Murales e porte aperte, ecco in sintesi il fascino di Valogno, minuscola frazione collinare di Sessa Aurunca. Dal capoluogo dista una decina di chilometri e un numero variabile di tornanti: dipende da quale si sceglie tra le due strade che salgono al borgo, immerse entrambe nei boschi del Parco Regionale Area Vulcanica di Roccamonfina e Foce Garigliano. Una volta si arrivava quassù per respirare l’“aria fina” che curava le patologie polmonari… oppure per darsi alla macchia, al tempo del brigantaggio. Valogno non è mai stato un luogo particolarmente affollato, insomma, e nel secondo dopoguerra ha rischiato di diventare un paese-fantasma; per giunta, gli interventi di edilizia recente lo avevano reso grigio, coprendo di cemento le tipiche facciate in tufo. Il suo destino è cambiato grazie a Giovanni Casale e Dora Mesolella, che si sono trasferiti qui da Roma per cambiare vita e hanno dato vita al progetto I pensieri del grigio. La coppia ha radunato artisti locali e da altre città incaricandoli di realizzare una serie di murales: oggi sono quasi 50. I soggetti vanno dal treno ai Mille di Garibaldi, dall’amore alle attività artigianali, dai ritratti di personalità illustri ai briganti, per non parlare di favole, elfi e mazzamaurielli, gli spiriti dispettosi che secondo la tradizione abiterebbero nelle case. Intanto, grazie anche ai turisti richiamati dalla nuova identità di borgo d’arte, Valogno ha riscoperto le sue feste popolari e religiose, a partire da quelle dedicate a san Giuseppe e san Michele, santi cui sono dedicate altrettante chiese. Gli abitanti hanno preso l’abitudine di chiacchierare con i visitatori e invitarli nelle proprie case, come all’inizio faceva solo Dora, brava cuoca sempre pronta ad accogliere ospiti. Si passeggia, si chiacchiera sorseggiando un calice di Falerno del Massico, l’ottimo vino che si produce qui, o condividendo un cartoccio di caldarroste locali, specialità tipica dell’autunno, e quando si torna a casa ci si riscopre un po’ più ricchi di quando si è partiti.