Oasi Laguna del Re
Nel foggiano vi attende la prima tappa del vostro viaggio tra lagune, paludi e zone umide pugliesi. Siete ai piedi del Gargano, laddove una volta, fino a non molti anni fa, dominavano abusivismo e degrado. E dove, oggi, invece, sorge un piccolo, grande, gioiello floro-faunistico, l’Oasi Laguna del Re di Manfredonia. Qui grazie alla demolizione di numerosi edifici fatiscenti e abusivi ad opera del progetto LIFE “Zone Umide”, sono stati ripristinati corsi d’acqua, laghetti, aree agricole e una rete di sentieri percorribili a piedi che vi sorprenderanno. Camminate lungo gli specchi d’acqua partendo dal centro visite dell’area protetta (inaugurato nel 2023), che si trova a poca distanza dalla foce del torrente Celone o Candelaro. Fermatevi in una delle numerose torrette disseminate lungo il percorso per fare birdwatching, ideali anche per gli amanti della fotografia naturalistica: qui potrete incrociare, tra gli altri, uccelli migratori, come la marzaiola, il fenicottero, l’airone bianco maggiore, l’airone cenerino, l’airone rosso e la Garzetta.
Il progetto della Oasi Laguna del Re ha ottenuto una speciale menzione dal Ministero della Cultura nell’ambito del Premio Nazionale del Paesaggio, quale migliore restauro paesaggistico-ambientale in un’area costiera. La visita nella zona può essere completata con una sosta alla contigua Oasi naturale del lago Salso.
Riserva naturale Salina di Margherita di Savoia
La seconda tappa, a circa 40 chilometri dal Gargano e non lontano da Barletta, è la Riserva naturale Salina di Margherita di Savoia. Chiamata così a fine ‘800 proprio in onore della regina: fino al 1878 si chiamava semplicemente Saline di Barletta.
Ammiratene il paesaggio dai contrasti forti e singolari: dal bianco accecante dei cumuli di sale, ammonticchiati durante il periodo della raccolta, al blu del mare – l’Adriatico – che si riflette lucente sui cristalli di questo minerale prezioso da sempre per l’economia locale. Quella di Margherita di Savoia, lungo le colline del golfo di Manfredonia, è la più grande salina d’Europa. I colori e le luci cambiano a seconda delle ore della giornata, ma diciamo che ogni momento è buono per ammirarli: vi consigliamo però il mattino presto, al sorgere del sole. Un mondo solitario e selvaggio che si estende per ben 400 ettari. Sorta su impianti risalenti a epoca romana e da quel che rimane del lago di Salpi, la Riserva naturale Salina di Margherita di Savoia si estende con lungo la costa da Margherita di Savoia a Zapponeta: in totale 20 km. Vi consigliamo di percorrerli a velocità lenta, fermandovi di tanto in tanto nei punti che paesaggisticamente trovate più attraenti. Uno scenario unico che vi sorprenderà per la vegetazione, spoglia e composta solo da quelle rare specie che si adattano all’ambiente salmastro, come le salicornie.
Laghi Alimini
Arrivateci attraversando la folta pineta di Frassanito, il modo migliore per introdursi in un altro luogo inedito del vostro viaggio, ormai in provincia di Lecce, in Salento. Sono i Laghi Alimini, siete vicini a Otranto (la città più orientale d’Italia) e dal suo celebre capo. Mete, queste ultime, che sicuramente non potrete perdervi, ma che fanno parte della Puglia più nota e turistica, così come il litorale che scende verso Santa Maria di Leuca. Dunque una Puglia decisamente diversa da quella che fa da filo conduttore del vostro viaggio. Visitate i due specchi d’acqua denominati Alimini dal greco antico límnē, come detto: il primo, Alimini Grande, vi stupirà per la sua atmosfera salmastra, un tempo – e in parte anche oggi – era congiunto all’Adriatico, il suo paesaggio e la sua vegetazione dunque sono quelle tipiche dei litorali marini, con macchia mediterranea e sabbie. Il lago Alimini Piccolo, anche detto Fontanelle, invece, è in gran parte alimentato da sorgenti di acqua dolce e ha poco tasso di salinità. Anche la vegetazione e il paesaggio sono diversi: vi colpirà come a pochi passi dal mare ci sia una zona tipicamente lacustre paludosa. Lasciatevi guidare dai contrasti: dallo iodio ai canneti, alle specie botaniche rare e tipiche delle zone umide come la castagna d’acqua, la vescica, e orchidee da palude. Se venite d’estate o a tarda primavera non fatevi mancare un bagno ristoratore lungo la baia di Alimini: fondali bassi, sabbiosi e trasparenti, spiagge attrezzate e libere. Da non perdere la Baia dei Turchi che chiude l’ansa. Uno spettacolo di rara bellezza: una mezzaluna di sabbia chiarissima circondata da pineta e macchia mediterranea.
Museo di Storia naturale del Salento di Calimera
Dopo il bagno rigenerante tra le sabbie della Baia di Alimini potreste pernottare nell’entroterra, a Maglie o in uno dei caratteristici borghi della cosiddetta Grecìa salentina e visitare poi il vicino comune di Galatina, con le sue deliziose piazzette, ideali per un caffè, un gelato o un pasticciotto, dolce tipico leccese. Risalite di poco e raggiungete Calimera, dove vi aspetta il Museo civico di Storia Naturale del Salento, un vero e proprio concentrato di “dipartimenti” dedicati a flora e fauna della zona. Partite da quello di paleontologia per poi passare a quello di paleoantropologia, entomologia, erpetologia e ornitologia, dove sono conservate specie e esemplari rarissime di uccelli e volatili che abitano o hanno abitato la zona. Importanti anche le aree dedicate all’astronomia e il Planetario. Ma non mancano ovviamente sezioni sulla geologia, la botanica e la petrografia. Una volta usciti dal museo, godetevi la ricchezza di profumi della macchia mediterranea e del bosco che lo circondano: qui stanno allestendo un orto botanico, ma non mancheranno altre chicche: dalla palude, alla butterfly house a un’area ricreativa.
Dopo aver fatto un rapido blitz lungo la costa ionica del Salento per ammirare il Parco Naturale Regionale Litorale di Ugento, visitate un’ultima area umida dal grande fascino naturalistico: il Parco naturale Porto Selvaggio e Palude del Capitano di Nardò, ancora in provincia di Lecce.