Gambarie-Pentedattilo-Bova
Il percorso inizia dal centro di Gambarie, a 1320 metri di altitudine, sede del Parco Nazionale dell'Aspromonte, e si immette sulla Strada Provinciale 3 in direzione sud. Al km 2,6, in località Fragolara, a 1328 metri di altitudine, si deve tenere la destra seguendo le indicazioni della Ciclovia dei Parchi per Reggio Calabria. Il percorso procede con lievi saliscendi e, al km 6,7, al bivio, occorre svoltare a sinistra e proseguire verso Bagaladi/Pentedattilo. Superato l'incrocio per Montalto, al km 12,6, inizia la lunga discesa verso Bagaladi, situato a 476 metri, che si raggiunge al km 32. Il paese è la porta sud del Parco Nazionale dell'Aspromonte e ospita un Centro Visite con un interessante Museo dell'Olio nell'antico Frantoio Jacopino. Lasciato il centro abitato, si continua a scendere verso la "punta dello stivale" costeggiando la fiumara di Mélito. Al km 47 si raggiunge Mélito, e si procede seguendo le indicazioni della Ciclovia per Pentedattilo. Dopo circa 3 km in pianura all'interno di Mélito Porto Salvo, si imbocca via Musa sulla destra, seguendo le indicazioni per Pentedattilo.
Il borgo, quasi disabitato e arroccato su una parete rocciosa levigata dal vento che ricorda una grossa mano aperta, si raggiunge al km 54,6 dopo un tratto in salita. Una volta visitato il centro storico, ricco di punti di ristoro caratteristici e botteghe artigiane, si torna indietro verso Mélito e, all'incrocio che si incontra al km 62,3, si seguono le indicazioni per la SS106 in direzione di Taranto. Dopo aver percorso 6 km sulla Statale, si prende la strada sulla destra verso Condofuri Marina e si continua sempre dritto fino all'incrocio con via Bandiera, che si imbocca svoltando a sinistra. Dopo aver superato il sottopasso della SS106, al km 70, si sale su via Santa Caterina, attraversando la frazione di Santa Lucia. Svoltando a sinistra, si imbocca la SP Condofuri Superiore che sale verso Amendolea. Superato il ponte sulla fiumara omonima, che si incontra sulla destra, si raggiunge Amendolea al km 79. Si continua a salire sull'antica via pubblica che collegava Amendolea a Bova e, dopo circa 2 km, si incontra il suggestivo borgo disabitato di Amendolea Vecchia, dominato dal castello Ruffo, dove sono visibili i ruderi delle chiese bizantine con resti di affreschi ancora leggibili. Dopo aver completato la visita al borgo, si riprende a pedalare verso Bova su un tratto in salita di circa 5 km, che è il più impegnativo della tappa, con pendenze fino al 16%. Queste difficoltà terminano al km 84, quando inizia la piacevole discesa di circa 2 km che conduce al centro storico di Bova, a 810 metri di altitudine.
Bova-Roccaforte del Greco-Gambarie
Il percorso inizia dal centro di Bova e riprende la strada in direzione di Amendolea. Al bivio che si incontra dopo circa 2,2 km, bisogna tenere la destra seguendo le indicazioni del Parco dell’Aspromonte, che portano ai geositi delle Caldaie del Latte e della Rocca del Drako. Superato il Passo della Zita a 985 metri, si attraversa la splendida pineta del Monte Lestì per raggiungere i 1236 metri e iniziare la discesa verso Caldaie del Latte e Rocca del Drako a 882 metri, siti di straordinaria importanza geologica in un paesaggio di sorprendente bellezza.
Dopo aver visitato i geositi, il percorso continua in discesa verso la fiumara dell’Amendolea per raggiungere Roghudi Vecchio al km 18. Questo paese, completamente abbandonato dopo le frane del 1953 e del 1971, è costruito su uno stretto sperone roccioso che sovrasta la valle fluviale, emanando tutto il fascino dei luoghi lasciati al loro destino.
Ripreso il viaggio, il percorso continua in discesa oltrepassando il ponte sull’Amendolea e poi risale verso Roccaforte del Greco, un paese che si incontra al km 27. Raggiunta la parte più alta del centro storico, si gode di una vista panoramica a 360° su tutta l'area ellenofona.
Continuando a salire, al km 33, sulla destra, si può vedere la frana di Colella, una delle più grandi frane d'Europa in rocce cristallino-metamorfiche, che ha generato un paesaggio lunare senza eguali, dove rischi e risorse coesistono.
Il percorso prosegue in salita, superando il bivio per l’invaso del Menta e le cascate dell’Amendolea. Poco dopo, sulla destra, si trova un magnifico belvedere con vista sul lago. Al km 40 si raggiunge il punto più alto della tappa, a 1670 metri.
Dopo aver superato il bivio per Mélito sulla sinistra, il percorso continua dritto e inizia una piacevole discesa tra i pini. Al km 44 si continua verso Gambarie, lasciando sulla destra la strada che porta alle vicine cascate Tre Limiti, in direzione di Montalto. Al km 47, svoltando a destra, si torna sulla Strada Provinciale 3 per raggiungere il centro di Gambarie al km 50,4.
Gambarie-Ortì-Reggio Calabria
Il percorso parte da Gambarie, situata a 1324 metri di altitudine e sede dell'Osservatorio per la biodiversità, e sale fino a 1363 metri all'altezza della Colonia S. Antonio. Si imbocca la Strada Provinciale Reggio Calabria-Ortì e la Ciclovia scende rapidamente di quota con pendenze che in alcuni tratti raggiungono quasi il 10%. Al km 12, si apre improvvisamente una vista panoramica sulla Sicilia e, all'incrocio con il belvedere, si prende la strada per Ortì sul Sentiero Calabria, borgo che si raggiunge al km 17.
Proseguendo la discesa verso il mare, al km 29 si incrocia la strada che conduce al Monastero della Visitazione, da cui si gode un panorama magnifico su Reggio Calabria, lo Stretto di Messina e l'Etna. Il viaggio prosegue tra vigneti e piante di fichi d'India, e la discesa diventa più ripida con pendenze che raggiungono quasi il 19%. Al km 25 si incontrano i primi caseggiati di Archi, il quartiere della periferia nord di Reggio Calabria.
La costa della città più meridionale della penisola si raggiunge al km 30,8 e da qui ci si immette sul percorso ciclabile che costeggia il mare e conduce fino all'Arena dello Stretto, con il profilo dell'Etna all'orizzonte. Il percorso della Ciclovia termina dunque sul lungomare Falcomatà, "il più bel chilometro d'Italia", nella città più antica della Calabria greca, che custodisce una storia millenaria raccontata magnificamente dal Museo archeologico nazionale che ospita i celebri e imperdibili Bronzi di Riace.