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Idea Viaggio
Puglia. Grecìa Salentina

Nei borghi della Grecìa Salentina per “La notte della taranta”

Tipologia
Percorso in auto
Durata
5 giorni
Numero Tappe
5
Difficoltà
Facile

Nella lunga e assolata Puglia, la Grecìa Salentina è una piccola porzione di Salento, forse poco conosciuta ai più, ma ricca di fascino: i suoi borghi custodiscono la memoria di tante epoche e culture differenti. Questa storica regione pugliese porta con sé la tradizione di una lingua di origine greca, il griko, un dialetto antico simbolo dell’identità culturale e della storia dell’entroterra salentino. Una lingua che si parla ancora e che si ritrova nella toponomastica, nei nomi dei prodotti tipici e nei canti popolari.
A testimonianza delle epoche e delle culture che hanno attraversato la Grecìa Salentina potete trovare tracce di monumenti preistorici, arte paleocristiana, edifici medievali, architetture urbane barocche e rococò. A vivacizzare questo paesaggio già così variegato, ci sono arte, musica e danze popolari che ancora oggi fanno di questo territorio un magnete per visitatori da tutta la Penisola.
Le tappe di questo itinerario vi porteranno a scoprire la storia rurale e urbana della Grecìa Salentina e vi accompagneranno nell’euforica esperienza delle più famose e apprezzate danze del territorio: la Pizzica (o Taranta).
Alla radice di quest’arte c’è la tradizione della danza delle tarantate, una forma di espressione corporea arcaica, che vedeva le donne immergersi in una danza catartica, ritenuta curativa per l’isteria causata dal morso della tarantola.
Attraverserete così i luoghi più significativi della Grecìa Salentina: da Corigliano d’Otranto a Calimera, da Carpignano Salentino a Martano fino a Melpignano, borghi che ogni anno, ad agosto, ospitano La Notte della Taranta, il festival di musica e danza popolare di fama internazionale. Si tratta di un evento itinerante dedicato alla riscoperta e alla valorizzazione della musica tradizionale salentina, della pizzica, e alla loro fusione con altri linguaggi artistici e musicali, dal jazz alla musica sinfonica.
Non potrete poi resistere alle prelibatezze di queste terre, che offrono una ricca scelta di prodotti e ricette: lievitati e paste, ortaggi e legumi, formaggi, piatti di carne di tradizione salentina e grika.

Corigliano d’Otranto

Castello de’ Monti - Corigliano d'Otranto

Corigliano d’Otranto è uno dei più famosi centri storici della Grecìa Salentina. Premiato con la Bandiera Arancione del Touring Club italiano per la qualità dell'accoglienza, la sostenibilità ambientale e la cura del patrimonio artistico e culturale, il borgo svela le sue radici più antiche grazie ai resti megalitici dei due dolmen Caroppo I e Caroppo II, fuori dall’abitato. Mentre camminando per le strade e i vicoli del suo centro storico potete scorgere altri numerosi monumenti e architetture. Partite da piazza S. Nicola, dove potete visitare la chiesa Madre di S. Nicola Vescovo con i suoi mosaici e l'elegante e barocco palazzo Comi; a pochi passi, in via Ferrovia, entrate nella chiesa dell'Addolorata per ammirare il bellissimo bassorilievo della “Pietà”. Infine, non potete perdervi una visita al celebre Castello de' Monti, esempio straordinario di architettura militare e feudale del ‘500.
Corigliano è anche una delle città in cui si sente forte, fortissimo, la tradizione musicale e danzante della taranta. Infatti il borgo è la prima delle 17 tappe toccate dal festival “La Notte della Taranta”. Le location in cui si svolge l’evento sono il Castello de’ Monti e piazza Vittoria: in questi luoghi gremiti di persone in festa, lasciatevi sedurre dal ritmo e dall’euforia.
Per vivere al meglio l’esperienza salentina, tra uno spettacolo e un concerto, potete assaggiare i prodotti tipici locali: il tartufo bianco di Corigliano e la popaneddha, cetriolo dolce consumato nelle macedonie e nelle insalate estive. Assaggiate anche gli scèblasti, lievitati di origini antichissime tipici del borgo di Zollino (a due passi da Corigliano): il loro impasto morbido viene condito con zucchine, pomodori, zucca, olive, capperi, cipolle e olio.

Calimera

Chiesa Madre - Calimera

Un’altra tappa della Notte della Taranta è Calimera, nome che potrebbe derivare dal greco antico “kalimèra”, che significa “buongiorno”. Camminando per le sue strade, potete accorgervi del legame tra questa città e la cultura greca antica: infatti, i suoi abitanti ancora oggi parlano nell’idioma locale, il griko, un dialetto di origine ellenica. Durante la Settimana Santa e altre festività potreste assistere ai Canti di Passione e liturgie in questo idioma, grazie a numerosi gruppi musicali che cercano di riportare in vita l’antica tradizione locale.
Nel giorno del solstizio d’estate, non potete perdere la Festa dei Lampioni: il suo centro storico si illumina grazie a splendidi manufatti di artigiani e artisti locali. I lampioni del borgo, decorati con canne di legno, carta velina, tessuti e fili, diventano protagonisti di una scenografia ricca di colori e luci.
Camminando tra le vie del borgo, immersi in questo spettacolo di luci e colori, potete sentire i profumi dei piatti tradizionali offerti dai locali, e fermarvi a gustare i cuturusci, taralli morbidi che un tempo si preparavano con gli avanzi dell’impasto del pane a cui veniva aggiunto abbondante olio, insieme a sale e pepe. Nello spirito di un territorio che vuole valorizzare la propria storia e memoria, Calimera ha aperto la Casa-Museo della Civiltà contadina e della Cultura grika, con fotografie, oggetti e documenti della storia locale. Inoltre potete visitare il Museo civico di Storia naturale del Salento, con le sue collezioni e raccolte naturalistiche di paleontologia, botanica, ornitologia e malacologia (lo studio dei molluschi).
Tra i luoghi di culto del paese: la chiesa Madre, la chiesa della Madonna di Costantinopoli, famosa per il suo affresco dedicato alla Madonna datato 1603, e la cinquecentesca chiesa di S. Vito in cui sporge dal pavimento un megalite calcareo di epoca precristiana, detto Sacra Roccia di S. Vito.

Carpignano Salentino

santuario della Madonna della Grotta - Carpignano Salentino

L’itinerario continua a Carpignano Salentino, che custodisce i più antichi affreschi bizantini dell’intera Puglia nella cripta di S. Marina e S. Cristina. A due passi troverete anche un frantoio ipogeo: scavato nella roccia, era lo spazio adibito alla produzione dell’olio d’oliva.
Poco fuori dall’abitato, raggiungete il santuario della Madonna della Grotta, dove ammirare dipinti del ‘500.
Nel periodo estivo, oltre al consueto appuntamento della Notte della Taranta, a Carpignano Salentino potete partecipare alla “Festa te lu mieru” (festa del vino): tre giorni di danze, spettacoli, concerti e degustazioni di vino e cibo tipico. La manifestazione si svolge dal 1975, quando Carpignano ospitò il gruppo di teatro sperimentale d’avanguardia Odin Teatret di Eugenio Barba, che propose agli abitanti un’esperienza teatrale che portasse le tradizioni popolari sul palcoscenico, ed è oggi una delle sagre più popolari del territorio. 

Martano

Palazzo Baronale - Martano

A soli 4 km da Carpignano Salentino, potete visitare il comune più popoloso della Grecìa Salentina, Martano. Fondato nell’VIII secolo da coloni greci e albanesi, nei secoli il suo paesaggio si è stratificato: le strade si sono popolate di architetture del ‘400, come il Palazzo Baronale, del ‘500, come la chiesa matrice dedicata alla Madonna Assunta e del ‘700, come il palazzo Moschettini e il palazzo Pino.
Da visitare è il complesso del Monastero cistercense di S. Maria della Consolazione che racchiude la chiesa secentesca, una biblioteca e la splendida Pinacoteca, con una raccolta di opere e dipinti dei maestri di pittura salentina, pugliese e napoletana degli ultimi due secoli.
Chiedete ai monaci cistercensi di acquistare le loro prelibatezze: vi delizieranno con miele e propoli dalle loro arnie, amari e digestivi alle erbe, ma anche olio biologico degli oliveti che circondano il monastero.
Durante la Notte della Taranta le strade e le piazze di Martano diventano lo scenario perfetto per le esibizioni di gruppi di canti popolari e di musiche salentine che si mescolano al folk, alle tarantelle calabresi e garganiche e ai canti siciliani.
In quanto a cibo, non lasciatevi sfuggire la 
taieddhra, un piatto salentino molto conosciuto, tramandato nei secoli e oggi proposto anche nelle cucine moderne. Questa pietanza d’antica tradizione a base di riso, patate, zucchine, cozze nere, cipolla, aglio, pomodoro e pecorino.

Melpignano

Chiesa di S. Giorgio Martire - Melpignano

Le teorie sulle origini di Melpignano sono varie. Chi dice che la sua fondazione sia stata da parte di aborigeni greci del Peloponneso, chi invece dà il merito a Melpinio, centurione romano cui vennero assegnate queste terre dopo la conquista dei romani ai danni dei messapi. Sia come sia, la città si porta dietro costumi, tradizioni e idioma (il griko) greci. Anche la gastronomia ha retaggi greci: lo si vede nella cuddhura (dal greco “kollura”) una sorta di tarallo a base di farina, zucchero e uova sode in varie forme (di bambola, galletto, cesto…).
Accorgersi della lunga storia di Melpignano è facile: vi si parano davanti agli occhi menhir dell’età del bronzo, chiese del ‘400 come la meravigliosa S. Giorgio Martire, palazzi secenteschi come il Marchesale Castriota costruito in pietra leccese. C’è poi il convento degli Agostiniani, della seconda metà del ‘500, che fa da sfondo al Concertone finale della Notte della Taranta. È l’evento più atteso di tutto il festival, a cui accorrono oltre 200.000 visitatori, insieme ai cantanti, ai musicisti e agli artisti diretti da un maestro concertatore scelto tra i nomi di spicco del panorama musicale italiano e internazionale: dal 1998, tra i maestri si sono alternati Lucio Dalla, Goran Bregović, Giovanni Sollima, Carmen Consoli, Fiorella Mannoia e tanti altri. 

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