S. Maria in Trastevere
Il vostro itinerario parte dalla meravigliosa basilica di S. Maria in Trastevere con i suoi mosaici dorati: fatevi ammaliare dalla sua speciale aura magica. Il soffitto, seppure su disegno relativamente recente (XVII secolo) rispetto al resto della chiesa, vi colpirà immediatamente, per ricchezza e sfarzosità. Non perdete di vista gli affreschi presenti in facciata e sull’abside, risalenti al XII e XIII secolo. Una volta usciti, prendetevi un attimo per sedervi sui gradini della fontana più antica di Roma, realizzata da Donato Bramante, nella piazza antistante, prima di dirigervi alla basilica di S. Cecilia in Trastevere, dedicata alla protettrice dei musicisti, martirizzata sotto Marco Aurelio: qui potrete ammirare anche i resti uno splendido affresco del Giudizio universale.
Prendetevi il tempo per ammirare le vie di Trastevere , quartiere di origini popolari e operaie che oggi, tra giardini lussureggianti e ville bellissime, svela la sua atmosfera bohémien, con i suoi noti mercatini di Porta Portese e piazza S. Cosimato e una vita notturna vivace.
Ponte Sisto
Ponte Sisto, con la cupola di S. Pietro che troneggia sullo sfondo, offre uno scenario da cartolina. Il ponte fu edificato per volere del pontefice Sisto IV della Rovere, da cui prende il nome, in occasione del Giubileo del 1475. L’obiettivo era quello di agevolare il transito dei pellegrini verso il Vaticano dal resto della città. Ricostruito a opera del Pontefice, sorge sulle precedenti rovine dell’ antichissimo “Ponte Rotto” ponte gravemente danneggiato dall’esondazione del Tevere del 792. A memoria di ciò Sisto IV fece apporre sul nuovo ponte la lapide, di cui vi riportiamo la scritta in latino, che potete leggere alla testata del ponte verso Campo de' Fiori:
“XYSTUS IIII PONT MAX AD UTILITATEM PRO PEREGRINAEQUE MULTI TUDINIS AD IUBILEUM VENTURAE PONTEM HUNC QUOD MERITO RUPTUM VOCABANT A FUN DAMENTIS MAGNA CURA ET IMPENSA RESTI TUIT XYSTUMQUE SUO DE NOMINE APPELLARI VOLUIT".
“Sisto IIII Pontefice massimo per utilità e in particolare della moltitudine di pellegrini che verranno al giubileo ricostruì dalle fondamenta e con grande cura e spesa questo ponte che giustamente chiamavano "rotto" e volle che dal suo nome fosse chiamato Sisto”.
Attraversare il Tevere su queste pietre, emulando gli antichi pellegrini verso il Giubileo, restituisce forti emozioni spirituali. Proseguendo dritti, dopo aver superato piazza della Trinità dei Pellegrini con la sua omonima chiesa, incrociate una delle strade più caratteristiche di Roma: via dei Giubbonari. Antica dimora degli artigiani dei “gipponi”, tessitori di corpetti, da cui il nome, la via collega Campo de’ fiori con piazza Benedetto Cairoli. Sulla vostra destra avete Palazzo Barberini ai Giubbonari, così definito per distinguerlo da quello, omonimo, successivamente edificato in via delle Quattro Fontane. Anche un itinerario religioso merita soste di gusto: via dei Giubbonari è ricca di forni e botteghe con prodotti tipici della cucina romana.
Area Sacra di Largo Argentina
Il vostro itinerario prosegue verso una delle zone archeologicamente più importanti di tutta Roma e del mondo: Area Sacra di Largo Argentina. Oggi trafficata zona della città, un tempo fu teatro di uno degli eventi più noti e divulgati della storia. Alle Idi di marzo del 44 a.C. si consumò proprio qui, infatti, l’agguato mortale a Giulio Cesare, come confermerebbe la scoperta, nell’area archeologica, del muro cementizio che secondo gli studiosi conteneva lo scranno dell’imperatore stesso. Questo non è il solo motivo di interesse del sito archeologico: quello di largo Torre Argentina è, infatti, il più grande complesso di età repubblicana venuto alla luce fino a oggi e comprende le fondamenta di ben 4 templi diversi.
Dopo l’accurata e imperdibile visita al sito, riprendete il vostro cammino prendendo un’altra delle più caratteristiche vie della Capitale: l’antica via dei Cestari, storica via papale che porta fino a piazza della Minerva. Non perdetevi la chiesa dedicata alle Sacre Stimmate di S. Francesco, posta proprio all’angolo tra largo Torre Argentina e via dei Cestari.
S. Maria Sopra Minerva
Proseguite lungo via dei Cestari fino al suo principio: piazza della Minerva, già nel rione Pigna, celebre per custodire uno dei tesori più belli e ammalianti di Roma: il Pantheon. L’elegante piazza della Minerva offre un imperdibile scorcio proprio sul tempio tanto caro allo scrittore Stendhal, che fu ospite dal 1814 al 1816 nel secentesco palazzo dei Fonseca, a destra della basilica di S. Maria Sopra Minerva. La chiesa è la destinazione finale del vostro itinerario giubilare S. Maria Sopra Minerva aveva un’antica struttura gotica, raro caso nel cuore di quella che è considerata la Roma barocca ma negli anni l’edificio è stato ampiamente rimaneggiato e modificato, conservando solo a tratti il suo aspetto originario. Resterete colpiti soprattutto dai suoi interni, tra cui campeggia lo splendido ciclo di affreschi di Filippino Lippi, nella cappella Carafa. Sulla facciata della chiesa, invece, una curiosità non vi potrà sfuggire: le targhe, numerose anche altrove in questo rione della Capitale, che ricordano i livelli raggiunti dalle ripetute piene del Tevere dal 1422 al 1870.
Al centro di piazza della Minerva da notare il monumento Pulcin della Minerva: un piccolo elefante marmoreo, ideato dal Bernini e scolpito da Ferrata nel 1667, che sorregge un obelisco egizio risalente al VI secolo a.C.