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Idea Viaggio
Sicilia, terra di teatri

Dall’antica Grecia all’era moderna: alla scoperta dei teatri siciliani

Tipologia
Percorso in auto
Durata
5 giorni
Numero Tappe
5
Difficoltà
Facile

Figlia di un melting pot di popoli e culture, la Sicilia è regione dalle mille anime in cui si mescolano e stratificano stili e gusti diversi, nell’architettura come nel cibo. Una caratteristica tutta siciliana che è evidente anche nel “design” antichissimo o più recente dei teatri, di cui la Sicilia è fiera. Del resto siete in una terra di teatranti: in Sicilia, il teatro lo si vede anche per strada, tra le bancarelle dei mercati, come il Ballarò o la Vucciria, a Palermo, dove i colori e le “abbanniate” con cui gli ambulanti richiamano i clienti sembrano commedie o tragedie greche.

Il vostro viaggio alla scoperta dei più suggestivi teatri siciliani inizia proprio a Palermo, al Teatro Massimo di Palermo. Proseguite poi verso est, lungo la costa: un paio d’ore di macchina vi separano da Tindari, antichissima città con un santuario dai mille colori, un panorama incredibile e il teatro romano. Andate ancora a est per giungere a Taormina, elegante meta di un turismo internazionale, con il suo teatro greco e una vista da cartolina. Tappa successiva è Catania, la città dell’Etna, il vulcano che si impone con la sua sagoma nel panorama, ma che si fa notare anche per le strade della città, negli edifici costruiti in pietra lavica, come il teatro e l’anfiteatro romani, completamente inglobati nel tessuto urbano.

Infine il teatro greco di Siracusa, città di luce che riflette sugli edifici color miele e che Cicerone definì, nel I secolo a.C. “la più bella città del mondo”.

Giorno 1

Il Teatro Massimo di Palermo

Il Teatro Massimo di Palermo

Il suo nome completo è Teatro Massimo Vittorio Emanuele, ma per tutti è il Teatro Massimo, orgoglio della città di Palermo. Maestoso ed elegante, con le sue sfumature rosa che si accendono al tramonto, il teatro è stato costruito tra il 1875 e il 1897, iniziato da Giovanni Battista Filippo Basile e ultimato dal figlio Ernesto. Per fare spazio al teatro, eretto tra il nucleo antico di Palermo e l’area della sua espansione settentrionale, vennero demolite diverse costruzioni del centro storico.

Ha un aspetto imponente e un sapore neoclassico, con un colonnato corinzio, la cupola che spicca sullo skyline cittadino e un interno ricco di affreschi. Il calendario degli spettacoli è vasto e soddisfa tutti i gusti (concerto, balletti, opere), ma il teatro è aperto al pubblico anche per visite guidate.

Usciti dal teatro Massimo, merita una visita lo storico mercato Ballarò. In una decina di minuti, percorrendo la centralissima via Maqueda, per poi voltare a destra tra le viuzze del centro storico, si arriva alle sue bancarelle variopinte. Ballarò è una sorta di “teatro di strada”, come del resto lo sono anche gli altri due mercati storici della città: il Capo (anch’esso non tanto distante dal teatro) e la Vucciria. Le celebri “abbanniate”, ovvero i richiami a gran voce degli ambulanti che cercano di attrarre l’attenzione dei passanti, sembrano quasi nenie che risuonano tra le bancarelle.

Da qui, in circa 10 minuti di camminata, potreste rinfrescarvi visitando la cattedrale.

Giorno 2

Il Teatro greco-romano di Tindari

Il Teatro greco-romano di Tindari

Sulla sommità di un promontorio roccioso affacciato sul golfo di Patti (in provincia di Messina) sorge la città greco-romana di Tindari. La città è stata una colonia della Magna Grecia, prima, e romana in seguito. Nata con il nome di Tyndaris, in onore del re di Sparta Tindaro, fu fondata nel 396 a.C. dal tiranno di Siracusa Dionisio il Vecchio. Dopo avere ottenuto l’indipendenza da Siracusa ed essere stata invasa dai cartaginesi durante la prima guerra punica, nel 254 a.C. scelse spontaneamente di allearsi con Roma e cercare la sua protezione. Sotto Augusto la città fu ribattezzata Colonia Augusta Tyndaritanorum. In età tardo-imperiale e bizantina divenne sede episcopale, ma nel IX secolo fu conquistata e distrutta dagli arabi.
Quel che resta di Tindari è un suggestivo parco archeologico, all’interno del quale si trovano un teatro greco-romano e uno splendido e sfarzoso santuario votato alla Madonna nera. Il panorama dal belvedere del santuario è meraviglioso: l’immensa distesa blu del mare punteggiata dalle isole Eolie e, in basso, una lingua di sabbia che si allunga verso il largo, creando grandi pozze di acqua salata, chiamate “laghetti di Marinello”
Il mare fa da sfondo anche agli spettacoli che si svolgono nell’antico teatro greco-romano. Costruito all'inizio del III sec. a.C., fu realizzato con grandi blocchi di pietra arenaria inseriti all’interno di una conca naturale creata dalla collina, nella quale furono scavate le gradinate dei sedili, con circa 3000 posti a sedere. La struttura venne modificata in età imperiale per essere adattata ai giochi circensi. Oggi conserva parte del monumentale edificio scenico a tre ordini. 

Giorno 3

Il teatro greco di Taormina

Il teatro greco di Taormina

Oh, Taormina. Guy de Maupassant scriveva di lei che è “Un quadro nel quale si ritrova tutto ciò che sembra esistere sulla terra per sedurre occhi, spirito ed immaginazione”. Come dargli torto? La città è già uno spettacolo di per sé, arroccata com’è sul fianco di una montagna. Poi ci sono il borgo medievale, le viuzze in cui perdersi, le spiagge e il mare limpido, l’Isola Bella e l’istmo di sabbia che la collega alla costa, e il masterpiece della città: il teatro greco, costruito nel III secolo a.C. lungo il declivio naturale della collina e perfettamente conservato. La fenditura al centro della parete di fondo della scena in mattoni regala a chi visita il teatro una delle viste più scenografiche e suggestive di tutta la Sicilia che si apre sulla splendida baia di Schisò e l’Etna sullo sfondo.

Ogni anno, da giugno ad agosto, nell’ambito del festival Taormina Arte, un festival di cinema, teatro e musica, si svolge il Taormina FilmFest, una rassegna del cinema internazionale di altissimo livello. A fare da quinta scenografica a eventi, rappresentazioni, concerti, spettacoli di danza, proiezioni e letture è ovviamente l’antico teatro Taormina, insieme ad altre location cittadine. 

Giorno 4

Il teatro greco romano di Catania

Il teatro greco romano di Catania

L’antico teatro greco-romano di Catania è parte integrante della città. Il tessuto urbano sette-ottocentesco, infatti, lo ha completamente inglobato. All’area archeologica che lo contiene si accede dal numero 266 di via Vittorio Emanuele.

Anche qui sono evidenti le tracce del passaggio dei greci, prima, e dei romani, poi. Il teatro fu costruito in pietra lavica, come accaduto per altri edifici della città, in epoca romana, nel I secolo d.C., ma furono usate le strutture di un edificio greco preesistente, che si ritrovano ancora nel palcoscenico, nella cavea nel settore orientale dell’edificio. Nel II secolo d.C. fu poi ingrandito, aggiungendo un terzo ambulacro e costruendo un edificio scenico più articolato e alto. Poteva ospitare fino a 7000 spettatori, il che lo rese un punto di riferimento per la diffusione della cultura e dell’arte greco-romana.

A un certo punto qualche bizzarro visionario scelse di allestirvi anche spettacoli acquatici, usando le acque dell’Amenano che ancora oggi affiorano in parte dell’orchestra (e quando accade questo luogo diventa ancora più suggestivo e magico).

Tra il V e il VI secolo d.C., fu abbandonato e progressivamente coperto da edifici. Due abitazioni (Casa Pandolfo e Casa Liberti), preservate dalla demolizione, fungono oggi da Antiquarium ed espongono le testimonianze più significative prodotte dalle indagini archeologiche.

Accanto al teatro, si trova l’Odeon, un piccolo ambiente di forma semicircolare utilizzato per gare poetiche e musicali e per le prove degli spettacoli del teatro maggiore. La scena è inglobata in edifici moderni mentre la piccola cavea è rivolta verso il mare.

Oltre al teatro e all’Odeon, merita una visita l’anfiteatro romano, in piazza Stesicoro, a una decina di minuti a piedi dal teatro greco-romano.

Giorno 5

Teatro greco di Siracusa

Teatro greco di Siracusa

Il maggiore esempio dell’architettura teatrale dell’occidente greco: signore e signori, ecco il teatro greco di Siracusa. Fu costruito a partire dal V secolo a.C., su un pendio naturale, quasi interamente scavato nella roccia e utilizzato, oltreché per le rappresentazioni, per le assemblee popolari. Nei secoli subì numerose modifiche: dopo essere stato adattato in epoca imperiale ai giochi circensi, il teatro cadde in abbandono. Nel XVI secolo fu depredato dalle maestranze spagnole di Carlo V, che usarono la pietra già tagliata per erigere le fortificazioni di Ortigia. Nella seconda metà del 1500 il marchese di Sortino, riattivò l'antico acquedotto di Galerni, di età greca, riportando l'acqua sulla balza sovrastante il teatro e nella cavea si insediarono parecchi mulini che furono rimossi nella seconda metà dell'800.

Il teatro è parte del Parco Archeologico della Neapolis, un’area di oltre 200.000 metri quadrati che include la maggior parte dei monumenti classici della città greca e romana, oltre a numerose testimonianze dall’età protostorica a quella tardoantica e bizantina. Nel parco meritano una visita le latomie, le antiche cave di pietra da cui fin dall’età greca si estraevano i blocchi di calcare bianco-grigio usati per costruire gli edifici e le mura di Siracusa. Nella latomia del Paradiso si trova il celebre Orecchio di Dionisio, una grotta artificiale dalle straordinarie proprietà acustiche.

Assistere all’Aiace di Sofocle o alla Fedra di Euripide seduti sugli antichi gradini di pietra di un vero teatro greco è un sogno che diventa realtà a Siracusa. Il teatro greco della città infatti, dal 1914, ospita ogni anno tra maggio e giugno, le “Rappresentazioni classiche”. Si tratta di una prestigiosa rassegna teatrale che ridà vita alle tragedie e commedie di Eschilo, Sofocle, Euripide, Seneca, Aristotele e altri, oggi rivisitate da registi e attori di prestigio. Il tutto in un luogo incantato, tra pietre posate oltre 2.500 anni fa. Ricordate però che il teatro offre un ricco cartellone di spettacoli tutto l’anno. 

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