ospitalità. Una meta per l'anima, gli occhi e il palato.

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Campagna Molisana CB Sepino IS Abbazia San Vincenzo al Volturno Campitello Matese
Molise

Molise, una piccolissima regione dai grandiosi paesaggi: venite a scoprirne storia e tradizione culinaria Il Molise è una regione densa di storia, caratterizzata da numerose e saporite eccellenze enogastronomiche, ma anche dalle ricche riserve naturali e dai borghi che sembrano cristallizzati nella storia. Una meta ancora tutta da scoprire, tra meravigliosi litorali marittimi e alti promontori mozzafiato

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Castel del Monte Isole Tremiti Puglia Teatro Margherita - Bari
Puglia

Puglia, la regione del sole tra due mari e una calda ospitalità in luoghi ricchi di storia Posta nel cuore del Mediterraneo, è un magico insieme di reperti, storia, arte e natura incontaminata, tra meravigliose coste e paesaggi da cartolina. È la Puglia, regione dalle spiagge dorate e acque cristalline, dai sapori intensi e dalle mete di gran fascino: Castel del Monte, i trulli, le isole passando per le città baciate da una luce unica e indimenticabile.

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Matera Chiese Rupestri Parco Nazionale del Pollino PZ Castelmezzano MT Nova Siri Escursione a cavallo
Basilicata

Basilicata, una regione dalle antichissime origini, sospesa fra due mari e con montagne di grande bellezza La Basilicata è una regione in cui il passaggio dell'uomo ha lasciato importanti impronte sin dalla preistoria. Con la denominazione antica di “Lucania”, è arricchita da un incredibile patrimonio artistico. Per non parlare del suo panorama mai noioso che spazia dalle Dolomiti Lucane al Parco del Pollino passando per due mari.

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VV Capo vaticano Tropea Parco Nazionale della Sila Spiaggia di Arcomagno - Scalea
Calabria

La Calabria è la regione del mare cristallino, dei Bronzi di Riace, di Reggio Calabria e Capo Vaticano, un mix che conquista tra storia e bellezza La Calabria, nota anche come punta dello stivale italiano, è una Regione dell'Italia Meridionale caratterizzata dall'incredibile diversità dei suoi paesaggi, con la vicinanza delle montagne a uno splendido mare che richiama turisti da tutto il mondo.

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Agrigento - Valle dei Templi Isole Eolie - Vulcano Noto Etna
Sicilia

Un tuffo in Sicilia, dove un mare d’arte, cultura e natura ve ne faranno innamorare perdutamente Un territorio variegato che conquista il cuore dei turisti di tutto il mondo con il suo meraviglioso mare e le città ricche di un fascino tutto loro. La Sicilia è un'isola da cartolina caratterizzata dai segni indelebili dei popoli che l'hanno vissuta e resa unica, tra testimonianze artistiche e culturali di enorme valore.

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