Lucca: Puccini Museum - Casa natale di Giacomo Puccini
Il vostro itinerario parte da Lucca, e precisamente da corte S. Lorenzo 9, dove si trova la Casa natale di Giacomo Puccini, che qui nacque il 22 dicembre 1858 e visse fino alla prima giovinezza. In queste stanze piene di arredi originali, partiture autografe, oggetti personali, come il pianoforte Steinway & Sons su cui compose Turandot, avrete la sensazione di respirare l’atmosfera intima e familiare che accompagnò gli anni di formazione del maestro e di condividere qualche aspetto della sua quotidianità. Con questo obiettivo, infatti, è stato condotto l’accurato restauro del 2011: i decori delle pareti, diversi per ogni stanza, i ritratti degli avi musicisti, il percorso attraverso le camere da letto, la soffitta, che si dice abbia ispirato il setting parigino della Bohème, il cappotto di cachemire foderato di pelliccia e la sciarpa in seta appesi nello spogliatoio garantiscono una preziosa vicinanza al grande compositore, che certo coinvolgerà i suoi estimatori. Conclude il percorso la Sala Turandot, dominata dal costume di scena per il II atto dell’opera, donato dalla soprano Maria Jeritza a ricordo del primo allestimento al Metropolitan Opera House di New York (1926). A questa casa Giacomo Puccini rimase sempre legato, tanto che volle mantenerne la proprietà, nonostante avesse fissato altrove le sue residenze. La Casa è gestita dalla Fondazione Giacomo Puccini voluta da Rita dell’Anna Puccini, nuora del compositore, e trasformata in museo nel 1979.
Nell’antistante piazza Cittadella è collocato il monumento al maestro, opera dello scultore Vito Tongiani (1994).
Lucca - Conservatorio di musica “Luigi Boccherini” e altri luoghi di Puccini
Dalla Casa natale vi proponiamo un itinerario quasi circolare che tocca alcuni luoghi particolarmente importanti per la formazione di Puccini. Innanzitutto, in soli 2 minuti a piedi raggiungerete la basilica minore dei Ss. Paolino e Donato, chiesa parrocchiale della famiglia. Tra queste mura Giacomo giovanissimo si esibì spesso all’organo, ma soprattutto, nel 1877, poco più che diciottenne, si presentò come compositore con il mottetto Plaudite populi dedicato a san Paolino, patrono di Lucca; la composizione, assai apprezzata, venne nuovamente eseguita nel 1878 insieme a un Credo, anch’esso di Puccini; entrambi i brani furono poi inseriti nella prima esecuzione della Messa a 4 voci con orchestra che segnò il coronamento dei suoi studi presso l’Istituto musicale “G. Pacini”, oggi Conservatorio di musica “Luigi Boccherini”, cui arriverete in circa un quarto d’ora, ripassando per la Casa natale. Il percorso di circa 750 metri tocca inevitabilmente la pregevole chiesa del XII secolo intitolata a S. Michele in Foro, dalla straordinaria facciata decorata. Procedendo dritti per via Roma e poi per via S. Croce, raggiungerete il conservatorio. Michele Puccini, padre di Giacomo, vi svolse varie funzioni a partire dal 1843, ricoprendo cattedre e diventandone perfino direttore nel 1862. Furono proprio gli allievi del padre a formare il giovane compositore nelle varie discipline dal 1868 al 1880, anno del diploma e del successivo trasferimento a Milano per completare gli studi. L’istituto conserva memorie del maestro, tra cui il pianoforte e l’armonium su cui prendeva lezioni, e una raccolta di composizioni giovanili. Da qui vi consigliamo di dirigervi a nord per raggiungere la chiesa di S. Pietro Somaldi, altro luogo caro a Puccini. Una volta entrati nella chiesa, eretta fra il XII e il XIV secolo, puntate decisi all’organo seicentesco: di riconosciuta qualità, fu fatto restaurare dal compositore a proprie spese e per questo reca la sua firma sul somiere. Il vostro itinerario pucciniano all’interno di Lucca termina al Teatro comunale del Giglio, affacciato sulla piazza omonima. Potete raggiungerlo percorrendo la piacevole via Fillungo. Nel principale teatro cittadino Puccini, ancora studente del conservatorio, si esibì con successo come pianista accompagnatore di una giovane cantante emergente. In seguito vi tornò più volte per presentare le sue opere, da Edgar nel 1891 a La fanciulla del West nel 1911.
Museo di Celle dei Puccini
Imboccando in auto da Lucca la media valle del fiume Serchio, che nel tratto più settentrionale prende il nome di Garfagnana, si incontra subito il bel Borgo a Mozzano, da cui parte la piccola Val Pedogna. Addentrandosi in quest’ultima per circa 6 km si giunge a Celle dei Puccini, luogo d’origine degli avi del compositore. Nell’antica casa al centro del paese dal 1976 è allestita un’altra casa museo dedicata al compositore. Puccini, legatissimo al nonno Giacomo, amò molto questo luogo, dove trascorse lunghi mesi dell’infanzia e della prima giovinezza. Vi si recò per l’ultima volta il 26 ottobre 1924, poco più di un mese prima della sua morte, per una cerimonia in suo onore di cui resta la lapide in facciata. Da qui, si ripassa per Lucca per raggiungere la prossima tappa dell’itinerario: Chiatri.
Villa Puccini di Chiatri
A Chiatri, sulle colline di Massarosa, Giacomo Puccini, affascinato dalla splendida posizione panoramica, vi acquistò nel 1898 la dimora dei Samminiati e la fece ricostruire completamente. Circondata da un grande giardino dove dominano gli ulivi e i lecci, la villa era particolarmente silenziosa. Il maestro ne apprezzava l’assoluta tranquillità, la rigogliosa natura circostante e la vista ineguagliabile che, a suo dire, arrivava fino alla Corsica. Di diverso avviso era la moglie Elvira, che la trovava appunto troppo solitaria. La stessa Chiatri, del resto, contava a quel tempo non più che una dozzina di famiglie, 200 pecore, 10 mucche, una manciata di galline e una chiesa. Per questo la Villa Puccini fu abitata assai poco e non fu mai raggiunta dalla strada carrabile. Puccini vi trascorse però alcune settimane nell’estate del 1908, componendovi gran parte del I atto della Fanciulla del West. Venduta da Antonio, unico figlio di Giacomo ed Elvira, nel 1943, è oggi di proprietà privata e non visitabile. Potete però salire fin qui e nelle giornate limpide ammirare da un lato il panorama sul lago di Massaciuccoli e la pianura che arriva al mare, dall’altro uno scorcio delle Alpi Apuane, e così rivivere le emozioni che questi spazi superbi suscitavano nel grande compositore.
Torre del Lago Puccini
Un amore profondo durato tre decenni legò Giacomo Puccini al borgo di Torre del Lago, che da tempo ha cambiato il suo nome, orgogliosamente, in Torre del Lago Puccini. Si racconta che, quando il giovane compositore vi giunse nel 1891, trovò al suo arrivo nella piccola stazione ferroviaria persino un comitato d’accoglienza e numerosi artisti, per lo più pittori, con i quali fondò poi il Club della Bohème. Puccini aveva due grandi passioni, la musica e la caccia: per lui il lago di Massaciuccoli, su cui il borgo si affaccia, rappresentò il luogo ideale dove coltivarle entrambe. In un primo tempo vi si stabilì prendendo delle stanze in affitto; in seguito, grazie ai successi delle prime opere, acquistò un’antica torre di guardia (all’origine del nome di Torre del Lago) che fece ristrutturare dalle fondamenta. Uscendo si trovava l’imbarcadero, da cui partiva per le battute di caccia, specialmente alle folaghe e ai beccaccini. Puccini rimase a Torre del Lago per 30 anni e vi compose tutte le sue opere maggiori, tra cui Tosca (1900), Madama Butterfly (1904), La fanciulla del West (1910), La Rondine (1917) e il Trittico (1918). Nella piccola piazza aperta sul lago si affaccia la villa, oggi Villa Museo di Torre del Lago Puccini di proprietà della famiglia. Qui troverete ricordi di tutta la sua vita: dal pianoforte dove componeva agli stivali, dai trofei di caccia ai segni lasciati sul selciato dalle gomme delle sue tante automobili, altra grande passione di Puccini: in 23 anni ne cambiò 15, tra cui una De Dion Bouton, alcune Lancia e delle Isotta Fraschini. Una piccola sala della villa è stata trasformata in cappella e custodisce le sue spoglie, insieme a quelle dei familiari più stretti.
Villino Giacomo Puccini di Viareggio
A Viareggio, località turistica già in auge al tempo di Puccini per i bagni di mare e il suo Carnevale, il maestro soggiornò più volte in alberghi e in case in affitto. Nel 1915 vi acquistò un terreno con vista sulla pineta su cui fece costruire un villino, affidandone ancora una volta la decorazione in facciata all’amico Galileo Chini. Vi trasferì la residenza nel 1921 e qui visse gli ultimi anni della sua vita. Il villino, a pianta articolata, è costituito da un piano nobile e da un piano seminterrato occupato da vani di servizio e dallo studio del maestro. Sul fronte principale, affacciato su via Buonarroti, si apre un portico a veranda con pilastri in pietra e transenne in legno cui si accede da una scala monumentale a doppia rampa. Mattoni a vista incorniciano una serie di porte e finestre con architravi e archivolti. Formelle in gres raffigurano maschere ed elementi decorativi in rilievo. Il giardino coltivato a pini e lecci doveva costituire in origine l’ideale prosecuzione della pineta di fronte.
Puccini era un viveur, un amante del lusso e dei divertimenti, che la cittadina offriva in abbondanza. Era per esempio un assiduo frequentatore del Gran Caffè Margherita, splendido locale art nouveau di fronte al mare sulla passeggiata viareggina. Dopo le lunghe notti trascorse a lavorare sulla Turandot, arrivava sgommando sulla sua Fiat 501 e passava ore di relax con gli amici artisti, musicisti e intellettuali, fra cui Arturo Toscanini, il grande direttore d’orchestra, e Lorenzo Viani, pittore, incisore, scrittore e poeta, considerato tra i più originali interpreti dell’espressionismo europeo. Oggi vale ancora la pena visitare questo meraviglioso monumento del liberty e fermarsi a bere un drink magari al tavolo del maestro, segnalato da una targa commemorativa.