Il Lingotto
L’itinerario per scoprire la Torino contemporanea non poteva che iniziare dallo storico stabilimento Fiat del Lingotto: la sua riconversione ha segnato l’inizio della trasformazione dell’intera città. Nel 1982 si tenne il concorso internazionale per il recupero del polo industriale, che si aggiudicò Renzo Piano. Il noto architetto trasformò questo edificio, simbolo del passato industriale della città, in un grande complesso espositivo, commerciale e culturale, che dai primi Anni ‘90 ospita il Salone del Libro. Il progetto di riconversione ha rispettato la struttura originale, che, seppur ristrutturata, è rimasta pressoché la stessa. È anche stata mantenuta la pista ellittica e parabolica, situata sul tetto, che veniva usata per il collaudo delle auto. Sempre sulla sommità dell’edificio, spiccano due imponenti opere di Renzo Piano: la Bolla, una costruzione sferica, di vetro, sospesa a 40 metri dal tetto, realizzata nel 1994 e usata per organizzare eventi, e lo Scrigno, una struttura in acciaio costruita nel 2002, che ospita la Pinacoteca “Giovanni e Marella Agnelli”, in cui potrete ammirare 25 opere lasciate alla città dall’Avvocato. Passando dal centro commerciale situato nel Lingotto, potrete arrivare alla passerella che scavalca i binari ferroviari e ammirare l’imponente Arco Olimpico rosso, realizzato in una campata unica a 150 metri d’altezza per le Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Dall’uscita dell’ex Lingotto di via Nizza, verso il fiume, si estende Italia ’61, il quartiere che ospitò l’Esposizione Internazionale del Lavoro che si tenne a Torino nel 1961, per celebrare il primo Centenario dell’Unità d’Italia. Da qui potreste raggiungere il Palavela, ristrutturato da Gae Aulenti per i Giochi Olimpici Invernali del 2006.
La Spina
C’era una volta, neanche tanto tempo fa, una città tagliata in due da un invalicabile “muro di ferro”: quartieri apparentemente vicini erano in realtà lontanissimi. La città in questione è Torino e il “muro” che la divideva a metà, in realtà, era la ferrovia, che, fino a pochi anni fa attraversava il capoluogo piemontese, da nord a sud, rendendo difficile attraversarla e creando zone degradate a causa dell’isolamento. Oggi tutto è cambiato: grazie al piano regolatore del 1995, elaborato da Vittorio Gregotti e Augusto Cagnardi, fu deciso di realizzare il Passante ferroviario e interrare i vecchi binari. Fu una svolta storica: al posto del tracciato ferroviario fu creato un ampio viale alberato lungo 12 km, che attraversa tutta la città. È stato chiamato "Spina", perché vuole essere una sorta di spina dorsale della città, potenzialmente in grado di sostenere l'intero assetto urbanistico. Un’opera di riqualificazione urbana dai benefici evidenti: ha migliorato la circolazione stradale; ha collegato quartieri che, seppure vicini, erano irraggiungibili; ha portato a valorizzare aree della città in totale degrado perché rimaste a lungo isolate. La “Spina” è composta da 4 tratti, che corrispondono alle grandi aree industriali dismesse che si affacciano sull’ex tracciato ferroviario, denominate, da sud a nord, Spina 1, 2, 3 e 4. Questo moderno viale è anche un luogo di design e di arte. È infatti costeggiato dagli inconfondibili "pali bianchi": imponenti strutture tubolari a sostegno (in parte) dell'impianto di illuminazione. Inoltre, lungo la Spina centrale, sono anche state installate 11 opere di arte pubblica: dalla Fontana Igloo di Mario Merz all’Opera per Torino di Per Kirbeby (giardino di largo Orbassano).
Le OGR - Officine Grandi Riparazioni
Emblema del glorioso passato industriale di Torino, oggi le OGR - Officine Grandi Riparazioni rappresentano il nuovo volto della città: fucina di arte contemporanea, innovazione e accelerazione d'impresa. Per oltre un secolo, tra la fine dell'800 e i primi Anni ‘90 del '900, in questo spazio di oltre 190.000 metri quadrati, venivano costruite e riparate locomotive, automotrici e carrozze ferroviarie. Abbandonato, ha rischiato di essere demolito, finché nel 2013 la Fondazione CRT ha acquistato l’edificio a forma di H di circa 20.000 metri quadrati e 16 metri di altezza, gli uffici e le aree scoperte e ha riqualificato le strutture. Entrando nel complesso il colpo d’occhio è imponente e suggestivo: due file di pilastri in ghisa creano una spettacolare struttura a navate, una vera e propria cattedrale dell'industria. Oggi è un grande spazio dedicato all’arte e alla cultura: ospita mostre, spettacoli, concerti di ogni genere musicale, dalla musica classica a quella elettronica, eventi di teatro e danza. Il restauro delle aree ha rispettato l’identità della struttura: alle pareti, ad esempio, sono ancora visibili alcuni murales preesistenti, in un gioco di rimandi tra memoria e contemporaneità, che caratterizza le Officine Grandi Riparazioni.
Gam - Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea
Non lontano dalle Officine Grandi Riparazioni, in pochi minuti a piedi, arriverete nel quartiere Crocetta. In via Magenta troverete un grande cubo: è la GAM - Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea. Al suo interno potrete ammirare una delle più prestigiose raccolte d’arte moderna e contemporanea: 45.000 opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie, incisioni e video d’artista. Gli autori presenti vanno da Modigliani ( “La ragazza rossa”), ai futuristi Giacomo Balla (“Compenetrazioni iridescenti”) e Umberto Boccioni (“Studio per La città che sale”). Troverete anche Yves Klein e Piero Manzoni, oltre a Lucio Fontana e Andy Warhol. Naturalmente un ampio spazio è dedicato agli artisti dell’Arte Povera, innanzitutto Mario Merz e Michelangelo Pistoletto. Oltre alle gallerie per l'esposizione permanente, il museo offre anche sale per mostre temporanee e ambienti per le attività didattiche. La GAM, infatti, non è solo uno spazio espositivo, ma ha da sempre un forte impegno sul fronte della ricerca, mantiene un continuo dialogo con artisti e offre occasioni di dibattito e eventi culturali dedicati all’arte contemporanea.
Il Parco Dora
Un mix unico di storia, natura e arte contemporanea: può essere definito così il Parco Dora. Si trova a Torino, lungo il fiume Dora, al confine tra 4 quartieri: Aurora, Borgo Vittoria, Madonna di Campagna e San Donato. È uno degli esempi meglio riusciti di riqualificazione urbana della città sabauda. Quest’area era nota come “Le Ferriere”, perché ospitava un complesso industriale specializzato in acciaio e siderurgia. Fino agli anni '90, infatti, erano attive alcune tra le più grandi imprese simbolo dell’industrializzazione di fine '800: in particolare la Fiat e la Michelin. Anche questa, come molte aree industriali nel Nord Italia, alla fine del '900 fu abbandonata, finché, all’inizio degli anni 2000, in preparazione alle Olimpiadi invernali del 2006, fu avviato un ambizioso progetto di rigenerazione urbana: questa vasta area industriale fu trasformata in un parco pubblico, mantenendo molti elementi architettonici originali e integrandoli con gli spazi verdi.
Oggi il Parco Dora si estende su una superficie di 456.000 metri quadrati ed è suddiviso in cinque comparti: Vitali, Ingest, Valdocco, Michelin e Mortara, che prendono il nome dalle fabbriche che erano attive in queste aree. In ogni settore potrete trovare una perfetta combinazione tra elementi naturali e industriali recuperati e restaurati, ma che mantengono un fascino unico. Oltre a passeggiate e ciclismo, è possibile dedicarsi allo skateboard e fermarsi a fare una sosta nelle aree picnic. Spesso si possono vedere anche street artists all’opera, che dipingono su muri e blocchi di cemento messi a loro disposizione dal comune. Il parco ospita molti eventi, come il Dora Park Market, un mercato all’aperto che si tiene ogni fine settimana, offrendo prodotti freschi e artigianato locale, ma anche eventi internazionali come il Kappa Futur Festival, uno dei più noti eventi di musica elettronica in Italia.
Museo d’Arte Contemporanea - Castello di Rivoli
Concludete questo itinerario nella Torino contemporanea al Castello di Rivoli, che ospita il Museo d’Arte Contemporanea. Un luogo in cui il nuovo sposa l’antico. Alle porte di Torino, all’imbocco della valle di Susa, in cima a una collina, sorge il Castello di Rivoli, una delle residenze sabaude in Piemonte. Dal 1984 ospita il Museo di Arte Contemporanea di Torino: un matrimonio perfetto tra le installazioni postmoderne che sono esposte, gli spazi architettonici restaurati e l’atmosfera di un antico castello. Potrete visitare le 38 sale espositive, distribuite tra il corpo principale e l’ala della “manica lunga”, e ammirare opere realizzate da un centinaio di artisti nell’arco degli ultimi 50 anni, da Maurizio Cattelan con il suo “Novecento”, un cavallo imbalsamato imbragato e sospeso in una sala dalla volta affrescata a cassettoni, a Mario Merz con la sua “Architettura fondata dal tempo – Architettura sfondata dal tempo”, composto da un tubolare in ferro, vetri dipinti, morsetti, pietre, acrilico su tela, neon e fascine. Tra le altre opere di grande interesse che potrete ammirare nel museo ci sono anche: la “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, una dea in cemento ricoperto di mica, al cospetto di un cumulo di stracci; “La Cabane éclatée N. 3”, realizzata da Daniel Buren in tela, legno, pittura acrilica e morsetti; una serigrafia su seta in 18 pannelli di Giulio Paolini intitolata “Il cielo e dintorni” o “Respirare l’ombra”, un gigantesco muro di foglie d’alloro imbrigliato nella rete metallica di Giuseppe Penone.