Le Antiche faggete, foreste primordiali italiane e tempio della natura
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Estese dall’Emilia Romagna alla Basilicata, fanno parte del prezioso contesto del sito ambientale transnazionale delle Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa.
Questi preziosi antichi boschi di faggio estesi sull'Appennino rappresentano un vero e proprio viaggio nella storia: si torna alla fine dell’ultima era glaciale, dopo la quale si sono diffusi sul pianeta. Un'esplorazione immersa in una natura preziosa e incontaminata.
Cosa sono e dove si trovano le Antiche faggete italiane
Le Antiche faggete sono foreste primordiali di faggi che hanno subìto ben pochi cambiamenti nel corso dei secoli, sia perché conservate in zone difficilmente raggiungibili, sia perché i faggi sono alberi flessibili che facilmente si adattano alle condizioni climatiche e geografiche più differenti. Tra i vari esemplari ci sono faggi di oltre 500 anni.
Riserve naturali integrali come Sasso Fratino e l'area naturale protetta del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise sono un incredibile esempio di unicità ecologica e biologica.
Storia e informazioni sulle Antiche faggete
La foresta primordiale dei faggi dei Carpazi e d'Europa risale al termine dell'ultima era glaciale: è partita da poche aree isolate nelle Alpi, sui Carpazi e nei Pirenei; poi, nel giro di poche centinaia di anni, si è diffusa in tutta Europa, dalla Scandinavia al Sud d'Italia.
Perché le Antiche faggete sono Patrimonio Unesco
Le Antiche faggete primordiali d'Europa riconosciute dall’Unesco come Patrimonio Mondiale si estendono in ben 18 Paesi: Albania, Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Germania, Francia, Macedonia del Nord, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Italia.
Quelle italiane inserite nella lista Unesco sono 13: Valle Cervara, Selva Moricento, Coppo del Morto, Coppo del Principe e Val Fondillo, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise; Cozzo Ferriero e Pollinello, nel Parco Nazionale del Pollino; Falascone e Pavari-Sfilzi nella Foresta Umbra, all’interno del Parco Nazionale del Gargano; Monte Cimino (Viterbo); Monte Raschio (Oriolo Romano, Viterbo) e Sasso Fratino, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi; la Valle Infernale nel Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Queste antiche meraviglie sono incluse nella lista in quanto esempio eccezionale di paesaggio culturale complesso, con un ampio spettro di modelli ecologici e diversi tipi di faggi cresciuti in condizioni ambientali diverse.
Il faggio europeo ha resistito a ogni glaciazione dell’ultimo milione di anni, sopravvivendo a qualsiasi condizione climatica avversa: queste foreste raccontano egregiamente gli eventi riguardanti il clima e la storia umana negli ultimi secoli.
I posti più belli da visitare nelle Antiche faggete: 5 tappe imperdibili
Esplorare le Antiche faggete è l’occasione ideale per riscoprire la storia attraverso la resilienza della natura incontaminata.
Le tappe per esplorarle al meglio sono 5 e la prima non può che essere il Parco Nazionale del Pollino, con la Faggeta vetusta di Cozzo Ferriero a Rotonda, in prossimità del confine tra Basilicata e Calabria. In questa area si possono ammirare faggi monumentali di circa 500 anni in quello che è il nucleo vetusto di faggio più meridionale d’Europa.
In Puglia, all’interno del Parco Nazionale del Gargano, la Foresta Umbra si estende tra Vico del Gargano, Vieste e Monte Sant’Angelo. È composta di faggi, querce, cerri, aceri e lecci.
È irrinunciabile una gita a Sasso Fratino, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna in Emilia Romagna, in quanto prima Riserva Naturale Integrale d'Italia, istituita per conservare uno dei pochi lembi di foresta rimasti intatti grazie alla quasi totale mancanza di accessi e agli aspri pendii. È una delle foreste decidue più antiche dell’Emisfero Nord con i suoi faggi vecchi di oltre 500 anni. L’accesso alla Riserva è impedito, ma è possibile visitare l’area circostante.
La Faggeta del Monte Cimino, a Soriano nel Cimino, nel Lazio, si estende su un antico vulcano ed è ricoperta da faggi maestosi alti più di 40 metri. Il riparo fornito da questi grandi alberi ha favorito la presenza di animali selvatici come il riccio, la lepre, il ghiro, il cinghiale e il gatto selvatico, ma anche di rapaci e di picchi.
Restando nel Lazio, all’interno del Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano, si trova la faggeta vetusta del Monte Raschio, caratterizzata da una quota più bassa rispetto alle altre faggete e con un suolo di origine vulcanica.