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Idea Viaggio
Toscana, val d’Orcia, Crete Senesi e Arezzo

Nei luoghi de “Il paziente inglese” e “Il gladiatore”: la val d’Orcia

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
4
Difficoltà
Facile

I panorami della val d’Orcia sono ormai un archetipo del paesaggio rurale: non esiste campagna più campagna di quella senese, con le sue morbide colline che si inseguono a perdita d’occhio e le serpeggianti strade bianche puntellate da filari di cipressi. Un’immagine di armonia e pace che il cinema utilizza spesso come rappresentazione di un’anelata felicità.

È quello che succede anche in “Il paziente inglese” e “Il gladiatore”, due film che nel giro di soli 4 anni hanno portato i paesaggi senesi sulla vetta di Hollywood aggiudicandosi il premio Oscar. Entrambi diretti da registi inglesi, rispettivamente Anthony Minghella e Ridley Scott, i film sono accomunati anche dall’essere in parte ambientati nei desertici paesaggi nordafricani, in un suggestivo dialogo fra mondi lontani.

Come il più classico dei mélo, Il paziente inglese (1996) è ricco di colpi di scena in cui la felicità trascola repentinamente in dramma, un contrasto enfatizzato dalle vedute idilliache della val d’Orcia in cui la guerra sembra un’eco lontanissima, finché un tragico agguato spezza le speranze. Anche ne Il gladiatore (2000) le ambientazioni senesi incarnano il “Paradiso perduto” in cui la tragedia irrompe brutale. Le scene toscane nel film di Ridley Scott sono poche ma fondamentali, come il cameo di un grande attore.  

Buona parte delle location di entrambi i film fanno capo ai 10 chilometri che dividono Pienza e San Quirico d’Orcia: queste sono le strade percorse dall’infermiera Juliette Binoche con il suo paziente, interpretato da Ralph Fiennes, e qui sono i paesaggi in cui Massimo Decimo Meridio, interpretato da Russell Crowe, evoca le immagini della moglie e del figlio, da cui tornare in un modo o nell’altro. Tra Montepulciano e Arezzo è stata girata la poetica scena in cui Juliette Binoche fluttua sospesa tra gli affreschi di Piero della Francesca.

Giorno 1

Pienza

Pienza

Il fulcro delle ambientazioni toscane di Il paziente inglese” è la cittadina di Pienza, adagiata su un colle della val d’Orcia, con vista sul monte Amiata. Si trova alle porte di Pienza, per cominciare, il monastero di S. Anna in Camprena dove nel film trova riparo la piccola comunità formata dalla dolce infermiera Hana e il suo paziente inglese, interpretati rispettivamente da Juliette Binoche e Ralph Fiennes, cui si aggiungono uno dopo l’altro il misterioso ladro David Caravaggio, interpretato da Willem Dafoe, e i due sminatori alleati, il tenente Kip Singh (Naveen Andrews) e il sergente Hardy (Kevin Whately).

La piccola piazza Pio II, fulcro di Pienza su cui affacciano il Duomo, il Palazzo Comunale e il Palazzo Piccolomini, è il cuore di una sola scena del film ma particolarmente intensa, in cui la gioia per la fine della guerra si trasforma rapidamente nella tragedia.

Fa capo a Pienza anche una location fondamentale di “Il gladiatore”, una delle immagini più riconoscibili del film medesimo: il campo di grano a perdita d’occhio solcato da una sinuosa strada bianca che nel film rappresenta i Campi Elisi, dove secondo la mitologia classica le anime giuste riposavano dopo la morte. La strada, che attraversa il podere Terrapille e conduce all’agriturismo omonimo, prende avvio dalla piccola pieve di Corsignano, alle porte di Pienza, e si offre a innumerevoli fotografie alla ricerca dell’esatta inquadratura.

San Quirico d’Orcia

San Quirico d’Orcia

Bisogna passare oltre le mura quattrocentesche, scandite da ben 14 torri, per entrare a San Quirico d’Orcia. Un borgo di strade lastricate su cui affacciano edifici in pietra di età medievale, vivacizzato da botteghe artigianali, negozi, enoteche, locali e ristoranti. Di grande suggestione la collegiata dei Ss. Quirico e Giulitta, ma anche gli Horti Leonini hanno il loro fascino: sono giardini all’italiana, progettati nel ’500 da Diomede Leoni, che ospitano esposizioni d’arte contemporanea ed eventi. Intorno, il paesaggio da cartolina (e da Oscar) della val d’Orcia.

Le guide turistiche, i dépliant e la segnaletica informano che nella campagna di San Quirico d’Orcia si trova la “casa del Gladiatore”. Le drammatiche scene ambientate nella casa del gladiatore Massimo Decimo Meridio sono state girate effettivamente nel podere di Poggio Manzuoli cui si accede dalla provinciale 146 che collega San Quirico a Pienza. Da alcuni anni, tuttavia, l’ingresso del podere è chiuso da un cancello perché, come diverse altre location del film, è proprietà privata. Non è dunque visitabile, anche se già dal cancello si scorge il doppio filare di cipressi in mezzo al quale il figliolo di Massimo Decimo Meridio corre ignaro incontro alle truppe dell’imperatore Commodo. Nelle vicinanze c’è, però, qualcosa che merita la visita. A 150 metri da qui si stacca, dalla provinciale 146, la strada bianca che in un paio di chilometri porta alla cappella della Madonna di Vitaleta: la cappella non è mai stata location cinematografica ma è comparsa in alcuni spot pubblicitari e, soprattutto, è un’immagine fra le più belle e riconoscibili della val d’Orcia e della Toscana tutta.

A una decina di chilometri da San Quirico d’Orcia, sulla provinciale 71 e poco oltre la località di Cosona, è stata girata una delle scene iniziali di Il paziente inglese”: quella in cui Hana presta del denaro a un’amica poco prima che una mina antiuomo deflagri. Il punto esatto delle riprese è molto facile da rintracciare grazie ad alcuni “indizi” intorno alla strada. Da qui conviene fare ancora una deviazione perché a solo 23 chilometri c’è il borgo di Asciano, porta d’accesso per le Crete Senesi, altro panorama iconico dell’entroterra toscano.

Giorno 2

Montepulciano

Montepulciano

Ne “Il paziente inglese”, la romantica sera in cui il tenente Kip Singh conduce Hana ad Arezzo, per regalarle una visione ravvicinata degli affreschi di Piero della Francesca, la porta in realtà a Montepulciano, in uno di quei collage così frequenti nel cinema che, mescolando e ricomponendo luoghi anche molto lontani fra loro, dà vita a mondi nuovi e immaginari. Invece che nell’aretina piazza S. Francesco, dunque, i due innamorati approdano nell’elegante piazza Grande di Montepulciano; passano accanto al cinquecentesco pozzo de’ Grifi e dei Leoni e al cinquecentesco palazzo Contucci, oggi sede di un’enoteca, e poi fermano la motocicletta davanti alla scalinata del Duomo di S. Maria Assunta, mentre intorno calano le ombre della sera e un paio di bambini si attardano a giocare.

Centro monumentale di Montepulciano, la piazza Grande assunse il nome attuale nel ’400, quando venne ampliata e armonizzata da Michelozzo per diventare il salotto di rappresentanza della città. Definita tutt’intorno da maestosi edifici, offre eleganti scorci da ogni punto di vista e per questa ragione è spesso location di film. Per esempio, alla destra del Duomo, il trecentesco palazzo Comunale, che richiama il palazzo della Signoria di Firenze, ha svolto un ruolo di primo piano in una memorabile scena di “New Moon”, secondo capitolo della saga di “Twilight”, in cui la piazza è scenograficamente invasa da una processione con centinaia di fedeli che indossano un mantello rosso.  

Giorno 3

Arezzo

Arezzo

Dipinta benissimo da Roberto Benigni nel suo capolavoro da Oscar “La vita è bella”, Arezzo si presenta con impossibili salite e spazi aperti e ariosi, come la perfetta e irregolare piazza Grande. È opere d’arte di genio e architetture magnifiche, come le logge del Vasari, suo cittadino illustre, il Duomo e la basilica di S. Francesco, in cui Piero della Francesca (aretino di Sansepolcro) ha lasciato più di un segno. Arezzo è anche sinonimo di tradizioni ben ancorate, come quella della Giostra del Saracino, che mette in competizione i 4 quartieri storici della città sin dal Medioevo.

È proprio Arezzo, con la basilica di S. Francesco ad accogliere un momento clou del film “Il paziente inglese”, che per qualche minuto permette ai due “amanti moderni”, Kip e Hana, di rubare la scena alla coppia protagonista del film, narrata nei flashback. Il tenente Kip conduce Hana nella chiesa vuota, che l’esercito alleato ha convertito in deposito dove tenere gli equipaggiamenti bellici, quindi assicura la ragazza a un’imbragatura da paracadutista, la munisce di un bengala pirotecnico per farsi luce e, mediante una carrucola, la solleva da terra permettendole di ammirare da vicino i sublimi affreschi della “Leggenda della Vera Croce” di Piero della Francesca.

Juliette Binoche ha confessato di essersi persuasa ad accettare il ruolo di Hana conquistata proprio da questa scena in cui il suo personaggio volteggia come un angelo tra le pareti affrescate della cappella Bacci. Oltre che essere un momento di grande cinema, la scena commuove per l’anelito di pace che racchiude, con le attrezzature di guerra utilizzate per ammirare la bellezza creata dal genio umano.

Per intuibili ragioni di sicurezza e tutela degli affreschi, la scena non venne girata nella basilica bensì in una sua fedelissima ricostruzione, ma nel corso di un recente intervento di manutenzione conservativa (terminato nella primavera del 2024) molti visitatori hanno avuto l’eccezionale possibilità di osservare gli affreschi da vicino proprio come la giovane Hana, salendo sui ponteggi insieme ai restauratori.

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