Cimitero Monumentale di Milano
Il 2 novembre 1866 monsignor Giuseppe Calvi inaugura l’apertura del Monumentale di Milano, nuovo cimitero a cielo aperto costruito per sostituire alcuni preesistenti cimiteri soppressi. Il progetto era stato affidato a Carlo Maciachini, noto per aver realizzato, sempre in città, le chiese di S. Maria del Carmine, di S. Marco e di S. Simpliciano. Questo enorme luogo sepolcrale in realtà è molto di più: al suo interno si intrecciano arte, cultura, religione e architettura. Vi accoglierà il cosiddetto famedio neogotico in marmo e mattoni, da famae aedes “tempio della fama”. È questa la parte considerata “monumentale” ed è proprio questa la sensazione che si prova mettendovi piede: se provate a guardare sopra di voi, una volta di un blu accesissimo vi lascerà di stucco. Nel famedio di Milano sono tumulati 8 personaggi illustri, tra cui Alessandro Manzoni, Bruno Munari, Carlo Cattaneo e Salvatore Quasimodo.
Oltre a questo tempietto monumentale sono visitabili la cripta sottostante, il Tempio crematorio e tutta la zona all’aperto, per un totale di 250.000 metri quadrati. Le sculture e architetture del cimitero sono una testimonianza della trasformazione dell’arte nel tempo: dal Romanticismo al Simbolismo, dal Liberty milanese all’Art Déco, dall’arte d’epoca fascista a quella di epoca moderna.
Cimitero Monumentale di Cremona
Un’ora e mezzo di auto separano i due cimiteri monumentali di Milano e Cremona.
Come per il Monumentale di Milano anche il grande camposanto di Cremona venne costruito per accogliere le sepolture provenienti dalla chiesa di S. Pietro e S. Rosalia, destinata all’abbattimento. Nel 1821 nacque questo cimitero in stile neoclassico su un’area quadrata: il progetto di Luigi Voghera aveva l’intento di conferirgli un aspetto più grandioso e infatti all’ingresso fece porre un porticato ad archi a tutto sesto con finiture in bugnato e portale a colonne doriche per ospitare le cappelle di famiglia. Venne poi aggiunto il bel viale alberato che conduce alla chiesa della Madonnina.
In realtà il Monumentale di Cremona ha visto negli anni il susseguirsi di interventi di artisti diversi, tra cui Vincenzo Marchetti, architetto e scenografo cremonese, e poi ancora Davide Bergamaschi, architetto e professore di disegno.
Ben presto le famiglie benemerite di Cremona fecero a gara per realizzare la cappella o il monumento più elegante. Rimangono infatti ancora oggi degne di nota le tombe di Francesco Chizzini e Caramatti, la lapide di Antonio Bettoni, quella di Antonio Pozzetti, i busti di Giuseppe e Nicola Ciboldi e il busto in marmo della Donna Velata.
Una strada più lunga è quella per giungere al prossimo camposanto, quello di Staglieno in provincia di Genova, ma ne varrà la pena…
Cimitero Monumentale di Staglieno, Genova
Se lo dice Hemingway che il Cimitero Monumentale di Staglieno è “una delle meraviglie del mondo” ci sarà da fidarsi…
Ma Hemingway non è il solo personaggio illustre rimasto affascinato da questo museo a cielo aperto. Anche il celebre scrittore Mark Twain affermò, dopo la sua visita, che se ne sarebbe ricordato per sempre. E altrettanti lo scelgono e lo scelsero come meta: Nietzsche, Guy de Maupassant, la principessa Sissi. Il bassista dei Joy Division decise addirittura di utilizzare la tomba Appiani come cover di uno dei suoi album e la statua mozzafiato dell’angelo caduto della tomba Ribaudo come copertina del singolo Love will tear us apart.
Progettato nel 1835, questo cimitero è un’ottima rappresentazione dell’arte genovese dell’800, con la sua Cappella dei Suffragi (o semplicemente Pantheon), il Boschetto Irregolare che si ispira ai giardini romantici e dove riposano i Mille e altri martiri risorgimentali.
Qui trovano riposo non solo importanti nomi italiani quali Mazzini, De André e il poeta avanguardista Sanguineti, ma anche stranieri, come la moglie di Oscar Wilde.
Soffermandovi sulle sculture, sugli alto e bassorilievi che decorano le tombe, noterete le diverse fasi artistiche cui è stato soggetto il cimitero. Si va da lavori realistici o iperrealistici della prima fase scultorea, a espressioni in stile Liberty con figure di angeli che ricordano le cosiddette “concubine del morto”, donne dall’aspetto sensuale che venivano poste sulle tombe di faraoni o nobili egizi, e che appartengono a una fase calante della borghesia commerciale-industriale genovese. Tra gli scultori più famosi si ricordano Santo Vanni, autore di una statua di 9 metri di altezza dedicata alla Fede della Religione, Giulio Monteverde, autore dell’Angelo di Monteverde, e Luigi Rovelli con la sua Cappella Raggio che ricorda il Duomo di Milano.
Dal Cimitero Acattolico al Cimitero Monumentale del Verano di Roma
Tornate sulla vostra carrozza e mettetevi comodi, il nocchiere infernale vi trainerà verso Roma, stavolta per la visita di ben 2 cimiteri, quello Acattolico e il Cimitero Monumentale del Verano.
Chissà perché tanti celebri scrittori e poeti sono così affascinati dai cimiteri, forse perché riconoscono nel freddo abbraccio della pietra qualcosa di eterno, così come eterni sono i loro versi. Edward Percival Forster pensava al Cimitero Acattolico come un "Luogo meraviglioso. Messaggero di pietra. Musica celestiale. Tenebrose presenze. Quello che lei cerca è al Cimitero degli Inglesi, degli Artisti e dei Poeti".
L’Acattolico si trova nel quartiere di Testaccio e, di fatto, custodisce le anime di tutti gli artisti non cattolici dal XVIII secolo fino ad oggi (Shelley, Keats, Gramsci, Gadda…). Si trova vicino alla Piramide di Caio Cestio: nei primi anni del ‘700 papa Clemente XI diede il permesso di essere sepolti di fronte alla costruzione dapprima solo ai membri della famiglia reale inglese all’estero, poi estendendolo ad altre persone di fede non cattolica.
Da qui in 20 minuti giungerete al Cimitero Monumentale del Verano. Il nome deriva dall’antico campo dei Verani, sulla via Tiberina, dove fu costruito nel periodo napoleonico dall’architetto Giuseppe Valadier. All’ingresso sarete accolti dalle statue di Meditazione, Speranza, Carità e Silenzio, poi troverete un ampio quadriportico della fine dell’800. Sotto il suo colonnato si trovano le tombe più antiche e, più in fondo, la cappella di S. Maria della Misericordia e la terrazza chiamata Pincetto Vecchio, che separa l’area di sepoltura dalla chiesa di S. Lorenzo Fuori Le Mura.
Un salto è d’obbligo anche al Tempio Israelitico, il Sacrario Militare e il Tempietto Egizio, dove furono cremati Gramsci e Pirandello.
Ora vi aspetta un viaggio più lungo ma, come sempre finora, ne vale la pena. Risalite a bordo e raggiungete Napoli…
Cimitero delle Fontanelle, Napoli
Il misterioso Cimitero delle Fontanelle si trova nel Rione Sanità di Napoli, ma fuori dal brusio dei venditori, dei motorini e dei ragazzi. È nascosto in un’antica cava di tufo, come una cattedrale sotterranea e oscura, penetrata qua e là da raggi di luce che sfuggono alla superficie.
La sua particolarità è la montagna di ossa impilate l’una sull’altra: sono i resti di circa 40.000 defunti. Il culto dei morti a Napoli è molto sentito e ha un’origine antichissima. Qua si ossequiano le capuzzelle o pezzentelle, in parole povere i teschi, in particolare quelli dei “senza nome” che persero la vita durante la grande peste del 1656 e il colera del 1836, che necessitano delle preghiere dei vivi per alleviare le proprie sofferenze in Purgatorio. Alle Fontanelle riposano ad esempio Pascale, il teschio capace di far vincere al lotto, o donna Concetta, “a’ capa che suda”: le capuzzelle accettano offerte votive e paiono, in alcuni casi, ricambiare il favore.
Non è difficile immaginare che ogni angolo del Cimitero delle Fontanelle nasconda vicende e aneddoti di vario tipo e tutti molto interessanti.
Il cimitero è chiuso attualmente, ma un consiglio per quando riaprirà è quello di farsi accompagnare da una guida che vi racconti per bene tutte le storie.
Se non ne avete abbastanza potreste visitare le vicine catacombe di S. Gennaro.
Poi, ripartite alla volta dell’ultima tappa dell’itinerario, Palermo.
Catacombe dei Cappuccini, Palermo
Eccovi giunti alla fine di questo itinerario. Siamo nel quartiere Cuba-Calatafimi della bellissima Palermo, accanto alla chiesa di S. Maria della Pace, anche conosciuta come chiesa dei Cappuccini. Annessi alla chiesa vi sono un cimitero “vero e proprio”, ovvero all’aperto, e poi c’è un altro “cimitero”: le catacombe dei Cappuccini, che da sempre attirano una moltitudine di turisti (tra cui Guy de Maupassant). L’inquietante sorpresa è che vi sono circa 8000 mummie, poste in piedi o coricate, vestite a puntino e divise per ceto sociale e sesso. La maggior parte di queste appartengono a un ceto alto dato il prezzo per l’imbalsamazione. “Divertitevi” a indovinare stralci di vita di queste persone a partire dai loro abiti: ad esempio, vi sono donne con il vestito da sposa, famiglie, borghesi nel vestito domenicale, frati Cappuccini…
Il cimitero all’aperto nacque solo anni dopo, a metà ‘800, quando cambiarono le disposizioni sanitarie in vigore e vennero vietate le sepolture sotterranee. Nel cimitero sono sepolti molti uomini illustri, tra cui Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Francesco Crispi, Pietro Scaglione e tanti altri, soprattutto politici.
Fate un ultimo giro tra i tumuli in superficie e nei suoi viali di cipressi: vi accorgerete che anche qui non mancano le vere e proprie opere d’arte, come la cappella di Ugo delle Favare, interamente in marmo di Carrara.