Duomo di Milano
“Lungh me la Fabrica del Domm”, cioè “Lungo come la fabbrica del Duomo”: questo modo di dire tutto meneghino, viene usato quando qualcosa risulta interminabile e rende bene l’idea di quanto tempo ci sia voluto per costruire il Duomo di Milano : quasi 600 anni, dal 1386 al 1965, e tuttora continua ad essere ristrutturato, un pezzo alla volta, per mantenere il candore bianco-rosato del marmo di Candoglia, con cui è stato costruito. Per reperire questo pregiato materiale, tra il 1438 e il 1439, Filippo Maria Visconti fece realizzare il Naviglio Vallone, che permetteva di trasportare il marmo dalla cava di Candoglia (a Mergozzo, in Piemonte) fino al centro di Milano passando per il Lago Maggiore, il Ticino e il Naviglio Grande fino alla darsena di S. Eustorgio. Tutto ciò avveniva grazie a un sistema di chiuse approntato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, istituita nel 1387 da Gian Galeazzo Visconti per la progettazione e costruzione della cattedrale.
Le sue dimensioni (è lunga 157 metri e in grado di ospitare fino a 40.000 persone) la rendono la chiesa più grande in Italia (S. Pietro è nello Stato del Vaticano). Altro tratto distintivo le 135 guglie, ma anche le 3.400 statue, i 96 giganti dei doccioni e le centinaia di altorilievi. Potreste vederle da vicino, salendo sul tetto della chiesa cui si accede dalle scale sul fianco nord o dai due ascensori in corrispondenza dei transetti.
Nei 6 secoli della sua edificazione si sono stratificati stili diversi: all’impronta originaria del 300 si integrano portali e finestroni cinquecenteschi, sculture ornamentali del ‘600, porte bronzee del XIX e XX secolo. La facciata fu conclusa nel 1813: contrafforti neogotici sormontati da guglie delineano le cinque campiture, che corrispondono ad altrettante navate all’interno e ai portali, progettati e decorati tra il XVI e il XVII secolo.
L’interno ha una pianta a croce latina, con un corpo longitudinale a cinque navate e il transetto a tre. Spettacolari le oltre 50 vetrate realizzate dai maestri dell'epoca, che raffigurano scene delle Sacre Scritture.
Altro gotico a Milano lo trovate nella Loggia degli Osii, in piazza Mercanti, a pochi passi dal Duomo, dalla quale i magistrati annunciavano alla cittadinanza editti e sentenze. Lungo il Naviglio grande, c’è la chiesa di S. Cristoforo sul Naviglio. Infine, l’Abbazia di Chiaravalle, che fonde perfettamente gli stili romanico e gotico.
Basilica di S. Antonio a Padova
La basilica di S. Antonio a Padova ogni anno accoglie decine di migliaia di fedeli in visita alle reliquie del santo portoghese, che qui visse e morì nel 1231. Chiamata comunemente “la basilica del Santo”, è uno dei massimi esempi di architettura romanico-gotica del Veneto. La costruzione della chiesa iniziò nel 1232, subito dopo la morte del santo, e terminò nel 1263. La basilica fu ampliata con l’aggiunta di un deambulatorio quadrangolare con 9 cappelle radiali, elemento architettonico tipico del gotico francese. La più famosa è la cappella dell’Arca del Santo, progettata da Andrea Briosco nel 1500: l’altare al centro, su disegno di Tiziano Aspetti, ha sul retro l’arca in marmo verde che conserva le reliquie di sant'Antonio. Il soffitto di Giovanni Maria Falconetto è ornato dai primi stucchi realizzati in Veneto nel 1533.
La parte superiore del transetto, dei fianchi della navata e dell’elevato dell’ultima campata sono decorati con archetti pensili, decorate bifore a tutto sesto e un grande rosone gotico.
È di grande impatto la copertura, formata da otto cupole disposte in croce, torricelle e una coppia di sottili campanili: uno stile che ricorda i minareti, anche nei motivi decorativi a colonnine e archi moreschi, e testimonia l’ispirazione alla basilica di S. Marco a Venezia e più in generale ai caratteri tipici del gotico veneziano. La facciata ha una forma romanica a “capanna”, ed elementi gotici nella loggia che la taglia orizzontalmente, scandita da archi e coperta e da un timpano con rosone e campaniletto centrale. Sul fianco destro della basilica vi sono i chiostri del monastero, risalenti ai secoli XII-XV e caratterizzati da archi a sesto acuto.
All’interno della basilica, a tre navate, la cappella di S. Felice, o di S. Giacomo, è uno straordinario esempio di arte gotica veneziana. Sopra la cappella, spicca il maestoso organo tardo-ottocentesco, con 4189 canne. Al di là della sagrestia troverete la trecentesca sala del Capitolo, con un frammento di “Crocifissione” attribuita a Giotto. Mentre nel presbiterio si ammirano i bronzi dell’altar maggiore, opera di Donatello nel 1443-50, insieme al Crocifisso e ad altre statue.
L’architettura gotica ha lasciato il segno anche in altri edifici a Padova: nel maestoso Palazzo della Ragione, situato tra piazza delle Erbe e piazza dei Frutti, e nella Chiesa degli Eremitani, con la sua facciata gotica e ricca di affreschi trecenteschi.
Duomo di S. Maria del Fiore, Firenze
Una delle chiese più grandi d’Italia, splendido esempio del gotico italiano, che sfocia nel neogotico: è la Basilica di S. Maria del Fiore, il Duomo di Firenze, con il suo tipico marmo bianco, verde e rosso. Lunga 153 metri, larga 90 alla crociera e alta 90 metri. Che sia un capolavoro del gotico italiano è certo, seppure, come molti altri casi nel nostro Paese, non rappresenti in modo esclusivo questo stile. Il Duomo di Firenze fu, infatti, iniziato nel 1296 in stile gotico, su progetto di Arnolfo di Cambio, e completato nel 1436, a esclusione della facciata, che è invece neogotica e risale alla fine dell’800. Certamente in stile gotico è la maestosa cupola ottagonale realizzata dal Brunelleschi. Le sue dimensioni, 91 metri di altezza e quasi 42 di diametro, hanno costituito la più ardua impresa architettonica del ‘400. Brunelleschi trovò una soluzione geniale per rispondere alla complessità del progetto con una struttura a due calotte ogivali collegate tra loro: una interna autoportante e una esterna, splendida nelle sue vele rosse e costoloni bianchi. Salendo sulla cupola, potrete godere di una vista spettacolare della città. Internamente è altrettanto spettacolare l’affresco del Giudizio Universale di Giorgio Vasari e Federico Zuccari, realizzato tra il 1572 e il 1579. L’interno del Duomo di Firenze è austero e grandioso. Poggerete i piedi sul pavimento in marmo policromo, con un motivo a labirinto, iniziato su disegno di Baccio d’Agnolo e terminato a metà del ’500. Troverete 55 finestre, di cui solo 44 mantengono le vetrate originali con disegni dei maggiori artisti del primo rinascimento. Accanto al Duomo si erge il campanile trecentesco di Giotto, dove potrete salire per ammirare dall’alto la città. Potrete anche visitare il battistero di S. Giovanni, rivestito in marmo bianco e verde e dalla caratteristica forma ottagonale.
Se vorrete ammirare altri esempi di architettura gotica a Firenze potrete visitare la basilica francescana di S. Croce; la meno conosciuta, ma altrettanto interessante, S. Maria Maggiore o il gotico cistercense di S. Maria Novella.
Duomo di Siena
Nel cuore della città del palio, a due passi da piazza del Campo, il gotico italiano si è espresso meravigliosamente nel Duomo di Siena, dedicato a santa Maria Assunta. La storia della sua costruzione è molto articolata. Fu edificato tra il 1215 e il 1263, ma nel 1339 fu oggetto di un nuovo ardito progetto: la realizzazione di un’altra cattedrale, molto più grande, che avrebbe dovuto inglobarlo, facendolo diventare il transetto del nuovo maestoso edificio, ma l’arrivo della Peste Nera nel 1348 interruppe i lavori e il nuovo Duomo non fu mai realizzato. Ne resta solo una facciata incompiuta, accanto al Duomo, affacciata su piazza Jacopo della Quercia, soprannominata il “Facciatone”. Quella che visiterete, invece, è la versione originaria della cattedrale, che ha attraversato molte fasi costruttive, in momenti storici diversi, provocando così, come spesso è accaduto con le cattedrali gotiche italiane, una stratificazione di stili.
La facciata del Duomo di Siena, imponente e sfarzosa, ricca di sculture e mosaici ottocenteschi, nella parte inferiore è stata realizzata da Giovanni Pisano in stile romanico-gotico, mentre nella parte superiore è opera di Giovanni di Cecco in stile gotico fiorito. L’alto campanile cuspidato, a fitte fasce bianche e nere, è romanico, realizzato alla fine del XIII secolo. L’interno del Duomo è maestoso, a croce latina, con tre navate su pilastri polistili a fasce bianche e nere. Il soffitto brilla stelle dorate su fondo azzurro. Eccezionale il pavimento, ripartito in 56 riquadri con scene sacre e profane. Alzando lo sguardo vedrete la cupola esagonale, con sei statue dorate di santi, realizzate da Giovanni di Stefano nel 1488. La lanterna sulla cupola fu aggiunta da Gian Lorenzo Bernini nel XVII secolo. Tutto l’interno della cattedrale è riccamente affrescato. Gli autori delle opere, tra affreschi e statue, sono i più celebri artisti dell’epoca: dal Bernini a Baldassarre Peruzzi, ma potrete ammirare anche opere del Pinturicchio, di Nicola Pisano e di Donatello. Sul retro del Duomo non potrete perdervi il Battistero di S. Giovanni, eretto tra il 1316 e il 1325, con la sua bianca facciata marmorea, incompiuta, in puro stile gotico senese.
A pochi minuti a piedi potrete ammirare un altro esempio di gotico senese: l’imponente Basilica di S. Domenico, dove sono anche esposte le reliquie di santa Caterina da Siena.
Duomo di Orvieto
Da basilica romanica, sulla carta, a capolavoro dell’architettura gotica, nella sua veste finale: è quello che è accaduto al Duomo di Orvieto, intitolato a santa Maria Assunta, che, negli oltre 3 secoli che ci sono voluti per costruirlo, ha cambiato radicalmente aspetto rispetto a quello del progetto iniziale. Guardandolo oggi, con la sua facciata maestosa arricchita da mosaici, le guglie che svettano verso l’alto, i ricchissimi portali e i pilastri decorati dettagliatamente, la sua identità gotica appare evidente, ma quando fu posata la prima pietra della cattedrale, il 13 novembre 1290, per volontà di papa Nicola IV, con Fra Bevignate come capomastro, era prevista la costruzione di una basilica romanica, con una navata centrale e due laterali. Poi la direzione dei lavori passò a Giovanni di Uguccione e il progetto fu cambiato, optando per una chiesa di stile gotico italiano. Si susseguirono diversi illustri capomastri: lo scultore e architetto senese Lorenzo Maitani, che introdusse nuovi elementi gotici e fu l’artefice dell’imponente facciata, eco di quella del Duomo di Siena; Andrea Pisano, già a capo dei lavori per la cattedrale di Firenze; Andrea Orcagna; Antonio Federighi, che inserì le dodici edicole rinascimentali in facciata, e Antonio da Sangallo il Giovane, che rifece il pavimento. La facciata non passa inosservata, imponente e colorata, decorata da ampi bassorilievi e statue con i simboli degli evangelisti. Tre ricchissimi portali si aprono fra i pilastri di base, sopra tre cuspidi raggiungono una loggetta ad archi trilobi che divide orizzontalmente la facciata. La parte superiore ospita lo splendido rosone, opera dell’Orcagna. I pilastri sono dettagliatamente decorati da bassorilievi di marmo, che ritraggono storie dell’Antico e del Nuovo Testamento. All’interno, il Duomo ha una pianta a croce latina con tre navate. Nella cappella di San Brizio troverete un ciclo di affreschi iniziato dal Beato Angelico e portato a termine dal cortonese Luca Signorelli. La grande vetrata quadrifora dell’abside fu realizzata tra il 1328 e il 1334 da Giovanni di Bonino, maestro vetraio di Assisi.
Il Duomo non è l’unico esempio di gotico a Orvieto, potete ammirare le tracce di questo stile architettonico anche nella vicina chiesa di S. Francesco, meno conosciuta, ma di grande interesse.
Il Duomo di Napoli
Come molte delle cattedrali gotiche italiane, anche il Duomo di Napoli, è gotico, ma non solo: la principale chiesa del capoluogo campano presenta, infatti, una sovrapposizione di più stili che vanno dal gotico puro a cavallo tra il 200 e il 300 fino al neogotico ottocentesco. La cattedrale sorge sull’antico tempio di Apollo e fu costruita a partire dal XIII secolo, unendo le precedenti chiese di Santa Restituta (del IV secolo) e Santa Stefania (degli inizi del VI secolo), per volere di Carlo II d’Angiò, per poi essere completata sotto Roberto d’Angiò nel 1313. La facciata del Duomo è stata ricostruita più volte, la versione attuale è stata realizzata in stile neogotico da Errico Alvino alla fine dell'800, anche se sono visibili anche tracce gotiche. Ha una struttura a salienti, con tre portali gotici e tre cuspidi, ornate da sculture in marmo, in corrispondenza di ognuna delle tre navate. In quella centrale vedrete un rosone cieco, con all’interno la statua del Cristo Benedicente. Antonio Baboccio realizzò i portali nel 1407 e, per quello centrale, riutilizzò leoni stilofori e una Madonna col Bambino di Tino di Camaino del XIV secolo. Durante la Seconda Guerra Mondiale la facciata fu danneggiata e restaurata nel 1951 e, in modo integrale, nel 1999. L’interno della cattedrale ha conservato uno stile gotico duecentesco: ha una pianta a croce latina, suddivisa in tre navate, separate da otto pilastri per lato, a cui sono addossate 110 semicolonne, ornate da busti di vescovi del XVII e XVIII secolo. Nella navata e nel transetto i soffitti lignei, intagliati e dorati, risalgono al 1621 e incorniciano dipinti di pittori tardomanieristi. Da non perdere la cappella del Tesoro di S. Gennaro, realizzata nel 600: una vera chiesa nella chiesa, in stile barocco, chiusa con una cancellata d’ottone. Sulla cupola vedrete un affresco del Paradiso di Giovanni Lanfranco; sulle volte, nelle lunette e nei pennacchi gli affreschi del Domenichino. Dello stesso autore anche i dipinti su rame degli altari. La cappella Minutolo, che ha mantenuto l’originaria struttura gotica, ha fatto da sfondo della novella di Andreuccio da Perugia del Decamerone di Boccaccio.
La vostra visita alla Napoli gotica può continuare nella Basilica di S. Chiara, la più grande chiesa gotico-angioina della città, e a S. Giovanni a Carbonara , con la sua originale e imponente scalinata.