Da Porta Calcinara al Ponte Coperto
Viaggiate a ritmi bassi, magari prima a piedi tra vie cittadine e poi inforcando una bicicletta per seguire le curve del Ticino. Potete iniziare da Porta Calcinara, non solo un varco antico resistito alla caduta della cinta spagnola, ma anche una finestra ideale sul Ticino, da cui anticamente arrivavano le “calci” per edificare case e palazzi della città.
La Porta, che dà il nome al quartiere, si trova nel rione medievale dei pescatori che scende verso il fiume.
Concedetevi una visita alla piccola ma bellissima basilica di S. Teodoro, un ottimo esempio dell’arte romanica a Pavia nel XII secolo: lo noterete già dall’esterno a partire dalla facciata tripartita da lesene e le loggette cieche rampanti.
Ritornando sul lungo Ticino Visconti, su cui si trovano i resti della Porta Calcinara, sarete condotti allo scenografico Ponte Coperto trecentesco che, con le sue arcate distribuite in 200 metri di lunghezza, collega il centro storico al caratteristico abitato sulla sponda destra del fiume, il quartiere di Borgo Ticino.
Indugiando sul ponte fate caso, a metà dell’architettura, alla cappella dedicata al patrono dei barcaioli, S. Giovanni Nepomuceno. Poco vicina vi è anche una curiosa targa che recita: “Ho spesso pensato a quel bel ponte di Pavia”. Si tratta di una citazione di Albert Einstein che visse qui in giovane età.
Dal Ponte Coperto a Borgo Ticino
Prima di procedere a pedali, date uno sguardo a due tesori pavesi che a loro modo si guardano da una sponda all’altra del fiume. Sul suo lato sinistro (quello “orografico”) si trova la chiesa di S. Michele Maggiore, una eredità preziosa dello stile romanico lombardo del XII secolo. Se vi ritroverete a rimirare la sua facciata con la luce del sole noterete il tono caldo della sua pietra arenaria, in giorni uggiosi i toni grigi, al tramonto toni accesi. Infatti, il materiale di cui è composta assorbe la luce del giorno, così da sembrare sempre una chiesa diversa.
Altra chicca da vedere prima di attraversare la sponda del Ticino è il Collegio Borromeo, citato anche da Manzoni nei “Promessi Sposi”. Fondato dall’omonimo cardinale nel XVI secolo trasformando l’impianto di un precedente monastero, aveva lo scopo di accogliere studenti poveri.
Dall’altra parte del Ponte Coperto si mette piede, infine, nel Borgo Ticino, che ha mantenuto l’aspetto di un villaggio di pescatori, lavandaie e cavatori di ghiaia. Nei pressi del piccolo borgo dalle case pastello ecco la chiesa di S. Maria in Betlem, anch’essa romanica di fondazione e aspetto, e chiamata così perché l’antica “Ticinum” era una tappa importante nell’itinerario dei pellegrini diretti in Terra Santa e anche per la pertinenza della chiesa al Vescovo di Betlemme.
Parco Regionale Lombardo della Valle del Ticino
È il momento lasciarsi Borgo Ticino alle spalle e iniziare a pedalare, senza difficoltà e in direzione nord, lungo l’argine destro del Ticino. Entrate quindi nel Parco del Ticino, ente istituito nel 1974 che attraversa le province di Pavia, Varese e Milano. Il parco incrocia il Canale Gravellone, che nel XIX secolo rappresentava anche il confine tra il Regno Lombardo Veneto e il Regno Sardo Piemontese.
Si attraversano boschi, si vedono argini, rogge e langhe, e con un po’ di fortuna si prosegue con la compagnia sporadica di aironi e leprotti. Si attraversa quindi una grande ansa del fiume, ci si avventura tra le fronde del bosco del Mezzanone e si può a questo punto ipotizzare due brevi soste: la prima è nella Riserva Naturale Integrale Bosco Siro Negri, da cui si può osservare l’attività dei picchi e di rapaci; la seconda è nei pressi di Cascina Venara, in località Zerbolò, dove amano stazionare le cicogne bianche.
Parentesi per cinefili. Con poche pedalate si può anche arrivare a Cascina Casoni che gli appassionati della commedia all’italiana conoscono bene perché si è girato il film cult Anni ‘80 con Renato Pozzetto “Il ragazzo di campagna”.
A selfie scattato si può tornare verso la riva del Ticino e proseguire verso la fine dell’itinerario, il Ponte di Barche a Bereguardo, uno dei pochi esempi ancora rimasti di ponte sostenuto da chiatte galleggianti, mentre tutt’intorno il paesaggio si distende sul greto del Ticino.