Lombardia ed Emilia Romagna: la pianura padana di “Novecento”
“Novecento” è un grande affresco che ritrae la vita della Bassa padana, girato tra campi e casolari, borghi e cittadine che sorgono là dove il corso del Po separa la pianura lombarda da quella emiliana: sull’argine sinistro del Grande Fiume le province di Mantova e Cremona, sul destro quelle di Parma e Reggio nell’Emilia. Il capolavoro di Bernardo Bertolucci scorre invece attraverso mezzo secolo di storia italiana, la prima metà del ’900, per oltre 5 ore, tanto da essere diviso in due atti. È un film-fiume, non poteva essere altrimenti. Eppure risulta unitario nella trama come nelle ambientazioni. Ritrovarle è facile. Quasi tutte nel raggio di una sessantina di chilometri da Busseto, nel cuore delle Terre verdiane, dove la troupe fa base per circa 15 mesi tra la fine del 1974 e il 1975. Più precisamente, Bertolucci prende possesso della Corte delle Piacentine, monumentale complesso rurale che domina le campagne della frazione Roncole Verdi, nelle vicinanze della casa natale del Maestro. Possiamo solo immaginare l’impatto della presenza di star come Robert De Niro e Gérard Depardieu, Burt Lancaster e Donald Sutherland, Dominique Sanda e Alida Valli sulla vita quotidiana dell’azienda agricola: diversi residenti e lavoranti vengono ingaggiati come comparse o aiutanti della troupe.
L’unica città che appare nel film è Mantova, 80 km da Busseto, ottimo punto di partenza per un itinerario a tema. Per il resto, se servono location differenti Bertolucci punta verso Guastalla, in provincia di Reggio nell’Emilia, o verso la zona di Casalmaggiore e Rivarolo del Re, in provincia di Cremona. Per l’ambientazione più lussuosa, che deve evocare Capri, Bertolucci porta la macchina da presa nelle terme di Salsomaggiore… Nessuno meglio di lui conosce gli scorci segreti che si possono prestare alle riprese, essendo nato a Parma e cresciuto tra questo lembo di pianura e l’Appennino. L’unica eccezione rilevante è qualche inquadratura girata sull’altro versante dell’Appennino parmense, sul mare di Liguria.
Ci sarebbe poi un’altra trasferta nella storia di “Novecento”, ma di natura diversa. Mentre si gira il film, infatti, nelle stesse zone è attiva anche la troupe di Pier Paolo Pasolini, impegnato in “Salò o le 120 giornate di Sodoma” (1975). I due gruppi di lavoro si sfidano a calcio a Parma. Partita accesissima: i “Novecento” vincono 5-2 sui “120”, ma con l’inganno. Per vincere, Bertolucci ha ingaggiato un paio di giovani calciatori del Parma, spacciandoli per personale tecnico. Uno risulta decisivo. Di nome fa Carletto Ancelotti.