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Enogastronomia
Itinerario enogastronomico attorno all’Etna in Sicilia

L’Etna, Taormina e dintorni: tra sapori e bellezza naturali e artistiche

Tipologia
Percorso in auto
Durata
4 giorni
Numero Tappe
5
Difficoltà
Facile

Pochi chilometri separano l’Etna, dal mare, ma sono vari e multiformi i paesaggi e i territori che attraversano questo breve percorso, sia dal punto di vista morfologico e microclimatico, sia per la varietà di abitudini, usanze e tradizioni che si incontrano a tavola. Si passa dall’ambiente maestoso e lunare del Mungibeddu (l’Etna) alle acque cristalline di Taormina.

A 3330 metri di altitudine la cima de vulcano domina la Trinacria con il suo pennacchio di fumo visibile da terra e da mare sopra i crateri sommitali. La combinazione del suolo e del clima consente di ottenere prodotti enogastronomici con caratteristiche uniche per sapidità, dolcezza e aromaticità.

Il pistacchio verde di Bronte Dop, dalla forma allungata simile a un’oliva, il ficodindia di Adrano Dop e le ciliegie Dop di Sant’Alfio, cui si dedica annualmente una festa, che vede i fiori di inizio estate esposti insieme alla frutta. E ancora l’arancia rossa di Sicilia Igp presente anche in terre catanesi. La mela cola e la mela gelato cola presentano una polpa acidula e ricca di proprietà astringenti e antiossidanti. Maletto porta sulle tavole siciliane fragole dolci e profumate che crescono in terrazzamenti alternati da macchie boschive di castagni, pini e querce. A Zafferana Etnea si produce un pregiato miele: soprannominato “oro etneo”, viene impiegato per preparare “il biscotto dello sciatore”, creato da un pasticciere locale per gli sciatori del CAI che volevano fare il pieno di energia.

Sempre a Zafferana Etnea – oltre allo zafferano che dà il nome al paese – si impasta la pizza fritta alla siciliana, la cui ricetta originale è avvolta nel mistero. A Santa Venerina si distillano liquori con erbe vulcaniche, da comprare alla Distilleria dell’Etna dei F.lli Russo. Non mancano i formaggi come il pecorino siciliano Dop, la ricotta infornata e il canestrato. Tra i salumi, la fellata e il capocollo dei monti Nebrodi, alture settentrionali custodi del miglior finocchietto selvatico.

Per gustare al meglio il caciocavallo e la suppizzata di coscia di maiale nero, occorre un bicchiere di Etna Doc da accompagnare al pane nero di Nicolosi. La maggior parte delle uve cresce tra muretti a secco in pietra lavica protetti dall’Unesco. In alternativa, la vastedda di semola di grano duro è utilizzata per il pane cunzato condito con l’olio Evo Dop. Il ricco paniere vulcanico si incontra a Taormina con il pesce azzurro e tante specie ittiche, oltre a tipicità culinarie come gli involtini di pesce spada, l’arancino con il pistacchio, le cuzzole, la pasta alla Norma e la caponata.

Bronte, il pistacchio verde e non solo

Bronte, il pistacchio verde e non solo

L’itinerario comincia dal Parco naturale regionale dei Nebrodi, la più vasta area protetta dell’isola: in questo territorio sorge Bronte – città di origine araba – arroccata su un ripido pendio affacciato sulla valle del fiume Simeto. Qui si raccoglie il più conosciuto pistacchio della Penisola, con oltre tremila ettari di coltura. Il frutto cresce sull’aspro terreno sciaroso, traendo alimento dalla pietra lavica e dalla cenere. L’azienda Il Pistacchio di Alfio Corica è tra le più accreditate per la lavorazione artigianale del frutto. Per vivere appieno la natura selvaggia del luogo, Oro Verde ha fatto del turismo rurale la propria missione. La cucina è di ispirazione contadina, con legumi, salumi e formaggi e certamente i pistacchi. In contrada Piano Palo-Difesa il resort La Fucina di Vulcano offre camere ben arredate che si aprono su panorami mozzafiato.

Randazzo

Randazzo

Il borgo medievale di Randazzo si trova al centro di tre aree protette: Etna, Nebrodi e Alcantara. Tra vigneti e boschi inframezzati da deserti lavici e grotte si fa strada una notevole biodiversità enogastronomica. Per i gelati, tappa alla Pasticceria Santo Musumeci per il gusto Pirandello con mandorla e scorza di limone, miglior gelato secondo i giurati del Festival di Cefalù.

A pochi minuti dal paese Etna Quota Mille – in un antico palmento restaurato – serve un eccellente menu della tradizione. Randazzo è anche città del vino: Donnafugata ne produce di montagna, vulcanici e mediterranei, da uve coltivate con il tipico impianto ad alberello. La cantina offre sessioni di wine tasting. Linguaglossa è centro di turismo estivo e invernale sul versante nord dell’Etna, con accessi ai crateri.

È rinomata per la produzione del vino Etna Doc, per l’olio Evo Dop e per le nocciole, oltre all’artigianato della lavorazione del legno. Memorabile inoltre la sasizza o cippu, una salsiccia di maiale nero condita con il finocchietto selvatico, da acquistare per esempio alla Bottega dell’Etna. Nel silenzio e nella tranquillità Villa Neri Resort & Spa è una sistemazione di lusso – con percorsi di wellness – costruita seguendo i criteri della bioarchitettura. Il ristorante 12 Fontane, all’interno del resort, è guidato dallo chef Elia Russo, che porta in tavola la Trinacria con creatività, utilizzando ingredienti locali.

Linguaglossa

Linguaglossa

Lasciate Randazzo alla volta di Linguaglossa, sul versante nord dell’Etna e con accessi ai crateri del vulcano e circondato da distese di ulivi. Il paese soddisferà i viaggiatori gourmet, anche i più esigenti, e non solo. È rinomato per la produzione del vino Etna Doc, per l’olio Evo Dop e per le nocciole, oltre all’artigianato della lavorazione del legno.

Memorabile inoltre la sasizza o cippu, una salsiccia di maiale nero condita con il finocchietto selvatico, da acquistare per esempio alla Bottega dell’Etna. Nel silenzio e nella tranquillità Villa Neri Resort & Spa è una sistemazione di lusso – con percorsi di wellness – costruita seguendo i criteri della bioarchitettura. Il ristorante 12 Fontane, all’interno del resort, è guidato dallo chef Elia Russo, che porta in tavola la Trinacria con creatività, utilizzando ingredienti locali.  Man mano che vi avvicinate alla costa, non potete non accorgervi di come sono cambiati i profumi. Trovano posto i primi agrumeti, e in particolare i limoni varietà Zagara Bianca e Monachello.

Acireale, tra barocco e dolci sapori

Acireale, tra barocco e dolci sapori

Prima di giungere a Taormina, fidatevi di questa deviazione consigliata che vi conduce ad Acireale, nota per gli edifici barocchi costruiti intorno alla cattedrale del XV secolo. Per assaggiare la famosa granita siciliana – nei gusti di mandorla, caffè e gelso – ma anche i cannoli e le zeppole di riso, sosta allo storico Caffè Cipriani. Se invece cercate un vero percorso sensoriale vulcanico il consiglio è quello di fare tappa al Sabir Gourmanderie, all’interno del Parco dei Principi Resort di Zafferana Etnea, e lasciarvi sedurre dalla cucina dello chef Seby Sorbello. E dopo questa esperienza gastronomica, salite in auto e godetevi il paesaggio che si offre ai vostri occhi seguendo la strada che porta all’ultima tappa di questo itinerario. In lontananza si può scorgere Giardini Naxos, seduttrice di viaggiatori, poeti e scrittori: da villaggio di pescatori si è trasformata nel tempo in località marittima tra le più frequentate.

Taormina, la “Perla del Mar Ionio”

Giunti a Taormina, tra un bagno al mare, una passeggiata per le vie del centro storico e la visita a una delle meraviglie che la località offre come il teatro greco antico, ritagliatevi lo spazio per assaporare il meglio della sua cucina, partendo ad esempio dalle portate solari di La Capinera dello chef Pietro D’Agostino, cariche di tradizione e composte da tanti ingredienti Presidi Slow Food. Al St. George Restaurant by Heinz Beck all’interno del The Ashbee Hotel si è ricevuti in un’elegante sala ristorante. Ai fornelli Salvatore Iuliano prepara un menu ricercato che non perde mai di vista il territorio. Da Otto Geleng si mangia sotto un pergolato di bouganville affacciato sullo Ionio: lo chef Roberto Toro è interprete di una cucina siciliana contemporanea.

Potete proseguire con l’esperienza gastronomica a vico Ciscona-Paladini alla trattoria gourmet Tischi Toschi, meta di appassionati di ricette autentiche: stagionalità, ingredienti freschi, pesci dello Stretto, primizie dei Nebrodi e formaggi del Ragusano sono alla base della filosofia di Luca Casablanca, chef e patron. Anche per dormire a Taormina avete l’imbarazzo della scelta. Sul mare – con un giardino meraviglioso in posizione privilegiata – c’è il Belmond Villa Sant’Andrea, un cinque stelle lusso, dallo stile inglese nell’architettura. Il Belmond G.H. Timeo – alle spalle del Teatro Antico – è un invece luogo storico dal comfort assoluto.

Il San Domenico Palace, Taormina, A Four Seasons Hotel, riaperto dopo un lungo restauro, è dentro un ex monastero e ha un bel chiostro, una biblioteca, mobili d’epoca ed è immerso in un parco secolare. Per un cadeau gastronomico bisogna visitare Cristina a La bottega del Formaggio: salumi, formaggi e verdure locali, miele, biscotti e prodotti artigianali da mangiare anche in sede. Per un pacco di ’nzuddi – biscotti croccanti a base di mandorle – e per altre specialità ci si affida a Salvatore D’Amore, che realizza alla pasticceria D’Amore le paste di mandorle, i croccanti al pistacchio, la tipica pignolata messinese, i cannoli, le cassate e le brioche con la granita per la colazione.

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