Intorno a piazza Vittorio Emanuele II
Piazza Vittorio Emanuele II, comunemente abbreviata in piazza Vittorio e più grande perfino di piazza S. Pietro, è il fulcro del rione Esquilino e della comunità multiculturale che lo popola fin dagli anni ’60, quando vi si insediò una piccola comunità cinese. Oggi, le comunità sono numerose e provenienti da tutto il mondo, un mosaico brulicante di colori e culture che richiede cura per preservarne i delicati equilibri, ma che conferisce al rione una preziosa attitudine cosmopolita tangibile, per esempio, nel nuovo Mercato Esquilino, a un passo da piazza Vittorio, autentico esperimento di meticciato gastronomico.
La piazza venne aperta a partire dal 1880, insieme agli isolati circostanti, all’indomani del trasferimento della capitale d'Italia da Firenze. La realizzazione di questo vasto spazio, in particolare, richiese ingenti lavori di demolizione e sbancamento. Se ne ha un saggio osservando la facciata della chiesa di S. Eusebio all’Esquilino, all’angolo con via Napoleone III: la scalinata a doppia rampa che la precede venne aggiunta proprio per compensare il dislivello.
Camminando per le vie che si dipanano tra piazza Vittorio e la stazione Termini, il multiforme tessuto urbano del rione vi svelerà alcuni dei suoi volti. Nei giardini di piazza Manfredo Fanti c’è lo splendido Acquario romano, edificio classicheggiante di fine XIX secolo, oggi sede di mostre ed eventi legati all’architettura contemporanea. Lungo via Giolitti, che fiancheggia la stazione Termini, incontrerete lo storico Teatro Ambra Jovinelli, tornato agli antichi fasti, e la preziosa basilica di S. Bibiana, episodio fondamentale del barocco. Sempre in via Giolitti, all’altezza del civico 225, resterete colpiti dal susseguirsi di alcune belle opere di street art.
Da piazza Vittorio verso la basilica di S. Maria Maggiore, lungo via di S. Vito, vi imbatterete, invece, nel notevole arco di Gallieno, ricostruzione augustea della Porta Esquilina che si apriva nelle Mura Serviane
La basilica di S. Maria Maggiore e via Merulana
Dai giardini di piazza Vittorio, lungo la prospettiva alberata di via Carlo Alberto, scorgerete già in lontananza il cupolone e il campanile romanico di S. Maria Maggiore. La basilica sorge infatti sulla sommità del Cispio, uno dei tre rilievi del colle Esquilino, la cui pendenza è ben percepibile soprattutto sulla piazza dell’Esquilino, dove affaccia il bellissimo retro absidato.
Un’altra prospettiva da cui vale la pena ammirare il complesso è la vicina via Merulana, che venne aperta per il Giubileo del 1575 proprio per fare da coreografico scenario alle processioni. Questa lunga e trafficata arteria, che oggi separa i rioni Esquilino e Monti, riveste un ruolo di primo piano nella letteratura italiana perché Carlo Emilio Gadda (1893-1973) vi ambientò il “pasticciaccio brutto” intorno al quale si articola il suo romanzo più famoso (“Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”): per la precisione al civico 219, come celebrato da una targa sull’edificio d’angolo con via Poliziano.
Al civico 244 sorge, invece, il Teatro Brancaccio. Costruito nel 1916 con decorazioni di Adolfo Coppedè, il teatro ha visto esibirsi Aldo Fabrizi, Anna Magnani e Gigi Proietti, che ne è stato anche direttore artistico. Oggi, propone una raffinata programmazione di prosa, musical, musica, danza. Di fronte, la bassa costruzione in muratura sul largo Leopardi è il cosiddetto auditorium di Mecenate, una vasta aula rettangolare semi sotterranea che custodisce resti di pitture del I secolo.
Intorno a S. Croce in Gerusalemme
La basilica di S. Croce in Gerusalemme, tappa lungo il Pellegrinaggio delle Sette Chiese, è al centro di un tessuto urbano stratificato come solo a Roma succede, con monumentali architetture di epoca romana che si stagliano fra caseggiati moderni, incroci trafficati e filobus sferraglianti.
Qui, infatti, si estendeva il vasto podere imperiale del cosiddetto palazzo Sessorio, una grande villa di campagna che, imperatore dopo imperatore, venne ingrandita e dotata di strutture e divertimenti. Settimio Severo le affiancò il Circo Variano per la corsa dei carri, di cui ci restano poche tracce. A Eliogabalo si deve l’Anfiteatro Castrense, ancora visibile accanto alla basilica. Elena, madre di Costantino, dotò il complesso delle cosiddette Terme Eleniane, di cui si vede la cisterna lungo la via Eleniana, e di una primitiva basilica di S. Croce in Gerusalemme.
Ma l’area archeologica ospita anche edifici moderni. Alle spalle della basilica, si trovano ben 3 musei, il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, il Museo storico della Fanteria e il Museo storico dei Granatieri di Sardegna.
Un altro punto di riferimento della zona sono le Mura Aureliane, che circondano la capitale per 12,5 chilometri e che qui sono ben visibili e in magnifiche condizioni, con la Porta Maggiore in travertino che si allunga come una quinta teatrale fra le piazze di Porta Maggiore e Labicano.
A pochi passi lungo via Giolitti, ecco a voi l’ennesimo gioiello di epoca classica, il Tempio di Minerva Medica: risalente ai primi decenni del IV secolo e a pianta dodecagonale, era in origine coperto da una cupola di 25 metri di diametro, all’epoca inferiore solo da quelle del Pantheon e delle Terme di Caracalla.
Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, Piazza di S. Croce in Gerusalemme, 10, 00185 Roma RM, Italia
La basilica di S. Lorenzo Fuori le Mura e il suo quartiere
Dalla parte opposta della stazione Termini rispetto all’Esquilino si estende un altro quartiere popolare di grande personalità, ammantato di un certo fascino bohémien e underground. Grazie alla vicinanza con l’università La Sapienza, il Policlinico e il CNR, San Lorenzo è infatti uno dei fulcri romani della vita studentesca, ricco di ritrovi, ristoranti e pizzerie, e un’intensa vita notturna in particolare intorno a piazza dell’Immacolata.
Frutto dell’urbanizzazione di fine XIX secolo, quando Roma divenne capitale del neonato Regno d'Italia, il quartiere si estende oltre le Mura Aureliane come attesta la basilica di S. Lorenzo fuori le Mura, tappa anche questa del Giro delle Sette Chiese (altro modo in uso per indicare il Pellegrinaggio delle Sette Chiese). La chiesa è nota anche con il nome di S. Lorenzo al Verano per il vicino cimitero del Verano, aperto a seguito dell’editto napoleonico del 1804 che proibiva le sepolture nei centri abitati. Andate a visitarlo. Oggi il Verano è un vero museo a cielo aperto con monumenti funebri monumentali, realizzati da grandi artisti dell’800 e del ‘900, e molte sepolture di grandi personalità della cultura e dello spettacolo, meta incessante di fan che portano loro omaggio.