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Arte e cultura
Italia. Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Sicilia

Gli Egizi in Italia

Tipologia
Percorso in auto
Durata
10 giorni
Numero Tappe
8
Difficoltà
Facile

Da piccoli siete rimasti affascinati dal mondo egizio, magari giocando a “Tomb Rider” e sognando di essere dei piccoli archeologi avventurieri come Lara Croft? Oppure avete sempre sognato di entrare nelle piramidi e perdervi tra i mille cunicoli, schivando le trappole mortali nascoste come un Indiana Jones della valle del Nilo?

Beh, non è insolito rimanere ammaliati dalla cultura degli antichi Egizi, così misteriosa, intrisa di magia, colma di divinità, costruzioni imponenti, preziosismi, enigmi. Forse è proprio perché ne sappiamo così poco rispetto a quanto ne abbiamo ricavato che ci intriga, e vogliamo saperne sempre di più…

Fortunatamente l’Italia è ricca di studi sull’Antico Egitto e sono tantissimi i musei e le collezioni che ne raccolgono reperti e oggetti vari. Con questo itinerario potrete farne una bella scorpacciata, ce n’è per tutti i gusti.

Da Trieste in giù, fino a Milano e Bergamo, poi ancora più a ovest, con l’immancabile Museo Egizio di Torino. E si prosegue, sempre tra faraoni e simulacri di dèi a forma di animali, verso Genova, e poi Firenze, Roma, per arrivare al fondo dello stivale, dove Campania e Sicilia chiudono il cerchio, culminando con un museo particolarissimo, quello sul papiro a Siracusa.

Museo d’Antichità J.J. Winckelmann di Trieste

Ushabti al Museo d’Antichità J.J. Winckelmann di Trieste

Al pianterreno del Museo d’Antichità J.J. Winckelmann di Trieste inizia il vostro itinerario sulle tracce degli antichi Egizi. È qua che si trova la collezione civica di egittologia, ricca di circa un migliaio di pezzi giunti nel corso dell’800 e del ‘900 al porto triestino. Sono 4 le sale dedicate a questi reperti, divisi per tematiche e classi.

La prima è la sala Dolzani, dedicata alla professoressa triestina di egittologia Claudia Dolzani, che contiene ritrovamenti di epoca faraonica, tra cui si distingue il sarcofago in granito rosa del dignitario Suty-nakht. Nella seconda sala, detta del Sarcofago, ha sede un insieme funerario molto affascinante: potrete osservare una mummia avvolta da bende, il relativo involucro di cartonnage, e il suo sarcofago. Guardate bene da vicino i dettagli delle decorazioni, i cui colori sono ancora straordinariamente vividi.

La sala del rilievo è una sorta di sala di passaggio che ospita solo un oggetto: un altorilievo proveniente forse dal Cairo, di altissima qualità. L’ultima è la stanza dedicata al tardo Egitto, con materiali di vari periodi, dalla dominazione greca fino alla conquista araba nel 640 d.C. circa.

Dal Museo Egizio del Castello Sforzesco di Milano al Civico Museo Archeologico di Bergamo

Museo Egizio di Milano

Siete sempre passati davanti al Castello Sforzesco di Milano ma non avete mai sentito di un museo egizio al suo interno? È ora di visitarlo!

L’esposizione milanese si concentra su un particolare aspetto della cultura egizia, ovvero la scrittura. Potrete infatti trovare strumenti per scrivere, supporti scrittori e relativi materiali quali papiri, legno e tavolette. Tra i più interessanti vi sono esempi dei cartigli che racchiudevano il nome del faraone.

Oltre a questi sono presenti anche gli oggetti legati alla vita dopo la morte, in particolare amuleti che si credeva garantissero un posto nell’aldilà, statuette mummiformi, vasi canopi, esempi del Libro dei Morti con alcune formule magico-rituali che accompagnavano il viaggio del defunto, e svariati sarcofagi.

Ora che avete scoperto questo museo nascosto, potreste fare un salto nella poco lontana Bergamo: anche qui si nasconde una collezione egizia nel Civico Museo Archeologico. I suoi reperti sono stati raccolti nel corso dell’800, ma la provenienza della collezione bergamasca è ignota. Sappiamo invece che fu il console Giovanni Venanzi a donare all’ente una mummia con sarcofago dalla forma antropoide provenienti da Luxor. Interessante notare che sul sarcofago è ripetuta 5 volte la parola Ankhekhonsu, ovvero “è vivo il dio Khonsu”, che permette di identificare il defunto come sacerdote.

Museo Egizio di Torino

Sfinge, Museo Egizio di Torino

Non siete dei veri appassionati di arte e storia egizia se non siete mai stati al Museo Egizio di Torino, una vera chicca. È infatti il più antico dedicato alla civiltà faraonica e dopo il museo del Cairo è la collezione più importante fuori dall’Egitto: conserva più di 4 millenni di storia.

Di fatto, la raccolta di reperti ha avuto inizio con i Savoia nel ‘600 e ha continuato con l’acquisizione di oggetti grazie a Bernardino Drovetti nell’800.

Il percorso è diviso in 5 piani per un totale di circa 3700 reperti, tra cui la mummia naturale predinastica del V millennio a.C., la statua del faraone Ramesse II, il papiro che attesta il primo sciopero della storia…

Una sala interessante e inconsueta è dedicata ad alcuni “dimenticati”, ovvero gli operai addetti alla costruzione e decorazione delle tombe dei faraoni.

Museo di archeologia ligure a Genova

Facciata della Villa Pallavicini, sede del Museo di archeologia ligure

A Genova avete visto mille volte l’Acquario? Bene, ma che ne dite di cambiare destinazione? Forza, proseliti di Lara Croft, dirigetevi al Museo di Archeologia Ligure.

Scoprirete qui dei piccoli gioielli provenienti dall’antico Egitto, giunti a Genova forse un po’ tardi ma con lo zampino del tenente di vascello Giovanni Caramagna e il capitano Enrico Alberto d’Albertis. Sembrano nomi da romanzi di Salgari, è vero, e infatti di avventurieri si tratta, in un certo senso: quest’ultimo, esploratore e filantropo, viaggiò spesso sul Nilo tenendo diari su cui annotava la provenienza dei reperti recuperati.

Se questo personaggio vi appassiona ecco un plus: a Genova c’è il suo castello che oggi è sede del Museo delle Culture del Mondo. Quì potrete trovare altri reperti provenienti da tutto il mondo.

Tornando alla nostra collezione egizia, curiosando fra le sale avrete l’occasione di ammirare amuleti, maschere funerarie, bronzi e altri oggetti di dimensioni ridotte, facilmente trasportabili appunto via mare. Si distingue però una reliquia più grande: il sarcofago del sacerdote Pasherienaset, donato dall’avvocato Emanuele Figari, vissuto in Egitto a fine ‘800.

Museo Archeologico Nazionale di Firenze

Stele del sacerdote Gedhor

La sezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Firenze è seconda solo a quella di Torino, e si forma a partire dalle collezioni dei granduchi toscani che erano conservate agli Uffizi.

Molto è dovuto al granduca Leopoldo che, nel 1828, finanziò una spedizione in Egitto assieme a Carlo X di Francia, con l’aiuto di un decifratore di geroglifici. Il seguito tornò 4 anni dopo avendo acquisito anche una collezione di reperti che il medico Alessandro Ricci aveva raccolto dall’Egitto grazie alle sue molte conoscenze.

Il primo oggetto di cui si ha notizia è la statua del sacerdote Ptahmose, proveniente da Menfi, e arrivata prima del 1753. Ad ampliare la collezione contribuì un altro granduca, Leopoldo II di Lorena, che acquistò i reperti conservati dal cancelliere al Consolato d’Austria in Egitto, Giuseppe Nizzoli. Uno dei suoi oggetti più preziosi è il calice in fayence azzurra a bocca quadrata della diciannovesima o ventesima dinastia, uno degli unici due esemplari esistenti.

Dall’Accademia d’Egitto a Roma al Museo Gregoriano Egizio a Città del Vaticano

Museo Gregoriano Egizio

Nei giardini di Villa Borghese c’è un tesoro nascosto che non tutti conoscono, un pezzo d’Egitto. Si tratta dell’Accademia d’Egitto, nata a Roma nel 1929 grazie allo studente e artista egiziano Ragheb Ayed, desideroso che la sua cultura fosse rappresentata anche nella colta capitale italiana. L’ente ospita la mostra permanente “La misteriosa scoperta della tomba di Tutankhamon”, che consta di stupefacenti repliche dei reperti del corredo del faraone. Le altre sale offrono la conoscenza di reperti egizi anche a persone cieche e ipovedenti, attraverso opzioni di visite tattili, adatte anche ai bambini.

Da visitare è anche la Galleria dell’Accademia, un’esposizione immersa nel verde di Villa Borghese, che mostra opere che spaziano dalla scultura alla pittura ai mosaici, unione fra artisti occidentali e orientali. Non mancate di curiosare anche nel teatro e nella biblioteca, quest’ultima con un prezioso patrimonio in lingua italiana, araba, inglese, francese e tedesca.

 A 20 minuti di auto catapultatevi in un altro Egitto, quello del Museo Gregoriano Egizio, facente parte dei Musei Vaticani. Articolato in 9 sale, il museo espone opere dell’Egitto romano e della Roma egittizzante. Sono ancora presenti materiali del primo allestimento, come alcuni elementi architettonici e decorazioni parietali esotiche. Tra i monumenti del nucleo antico è degno di nota il gruppo statuario degli Horti Sallustiani, ma anche le opere egizie di manifattura romana, alcune di queste provenienti dalla Villa di Adriano. Le ultime sale contengono invece oggetti provenienti dal Vicino Oriente Antico.

Museo Archeologico Nazionale a Napoli

Cassetta porta ushabty al Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Nato a partire da collezioni private e reperti rinvenuti grazie agli scavi borbonici in area vesuviana e flegrea, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha un’importante mole di materiali egizi.

Il nuovo allestimento è diviso per tematiche: sfera del potere; mondo dei morti (si affronta la sfera funeraria in tutte le sue peculiari forme, con tanto di vasi canopi e modalità di sepoltura a partire dal Libro dei Morti); culti e magia (troverete immagini delle principali divinità del pantheon egiziano in forma di statuette e amuleti, ma anche 3 mummie del Dio coccodrillo); organizzazione socio-economiche. Due sale introduttive riguardano la storia della collezione e il fenomeno del collezionismo delle antichità egiziane.

Ovviamente molta importanza è data anche alla scrittura, nella sala “Scrittura, arti e mestieri” dedicata ai geroglifici e ai vari mestieri come lo scriba e lo scultore, evidenziando le influenze fra Mediterraneo, Egitto e altre civiltà antiche.

Museo del Papiro Corrado Basile a Siracusa

Replica di disegni dell'antico Egitto relativi allo sfruttamento della pianta di papiro, nel Museo del papiro a Siracusa.

Il Museo del Papiro di Siracusa, fondato nel 1987, è l’unico che si dedica interamente ai papiri. Il fondatore, Corrado Basile, era uno studioso siracusano di fama internazionale, raggiunta grazie al suo contributo nel campo del restauro di papiri e per la creazione, appunto, di questa straordinaria raccolta.  Molta attenzione è posta alla ricerca, alla conservazione, alla divulgazione e allo studio della cultura del papiro in ogni suo aspetto; per questo motivo il museo è adatto sia ai semplici curiosi sia agli esperti e studiosi.

Vi si aprirà un mondo: barche di papiro, manufatti in papiro come sandali e recipienti vari, materiali scrittori, documenti sulle origini del papiro e sulla manifattura della carta con esso prodotta, decorazioni parietali che ne documentano gli usi, e chi più ne ha più ne metta…

Tanta è la cura posta da questo museo che vi sono anche due laboratori interattivi dedicati ai bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni. “Fabbricante di carta di papiro per un giorno” offre la possibilità di svolgere attività pratica di formazione di fogli di papiro; “Piccolo restauratore di papiri” vuole far approcciare i ragazzi al mestiere del restauratore ma anche dell’egittologo e del papirologo.

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