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Arte e cultura
Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria

I borghi dei murales dal Nord al Sud della Penisola

Tipologia
Percorso in auto
Durata
15 giorni
Numero Tappe
6
Difficoltà
Medio

La pittura murale come antidoto all’abbandono dei piccoli centri abitati e alla perdita di un patrimonio culturale fatto spesso di tradizioni rurali funziona. Lo dimostra il successo dei progetti che hanno fatto riscoprire tanti borghi in tutta Italia. Muri grigi e scrostati prendono forma e colore, grazie alle bombolette spray e ai pennelli di artisti che mettono a disposizione talento e fantasia perché queste piccole realtà resistano allo spopolamento e all’oblio.
Il vostro viaggio comincia dalle Alpi Occidentali, in un borgo di 200 anime, Usseaux. Attraversando valli e colline, arriviamo a Vernante per rispolverare i ricordi d’infanzia con le “Avventure di Pinocchio” che tappezzano i muri di questo paesino della provincia di Cuneo. Dopo Arcumeggia, in una Lombardia che è quasi Canton Ticino, ecco le Dolomiti venete, cornice unica della rappresentazione delle arti e dei mestieri di Cibiana di Cadore. Oltre il Po, Molinella e Dozza ci accolgono in Emilia-Romagna con i loro murales colorati e dai temi più diversi, dalle mondine al lavoro nelle risaie alle geishe avvolte nel kimono. Per le vie di Gradara, provincia di Pesaro e Urbino, rivediamo Francesca da Rimini, cantata da Dante insieme all’amato Paolo Malatesta, e poi le opere degli studenti di importanti accademie d’arte a Braccano, sempre nelle Marche.
Scopriamo le tradizioni arbëreshë a Campomarino, poco prima di Civitacampomarano, nella regione, il Molise, che rivendica il suo spazio anche sulla carta geografica dell’arte. Nelle terre del brigantaggio campano, Valogno e in piena Irpinia Bonito hanno trovato riscatto attirando writers da ogni angolo del mondo per continuare a esistere. La vostra discesa lungo lo Stivale passa dalla Puglia, sulle antiche rotte dei tratturi ci fermiamo a Stornara, e dalla Basilicata, nella pittoresca valle del Melandro, dove le statue sparse qua e là per il borgo rendono l’esperienza ancora più immersiva. Ripartiamo per l’ultima tappa, dedicata alla Calabria: dai murales a forte valenza sociale di Diamante a quelli di Sant’Agata del Bianco, a un tiro di schioppo dalla punta dello Stivale.

Da Usseaux in Piemonte ad Arcumeggia in Lombardia

Casa tradizionale in legno e pietra a Usseaux

Sono rimaste meno di 200 persone ad accogliere chi arriva ad Usseaux per ammirare i murales che decorano le vie di questo borgo battuto dall’aria frizzante di montagna, dove sventola la Bandiera Arancione del TCI. Siamo a 1416 metri di quota in val Chisone, nel cuore delle Alpi Cozie, a poca distanza dalla Francia. Torino, da dove arrivano in molti per una gita fuori porta, dista un’oretta e mezza d’auto sulla comoda provinciale che porta a Sestriere. Tra case in pietra, fienili e lavatoi, una quarantina di opere raffigurano scene della vita contadina, il lavoro nei campi, gli animali che popolano la valle come volpi e cervi. Ma anche la preparazione del pane, che qui è una tradizione secolare. Lo racconta anche l’antico mulino Canton, che merita una visita: ci si inoltra nel bosco fino a un ruscello che, scendendo impetuoso dalla montagna, ne aziona la grande ruota idraulica.

Lasciate la Val Chisone, ma non il Piemonte, in direzione di Vernante, un centinaio di chilometri più a sud, sempre vicino al confine con la Francia, sempre ai piedi delle Alpi, questa volta quelle Marittime. A tenervi compagnia, sulla nostra destra, fa capolino la vetta inconfondibile del Monviso (3841 metri), il re di pietra.

“Le avventure di Pinocchio” a cielo aperto: così si è trasformata negli ultimi anni Vernante, piccolo borgo non lontano da Cuneo. Oltre 150 murales narrano la vicenda del celebre burattino-bambino. Sono un omaggio di due pittori locali, Bruno Carletto e Bartolomeo Cavallera, in arte Carlet e Meo, ad Attilio Mussino, artista che illustrò un’edizione di successo del libro di Collodi, e che qui passò gli ultimi anni di vita. Sul sito della Pro Loco è disponibile una mappa interattiva che geolocalizza tutte le opere, da “Pinocchio diventa un asino” a “Il Gatto e la Volpe”. A vigilare su Vernante e sui murales, l’imponente Turusela, un torrione fortificato risalente al 1280.

Tra voi e la prossima meta, la Galleria all’aperto dell’affresco di Arcumeggia, si distendono i vigneti dell’Astigiano e le risaie del Vercellese. Arcumeggia sorge infatti nella parte settentrionale della provincia di Varese, stretta tra il Lago Maggiore e il Canton Ticino. Come tanti altri, anche questo paesino sperduto si stava spopolando. Nel 1956 fu scelto dall’Ente provinciale del turismo come luogo dove realizzare affreschi, trasformandolo nel “primo borgo dipinto d’Italia”. Affluirono qui importanti artisti, da Gianfilippo Usellini (“Il ritorno dell’emigrante”) a Innocente Salvini (“La spartizione della polenta in famiglia”) ed Ernesto Treccani (“Composizione agreste”). La maggior parte delle opere riproduce infatti scene di vita quotidiana.

Da Cibiana di Cadore in Veneto a Dozza in Emilia-Romagna

Una balconata nel paese di Cibiana di Cadore

Ci si passava quasi distrattamente da Cibiana di Cadore, lungo la strada che porta alla ben più celebre Cortina d’Ampezzo e alle Tre Cime di Lavaredo, tra le vette più iconiche delle Dolomiti. Poco più a valle, invece, c’è la diga del Vajont, visitabile. Ma nel corso del tempo questo borgo si è conquistato attenzione e una certa fama celebrando le proprie tradizioni: sui muri delle case sono comparsi murales che illustrano arti e mestieri, dal casaro al carbonaio, al mugnaio. Molta gente se ne è andata, qui come altrove, ma la memoria collettiva viene comunque preservata per le generazioni presenti e future.
Cibiana non è soltanto murales. Le cronache medievali parlano di uno stretto rapporto con la Serenissima Repubblica di Venezia, per i cui arsenali qui si producevano palle di cannone, e poi chiavi, come si può approfondire nel Museo del Ferro e della Chiave. A meno di 5 km dal paese, accanto al rifugio poco sotto la vetta del Monte Rite (2183 metri), il Museo nelle Nuvole, una delle sedi del Messner Mountain Museum, custodisce reperti e fotografie dell’esplorazione e dell’alpinismo.
Inizia da Cibiana la vostra picchiata verso sud: attraversate tutto il Veneto, lambendo Venezia, Padova e i Colli Euganei, poi superate il Po e svoltate verso le Valli di Comacchio e Ravenna. In queste terre da sempre in bilico tra acque e terra, Molinella prende nome dai mulini che sorgevano un tempo lungo il corso del torrente Idice, affluente del Reno. Siamo alle porte del Parco del Delta del Po, sul confine tra gli storici domini di Ferrara e Bologna. Non aspettiamoci un borgo di poche anime, come quelli incontrati sulle Alpi: Molinella conta infatti circa 15.000 abitanti. Più che tradizioni antiche da preservare, qui la street art raffigura soggetti più fantasiosi e diversificati: una mondina che guarda verso l’orizzonte, una geisha avvolta da un colorato kimono, ragazzi intenti a chiacchierare dopo la scuola, una fulica (un uccello acquatico della zona), un lupo della mitologia norrena. Se amate i colori e la fantasia, è caldamente consigliata una deviazione di 40 km fino a Dozza, un bel borgo medievale lungo la Via Emilia che è diventato il paese della Biennale del Muro Dipinto...

Da Gradara nelle Marche a Civitacampomarano in Molise

Veduta aerea di Gradara; in alto si staglia la Rocca Malatestiana

Nella Rocca di Gradara, alla fine del ’200 si consumò la tragica vicenda di Paolo e Francesca cantata da Dante. Oggi questo borgo collinare ospita il progetto “Oltre le mura” che si propone di elaborare una nuova iconografia di Francesca, a lungo condannata come peccatrice e poi riabilitata come simbolo di libertà femminile. E così, per le vie di Gradara, la potete ammirare danzare avvolta in un panneggio rosso, brandire con coraggio una spada, rappresentata come una foresta selvaggia o una nuvola che fluttua nel cielo.

Procedete lungo la costa fin quasi ad Ancona, dove svoltate nell’entroterra verso Braccano, frazione di Matelica che dal 2001 è ravvivata da una sequela di murales. Li hanno dipinti in gran parte gli studenti delle accademie d’arte di Brera, Urbino e Macerata. Non c’è un tema comune, ciascun muralista ha seguito l’ispirazione, così uno accanto all’altro sfilano E.T., Sophia Loren, un elfo, una balena... Il Comune mette a disposizione sul proprio sito la mappa dei 78 (al momento) murales.

Tornati sulla costa, superate una dopo l’altra le località di mare abruzzesi: vale la pena fare una sortita in provincia dell’Aquila, ad Aielli, borgo ferito dal terremoto che la street art ha trasformato in un museo a cielo aperto. Procedete verso il Molise, per visitare il borgo litoraneo di Campomarino: siete all’altezza delle Isole Tremiti, visibili al largo. Qui sono ancora vive le tradizioni arbëreshë, l’etnia albanese che nell’Italia meridionale trovò scampo dall’avanzata ottomana. Le ritrovate, sui muri delle case, nella scena di un matrimonio in costume tipico e nella figura di Giorgio Castriota Scanderbeg. Accanto, una donna lavora a maglia, un’altra tira la pasta… I ragazzi impegnati nella raccolta delle olive rendono omaggio a una coltura di lunga data.

Sempre in Molise, a metà strada tra Campomarino e Campobasso, Civitacampomarano è un tipico borgo medievale tutto vicoli in salita, dominato dal Castello angioino, ma la vera attrazione sono i dipinti che campeggiano sulle porte e sui muri. Su uno di questi, l’iconica scritta “Il Molise non esiste resiste” ribalta un luogo comune e ne fa uno slogan di rilancio per la regione. Le prime opere, che prendevano spunto da vecchie fotografie, risalgono al 2016.

In Campania da Valogno a Bonito

Bonito, l’opera Alma en Venta di Bosoletti

Da Civitacampomarano si punta a ovest, verso la Campania, percorrendo i viadotti e le gallerie delle statali 650 Trignina e 85 Venafrana, che affrontano le asperità appenniniche. La meta è Valogno, piccola frazione di Sessa Aurunca: un borgo sperduto tra i boschi dove un tempo si andava a curare le malattie respiratorie. L’aria in effetti è di montagna, siamo a 400 metri di altitudine, ma a meno di 10 km si apre il golfo di Gaeta. Lo spopolamento stava per decretare la fine di questo borgo e invece… il progetto “Risveglio di Valogno”, fortemente voluto da Giovanni Casale, è riuscito nel miracolo di portare fin qui artisti italiani e internazionali per realizzare murales (una quarantina) che hanno cancellato il grigio delle facciate delle case dove l’originale tufo era stato coperto con il cemento. Fate ed elfi, antichi mestieri, briganti… Sì, quella che sembra Frida Kahlo è proprio lei, mentre il signore in salopette e barba lunga che si incontra in paese è il nostro Giovanni Casale.

Si potrebbe decidere di superare Caserta (e la sua Reggia), Napoli e la Costiera amalfitana e arrivare fino a Piano Vetrale, in pieno Cilento, altro borgo rinato grazie ai murales. Inoltratevi invece in Irpinia e in un paio d’ore sarete tra le case di Bonito, borgo collinare ai margini dell’autostrada A16 che collega Napoli e Bari. Qui nacque Salvatore Ferragamo, lo stilista che, partito a 16 anni per l’America, tornò in Italia e fondò la celebre casa di moda che vestì star come Greta Garbo e Audrey Hepburn. Lo celebrano alcuni dei murales che, dal 2011, raffigurano i soggetti più disparati: nell’intercapedine di un muro diroccato un bambino dorme rannicchiato, si gira lo sguardo e si vede una bambina che regge tra le mani un arcobaleno oppure un uomo seduto su una panchina (“Solitudine” non a caso è il titolo). Imperdibile, “Genesi”: il ventre nudo, le mani raccolte e il viso realizzati sul muro di tre diverse case abbandonate formano un’unica figura femminile.

Da Stornara in Puglia a Sant’Angelo le Fratte in Basilicata

Murales nel centro storico di Sant’Angelo Le Fratte, nella valle del Melandro

Da Bonito la A16 vi riporta velocemente sul versante adriatico della Penisola, in terra di Puglia. Basta poco più di un’ora, infatti, per arrivare a Stornara, cittadina tra Foggia e Cerignola. Un tempo qui sostavano le greggi transumanti provenienti da Abruzzo e Molise, poi fu il grano l’asse portante dell’economia locale: insomma, l’agricoltura è da sempre nel DNA di questi luoghi. Da qualche anno, però, Stornara è anche sinonimo di arte contemporanea grazie al festival di street art “Stramurales”, che nell’autunno 2024 celebra la sua settima edizione. Cittadini, visitatori e turisti hanno l’occasione di godersi a cielo aperto, sui muri e negli spazi pubblici, opere d’arte di alto livello e possono anche ammirare gli artisti all’opera: un’esperienza che incanta anche i bambini, rapiti dalla magia dei colori che si depositano sui muri.

A proposito di bambini, di ieri e di oggi… Una deviazione consigliata agli appassionati di cartoni animati conduce a Grottaglie, sempre in Puglia ma nelle ultime propaggini settentrionali del Salento, in un territorio fortemente segnato dalle gravine. Nel centro storico scavato nel tufo rivivono infatti Lupin III, Candy Candy e l’Uomo Tigre, e tanti altri personaggi resi popolari dalla tv negli Anni ’80. Le loro sigle risuonano ancora nella testa della Generazione X e in quella dei Millennials.

Proseguite verso la tranquilla valle del Melandro, fiume che scorre tra le province di Potenza e Salerno. Qui le location del progetto “Arte per la Valle”, con più di 400 murales che raccontano tradizioni locali, sono tre Comuni che formano un unico polo culturale. Scegliete Sant’Angelo Le Fratte, tra Savoia di Lucania e Satriano di Lucania. La scelta è motivata anche dalle tante cantine che a Sant’Angelo sono scavate nella roccia del Carpineto, il monte che sovrasta il borgo: un bicchiere di Aglianico è il giusto accompagnamento per i formaggi e i salumi locali, quando ci si siede a riposare le gambe. A rendere più interattiva l’esperienza contribuiscono le sculture che “passeggiano” assieme a voi per le vie lastricate del borgo, una donna che regge una culla sopra la testa o un uomo che trascina un asino di ritorno dai campi, dopo una giornata di lavoro.

La Calabria, da Diamante a Sant’Agata del Bianco

Dalla Lucania proseguiamo verso la Calabria, lambendo i Parchi nazionali del Cilento e del Pollino fino a raggiungere la costa tirrenica. Qui sorge Diamante, al centro della Riviera dei Cedri: belle spiagge sabbiose, acqua pulita e ottima accoglienza giustificano ampiamente la Bandiera Blu assegnata nel 2021 e poi sempre confermata. I campi qui sono coltivati per l’appunto a cedri, una delle tre specie di agrumi da cui derivano tutte quelle oggi coltivate. Sono però anche i murales ad attirare visitatori e turisti. Grazie a un’intuizione del pittore Nani Razetti (1924-2013), fin dal 1981 sui muri di Diamante si trattano temi importanti e spesso delicati, come la violenza di genere o le migrazioni di masse di disperati che solcano le acque del Mediterraneo. Diamante ha infatti un rapporto intenso e antico con il mare, dapprima conflittuale e poi d’amore, quando la fine delle incursioni saracene nel ’600 consentì alla popolazione rifugiatasi nell’entroterra di tornare sulla costa. Una delle ultime opere porta la firma di Jorit, lo street artist napoletano che disegna segni tribali sulle guance dei “suoi” personaggi: qui ha ritratto Jean-Michel Basquiat, celebre artista statunitense.

Ci spingiamo fin quasi alla “punta” dello Stivale per raggiungere un borgo collinare di circa 500 anime affacciato sul mar Ionio, Sant’Agata del Bianco. Qui nacque lo scrittore Saverio Strati: sono ispirati ai suoi lavori alcuni dei murales che decorano le case, tra cui quello che raffigura un ragazzo e una ragazza sorridenti che porgono una manciata di castagne. Sono Tibi e Tascia, che pensano (o sognano?) di costruirsi un futuro lontano da loro realtà quotidiana. Soltanto uno di loro, il ragazzo, ce la farà.

L’Italia continentale, come detto, finisce qui, ma i murales continuano. Li troviamo anche in tantissime località più o meno conosciute della Sicilia, appena al di là dello Stretto, e della Sardegna. Entrambe interessanti mete per altri viaggi alla scoperta della street art nei borghi d’Italia.

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