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Idea Viaggio
Artigianato italiano

Viaggio nell’artigianato tradizionale italiano

Tipologia
Percorso in auto
Durata
10 giorni
Numero Tappe
6
Difficoltà
Facile

Oggi viaggiamo alla scoperta di alcune tra le capitali dell’artigianato italiane, alla ricerca di quegli oggetti rigorosamente made in Italy che da sempre stupiscono chi li scopre, li compra e se ne innamora perdutamente.
Antiche tradizioni manuali, fondate sulla durabilità e qualità dei prodotti, sopravvivono un po’ dappertutto attraverso la penisola, tramandate di generazione in generazione. Quasi sempre gli oggetti di artigianato italiani non sono solo belli e prestigiosi da possedere, ma anche utili da avere in casa, grazie al loro design efficiente, versatile, frutto di una lunga storia di creatività e ingegno. Utensili da lavoro e recipienti, pezzi d’arredamento e tessuti di pregio, gioielli, strumenti musicali e capi d’abbigliamento folcloristici: su questo e su tanto altro si fonda il tessuto imprenditoriale dell’artigianato italiano.
Per la composizione di questo itinerario abbiamo selezionato alcune località particolarmente curiose e significative, conosciute per l’eccellenza dei prodotti locali. Dalla costa ligure alla bucolica campagna fiorentina, dai dintorni della capitale nel cuore del Lazio fino all’entroterra rurale e pittoresco di Molise e Basilicata. Preparatevi allora a qualche acquisto mirato: tornare a casa con le valigie vuote sarebbe un vero peccato.

Zoagli

Zoagli

La prima tappa riservata al meglio dell’artigianato italiano è dedicata a una tipologia di tessuto pregiato prodotta a Zoagli, in Liguria, piccolo borgo marinaro a due passi dalla vibrante mondanità di Portofino.
Stiamo parlando del velluto liscio genovese, una merce di eccellenza in seta pura, apprezzata in tutto il mondo fin dal Rinascimento. A partire dal ‘500, ma c’è chi dice ancor prima, questo tessuto era richiestissimo da nobili ed ecclesiastici per comporre abiti o per rivestire i muri e i mobili delle loro sfarzose dimore, o ancora per ricoprire i paramenti e gli oggetti sacri delle chiese liguri.
È possibile che i tessitori zoagliesi abbiano imparato l’arte del velluto durante i loro viaggi commerciali in Medio Oriente, verso la fine del Medioevo, portando nuove competenze e savoir-faire in Liguria al loro ritorno. Oggi a Zoagli restano i prodotti di altissima qualità di poche realtà artigianali che hanno saputo scommettere sull’esportazione internazionale e su prestigiose collaborazioni con le più grandi case mondiali di haute couture.
Chissà se gli esperti tessitori locali si ispirano al paesaggio del golfo del Tigullio per comporre di mille colori e forme i loro velluti. È difficile, del resto, non rimanere incantati camminando sul lungomare di Zoagli, sul quale domina la silhouette fiabesca del castello Sem Benelli, celebre letterato di inizio ‘900.
Più recentemente i cittadini del borgo hanno voluto arricchire di arte e bellezza anche i fondali del loro litorale: dal 1997 la statua della Madonna del mare di Zoagli veglia sui pesci e gli scogli a una profondità di 9 metri.

Impruneta

Impruneta

In Toscana, incastonato tra i monumenti di Firenze e il paesaggio del Chianti, il borgo di Impruneta è conosciuto da secoli per la tradizionale lavorazione dell’argilla, eccellente base per ricavare il famoso cotto toscano.
Fin dal Medioevo con la terracotta di Impruneta si creavano le tegole dei tetti, i mattoni dei muri e anche le grandi anfore usate per raccogliere l’olio o il vino.
Il cotto acquisì via via maggiore prestigio in epoca rinascimentale, quando nelle chiese e nei conventi fiorentini apparvero per la prima volta opere d’arte e decorazioni interamente in argilla. In un secondo tempo anche i giardini e i cortili, le piazze e le facciate delle residenze nobiliari di tutta la regione accolsero sculture e dettagli architettonici dal tipico colore rosso.
Questo materiale duttile e versatile va ancora molto di moda, specialmente nelle case di campagna, e lo sanno bene gli artigiani di Impruneta che regalano a clienti da tutto il mondo prodotti di ogni forma e dimensione.
Visitando la culla del cotto toscano troverete il rosso dell’argilla un po’ dappertutto, compresi esterni e interni della più importante basilica cittadina. Il santuario di S. Maria all’Impruneta vale assolutamente una visita approfondita: attorno a una venerata immagine della Vergine sfilano meravigliose le maioliche dipinte di Luca della Robbia, maestro della terracotta artistica.

Palestrina

Palestrina

Uscendo dalla periferia est di Roma arriviamo a Palestrina, l’antica Praeneste, città latina e patria di generazioni di ricamatori e ricamatrici di eccellenza.
Già intorno al II secolo d.C. a Palestrina si preparavano abiti di prestigio, ricamati a mano su disegni fantasiosi e molto elaborati. Si racconta che Annia Galeria Faustina, moglie dell’imperatore Antonino Pio, fosse rimasta impressionata dal talento delle sarte che lavoravano lungo la via Prenestina e finanziò l’apertura di una accademia di cucito, la scuola “faustiniana”.
Oggi, una specifica arte di ricamo, il punto Palestrina, rimanda ancora alla cittadina laziale. Si tratta di un tipo di nodo usato in tutto il mondo e splendidamente applicato su tessuti di vario genere. Il punto Palestrina è vanto degli artigiani locali, riuniti nell’associazione culturale “Il Ricamo Prenestino”.
Prima di proseguire verso sud, in direzione del Molise, non può mancare a Palestrina una visita al Santuario della Fortuna Primigenia, uno dei massimi complessi di architettura tardo-repubblicana dell'Italia antica, al Museo archeologico prenestino inserito nel sontuoso palazzo Colonna Barberini e alla fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina, per onorare il compositore italiano più importante del Rinascimento, nato qui e a cui è dedicata una casa museo.

Agnone

Agnone

Agnone è sinonimo di campane da almeno un millennio, una fama globale dovuta all’eccezionale lavoro della fonderia pontificia Marinelli, cuore pulsante del borgo, che rifornisce le chiese di mezzo mondo a nome del papa e del Vaticano.
Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, Agnone svetta poco sotto i 1000 metri di altitudine su tutto l’entroterra molisano. Il villaggio è ricco di storia e cultura, disseminata tra i suoi palazzi e le botteghe artigiane dei mastri ferrai che lavorano per la grande fonderia Marinelli.
Il perché di un legame così antico e duraturo tra Agnone e la produzione di campane è raccontato in dettaglio tra le sale del Museo delle Campane Marinelli, intitolato a papa Giovanni Paolo II che volle visitare in persona la fonderia durante il suo regno.
Attivo dal 1999, il museo mantiene viva una tradizione artigiana che ha fatto la fortuna della famiglia Marinelli e dell’intera Agnone, una fortuna culminata con la consegna del brevetto pontificio, conferito alla fonderia da Pio XI nel 1924. Da quell’anno Agnone può apporre lo stemma papale sulle sue magnifiche campane. 

Frosolone

Frosolone

Restiamo in Molise, a soli 40 km di distanza da Agnone, per scoprire insieme Frosolone, un altro borgo medievale della provincia di Isernia.
Immersa in un paesaggio di boschi e pascoli appenninici, anche Frosolone è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, per la sua storia millenaria e le testimonianze artistiche conservate nel centro storico.
Frosolone è il paese dei coltelli, delle forbici e di tutta una serie di “ferri taglienti” orgogliosamente forgiati e venduti dagli artigiani del paese da tempo immemore, c’è chi dice persino dall’epoca longobarda. Lame affilatissime di ogni tipo si contendono le vetrine del centro storico di Frosolone, prodotto finale di una tradizione manuale già apprezzata ai tempi della corte spagnola a Napoli.
Fu proprio un re della dinastia Borbone, Carlo III di Spagna, a finanziare lo sviluppo delle storiche fonderie di Frosolone durante il ‘700, favorendo la produzione dell’eccellente acciaio lavorato del Molise. Di questa e altre storie si parla ampiamente tra le sale del Museo dei Ferri taglienti, tappa imprescindibile per chi di voi desidera comprendere al meglio l’artigianato tradizionale di questa perla dell’entroterra molisano.

Avigliano

Avigliano

Piccolo territorio incuneato tra le lunghe propaggini di Puglia e Calabria, la Basilicata è una regione dalla forte identità contadina. I brevi e splendidi tratti costieri affacciati sullo Ionio e sul Tirreno richiamano in queste terre anche molto turismo balneare, ma è soprattutto lontano dal mare che la Basilicata rivela le sue tradizioni millenarie, comprese alcune antiche usanze legate all’artigianato locale.
Principalmente conosciuta per il santuario della Madonna del Carmine, Avigliano una delle località lucane che meglio ha saputo conservare la sua anima rurale. Tra i vicoli dei suoi rioni medioevali si tramandano di generazione in generazione alcune tecniche artigianali tipiche, come quelle del ricamo a merletto e dell’elaboratissimo tappeto annodato.
Realizzati con pregiata lana di pecora locale, i tappeti annodati mostrano incantevoli disegni decorativi: questa tecnica prevede che tra la trama e l’ordito del tappeto vengano inseriti dei nodi aggiuntivi spesso ornamentali, che rialzano leggermente il suo spessore rendendolo più morbido e “peloso”.
Quella del tappeto annodato, molto diffusa ad Avigliano, è una tecnica opposta rispetto a quella del tappeto kilim o degli arazzi, piatti, ruvidi e sottili.

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