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Natura
Toscana. Intorno al Monte Amiata

Forest bathing, foliage e sapori d’autunno tra i castagneti del Monte Amiata

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
6
Difficoltà
Facile

Gli anglosassoni lo hanno battezzato forest bathing: si tratta di quell’abbraccio rigenerante che solo i boschi sanno dare. In autunno il Monte Amiata si trasforma in una scenografia da sogno, un angolo di paradiso in cui la natura esplode in una danza di colori caldi. Il foliage dipinge di sfumature incandescenti i castagni e più in alto i faggi, mentre l’aria si riempie di profumi che attraversano l’anima.

Nel versante grossetano si snoda un insieme di percorsi riuniti sotto il nome di Strada della Castagna. È un viaggio dritto al cuore della natura e della storia del Monte Amiata, in cui ogni singola tappa rivela la bellezza e la maestosità dei giganti verdi. Un passo dopo l’altro tra Seggiano, Castel del Piano, Arcidosso e Santa Fiora si scoprono non solo le bellezze naturali del territorio amiatino, ma anche il profondo legame tra l’uomo e il castagno, che da secoli costituisce una risorsa insostituibile per l’economia e la cultura locale.

Scavallando nel Senese, ecco Piancastagnaio e Abbadia San Salvatore, punto di partenza ideale per escursionisti e biker. Percorrere anche solo parzialmente i 29 km dell’anello del Monte Amiata dà la possibilità di immergersi tra rigogliosi boschi a un’altitudine che varia tra i 950 e i 1300 metri. Un’esperienza che regala scorci incantevoli di natura incontaminata, con i castagneti che dominano il paesaggio, testimoni silenziosi della storia e delle tradizioni del territorio.

E poi ci sono le feste che coincidono con la raccolta delle castagne: nei piccoli borghi amiatini che tra ottobre e novembre tornano a vivere riecheggiano voci, risate e storie antiche dove la regina assoluta è la castagna IGP del Monte Amiata, valorizzata da un’associazione con sede ad Arcidosso. Le sagre sono molto più di un semplice evento di paese, ogni assaggio e ogni racconto fa sentire parte di una storia millenaria, e in quei momenti è impossibile non innamorarsi di questi luoghi sospesi tra passato e presente all’ombra della montagna madre

Seggiano

Una veduta di Seggiano, alle falde del Monte Amiata, con gli uliveti in primo piano

Intorno a Seggiano, i castagni si accompagnano a vigneti e a splendidi uliveti che producono un olio pregiato. Seggiano è infatti rinomata soprattutto per l’eccellenza del suo olio extravergine DOP. Il nettare dorato proviene dalle piante di olivastra seggianese, una cultivar capace di resistere alle basse temperature invernali.

Piccolo gioiello incastonato tra le colline, Seggiano ha conservato il suo fascino medievale, con le mura che racchiudono interessanti monumenti e musei, come la chiesa di S. Bartolomeo, l’oratorio di S. Rocco, il Museo dell’Olio o il Giardino di Daniel Spoerri a un paio di chilometri da Seggiano, con sculture contemporanee all’aperto.

Castel del Piano

Una veduta di Castel del Piano

Immerso tra boschi di castagni, il centro più popoloso dell’Amiata grossetana conserva un bel centro storico, racchiuso tra mura del XIII secolo, oggi in gran parte integrate nelle abitazioni del Cinquecento. Tra i suoi edifici spicca Palazzo Nerucci (1564), che ospita una collezione d’arte privata rinomata soprattutto per i ritratti. Risalendo verso il cuore antico, si attraversa l’arco sotto la torre dell’Orologio, per poi giungere alla bella piazzetta degli Ortaggi, arricchita da un’elegante loggia del XVI secolo. La tradizione locale più sentita è il Palio delle Contrade, una corsa di cavalli che si svolge ogni anno il 9 settembre nella quale le 4 contrade cittadine si disputano il vessillo.

Da Castel del Piano partono diversi percorsi escursionistici alle falde del Monte Amiata, percor­ribili a piedi e in mountain bike. Seguendo l’anello di 4,2 km tra Castel del Piano e Seggiano, passando attraverso il borgo di Tepolini, si scoprono fonti, sorgenti e vecchi essiccatoi per le castagne. Una breve escursione verso nord (6 km) conduce al Giardino di Piero Bonacina a Montegiovi, nel quale le sculture in ferro, cemento, legno e arenaria rappresentano una testimonianza di contemporaneità amiatina.

Arcidosso

Il borgo di Arcidosso, dominato dalla Rocca Aldobrandesca

Bisognerebbe visitare Arcidosso il terzo e quarto weekend di ottobre, quando prende il via La Castagna in Festa. Per l’occasione il paese si trasforma in un grande mercato all’aperto. Le degustazioni di piatti a base di castagne, come zuppe, dolci e liquori, si alternano a momenti di cultura popolare, mercatini dell’artigianato, visite guidate ai castagneti secolari e ai musei del castello.

In ogni altra stagione, se sono la ricerca di bellezza e la spiritualità a guidare i propri passi, Arcidosso è la destinazione ideale. È infatti un affascinante borgo medievale arroccato tra l’Amiata e il Monte Labbro e dominato dall’iconica Rocca Aldobrandesca del XI secolo. Tutt’intorno al territorio di Arcidosso, percorrendo un anello di 8,4 km si attraversano vasti castagneti cedui e da frutto, incontrando capanni, rifugi per attrezzi ed essiccatoi. Una piacevole deviazione, specialmente se si è accompagnati da bambini, è la Riserva naturale regionale del Mon­te Labbroqui nel Parco Faunistico del Monte Amiata si familiarizza con l’asino sorcino crociato e si scorgono, a distanza, alcuni esemplari di lupo appenninico.

Santa Fiora

La Peschiera di Santa Fiora

Anche Santa Fiora nel mese di ottobre vive il suo momento celebrativo della castagna, con la Festa del Marrone, con stand gastronomici e mercatini che imbandiscono la piazza, giochi per bambini e varie attività. A connotare questo borgo, come molti altri del Monte Amiata, è il grigio scuro della pietra vulcanica della rupe su cui sorge il paese, certificato Bandiera Arancione del TCI. Il nucleo antico comprende resti delle fortificazioni aldobrandesche, sulle quali è sorto il palazzo del Comune. Il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata, rievoca la storia dell’estrazione e le condizioni di lavoro dei minatori. La pieve delle Ss. Fiora e Lucilla, ricordata dal 1142, restaurata nel ’400 e rimaneggiata nel ’700, custodisce all’interno una notevole raccolta di terrecotte robbiane (1465-90). La Peschiera cinquecentesca, che risale alla dominazione degli Sforza (tra XV e XVII secolo), è un laghetto immerso in un ameno parchetto in corrispondenza della sorgente del fiume Fiora; la vicina chiesa della Madonna delle Nevi conserva affreschi di Francesco Nasini.

Piancastagnaio

 La chiesa di San Francesco a Piancastagnaio

Durante il ponte di Ognissanti, questo borgo medievale già ammantato da un fascino antico diventa teatro di un’energia contagiosa che si diffonde per le strade. Si tratta del Crastatone, la più radicata festa delle castagne del territorio amiatino. Del resto il borgo, questo legame indissolubile con la castagna ce l’ha nel nome stesso. Il Crastatone è un autentico rito collettivo che celebra la fine del raccolto e l’inizio dell’inverno, con i fuochi accesi nei “chiassi” medievali che riscaldano l’atmosfera autunnale. All’evento partecipano le quattro contrade, con spettacoli, musica e bancarelle che propongono caldarroste, castagnaccio, dolci fatti con la farina del prezioso frutto, il tutto annaffiato dall’immancabile vino rosso.
Ma le feste non finiscono qui. In agosto, nella piazza Matteotti, il giorno 18 di ogni anno si corre l’amatissimo Palio di Piancastagnaio, in cui le quattro contrade storiche (Borgo, Castello, Coro e Voltaia) si sfidano in una corsa di cavalli montati a pelo, ossia senza sella.

Abbadia San Salvatore

 Il centro storico di Abbadia San Salvatore

La stagione autunnale si apre ad Abbadia San Salvatore con la Festa d’Autunno, che si svolge il secondo e terzo weekend di ottobre. Questo evento celebra non solo la castagna, ma l’intero ciclo naturale di quella stagione. Le strade del borgo medievale si riempiono di stand gastronomici, dove trionfano le castagne, i funghi, i frutti di bosco, il vin brulé e i piatti tipici della cucina montana. Passeggiando per le stradine, si è avvolti dal profumo delle caldarroste che scoppiettano sui fuochi, e l’atmosfera è resa ancora più suggestiva da rievocazioni storiche e spettacoli musicali. Il 24 dicembre poi le stradine si animano di falò e torce per le tradizionali Fiaccole, una scoppiettante festa del fuoco che trasforma la cittadina in un’esplosione di luce e calore.

Passeggiando per il borgo medievale ci si ritrova immersi in un contesto di bellezza e autenticità, con eleganti case gotiche e rinascimentali in pietra scura. La “città delle fiaccole” è un angolo incantato dell'Amiata senese. Situata a 822 metri di altitudine, è il punto di partenza ideale per esplorare la montagna in tutte le stagioni. Il Novecento l’ha marchiata come centro minerario di grandissima importanza per l’estrazione del cinabro, dalla cui lavorazione si ottiene il mercurio: lo si comprende visitando il Parco Museo Minerario, un’occasione per approfondire il passato industriale del nostro Paese e per scoprire le durissime condizioni di vita dei minatori. 

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