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Idea Viaggio
Calabria contemporanea

La Calabria che non ti aspetti: 5 luoghi che fanno moderna la punta dello stivale

Tipologia
Percorso in auto
Numero Tappe
5
Difficoltà
Facile

Oltre il retaggio magnogreco, oltre i Bronzi di Riace, le spiagge caraibiche e i Giganti della Sila, oltre la nduja, il peperoncino e la liquirizia (Amarelli), c’è una Calabria che non ti aspetti, con luoghi che abbattono ogni cliché. Sono luoghi sparsi a macchia di leopardo per la regione, da nord a sud, che hanno ridisegnato il territorio calabrese rendendolo motore di divulgazione di una cultura pop.
Dalla chiesa di S. Maria Goretti a Mormanno, firmata da Mario Cucinella, al MAB - Museo all’Aperto Bilotti a Cosenza; da Catanzaro, con il MUDIAC e il Parco internazionale della scultura al MuSaBa di Mammola, fino a Reggio Calabria, con le sculture di Edoardo Tresoldi e Rabarama.

Chiesa di S. Maria Goretti, Mormanno

Chiesa di S. Maria Goretti, Mormanno

Una vera sorpresa nel bel mezzo delle alture del Parco nazionale del Pollino: a Mormanno, per la precisione, piccolo e antico comune montano in cui tutto ci si può aspettare fuorché una chiesa bianca, candida e sinuosa. Si tratta della chiesa di S. Maria Goretti, progettata dallo studio di architettura Mario Cucinella Architects e che nel 2023 si è giustamente meritata il premio “Architizer A+Awards”, premio internazionale assegnato ai progetti architettonici più innovativi, per impatto visivo e sostenibilità. Un’estetica contemporanea perfettamente inserita nel contesto ambientale e che offre alla sacralità forme inedite ispirate alle geometrie delle chiese barocche. L’interno, sobrio, ha arredi in legno e acciaio, volutamente essenziali, per dare risalto agli elementi architettonici e scultorei. Colpisce l’opera di Giuseppe Maraniello: veli traslucidi che scendono dall’alto e riverberano la luce naturale. 

MAB – Museo all’Aperto Bilotti, Cosenza

MAB – Museo all’Aperto Bilotti, Cosenza

A Cosenza, corso Mazzini, pedonalizzata nel 2002, è la spina dorsale della città nuova, che si allunga da piazza Bilotti a piazza XX Settembre. Lungo questa arteria e le sue diramazioni si apre un vero e proprio percorso espositivo a cielo aperto. È il MAB - Museo all’Aperto Bilotti. Inaugurato nel 2005, il museo si compone di opere scultoree donate alla città dalla collezione dei cosentini Carlo ed Enzo Bilotti, e da successive acquisizioni. Le sculture portano la firma di nomi altisonanti: Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Mimmo Rotella, Pietro Consagra, Amedeo Modigliani, Giacomo Manzù, Giuseppe Gallo e Sasha Sosno. Un’iniziativa lodevole che ha reso l’arte un bene comune.

Catanzaro: dal MUDIAC al Parco internazionale della Scultura

Catanzaro: dal MUDIAC al Parco internazionale della Scultura

Di Catanzaro si dice che sia la città delle tre “V”: Vitaliano, il santo patrono, il velluto, tessuto di lunga tradizione artigiana, e il vento, che qui batte forte dal mar Ionio e dalla Sila. Non tutti però riconoscono in Catanzaro una città del contemporaneo. Invece lo è, eccome. L’arte contemporanea a Catanzaro vi si para davanti senza doverla cercare a fondo: basta una passeggiata per le sue strade, dal centro alle periferie, e troverete oltre 30 opere murali e sculture realizzati da artisti nostrani e internazionali tra il 2014 e il 2019 in occasione del festival Altrove, veicolo di rigenerazione urbana. Da qui, con lo scopo di mettere a sistema le opere, valorizzarle e renderle fruibili, è nato il MUDIAC, Museo Diffuso di Arte Contemporanea, che ha creato percorsi espositivi (il Centro Storico, la Città Nuova, la Città Lineare e Verso il Mare) che collegano tra loro le opere esposte in città. Se non vi basta, potete andare alla Casa della memoria Mimmo Rotella, in cui sono esposte opere dell’artista catanzarese noto per i décollages, lavori che nascono da uno strappo dei manifesti pubblicitari staccati dai muri della città e poi incollati su tela. Ancora, a Catanzaro c’è il MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro, dove convivono arte antica e contemporanea. Il museo è stato partner del progetto di scultura contemporanea Intersezioni, che a sua volta ha dato impulso alla nascita del Parco internazionale della Scultura: qua e là nel Parco della Biodiversità Mediterranea, vi sono installazioni di artisti nazionali e internazionali come Tony Cragg, Mimmo Paladino, Jan Fabre, Dennis Oppenheim, Michelangelo Pistoletto e Daniel Buren.

MuSaBa, Mammola

MuSaBa, Mammola

MuSaBa è l’acronimo di Museo Santa Barbara ed è un luogo a metà tra parco e museo, sospeso tra arte e natura, realtà e fantasia. Nato alla fine degli Anni ’60 da quella mente geniale e visionaria di Nik Spatari (scomparso nel 2020) e sua moglie Hiske Maas, MuSaBa è quasi un regno a sé, fatto di colori vivaci e forme insolite, così come insolita è la sua collocazione. Il museo si sviluppa infatti intorno ai resti di un antico complesso monastico del X secolo (S. Barbara, appunto), ai piedi dell’Aspromonte e a margine della Statale che conduce a Mammola. Ideato come laboratorio creativo dall’atmosfera certamente bohémienne, ha accolto e fatto lavorare (e lo fa ancora) artisti internazionali, ma anche studenti e volontari. Troverete opere monumentali, installazioni site-specific e mosaici a profusione.


Luoghi emblematici del museo sono la “Foresteria”, luogo di accoglienza e di formazione con la sua copertura dai colori accesi e un chiostro decorato da mosaici monumentali in continuo divenire. “Il Concetto Universale”, scultura realizzata nel 1983 con la tecnica del calcestruzzo dipinto e che ricorda i raggi solari, un veliero o una cattedrale. “La Rosa dei Venti”, struttura dalle forme geometriche arzigogolate che ospita le opere dell’artista realizzate tra il 1943 e il 2010. Infine, “Il Sogno di Giacobbe”, definito “la Cappella Sistina calabrese”: un gigantesco dipinto tridimensionale che copre la volta e l’abside dell’ex chiesa di S. Barbara.

Reggio Calabria: Rabarama ed Edoardo Tresoldi

Reggio Calabria: Rabarama ed Edoardo Tresoldi

Il lungomare Falcomatà di Reggio Calabria, il chilometro più bello d’Italia”, a detta di D’Annunzio, offre in effetti una serie di motivi di incanto: il mare e il panorama sulla costa siciliana, l’Arena dello Stretto, anfiteatro moderno ma di impronta greca, gli edifici Liberty, i resti delle terme romane di una domus imperiale e un tratto di mura greche del IV secolo a.C. In mezzo a queste architetture storiche emergono con sorpresa le grandi ed estrose sculture in bronzo di Rabarama (pseudonimo di Laura Epifani), figure umanoidi che anticipano la Villa Genoese Zerbi, e “Opera”, le 46 colonne di rete metallica di Edoardo Tresoldi, un’architettura leggera, trasparente e perfettamente inserita nel contesto ambientale. Altra opera in territorio calabrese di Tresoldi si trova a Pizzo Calabro ed è “Il collezionista di venti”.

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