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Idea Viaggio
Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania

Da Rovereto a Napoli, un viaggio sulle tracce di Mozart in Italia

Tipologia
Percorso in auto
Durata
12 giorni
Numero Tappe
9
Difficoltà
Facile

Era il dicembre del 1769 quando un musicista e suo padre partirono da Salisburgo, in Austria, e iniziarono un viaggio che in 15 mesi li avrebbe portati a scoprire alcune delle più belle città italiane e a conoscere la musica del nostro Paese. Erano Wolfgang Amadeus Mozart, il più grande compositore di tutti i tempi, allora tredicenne, e suo padre Leopold. Di città in città, il giovane musicista si esibì in teatri, chiese e case nobiliari, riscuotendo continui successi. Mozart stava scoprendo l’Italia e l’Italia scopriva Mozart e le sue incredibili doti di musicista e compositore.

Ripercorrere le sue tappe è un ottimo modo per conoscere meglio il genio della musica classica e scoprire le bellezze italiane attraverso i suoi occhi. Difficilmente avrete 15 mesi a disposizione, quindi vi proponiamo un itinerario che tocca alcune delle tappe più significative del viaggio del musicista. Partirete da Rovereto, tra le montagne della Vallagarina; per poi visitare Verona, patria della musica sacra e profana, con la sua Accademia Filarmonica e la celebre Arena. Potrete quindi perdervi tra le calli di Venezia, uno dei centri musicali più importanti al mondo nel ‘700. Mantova vi accoglierà nello splendente Teatro Scientifico Bibiena. Raggiungete, quindi, Milano, con la sua fervente attività musicale, nei salotti aristocratici o nel sofisticato Teatro Regio Ducale. Da qui vi proponiamo di scendere a sud, per arrivare a Bologna, dove Mozart ricevette il diploma di “Maestro compositore” all’Accademia Filarmonica; quindi vi sposterete a Firenze, con i suoi palazzi nobiliari, in particolare Palazzo Pitti, e le ville sui colli intorno alla città. Potrete quindi arrivare a Roma, per immergervi nella bellezza della Cappella Sistina, dove Mozart compì un’impresa incredibile. Infine arriverete a Napoli, con il prestigioso teatro San Carlo.

La chiesa di S. Marco a Rovereto

La chiesa di S. Marco a Rovereto

Il viaggio alla scoperta dell’Italia di Mozart inizia a Rovereto, vivace cittadina circondata dalle montagne, nel cuore della Vallagarina. Il musicista vi arrivò con suo padre durante la vigilia di Natale del 1769 e si fermò alcuni giorni. Qui tenne il suo primo concerto italiano, il 26 dicembre, nella chiesa di S. Marco, incantando gli spettatori presenti. Suonò l’organo della chiesa, ancora oggi conservato nella cantoria. Già all’epoca Rovereto era una cittadina animata da eventi culturali e proprio per la sua rilevanza nel panorama musicale italiano, Leopold Mozart la scelse come prima tappa del loro viaggio. Appena arrivati in città, padre e figlio furono invitati a colazione a casa del barone Giuseppe Nicolò Cristani de Rallo, che aveva studiato violino con Leopold Mozart. Fu solo il primo di una lunga serie di inviti ricevuti dalla nobiltà locale, che continuarono poi durante tutto il viaggio in Italia. Quello del giovane musicista fu, infatti, un viaggio per scoprire il nostro Paese, ma anche per farsi conoscere. L’obiettivo del padre era promuovere, nella patria della musica, l’innato talento del figlio. La città di Rovereto di certo ne rimase colpita, tanto che ancora oggi, durante l’anno, organizza numerosi incontri e concerti di musica classica dedicati al compositore, con artisti provenienti da tutto il mondo. Potrete scoprire questa cittadina, passeggiando per il suo centro storico, percorrendo le vie che Mozart amava, circondati da splendidi palazzi settecenteschi. Potreste visitare il teatro Zandonai, il primo e più antico teatro del Trentino; palazzo Todeschi-Micheli, noto anche come la “casa di Mozart”, e il Giardino Bridi-De Probizer

Teatro Filarmonico di Verona

La sala Maffeiana del teatro Filarmonico di Verona

Il giovane Mozart non poté che continuare il suo viaggio a Verona, fin dal Medioevo patria della musica, sacra e profana. Ancor più dal Rinascimento e per tutto il ‘700, fu un punto di riferimento per musicisti internazionali. Professionisti da tutto il mondo facevano tappa in città per assistere a esibizioni, per suonare, per confrontarsi con colleghi di altissimo livello. Mozart ci arrivò con suo padre a fine dicembre del 1769. Era ospite della rinomata Accademia filarmonica di Verona, la più antica accademia musicale europea, proprietaria del Teatro Filarmonico. Nella celebre e sfarzosa Sala Maffeiana del teatro, il 5 gennaio del 1770, Mozart si esibì al pianoforte, stupendo gli accademici, al punto che il giovane musicista fu dichiarato maestro onorario. Come da tradizione, fu messo alla prova il suo talento musicale con degli esercizi di improvvisazione, con risultati sorprendenti. Negli stessi giorni Mozart suonò anche nella chiesa di S. Tomaso Cantuariense, che potete visitare, raggiungendola a piedi in un quarto d’ora circa dal Teatro Filarmonico. All’interno della chiesa potete ancora trovare l’organo Bonatti che venne suonato da Mozart, sul quale sono visibili le iniziali del musicista, che lui stesso incise sulla cassa dello strumento. Viene usato ancora oggi dai più grandi organisti durante le celebrazioni in ricordo del giovane prodigio.

Palazzo Molin del Cuoridoro di Venezia

Il Palazzo Molin del Cuoridoro, nel sestiere di San Marco

Facciamo un salto avanti (per comodità geografica): Wolfgang Amadeus e il padre Leopold Mozart erano ormai sul finire del loro lungo viaggio in Italia, ma non potevano tornare a Salisburgo senza aver fatto tappa a Venezia, città cosmopolita, affascinante, uno dei centri musicali più importanti al mondo nel ‘700. Raggiunsero la Serenissima nel febbraio 1771, dopo 14 mesi in giro per l’Italia. Vi si trattennero per un mese, proprio durante il carnevale. Il giovane musicista rimase incantato dall’atmosfera festosa e dalle traversate in gondola nei canali della città lagunare. Per un breve periodo soggiornarono a Palazzo Molin del Cuoridoro, uno splendido edificio veneziano nel sestiere di San Marco, dove il 5 marzo Mozart tenne un concerto di pianoforte. Wolfgang si esibì molte altre volte a Venezia, gli storici parlano di numerosi concerti nei famosi ospidali della città, le scuole per trovatelli, alcune delle quali diventarono in seguito accademie musicali. Rimasero in città fino al 12 marzo, ospiti della famiglia Wider in una casa vicino a campo San Fantin, sul ponte dei Barcaroli. Quindi Leopold e Wolfgang continuarono il loro viaggio a Padova, poi a Vicenza e, attraversando Verona e Rovereto, tornarono a Salisburgo. 

Il Teatro Scientifico Bibiena a Mantova

Il Teatro scientifico Bibiena di Mantova

“Non ho mai visto nulla di più bello”. Usò queste parole Leopold Mozart per descrivere il Teatro Bibiena di Mantova in una delle sue lettere alla moglie. Era il gennaio del 1970 e si trovava a Mantova con il figlio Wolfgang. Il teatro era splendente: scintillante di ori e profumato di intonaci. Era stato ultimato da meno di 2 mesi. Padre e figlio ne rimasero incantati. Era un luogo speciale, progettato non come un vero e proprio teatro, ma per essere un’aula accademica, con gallerie destinate agli spettatori anche dietro il palcoscenico. Il giovane Mozart, il 16 gennaio, vi tenne un concerto, lasciando senza parole la nobiltà locale e gli esperti musicisti. Padre e figlio erano arrivati a Mantova grazie a una lettera di presentazione del conte Giorgio D’Arco, gran maestro di Corte a Salisburgo, inviata al cugino mantovano Giovan Battista Gherardo. In città furono ospiti delle più illustri famiglie e parteciparono a ricevimenti e spettacoli teatrali. Tra i numerosi inviti illustri, i Mozart ne ricevettero uno anche dalla poetessa Marianna Sartoretti nel suo palazzo, che si trova all’angolo tra via Bertani e via S. Francesco da Paola, nei pressi di quello che all’epoca era il Ghetto ebraico. Durante la loro permanenza nella città alloggiarono alla locanda della Croce Verde, ancora visibile dietro il Teatro Sociale, all’inizio dei portici di corso Umberto.

Chiesa di S. Marco a Milano

La chiesa di S. Marco a Milano

Milano è una tappa fondamentale per Mozart, per i suoi viaggi in Italia, ma anche per la sua crescita musicale. La prima volta che mise piede nella città lombarda fu nel gennaio 1770, ma ci tornò molte altre volte. Milano, in quegli anni era protagonista di una fervente attività musicale: nei salotti aristocratici si esibivano musicisti di ogni livello, dai dilettanti ai professionisti. Ma le opere dei più importanti venivano messe in scena al Teatro Regio Ducale. Costruito su commissione e a spese della nobiltà milanese, e progettato da Gian Domenico Barbieri, nel ‘700 era il principale teatro della città, almeno fino al 1776, quando fu gravemente danneggiato da un incendio e fu abbandonato. Al suo posto fu costruito il Teatro alla Scala, tutt’ora il più prestigioso della città. 
Durante il suo primo soggiorno a Milano Mozart alloggiò con il padre per quasi 2 mesi nel convento agostiniano di S. Marco, nella cui chiesa il giovane musicista suonò un antico organo del 1506. Si trova in piazza S. Marco, vicino a palazzo Melzi, residenza del conte Carlo di Firmian, ministro plenipotenziario di Lombardia, che aveva studiato a Salisburgo ed era un mecenate delle arti e grande appassionato di musica. Nella sua residenza Mozart tenne il suo primo concerto davanti a un pubblico milanese, a cui ne seguirono altri nello stesso palazzo. Mozart suonò moltissimo a Milano: a palazzo Clerici, in occasione dell’inaugurazione della sala della musica; nel primo palazzo dei Serbelloni in largo Corsia dei Servi; nella basilica di S. Fedele; nella chiesa di S. Antonio Abate e diresse una messa nella chiesa di S. Maria del Carmine. L’aristocrazia milanese era entusiasta e stupita dal talento del ragazzo, tanto che gli venne commissionata un’opera, “Mitridate, re di Ponto”, che avrebbe dovuto essere messa in scena il successivo dicembre. Per questo Mozart, partito con il padre da Milano a marzo, per continuare il suo viaggio per la penisola, fece ritorno nel capoluogo lombardo a ottobre, per lavorare alla partitura del “Mitridate” e il 26 dicembre, nel prestigioso Teatro Regio Ducale, ci fu la prima rappresentazione dell’opera diretta dallo stesso Wolfgang che, per l’occasione, indossò un abito rosso sgargiante, realizzato su misura da una sartoria milanese. L’opera ebbe grande successo e sulla Gazzetta di Milano fu recensita da Giuseppe Parini.

Accademia filarmonica di Bologna

Il diploma che Mozart ricevette all’Accademia Filarmonica di Bologna nel luglio 1770

Cosa si fa per ingannare la noia? C’è chi legge un libro, chi compila un cruciverba, chi guarda il cellulare. C’è poi chi compone un quartetto per archi. Certo, bisogna chiamarsi Wolfgang Amadeus Mozart. Il musicista austriaco nel marzo 1770, diretto a Bologna con il padre, durante una sosta in una locanda di Lodi, compose il suo primo “Quartetto per archi”. Arrivati nel capoluogo emiliano, si fermarono per 5 giorni, abbastanza per fare un incontro importante con il francescano padre Martini, una figura molto importante per Mozart, che lo definì: “La persona che al mondo maggiormente amo, venero e stimo”. Padre e figlio lasciarono la città per continuare il viaggio a Firenze, Roma e Napoli, ma il 20 luglio tornarono nel capoluogo emiliano, ospiti del conte Pallavicini. Il 25 luglio Wolfgang doveva infatti sostenere un esame importante all’Accademia filarmonica di Bologna, per ottenere il diploma di “Maestro compositore”. Mozart fu preparato accuratamente alla prova da Padre Martini, che gli insegnò anche la tecnica del contrappunto dell’antica scuola italiana. All’esame Mozart doveva svolgere una “antifona” e un “antifonario” da mettere a “quattro voci”. I diciassette esaminatori avevano a disposizione due biglie ciascuno: una bianca e una nera. Mozart ottenne solo biglie bianche e superò l’esame.

Palazzo Pitti a Firenze

Palazzo Pitti a Firenze

Il 29 marzo 1770 Leopold e Wolfgang Amadeus Mozart partirono per Firenze. “Desidererei che tu potessi vedere Firenze, i dintorni e la posizione di questa città: diresti che qui si dovrebbe vivere e morire”, scrisse Leopold alla moglie che era rimasta in Austria. Il primo aprile furono ricevuti dal granduca di Toscana, Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena, figlio dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, a Palazzo Pitti. Qui, il giorno seguente, padre e figlio parteciparono a una riunione che durò fino a tarda sera, durante la quale Mozart suonò di fronte a maestri di musica, che espressero commenti entusiastici. Il 2 aprile Wolfgang si esibì nel suo primo concerto a Firenze, presso la villa di Poggio Imperiale alla presenza della corte granducale e fu un grande successo. Il padre Leopold raccontò che il marchese Ligniville sottopose a Wolfgang fughe più difficili e temi più impegnativi, che egli suonò e completò come si mangia un boccone di pane. Questi toni entusiastici furono confermati anche dalla Gazzetta Toscana che pubblicò un articolo che tesseva le lodi del giovane Mozart. A Firenze Wolfgang suonò con musicisti di altissimo livello, come Pietro Nardini, uno dei violinisti più famosi in tutta Europa, e Thomas Linley, il più precoce musicista inglese del suo tempo, ricordato come il “Mozart inglese”.

Palazzo Pitti
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Maggiori Informazioni

La Cappella Sistina a Roma

L’affresco del Giudizio Universale di Michelangelo, nella Cappella Sistina

Era mezzogiorno del mercoledì Santo, l’11 aprile del 1770, quando, sotto una pioggia scrosciante, la carrozza con a bordo Wolfgang e Leopold Mozart arrivò a Roma, dopo 5 giorni di un faticoso viaggio attraverso gli Appennini. Trovato un alloggio, si diressero subito a S. Pietro. Nella Cappella Sistina, circondati dagli affreschi di Michelangelo e degli altri artisti del ‘400, Wolfgang Amadeus Mozart realizzò un’impresa da record. Assistendo con il padre all’Officio delle Tenebre, un rito cattolico che si recita nei tre giorni che precedono la Pasqua, ascoltò il “Miserere” di Gregorio Allegri, un complesso lavoro corale in 9 parti, e lo trascrisse a memoria nota per nota. L’opera era proprietà esclusiva della cappella pontificia ed era vietato divulgarne la partitura. Mozart, al primo ascolto, la scrisse per intero. Papa Clemente XIV, che li ricevette la domenica di Pasqua, lo venne a sapere e ne fu colpito. Quando tornarono a Roma il luglio successivo, al rientro da Napoli, a S. Maria Maggiore il Pontefice consegnò a Wolfgang il prestigioso titolo di Cavaliere dell’Ordine dello Speron d’Oro.
A Roma Mozart tenne anche una serie di concerti: Il 20 aprile a Palazzo Chigi alla presenza di Carlo Edoardo Stuart e il 2 maggio nel Collegio Germanico-Ungarico

Teatro San Carlo di Napoli

Il Teatro San Carlo a Napoli

La tappa napoletana del viaggio in Italia di Mozart fu alquanto vivace, ricca di emozioni e qualche preoccupazione: a partire dal viaggio per raggiungerla, che si rivelò piuttosto pericoloso. Padre e figlio, infatti, attraversarono in carrozza le Paludi Pontine e furono spesso assaliti dai briganti. Una volta raggiunta la città partenopea, però, furono conquistati dalla sua bellezza. Mozart fu colpito dal mare, che descrisse nelle lettere alla madre e dal Vesuvio “che fuma forte”. Leopold fu rapito dalla vita della città: “La nobiltà va a spasso in centinaia di carrozze alla Strada nuova e al Molo […] e non appena accenna a farsi buio, tutte le carrozze accendono le fiaccole, per creare una sorta di illuminazione”, scrisse alla moglie.
Arrivarono a Napoli il 14 maggio 1770 e vi soggiornarono per 6 settimane. Grazie alle raccomandazioni del cardinale Pallavicini, ebbero moltissimi incontri di rilievo e Wolfgang ebbe diverse occasioni per suonare. Si esibì, ad esempio, al Conservatorio della Pietà dei Turchini, centro d’eccellenza della scuola musicale napoletana tra il XVII e il XVIII secolo. Qui accadde un episodio particolare, che mostrò, come scrisse Leopold, “le superstizioni spaventose a cui il popolo si abbandona”. Wolfgang stava suonando il pianoforte con la solita agilità, quando qualcuno tra il pubblico iniziò a ipotizzare che tanta perfezione derivasse da un anello che indossava alla mano sinistra. Allora Mozart lo sfilò e continuò a esibirsi con la stessa bravura, lasciando tutti senza parole.
Il 30 maggio Wolfgang e Leopold si recarono al prestigioso Teatro San Carlo per assistere alla prima dell’opera “Armida abbandonata” di Niccolò Jommelli. Mozart ne fu colpito, ma scrisse che la riteneva “troppo seria per il teatro”. Quella sera conobbe Giovanni Tedeschi, noto come “Amadori”, l’impresario del teatro che gli commissionò un’opera proprio per il San Carlo, ma il compositore dovette rifiutare, pensando al lavoro che avrebbe dovuto poi eseguire a Milano. Fu un viaggio ricco di emozioni, dicevamo, ma anche di delusioni: a parte dal San Carlo, Wolfgang non ricevette nessuna scrittura per i teatri napoletani e il re Ferdinando di Borbone lo invitò solo per una rapida visita di cortesia nella cappella palatina della Reggia di Portici. Vedendo, quindi, che non venivano invitati a suonare alla corte reale, Leopold decise di lasciare la città. Ma, prima, visitarono il Vesuvio, Ercolano, Pompei, i Campi Elisi e le terme romane di Baia. Il 25 giugno del 1770 i Mozart lasciarono Napoli con la carrozza postale. Dalle atmosfere napoletane Mozart trasse grande ispirazione: il primo atto del suo Così fan tutte è ambientato in una storica bottega del caffè della città e il Tempio di Iside a Pompei lo ispirò per Il flauto Magico, composta nel 1791.

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