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Arte e cultura
Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia

Le biblioteche antiche più belle d’Italia

Tipologia
Percorso in auto
Durata
12 giorni
Numero Tappe
5
Difficoltà
Facile

Che vi sentiate dei topi da biblioteca o che semplicemente amiate il silenzio e il profumo di libri antichi, sapete bene che le biblioteche sono un luogo sacro. Vi aleggia sempre un denso silenzio, nel quale risuonano chiare le profonde voci di autori di epoche lontane e vicine. Talvolta, le biblioteche sono un rifugio introspettivo, talaltra un labirinto di informazioni. Ancora, queste possono essere semplicemente ammirate alla stregua di chiese (e con queste hanno spesso a che fare), coi loro alti soffitti, le loro architetture imponenti, la loro aurea sacra.
Per tutti coloro che si rispecchiano in questa filosofia, ecco un itinerario alla riscoperta delle biblioteche più antiche e belle d’Italia, dal Nord al Sud, partendo da Milano e arrivando ad Agrigento. Immedesimatevi nel protagonista di un romanzo di mistero che sta cercando un antico manoscritto perduto e deve frugare in tutte le biblioteche d’Italia.
Iniziate, dunque, la vostra ricerca in Lombardia: passate in rassegna le biblioteche Ambrosiana e Braidense di Milano, fra libri polverosi e statue in marmo, passando per Mantova e la sua Teresiana. In Veneto, tuffatevi tra le imponenti architetture della Biblioteca Nazionale Marciana (pare di essere in un film!), la vicentina Civica Bertoliana e la veronese Capitolare.
Scendete, poi, verso l’Emilia Romagna e bussate alle porte del convento francescano di Cesena. Se confessate ai frati che siete dei ricercatori sulle tracce di un antico tomo, sicuramente vi apriranno i battenti della Biblioteca Malatestiana. Mi raccomando, però: silenzio assoluto!
Dopodiché, guidate fino a Firenze per una capatina alla Biblioteca Moreniana, ma non esaurite le vostre energie. La Capitale vi aspetta con le sue immense biblioteche: visitate la Biblioteca Apostolica Vaticana e quella preziosa della Società geografica italiana.
Una volta battuti Nord e Centro Italia, preparatevi a scoprire le meraviglie del sud. Partendo da Napoli e arrivando ad Agrigento, andate alla volta della Biblioteca Girolamini, la Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero e, ultima ma non per importanza, la Lucchese

Giorno 1

Dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana alla Biblioteca Comunale Teresiana di Mantova

Veduta della Biblioteca Ambrosiana

Dalla cima del Duomo una dorata Madunina vi indicherà la strada per trovare la prima di due tra le biblioteche antiche di Milano: eccola qua, in piazza Pio XI, “l’eroica et immortal libreria” come la descriveva Galileo Galilei, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, una delle più rilevanti a livello mondiale. Il complesso è un lascito della potente casata dei Borromeo, che ha segnato la Milano della controriforma cattolica.
La Veneranda Biblioteca Ambrosiana, inaugurata nel 1609, fu una delle prime a dare libero accesso a chiunque fosse in grado di leggere e scrivere. Custodisce circa 40.000 manoscritti, tra cui le pagine del celebre Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci. La biblioteca è improntata su un’ottica multiculturale e multireligiosa: vi si trovano tomi in diverse lingue (italiano, latino, greco, arabo, siriaco, etiopico, copto, cinese e molte altre lingue) e su diverse religioni (quella cristiana, islamica ed ebraica in primis).
Dopo questa prima reverenziale scoperta, passeggiate fino a Brera, uno dei quartieri milanesi più scintillanti e anche un po’ vecchia Milano. Il palazzo di Brera sorge su un antico convento trecentesco ma nel XVIII secolo l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria ne fece la sede di avanzati istituti culturali tra cui la Biblioteca Nazionale Braidense: il 2 novembre 1786 la Imperialis Regia Bibliotheca Mediolanensis fu aperta e divenne presto la terza biblioteca italiana per ricchezza del patrimonio librario (circa 80.000 volumi tra libri moderni, tomi antichi e altri materiali). Visitate la Sala Maria Teresa, una delle più ricche ed eleganti, con il maestoso ritratto della sovrana, scaffalature in noce, affreschi classicheggianti e due grandi lampadari a goccia di cristallo di Boemia. Le parole non bastano per descriverne la bellezza, lasciate quindi che l’immaginazione faccia il suo corso prima della visita che, vedrete, non vi deluderà!
Spostatevi ora verso Mantova, dove vi aspetta un’altra delle creazioni dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria: la Biblioteca Comunale Teresiana, aperta nel 1780 nel complesso conventuale della Compagnia di Gesù e subito entrata in possesso di opere di grandissimo valore. Per citarne una, la quinta edizione a stampa della “Comedia” di Dante del 1477. Il tempo sembra sospeso nella sala dedicata ai manoscritti rari, ma le sorprese non finiscono qui! Infatti, se siete amanti del "peculiare", vi è una collezione denominata “Animali Fantastici” che comprende tutti quei volumi che presentano le “lettere zoomorfe”: si tratta delle capolettere di forma (più o meno) animale: sirene che si reggono la coda, leonesse dalla testa umana, draghi…

Giorno 2

Dalla Biblioteca capitolare a Verona alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia

Una sala della Biblioteca Capitolare di Verona

Dalla Lombardia la vostra ricerca si sposta in Veneto, con le tre V: Verona, Vicenza e Venezia. Partite da Verona: affianco al complesso del Duomo, un serioso portone in legno con l’iscrizione “Biblioteca Capitolare, Museo Canonicale” vi dà accesso al palazzo. Sentite questa baritonale litania per le sale silenziose?
Se pareba boves, alba pratalia araba…
È l’eco dell’”Indovinello veronese”, una delle primissime testimonianze della lingua volgare, a margine di un manoscritto dell’VIII secolo. L’indovinello, qui custodito all’interno del “Codice LXXXIX”, ha come risoluzione proprio la scrittura stessa!
Ecco, con questa espressione di rispetto reverenziale, aggiratevi per lo Scriptorium ecclesiae Veronensis (così era denominato il complesso nel V secolo). Stoica, la Capitolare sopravvisse a un terremoto, alla peste, alle ruberie di Napoleone, all’alluvione del 1882 e ai bombardamenti.
In meno di un’ora di auto approderete alla seconda biblioteca del Veneto, la Civica Bertoliana di Contra’ Riale a Vicenza. È ospitata nell’ex convento di S. Giacomo e nell’adiacente ottocentesco palazzo Costantini. Costituita nel 1706, custodisce oltre 3.500 manoscritti e codici antichi tra cui una “Divina Commedia” del 1395 e il celebre “Polifilo” dello stampatore Aldo Manuzio. La storia della biblioteca ebbe inizio nel 1969 quando Giovanni Maria Bertolo, nobile vicentino, decise di donare alla città il suo patrimonio librario perché diventasse di utilizzo pubblico e purché fosse conservato in un "vaso di tanto splendore". Tra varie donazioni e acquisti, oggi la collezione si è ampliata: 450.000 sono i volumi e 3.550 i manoscritti antichi.
Saltate di nuovo in macchina verso l’ultima V: Venezia, con la sua Biblioteca Nazionale Marciana. Maestosa, alta, regale, luminosa…difficile trovare un aggettivo in grado di darle giustizia. Questa magnifica biblioteca rinascimentale su due piani si trova, non a caso, in piazza S. Marco. Jacopo Sansovino fu l’architetto che si occupò della sua costruzione, iniziata nel 1537, e la sua divina creazione valse alla biblioteca l’ulteriore nome di Liberia Sansoviniana. Oltre ai volumi antichi e moderni conservati al suo interno, destano l’interesse degli appassionati (e non) le sale con i loro decori preziosi.
Non lasciatevi intimidire dai due Giganti in marmo bianco che presiedono l’ingresso: è solo il preludio per lo svelamento di una dimensione magica e sospesa in cui perdersi tra mille storie e pergamene.

Giorno 3

Dalla Biblioteca Malatestiana di Cesena alla Biblioteca Riccardiana di Firenze

Sala di lettura della Biblioteca Malatestiana di Cesena

Dall’imponenza della biblioteca di piazza S. Marco, costeggiando l’Adriatico, si passa alla tappa successiva di questo itinerario, la Biblioteca Malatestiana di Cesena, voluta da Novello Malatesta tra il 1447 e il 1452 e inserita nel Registro della Memoria del Mondo dall’UNESCO.
È all’interno di un convento francescano in stile neoclassico, alle spalle del palazzo del Ridotto e di fronte alla piazza e alla statua intitolata a Maurizio Bufalini, rilevante medico cesenate. Un prezioso portale preannuncia l’aula, ma scordatevi qualsiasi biblioteca abbiate visitato finora. Entrando nella Malatestiana ci si ritrova in una sorta di limbo, una dimensione ibrida fra una chiesa e una biblioteca…può esistere luogo più sacro di questo?
La sala principale vede fusi assieme i modelli dell’aula allungata e della basilica a tre navate, a creare un effetto scenografico anche grazie al susseguirsi di colonne e alla luce che giunge soffusa da alcune finestrelle basse e dal rosone in alto. Nelle navate laterali vi sono i 58
plutei in legno, a cui sono legati con delle catenelle preziosi codici miniati. Insomma, la Malatestiana è un luogo sospeso nel passato, avvolto da un religioso e sacrosanto silenzio, in cui l’unico rumore è dato dallo strascicare delle tuniche dei frati lungo il corridoio e dal tintinnare delle catenelle, segno che la lettura sta cominciando. Se non avete voglia di un giro in città, rimettetevi in auto. A circa 2 ore e mezza da qui vi aspetta la Biblioteca Moreniana di Firenze, nei pressi del giardino di palazzo Medici Riccardi. Sebbene non sia una delle più antiche (fu fondata nel XVIII secolo), è incantevole e affascinante anche nelle sue esigue dimensioni: un vero gioiellino tutto stucchi e decori. Inoltre, è specializzata sulla storia di Firenze e della Toscana. Condivide i locali del palazzo con la Biblioteca Riccardiana, ma è un'istituzione separata sul piano amministrativo e storico. Venne fondata per volere del canonico Domenico Moreni, appassionato bibliofilo con una cospicua collezione privata: è questa che oggi costituisce il fondo principale della biblioteca.

Giorno 4

Dalla Biblioteca Apostolica Vaticana alla Biblioteca Statale Oratoriana dei Girolamini di Napoli

Dalla Biblioteca Apostolica Vaticana alla Biblioteca Statale Oratoriana dei Girolamini di Napoli

Inutile rimarcare la storia antichissima di questa biblioteca, che comincia nel XV secolo con papa Nicolò V, il quale volle che i codici latini, greci ed ebraici in suo possesso fossero resi pubblici. Il suo progetto venne poi ampliato da Sisto IV, Leone X e Paolo V. Per l’immensa mole di tomi raccolti, Sisto V fece costruire quella che ancora oggi è la sede della Biblioteca Apostolica Vaticana. Al piano più alto fu decorato il Salone Sistino, una grande aula a due navate che funge da sala di lettura: alla base delle vele e nelle lunette alle testate delle due navate, è ornato con figure grottesche nelle volte e vedute dei più famosi monumenti di Roma.
Più nascosta ma non meno curiosa è la Biblioteca della Società geografica italiana, che ha sede in Villa Celimontana, a pochi passi dal Colosseo. La biblioteca conserva la più importante raccolta libraria geografica d'Italia, e tra le maggiori d'Europa. È una vera e propria miniera d’oro per i geografi! Pensate avere la possibilità di frugare tra rari manoscritti di viaggi del XVI, XVII, XVIII e XIX secolo, tra più di 200.000 carte, oltre 2.000 testate di periodici specialistici e 400.000 fototipi.
Sedetevi ad uno degli immensi tavoli in legno di fronte alle vetrate ad arco, svolgete una carta geografica e, illuminati da una verde lampada ministeriale, puntate il dito sulla
prossima tappa: Napoli e la Biblioteca Statale Oratoriana dei Girolamini. Quella della Girolamini è una delle biblioteche pubbliche più ricche del Mezzogiorno (e una delle più antiche dopo la Malatestiana), ospitata all’interno dell’oratorio omonimo e specializzata in teologia cristiana, filosofia, storia della Chiesa e musica sacra. Contrariamente agli usi monastici, la biblioteca fu da sempre aperta al pubblico tra cui, all’epoca, Giambattista Vico. Fu lo stesso a consigliare ai monaci di acquistare la collezione privata del filosofo Giuseppe Valletta, che andò ad aggiungersi a quella Filippina già in possesso dell’oratorio. Si unirono poi il fondo Gervasiano e il fondo Valieri con testi di archeologia, numismatica, bibliografia e letteratura classica. A Giambattista Vico è intitolata una sala cui si accede attraverso la porta originaria in legno di noce. Qui i volumi sono suddivisi per materia e potete leggere grandi cartigli quali, ad esempio: ConcionatoresAsceticiHistorici SacriHistorici ProfaniGeographi et ChronologiPoetae…

Giorno 5

Da Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero di Catania alla Lucchesiana di Agrigento

Da Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero di Catania alla Lucchesiana di Agrigento

L’ultima tappa vi porta infine in Sicilia, prima a Catania e poi ad Agrigento. La penultima biblioteca che andrete a visitare si trova all’interno del Monastero dei Benedettini di S. Nicolò l’Arena, un complesso monumentale sede dell’Università degli Studi di Catania, talmente bello e sfarzoso che aveva già attirato l’attenzione di viaggiatori eruditi come Goethe e Brydone. Arrivati dinanzi all’antirefettorio di forma circolare, vedrete a destra la sala Rapisardi e a sinistra l’ingresso delle Biblioteche riunite Civica e A. Ursino Recupero (unite, appunto, nel 1931). Fondate nel 1897 esse nascono dall’unione delle librerie dei Padri benedettini, delle congregazioni religiose catanesi soppresse, della Biblioteca-Museo M. Rapisardi, della Biblioteca del Barone Antonio Ursino-Recupero ereditata alla sua morte, e da altre collezioni o singole opere. Vi è conservato, inoltre, materiale sulla storia siciliana e catanese.

Una volta dentro, passeggiate tra le sale e soffermatevi nella Sala Vaccarini, famosa per il prezioso pavimento in maiolica napoletana del ‘700. I suoi alti scaffali in legno custodiscono libri rari di grande pregio, sopra i quali domina un ballatoio: salendovi sarete più vicini al soffitto e potrete ammirare meglio i grandissimi affreschi, tra i quali le allegorie delle Virtù, della Arti e delle Scienze. Se vi sentite sopraffatti da questa grandiosità non temete, potete reggervi alle panche in legno della balconata…

Una volta ripresi (magari grazie a una buona granita siciliana) ripartite alla volta dell’ultimissima biblioteca, la “clara et magnificaLucchesiana di Agrigento, una delle meraviglie nascoste del centro storico. La biblioteca fu eretta nel 1765 per contenere la collezione personale del conte Andrea Lucchesi Palli, allora vescovo della città, il quale decise poi di renderla pubblica. Nonostante Pirandello nel 1889 la descrivesse come in condizioni di abbandono (“quei libri non conoscono altri visitatori che i topi e gli scarafaggi”), e Sciascia ne riportasse le muffe e i crolli, la Lucchesiana fu finalmente restaurata nel 1977. Negli anni vennero catalogati e censiti i libri che erano stati spostati al museo civico e la biblioteca fu finalmente riaperta col suo nuovo volto nel 1990. Oggi vanta un grandissimo patrimonio: circa 80.000 documenti, molti anteriori all’800, tra cui anche manoscritti arabi.

Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero
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