Marina Corricella
Il protagonista de “Il Postino” è Mario Ruoppolo (Massimo Troisi), un giovane disoccupato che non riesce a salire su una barca senza avvertire subito un qualche malanno. La sua indole non è adatta alla vita su una piccola isola al largo delle coste campane, dove la principale attività economica (anche quella dei genitori stessi) è la pesca. L’isola non ha un nome nel film, ma si tratta di Procida, che assieme a Ischia, Vivara e Nisida forma l’arcipelago delle Flegree.
Il borgo marinaro in cui si svolgono le vicende del film è Marina Corricella (conosciuta anche semplicemente come Corricella), nel nucleo abitato più antico dell’isola. Si tratta di un pittoresco esempio di “architettura spontanea”: un curioso mosaico di casette colorate affacciate sul mare e disposte ad anfiteatro, in cui è impossibile capire dove un’abitazione finisca e ne inizi un’altra.
Al numero 43 di via Marina Corricella, di fronte alle barche e alle reti dei pescatori, tra i tavolini e gli ombrelloni riconoscerete subito la particolare architettura della locanda in cui lavora Beatrice (Maria Grazia Cucinotta) di cui Mario Ruoppolo si innamora durante un duello a biliardino. L’osteria è ancora in attività e in onore del film porta il nome di “Locanda del Postino”.
Dallo spiazzo dell’osteria salite i gradoni di discesa Graziella per imboccare a destra via S. Rocco, la strada sulla quale il protagonista arranca sulla sua bicicletta (strada che, tra l’altro, compare anche nel film “Il talento di Mr. Ripley” di Anthony Minghella).
Alla fine della strada raggiungerete il Santuario di S. Maria Delle Grazie, la chiesa che appare nella scena della processione della Madonna, che giunge al mare. L’edificio si affaccia su piazza dei Martiri, dove al civico 8 si trova la tabaccheria che nel film è l’ufficio postale: qui Mario trova lavoro come portalettere personale di Pablo Neruda (Philippe Noiret). Anche questa strada, come via S. Rocco, compare nel film di Minghella, ma invece di un ufficio postale vi è ubicato il negozio di Stefania Rocca, Silvana nella pellicola.
Proprio dietro l’angolo, all’imbocco di via Principessa Margherita si trova quello che nel film è l’ingresso del cinema, il luogo in cui Mario viene a sapere che Neruda è in arrivo sull’isola come rifugiato politico.
Prima di lasciare Corricella e raggiungere la prossima tappa, il consiglio è di proseguire da piazza dei Martiri su salita Castello fino al piccolo borgo medievale di Terra Murata. Una visita al borgo fortificato è d’obbligo prima di lasciare Procida, sia per ammirare i suoi tesori storici come Palazzo d’Avalos e l’Abbazia di S. Michele, sia per godere di un panorama mozzafiato su Corricella ed il golfo di Napoli.
Cala di Pozzo Vecchio
Dopo aver assunto il ruolo di portalettere personale di Pablo Neruda, Mario sviluppa una profonda amicizia con il poeta cileno. Grazie all'influenza e ai consigli di Neruda, Mario riesce a coltivare il suo lato poetico e trova il modo di conquistare il cuore di Beatrice. Il giovane postino dedica alla sua amata dei versi durante alcuni incontri clandestini, che si svolgono in una delle bellissime spiagge di Procida.
La ribattezzata “Spiaggia del Postino” in cui avvengono i romantici rendez-vous è la Cala di Pozzo Vecchio, ad ovest dell’isola. Potete raggiungerla da Corricella in meno di 10 minuti di auto oppure a piedi in circa 30 minuti percorrendo via Marcello Scotti, per poi svoltare in via Ss. Annunziata e proseguire fino a raggiungere il cimitero comunale di Procida. Dall’ingresso del cimitero entrate sulla stradina che si trova alla sua destra: al termine, si aprirà la baia, che tra sabbia e scogli, si snoda tra Punta Serra (a sud) e Punta Ottimo (a nord). Visitandola potrete rivivere alcune delle scene più emozionanti del film di Troisi e Radford. Vi sarà utile sapere che la spiaggia è libera e con una parte attrezzata.
Qui si conclude la parte campana dell’itinerario. Per continuare a seguire le orme del Postino dovrete raggiungere il sole della Sicilia, imbarcandovi verso le Eolie, le isole che hanno donato al film i suoi indimenticabili paesaggi naturali.
Pollara
Se Procida con il borgo incantato di Corricella fu la location ideale in cui ambientare il villaggio del Postino, Salina con le sue alture vulcaniche e le sue scogliere fu una scelta davvero fortunata per dipingere la natura circostante: è proprio l’affascinante paesaggio eoliano ad accompagnare Mario durante le sue pedalate dal paese alla casa di Pablo Neruda.
Le riprese si sono svolte a Pollara, nella parte occidentale dell’isola. Da qui, guardando verso il mare, è possibile riconoscere l’iconico Scoglio Faraglione che fa da sfondo alle chiacchierate tra Mario e Pablo Neruda e, più in là, l’isola di Filicudi.
Pollara è una piccola frazione del comune di Malfa, adagiata all’interno di una caldera vulcanica a picco sul mare.
Dal centro abitato di Pollara incamminatevi in direzione nord su via Chiesa fino a raggiungere la piccola Chiesa di S. Onofrio. Nel cortile noterete subito il murales dedicato a Massimo Troisi e Philippe Noiret (Pablo Neruda nel film), raffigurati seduti a poca distanza l’uno dall’altro.
Proseguite costeggiando la chiesa sulla sinistra e all’altezza del cimitero imboccherete la panoramica strada utilizzata da Mario Ruoppolo per raggiungere la casa di Pablo Neruda, chiamata via Massimo Troisi in onore del talento immortale del protagonista. Dopo pochi minuti, vi imbatterete in una statua dedicata al Postino, una inconfondibile sagoma che con la sua bicicletta guarda verso il mare, come in un’iconica scena del film. Lasciata la statua proseguite lungo via Troisi e raggiungerete la Casa di Neruda, quella che nel film è l’abitazione che dà asilo politico al poeta. Immersa tra i colori e i profumi della macchia, l'abitazione privata è meta di pellegrinaggio da parte dei cinefili di tutto il mondo ed è un tipico esempio di architettura eoliana. Nel film appare dopo essere stata ristrutturata con materiali e tecniche tradizionali locali. Da qui avanzate ancora in direzione nord, dove raggiungerete in un batter d’occhio la prossima tappa, la Casa di Mario.
Casa di Mario sulla spiaggia di Pollara
Proseguendo lungo via Massimo Troisi raggiungerete, in pochi minuti, uno spiazzo panoramico dal quale la strada prosegue in una tortuosa discesa a gradoni verso la piccola baia di Pollara. Anche questa spiaggetta, come la precedente Cala di Pozzo Vecchio, è stata rinominata “Spiaggia del Postino”.
Alla fine della discesa incontrerete un gruppo di piccole strutture in pietra incastonate sugli scogli. Scesa l’ultima scalinata, dando le spalle al mare avrete di fronte quella che nel film è la casa di Mario e suo padre. In realtà gli edifici non sono abitazioni, ma antichi magazzini costieri utilizzati dai pescatori detti “balate”, tipiche dell’architettura eoliana. Dalla stessa posizione, guardando alla vostra destra riconoscerete la spiaggia in cui Mario e Pablo Neruda facevano lunghe chiacchierate. Sfortunatamente oggi la spiaggia non esiste più a causa dell’erosione, ma il profilo del costone roccioso che la delimitava è riconoscibile al primo colpo d’occhio.
Su questo sfondo Philippe Noiret passeggia solitario nello struggente finale del film, in cui un nostalgico Neruda cerca di placare la sua tristezza immergendosi nella bellezza del contesto naturale.
Prima di lasciare Salina, concedetevi un panorama sulla caldera di Pollara e il suo mare risalendo la SP183 fino al punto panoramico del Castello o Semaforo di Pollara, un’antica torre di avvistamento della Marina Militare. L’area si trova ai piedi del monte dei Porri, uno dei sei vulcani che hanno generato l’isola e il secondo rilievo di Salina per altezza, parte della Riserva Naturale Le Montagne delle Felci e dei Porri.
L’itinerario nei luoghi de “Il Postino” si conclude qui, ma come disse Mario Ruoppolo: “La poesia non è di chi la scrive, è di chi gli serve”. Lasciate, quindi, che la poesia di questi luoghi vi accompagni sempre, ispirandovi e riempiendo di bellezza il vostro cammino.