Bronte, il pistacchio verde e non solo
L’itinerario comincia dal Parco naturale regionale dei Nebrodi, la più vasta area protetta dell’isola: in questo territorio sorge Bronte – città di origine araba – arroccata su un ripido pendio affacciato sulla valle del fiume Simeto. Qui si raccoglie il più conosciuto pistacchio della Penisola, con oltre tremila ettari di coltura. Il frutto cresce sull’aspro terreno sciaroso, traendo alimento dalla pietra lavica e dalla cenere. L’azienda Il Pistacchio di Alfio Corica è tra le più accreditate per la lavorazione artigianale del frutto. Per vivere appieno la natura selvaggia del luogo, Oro Verde ha fatto del turismo rurale la propria missione. La cucina è di ispirazione contadina, con legumi, salumi e formaggi e certamente i pistacchi. In contrada Piano Palo-Difesa il resort La Fucina di Vulcano offre camere ben arredate che si aprono su panorami mozzafiato.
Randazzo
Il borgo medievale di Randazzo si trova al centro di tre aree protette: Etna, Nebrodi e Alcantara. Tra vigneti e boschi inframezzati da deserti lavici e grotte si fa strada una notevole biodiversità enogastronomica. Per i gelati, tappa alla Pasticceria Santo Musumeci per il gusto Pirandello con mandorla e scorza di limone, miglior gelato secondo i giurati del Festival di Cefalù.
A pochi minuti dal paese Etna Quota Mille – in un antico palmento restaurato – serve un eccellente menu della tradizione. Randazzo è anche città del vino: Donnafugata ne produce di montagna, vulcanici e mediterranei, da uve coltivate con il tipico impianto ad alberello. La cantina offre sessioni di wine tasting. Linguaglossa è centro di turismo estivo e invernale sul versante nord dell’Etna, con accessi ai crateri.
È rinomata per la produzione del vino Etna Doc, per l’olio Evo Dop e per le nocciole, oltre all’artigianato della lavorazione del legno. Memorabile inoltre la sasizza o cippu, una salsiccia di maiale nero condita con il finocchietto selvatico, da acquistare per esempio alla Bottega dell’Etna. Nel silenzio e nella tranquillità Villa Neri Resort & Spa è una sistemazione di lusso – con percorsi di wellness – costruita seguendo i criteri della bioarchitettura. Il ristorante 12 Fontane, all’interno del resort, è guidato dallo chef Elia Russo, che porta in tavola la Trinacria con creatività, utilizzando ingredienti locali.
Linguaglossa
Lasciate Randazzo alla volta di Linguaglossa, sul versante nord dell’Etna e con accessi ai crateri del vulcano e circondato da distese di ulivi. Il paese soddisferà i viaggiatori gourmet, anche i più esigenti, e non solo. È rinomato per la produzione del vino Etna Doc, per l’olio Evo Dop e per le nocciole, oltre all’artigianato della lavorazione del legno.
Memorabile inoltre la sasizza o cippu, una salsiccia di maiale nero condita con il finocchietto selvatico, da acquistare per esempio alla Bottega dell’Etna. Nel silenzio e nella tranquillità Villa Neri Resort & Spa è una sistemazione di lusso – con percorsi di wellness – costruita seguendo i criteri della bioarchitettura. Il ristorante 12 Fontane, all’interno del resort, è guidato dallo chef Elia Russo, che porta in tavola la Trinacria con creatività, utilizzando ingredienti locali. Man mano che vi avvicinate alla costa, non potete non accorgervi di come sono cambiati i profumi. Trovano posto i primi agrumeti, e in particolare i limoni varietà Zagara Bianca e Monachello.
Acireale, tra barocco e dolci sapori
Prima di giungere a Taormina, fidatevi di questa deviazione consigliata che vi conduce ad Acireale, nota per gli edifici barocchi costruiti intorno alla cattedrale del XV secolo. Per assaggiare la famosa granita siciliana – nei gusti di mandorla, caffè e gelso – ma anche i cannoli e le zeppole di riso, sosta allo storico Caffè Cipriani. Se invece cercate un vero percorso sensoriale vulcanico il consiglio è quello di fare tappa al Sabir Gourmanderie, all’interno del Parco dei Principi Resort di Zafferana Etnea, e lasciarvi sedurre dalla cucina dello chef Seby Sorbello. E dopo questa esperienza gastronomica, salite in auto e godetevi il paesaggio che si offre ai vostri occhi seguendo la strada che porta all’ultima tappa di questo itinerario. In lontananza si può scorgere Giardini Naxos, seduttrice di viaggiatori, poeti e scrittori: da villaggio di pescatori si è trasformata nel tempo in località marittima tra le più frequentate.
Taormina, la “Perla del Mar Ionio”
Giunti a Taormina, tra un bagno al mare, una passeggiata per le vie del centro storico e la visita a una delle meraviglie che la località offre come il teatro greco antico, ritagliatevi lo spazio per assaporare il meglio della sua cucina, partendo ad esempio dalle portate solari di La Capinera dello chef Pietro D’Agostino, cariche di tradizione e composte da tanti ingredienti Presidi Slow Food. Al St. George Restaurant by Heinz Beck all’interno del The Ashbee Hotel si è ricevuti in un’elegante sala ristorante. Ai fornelli Salvatore Iuliano prepara un menu ricercato che non perde mai di vista il territorio. Da Otto Geleng si mangia sotto un pergolato di bouganville affacciato sullo Ionio: lo chef Roberto Toro è interprete di una cucina siciliana contemporanea.
Potete proseguire con l’esperienza gastronomica a vico Ciscona-Paladini alla trattoria gourmet Tischi Toschi, meta di appassionati di ricette autentiche: stagionalità, ingredienti freschi, pesci dello Stretto, primizie dei Nebrodi e formaggi del Ragusano sono alla base della filosofia di Luca Casablanca, chef e patron. Anche per dormire a Taormina avete l’imbarazzo della scelta. Sul mare – con un giardino meraviglioso in posizione privilegiata – c’è il Belmond Villa Sant’Andrea, un cinque stelle lusso, dallo stile inglese nell’architettura. Il Belmond G.H. Timeo – alle spalle del Teatro Antico – è un invece luogo storico dal comfort assoluto.
Il San Domenico Palace, Taormina, A Four Seasons Hotel, riaperto dopo un lungo restauro, è dentro un ex monastero e ha un bel chiostro, una biblioteca, mobili d’epoca ed è immerso in un parco secolare. Per un cadeau gastronomico bisogna visitare Cristina a La bottega del Formaggio: salumi, formaggi e verdure locali, miele, biscotti e prodotti artigianali da mangiare anche in sede. Per un pacco di ’nzuddi – biscotti croccanti a base di mandorle – e per altre specialità ci si affida a Salvatore D’Amore, che realizza alla pasticceria D’Amore le paste di mandorle, i croccanti al pistacchio, la tipica pignolata messinese, i cannoli, le cassate e le brioche con la granita per la colazione.