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Idea Viaggio
Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Campania

Vertigo: i ponti più suggestivi d’Italia, fra storia e leggenda

Tipologia
Percorso in auto
Durata
10 giorni
Numero Tappe
6
Difficoltà
Facile

Il ponte è un punto fermo: la vita, l’acqua, gli scorrono attorno, mentre lui rimane lì, curvo o dritto, a garantire un passaggio sicuro. Solitario ma fiero, spesso in piedi da tempi antichissimi, il ponte è testimone di storie e molte volte portatore di leggende, tanto che alcuni sono ricoperti da un’aura misteriosa. Pensate che talvolta viene associato loro il nome del diavolo: solo una struttura arrogante e diabolica può rendere valicabili fiumi inaccessibili o montagne insormontabili, così la pensavano già i cattolici tempo fa e, se chiedete a John Milton, scoprirete che nemmeno lui ne aveva una buona considerazione del suo “Paradise Lost”.

Farsi suggestionare dai ponti e dalle narrazioni a essi legate è comprensibile e, anzi, fa parte del loro fascino. Eppure al giorno d’oggi non possiamo che ringraziare questi serpenti di pietra o di qualsivoglia altro materiale, che si caricano sulle spalle il nostro peso e ci accompagnano da un argine a un altro per agevolare i nostri percorsi. Pensate, senza di loro dovremmo guadare corsi d’acqua, sfidare le correnti, inerpicarci per sentieri pericolosi…

Nel nostro Paese poi, che di acqua e monti è pieno, ve ne sono moltissimi, e tanti di questi vi lasceranno a bocca aperta. Per andare a scoprire alcuni tra i più suggestivi vi consigliamo di partire da Cividale del Friuli col suo ponte del Diavolo, dritto e fiero, passando per il più sofisticato e romantico ponte di Rialto di Venezia, così famoso che avrete già presente la sua immagine. Scendendo in Lombardia camminate sul ponte Coperto di Pavia, che da subito infonde sicurezza, e poi andate ad ammirare il ponte Gobbo o ponte Vecchio di Bobbio, senza il quale sarebbe una fatica raggiungere l’altra sponda, dovendo sfidare la forza del torrente. E poi, andando sempre più a sud, il particolarissimo ponte dei Trepponti di Comacchio, quello delle Torri a Spoleto e il suggestivo ponte di Atrani, che guarda il mare a cinge il borgo.

Ponte del Diavolo a Cividale del Friuli

Ponte del Diavolo a Cividale del Friuli

Il ponte del Diavolo, simbolo della città, si trova al fianco dell’antico carcere scavato nella roccia, conosciuto come Ipogeo celtico. Già questo dettaglio consente di vedere il ponte sotto un’aura misteriosa, ma c’è di più. Infatti, la sua storia è legata a una inquietante leggenda…

Sovrastante il fiume Natisone, il ponte è un colosso alto 22 metri e lungo 48. Dei 3 piloni su cui poggia, quello centrale si posa su una roccia (alcune voci dicono che il masso fosse stato lasciato lì dalla madre del diavolo), e questo elemento lo rende leggermente asimmetrico. Se pensate che la prima pietra fu posata nel 1442, tuttavia, la sua costruzione è durata molti anni ed è proprio qui che entra in scena la credenza popolare ad esso legata. Si dice, infatti, che all’epoca della sua realizzazione gli abitanti avessero chiesto aiuto al demonio stesso che, ovviamente, volle qualcosa in cambio: l’anima della persona che per prima avrebbe valicato il ponte. Ecco che egli terminò la costruzione in una sola notte ma, facendosi furbi, gli abitanti per evitare di sacrificare uno di loro, fecero sì che a transitare per primo fosse un animale.

In ogni caso, il ponte del Diavolo è così particolare e suggestivo che nel 1637 venne riconosciuto come uno dei più belli e singolari di tutta Europa da Paolo Balbo, il Provveditore della Repubblica di Venezia. Ecco perché vale assolutamente una visita!  

Ponte di Rialto a Venezia

Ponte di Rialto a Venezia

In meno di 2 ore di macchina, dal ponte del Diavolo friulano, giungerete a Venezia. Il ponte di Rialto, sul Canal Grande, è la vostra seconda tappa.

Per la realizzazione di questo ponte, nel ‘500 la Repubblica di Venezia bandì un concorso, come spesso accade per la creazione di opere destinate a diventare grandiose. Infatti vi parteciparono gli architetti più prestigiosi del momento, tra cui Jacopo Sansovino (già noto per la Libreria Sansoviniana), Palladio, Scamozzi, Vignola e probabilmente anche Michelangelo. Tuttavia, ironia della sorte, alla fine il progetto venne affidato ad Antonio Da Ponte.

Ne venne fuori una struttura in pietra di circa 7 metri di altezza, a una sola arcata, che consentiva il passaggio delle navi nel canale, e che fungeva da intersezione tra la zona di San Marco e quella commerciale di Rialto. Il corridoio di pietra permetteva, inoltre, di passare tra 2 file di botteghe. La bellezza del ponte non finisce qui: nel lato sud venne scolpita l’Annunciazione di Maria ad opera di Antonio Rubini, volta a dimostrare la devozione di Venezia verso la Vergine in ricordo della fondazione della città. Sul lato nord si trovano i bassorilievi con i protettori della città, san Marco e san Teodoro. Sulle fiancate invece, vedrete delle lapidi con l’iscrizione in onore di Pasquale Cicogna, doge di Venezia.

Ponte Coperto a Pavia

Ponte Coperto a Pavia

Lasciate i remi a Venezia: Pavia vi aspetta per mostrarvi il ponte Coperto, detto anche ponte Vecchio, molto caro persino ad Einstein, che per un periodo visse a Pavia. Una targa sul ponte infatti lo cita: “Ho spesso pensato a quel bel ponte di Pavia”…

Si tratta di una struttura lunghissima, circa 200 metri, costruita nel XIV secolo per sostituire un antico ponte romano il cui pilone centrale è ancora visibile talvolta, quando il fiume Ticino è in secca. Il ponte antico, risalente all’epoca di Augusto, era a cielo aperto, venne coperto solamente alla fine del XIV secolo e  le sue arcate vennero ridotte da 10 a 7 per far spazio alle porte a torre ai due lati. In realtà quello che vedete oggi è una ricostruzione, avvenuta nel dopoguerra, a seguito di danneggiamenti causati dai bombardamenti del 1944. Le sue arcate oggi sono ancora più ridotte, ne rimangono 5.

Anche questo è un ponte del diavolo. Si racconta che la notte di Natale nel 999 alcuni pellegrini decisero di attraversare in barca il fiume per vedere la messa di mezzanotte, ma vi erano difficoltà causate dal buio e dalla nebbia. Allora comparve un uomo vestito di rosso che promise loro aiuto costruendo un ponte. Indovinate? Anche stavolta, il patto era che i pellegrini avrebbero potuto valicarlo ma la prima anima sarebbe stata dello strano figuro. Magnanimo, l’arcangelo Gabriele riuscì a convincere il diavolo a iniziare la costruzione, mentre gli uomini avrebbero deciso nel frattempo chi far passare prima. L’arcangelo infine fece passare per primo un caprone (il ponte era già bello che fatto) e il maligno irato scatenò una violenta bufera, senza però scalfire il ponte.

Come ringraziamento i pellegrini edificarono una chiesa in mezzo al ponte, dedicata al protettore dei barcaioli, S. Giovanni Nepomuceno.

Ponte Gobbo a Bobbio

Ponte Gobbo a Bobbio

Un’ora e mezza di auto e approderete a Bobbio, in Emilia Romagna.

Per conoscere il mito legato al ponte Gobbo potremmo dirvi di traslare la stessa storia che avete sentito per gli altri ponti del diavolo. In questo caso si è fatto aiutare da altri demonietti di varia statura, per velocizzare l’opera, ecco perché le varie arcate del ponte hanno dimensioni diverse. A stringere il patto stavolta fu san Colombano, monaco dell’omonima abbazia di Bobbio che, ahimè, al momento della riscossione dell’anima decise di sacrificare il suo cagnolino.

Leggenda a parte, il ponte Gobbo risale all’epoca romana ma ha subito vari rifacimenti nel corso dei secoli. La costruzione sovrastante è del VII secolo ma sotto si trovano tracce più antiche. Il ponte lungo 280 metri ha forma ondulata, appunto per le dimensioni differenti dei suoi 11 archi. Per questa particolarità è uno dei ponti più caratteristici d’Italia, e per tanto tempo fu meta di pellegrinaggi e processioni religiose, tanto che sugli argini vennero costruite edicole votive e croci, alcune ancora visibili.

Ponte dei Trepponti a Comacchio

Ponte dei Trepponti a Comacchio

Strada più lunga è quella che porta da Bobbio a Comacchio, ma rimanete nella stessa regione, l’Emilia Romagna.

Il ponte dei Trepponti è il monumento più rappresentativo di Comacchio, costruito nel XVII secolo dall’architetto Luca Danese di Ravenna, su richiesta del cardinale Giovan Battista Pallotta, di fatto è anche conosciuto come ponte Pallotta. Danese fu autore anche di un altro ponte, poco lontano: il ponte degli Sbirri, chiamato così per la sua vicinanza alle antiche carceri cittadine. Il Trepponti venne concepito come una struttura con 5 ampie scale ad arco culminanti in un rialzo in pietra d’Istria e 5 volte divergenti dall’arco principale, mentre successivamente furono aggiunte le torri di guardia per necessità pratiche ed estetiche. Nella torre sinistra e in quella destra si trovano inoltre due iscrizioni, rispettivamente di Ludovico Ariosto e di Torquato Tasso, riportanti versi in cui parlano del ponte e del suo mirabil uso.

All’epoca della sua costruzione il Trepponti fungeva da porta fortificata della città e accoglieva i naviganti che provenivano dal mare lungo il canale, costruzione coeva a quella del ponte e che garantiva il trasporto dell’acqua viva consentendo prosperità agli abitanti. Il Trepponti è inoltre un crocevia per i 4 canali della città: Sant’Agostino, Borgo, San Pietro e Salara.

Ponte delle Torri a Spoleto

Ponte delle Torri a Spoleto

Inoltratevi ora nella verdissima Umbria, l’ultima tappa.

Il ponte delle Torri è una struttura vertiginosa, più alta di ponti che avete già visto: i suoi circa 80 metri di altezza sono da tremarella alle gambe. Per non parlare del fatto che non sovrasta un canale bensì la valle, con ben 9 piloni collegati da 10 arcate ogivali. I piloni più alti sono cavi (appunto come delle torri) ed erano posti di guardia, il primo presenta due ambienti sovrapposti con finestre e l’alto un ambiente con una porta ad arco.

Il ponte fungeva anche da acquedotto per convogliare le acque nella parte alta di Spoleto e alla Rocca, ma anche da accesso al Monteluco e al Fortilizio dei Mulini, la torre di avvistamento che si trovava sulla strada sopra il ponte. Inutile dire che questo magnifico gigante ha da sempre affascinato viaggiatori e personaggi di ogni tipo, suggestionati sicuramente dal paesaggio che lo circonda. È impossibile non sentirsi all’interno di un racconto fantastico una volta in cima al ponte…

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