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Abruzzo, un viaggio tra mare, montagne, sapori, storia e la natura incontaminata di parchi e aree protette

Regione dell'Italia centrale, l'Abruzzo ha due anime e un solo cuore. Prevalentemente montuosa e collinare, si affaccia su un meraviglioso tratto del mare Adriatico. In Abruzzo si trovano le vette più alte dell'Appennino, come il Gran Sasso e il massiccio della Maiella, oltre che l'unico ghiacciaio appenninico, ma anche spiagge incantevoli.

L'Aquila Teramo Pescara Chieti
Fontana delle 99 Cannelle - L’Aquila
L'Aquila

L'Aquila, capoluogo della regione Abruzzo, è una città dal ricco patrimonio storico e culturale, situata in una conca pittoresca tra le montagne del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Fondata nel 1254, L'Aquila vanta un centro storico di grande interesse, nonostante i danni significativi subiti durante il terremoto del 2009. Questo disastro naturale ha lasciato un segno profondo (ad oggi, per esempio, è ancora inagibile la cattedrale dei Ss. Giorgio e Massimo, dalla facciata neoclassica) ma ha anche avviato un processo di ricostruzione volto a recuperare e valorizzare il suo straordinario patrimonio architettonico. Tra i suoi monumenti più celebri, la basilica di S. Maria di Collemaggio spicca per la facciata romanica e la Porta Santa, aperta ogni anno in occasione della Perdonanza Celestiniana, un evento giubilare di rilevanza internazionale istituito da Papa Celestino V. Altro simbolo della città è il Forte Spagnolo, imponente struttura militare cinquecentesca che oggi ospita il MuNDA - Museo Nazionale d'Abruzzo, dinanzi alla suggestiva Fontana delle 99 Cannelle, che rappresenta i 99 castelli che contribuirono alla fondazione della città. L'Aquila è anche un centro culturale e universitario di primo piano, sede dell'Università degli Studi dell'Aquila e di eventi come quello dell'Orchestra Sinfonica Abruzzese, che attira visitatori da tutto il mondo. Questi eventi sottolineano la vitalità culturale della città, che si riflette anche nella sua vivace scena gastronomica e nelle tradizioni locali. L’Aquila vanta inoltre una sua indole contemporanea che si rispecchia nel museo MAXXI L'Aquila, distaccamento di quello di Roma, nell’Auditorium del Parco, progettato dal rinomato architetto Renzo Piano e sede di concerti, conferenze e spettacoli teatrali, e poi ancora il MU.SP.A.C. - Museo Sperimentale d'Arte Contemporanea dell'Aquila dedicato alla promozione e alla diffusione dell'arte contemporanea. I dintorni della città offrono spettacolari paesaggi naturali, ideali per gli amanti della natura e delle attività all'aria aperta, grazie ai vicini parchi naturali del Gran Sasso e dei Monti della Laga. In questo contesto, L'Aquila si presenta come una destinazione che unisce storia e modernità, cultura e natura, offrendo un'esperienza unica nel cuore dell'Abruzzo.

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Teramo
Teramo

Incastonata tra il Mare Adriatico e il Gran Sasso, Teramo è una delle città più belle d’Abruzzo Arte, cultura e natura si fondono nel suggestivo borgo di Teramo, meta ideale per chi si vuole rilassare senza però rinunciare a fare un salto nel tempo, alla scoperta, a piedi o in bicicletta, dei popoli e delle culture che hanno fatto la storia di questa città fin dall’antica Roma.

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La Nave, la fontana di Cascella - Pescara
Pescara

Pescara, vivace città costiera situata lungo la splendida riviera adriatica, è una destinazione imperdibile per chi cerca una combinazione di bellezze naturali, cultura e modernità. Con il suo lungomare esteso e ben curato, dove ammirare la fontana simbolo cittadino La Nave di Cascella, Pescara offre un'esperienza unica di relax e divertimento, con ampie spiagge dorate che invitano a giornate di sole e mare. Il centro città è caratterizzato da un'atmosfera dinamica, con eleganti boutique, caffè alla moda e ristoranti che servono piatti tipici della cucina abruzzese. La zona pedonale di Corso Umberto I, che si apre con piazza Rinascita, è il cuore pulsante della vita cittadina, ideale per una passeggiata tra negozi e locali. Non perdete una visita al Museo delle Genti d’Abruzzo, che offre una panoramica affascinante sulla storia e le tradizioni della regione, attraverso un’ampia collezione di reperti archeologici, costumi e arte popolare. Ma non è il solo museo interessante: il Museo d’Arte Moderna "Vittoria Colonna", in piazza I Maggio ospita esposizioni temporanee, l’Imago Museum, dalla struttura contemporanea, propone una vasta collezione di opere moderne, mentre il Museo Paparella Treccia Devlet, in angolo con viale Regina Margherita (ma con ingresso in via Piave 139), all’interno di una villa tardo ottocentesca (Villa Urania), espone una collezione di opere in ceramica dei più importanti artisti di castelli. Pregevole esempio di architettura contemporanea è il Ponte Ennio Flaiano sul lungofiume dei Poeti: progettato dall’architetto e artista Roberto Matta, il ponte è un esempio di ingegneria e design all'avanguardia. Poco lontano dal centro storico vale la pena visitare il santuario della Madonna dei Sette Dolori, fondato nel XVII secolo, in stile tardobarocco. Poi, come dimenticare che la città ha offerto i natali al poeta Gabriele d’Annunzio, che ricorda nei versi di La pioggia nel pineto una passeggiata estiva nella sua Pescara attorniato dal profumo della pioggia e delle tamerici. Al poeta è dedicata una scultura posta sopra la fontana di piazza Italia. Ovviamente qua si trova anche la casa natale dell’autore, in corso Gabriele Manthonè 116, in un edificio settecentesco trasformato secondo la tipologia della casa borghese ottocentesca di provincia. Il poeta vi nacque il 12 marzo del 1863 e vi trascorse la fanciullezza. La città è anche un importante centro culturale, ospitando eventi e festival durante tutto l’anno, tra cui il celebre Pescara Jazz Festival. Per gli amanti della natura, le colline circostanti e il Parco Nazionale della Majella offrono splendide opportunità per escursioni e passeggiate immersi nella natura.

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Chieti
Chieti

Chieti, soprannominata la Terrazza d’Abruzzo per la sua posizione strategica, poggia su un colle a 330 metri sul livello del mare. Oltre ad essere tra le città più antiche e a sfoggiare un ricchissimo patrimonio artistico e archeologico tra i più belli del Paese, mostra sorprendenti e inattese visioni, sia sul mare che sulle montagne circostanti. Fondata secondo la leggenda dal mitico eroe greco Achille, l’antico nome della cittadina, Teate, deriverebbe dal nome della madre, la ninfa Teti, e tuttora nello stemma cittadino campeggia la figura dell’eroe acheo conquistatore di Troia armato con lancia e scudo. Nonostante non sia inserita nei principali itinerari turistici, Chieti, tra siti archeologici, chiese centenarie, musei e straordinari paesaggi, è sicuramente una città che merita di essere scoperta. Occupa inoltre una posizione propedeutica, come base d’appoggio, alla visita delle altre bellezze circostanti: il Parco della Maiella, alcune delle incantevoli spiagge abruzzesi, per non parlare della Costa dei trabocchi. La città è suddivisa in due parti: Chieti alta, parte antica e sede del centro storico, e Chieti Scalo, quella più moderna. Il centro storico è piccolo e comodamente percorribile a piedi, si inoltra tra antiche strade ricche di monumenti, edifici signorili, chiese, piazze e botteghe storiche: da Largo Gian Battista Vico, dove affaccia il palazzo della locale Camera di Commercio arricchito di stili diversi, al Corso Marrucino, via principale di Chieti dove sorge il bellissimo Teatro Marrucino, vero gioiello architettonico in elegante stile Ottocentesco e dall’interno finemente decorato. Villa Frigerj, situata su una piccola altura fuori dalle mura cittadine, è un bellissimo palazzo in stile neoclassico arricchito da un meraviglioso giardino, principale parco comunale di Chieti. Composta da diversi livelli terrazzati è ricca di giardini all’italiana, fontane e passeggiate, laghetti e ponti di pietra. E’ anche la sede attuale del Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo, ricco di reperti risalenti ad antiche civiltà abruzzesi sia del periodo romano che preromano, come il famoso Guerriero di Capestrano, statua a grandezza naturale del VI secolo a.C. ritraente un re dei Vestini. Da non perdere anche le stele di Guardiagrele, parte di un corredo funerario che ha permesso di approfondire lo studio delle popolazioni del luogo prima dell’arrivo dei romani. Immancabile una visita alla Cattedrale di San Giustino, costruita nel 1200 sui resti di un antico luogo di culto. La cattedrale è divisa in tre navate e tre diversi absidi, con quella centrale coperta da una volta a botte lunettata. Sotto il presbiterio si trova la cripta con le reliquie di San Giustino, arricchita con preziosi affreschi e pitture risalenti al XIV-XV secolo. Al Museo Archeologico Nazionale La Civitella, posto sulla sommità dell’acropoli dell’antica Chieti, è possibile ammirare un’incantevole vista sul massiccio della Majella. In mostra reperti che raccontano nascita e sviluppo della città attraverso tre diversi percorsi museali: L’inizio della storia urbana, Da Roma a ieri e La terra dei Marrucini. L’Anfiteatro Romano, situato nell’ambito del Parco Archeologico La Civitella, risalente al I secolo d.C., fu rinvenuto durante gli scavi archeologici nell’area. L’Anfiteatro, ricavato lungo le pendici orientali del colle, era il luogo deputato al combattimento tra gladiatori. Tra i punti di maggior spicco, la Piazza dei Templi Romani, dove si possono ammirare resti di alcuni templi costruiti nel III secolo d.C. dedicati, probabilmente, a Minerva, Giove e Giunone. I templi furono edificati su luoghi già dedicati alla venerazione di divinità pagane nel V-IV secolo a.C., tanto da rappresentarne il luogo di culto più antico di Chieti. Nei pressi, sul tratto di litorale del Medio Adriatico compreso tra Ortona e Vasto, si trova la Costa dei Trabocchi, luogo dove visse per un periodo Gabriele D’Annunzio e che ne ispirò la scrittura de Il trionfo della morte. Composta da bizzarre costruzioni, macchine da pesca su palafitte dalle origini non chiare - secondo alcuni studiosi andrebbero accreditate ai Fenici - è certo che la loro presenza rende ancora più suggestivo un paesaggio già fantastico di suo. Oggi molti trabocchi, restaurati e riportati alla loro bellezza originaria, ospitano ristoranti dove poter gustare saporite pietanze tradizionali abruzzesi. Le specialità gastronomiche tipiche di Chieti e provincia, hanno origini antiche ma in linea con i principi più moderni della dieta mediterranea e delle produzioni ecologicamente sostenibili. È possibile gustare pietanze tradizionali: dalla pasta alla chitarra, prodotta utilizzando un caratteristico strumento di legno detto appunto chitarra, alla Ngrecciata, zuppa di fave e carciofi, passando per le gustose Pallotte cac’ e ‘ove. Notevoli alcune ricette a base di selvaggina, il cinghiale su tutti, o gli animali da cortile come conigli e polli, cotti in padella o al forno, con verdure, ortaggi e aromi. Non mancano però piatti di pesce, come i Polipi in purgatorio. Non si possono dimenticare i dolci: la Cicerchiata, regina del Carnevale, composta da palline di pasta fritta amalgamate con canditi e miele; ma anche le Neole, le Pizzelle o Ferratele, ovvero dolci a cialda con uovo, farina, vino bianco, zucchero e semi di anice.

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Tour e esperienze
Transiberiana d'Italia

Transiberiana d'Italia

Un itinerario dal fascino indiscusso, un viaggio tra le bellezze storiche, culturali e naturali del magnifico territorio dell’Appennino Centrale. Scorrendo lentamente attraverso alture e vallate del Parco Nazionale d’Abruzzo-Lazio e Molise, e del Parco della Majella con i suoi mistici eremi, toccando alcuni tra i borghi antichi più belli d’Italia, la Ferrovia dei Parchi è l’itinerario indicato per chi è in cerca di esperienze e nuove emozioni. Considerata la tratta ferroviaria più panoramica dello stivale, la Transiberiana d’Italia o Ferrovia dei Parchi ti guiderà tra borghi medievali, natura incontaminata e incantevoli paesaggi in movimento. La ferrovia si distingue per la sua valenza turistica e per le sue caratteristiche tecniche: arrivando a toccare pendenze del 28% in alcuni tratti del suo percorso, è considerata un capolavoro di ingegneria ferroviaria. L’antica tratta Sulmona-Isernia raggiunge una lunghezza di circa 128 km. Lungo il tragitto le carrozze superano panoramici ponti e viadotti e attraversano 58 gallerie, la più lunga delle quali, sotto il Monte Pagano, misura 3109 metri. Si parte da Sulmona tra le 8.45 e le 9.00 del mattino con andata e ritorno in giornata. In base alla stagione il treno ferma in alcune destinazioni piuttosto che altre, sappi che ogni periodo dell’anno è valido per compiere questo viaggio perché le mete sono tutte incantevoli e di pari bellezza. Campo di Giove, Palena, Rivisondoli-Pescocostanzo, Castel di Sangro, Roccaraso, sono alcune delle località toccate dal treno nel suo viaggio attraverso il Parco Nazionale d’Abruzzo e il Parco Nazionale della Majella, da qui il nome di Ferrovia dei Parchi.
Musei e monumenti
Castello Aragonese di Ortona

Castello Aragonese di Ortona

Il Castello Aragonese di Ortona: un maniero vista mare Con una posizione spettacolare a strapiombo sul mare, il Castello Aragonese di Ortona, in provincia di Chieti, domina sul mare Adriatico e, con la sua mole imponente, si volge rivolto verso la lunga Costa dei Trabocchi. Una tappa irrinunciabile per esplorare la storia quattrocentesca legata alla dominazione aragonese sul territorio abruzzese. È risorto dopo un periodo di decadenza Il fortilizio, in stile rinascimentale, fu edificato dagli Aragonesi a partire dalla metà del XV secolo, adattando strutture preesistenti di età medievale. La planimetria pressoché trapezoidale, con torrioni cilindrici angolari dalla base “a scarpa”, fu voluta dagli Aragonesi con chiara funzione difensiva a protezione del porto della città. Nel 1582, Ortona passò nelle mani di Margherita D’Austria che l’acquistò per 54.000 ducati, con l’intento di trasformarla in un centro abitato moderno, economicamente florido. L’innovazione edilizia si concentrò sul nucleo abitato, lasciando la roccaforte aragonese pressoché intatta e la sua funzione di presidio fu mantenuta fino al secolo XVII. A partire dal XIX secolo il castello fu dismesso ed iniziò un lungo periodo di decadenza. Gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943 durante la nota Battaglia di Ortona e poi da un crollo di parte della struttura nel 1946, lo strategico fortilizio è tornato a splendere grazie ad un’attenta opera di restauro e consolidamento eseguita negli anni 2000. Una storia movimentata da una cupa leggenda Impossibile narrare le vicende del Castello Aragonese di Ortona senza citare la cosiddetta “leggenda della Ritorna”: si racconta che un capitano di ventura, nonché ricco mercante, fu accolto alla corte del re, conobbe la sua bellissima figlia e se ne innamorò perdutamente. Il Re promise al mercante di concedergli la mano della figlia solo se gli avesse portato in dono qualcosa di unico e straordinario. Il mercante si mise dunque in viaggio e la principessa decise di aspettarlo. Si recava disperata, ogni giorno, di fronte al mare per chiamare l’amato e fu così che, dopo molti mesi, il mare in tempesta, mosso a compassione, la ricondusse dal suo promesso sposo che era stato inghiottito dalla profondità del mare. Al mattino, sulla spiaggia di Ortona, apparvero frutti mai visti prima, verdi e tondi, chiamati Moro degli Osagi. Erano lo straordinario dono per il re; ancora oggi, nei pressi del castello, i pescatori giurano di udire i lamenti della principessa nelle notti di burrasca. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Ortona fu ribattezzata da Winston Churchill La Stalingrado d’Italia: attraversata dalla Linea Gustav che tagliava in due la penisola, con i nazifascisti a nord e gli angloamericani a sud, la fortificazione fu presa d’assalto e bombardata per circa 6 mesi. Arredi d’epoca, musei e percorsi suggestivi Una visita al Castello Aragonese di Ortona è estremamente suggestiva: dalla sommità della sua mole si gode di un panorama mozzafiato e, in una delle sue torri, è possibile visitare un piccolo ma delizioso museo con immagini d’epoca e arredi appartenuti alle nobili famiglie che lo abitarono nel corso dei secoli. Durante l’estate si anima con spettacoli e musica, molto apprezzati anche dai viaggiatori. I ciclisti e gli amanti delle escursioni possono godere di un comodo percorso che, a partire dal Castello, conduce alla pista ciclabile lungo il litorale di Ortona.
Spiritualità
Eremo di Sant'Onofrio

Eremo di Sant'Onofrio

Alla scoperta dell’Eremo di Sant'Onofrio al Morrone Scenari montani dall’impatto paesaggistico fortissimo, corsi d’acqua al fianco di strade panoramiche, il verde dei boschi che si alterna a imponenti scenari rocciosi: risalendo il Gran Sasso d’Italia e approdando a Sulmona possiamo scoprire la bellezza senza tempo dell’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, piccolo gioiello abruzzese. Eremo di Sant'Onofrio al Morrone: storia di una perla incastonata nella montagna Arroccato su un lato della montagna, caratterizzato da un punto di vista privilegiato sulla Valle Peligna e sulle catene montuose del Gran Sasso e del Sirente-Velino, l’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone è nato dalla volontà di Pietro Angelerio, futuro Papa Celestino V, che vi trascorse parte della sua vita in fuga da Bonifacio VIII. Fu l’ultimo degli eremi fatti costruire dopo il 1290 dall’allora Fra Pietro. Abbandonato nel 1807 come conseguenza della soppressione di alcuni ordini religiosi, tornò in auge quando una serie di eremiti, laici e religiosi, vi si trasferirono. La tradizione racconta che Fra Pietro fu raggiunto dalla notizia della sua elezione al papato mentre osservava il digiuno penitenziale in onore della Vergine Assunta e di San Pietro. Il Crocifisso davanti al quale il Santo pregava avrebbe fatto un cenno con il capo e Pietro avrebbe reagito con queste parole: “Do il mio assenso ai voti del Sacro Collegio ed accetto il Sommo pontificato. Mi aiuti il Signore a portarne il gravissimo giogo”. Dopo l’abdicazione, Pietro tornò proprio a Sant'Onofrio e vi rimase rintanato fino al febbraio del 1295, quando partì alla volta della Puglia per poi imbarcarsi e raggiungere la Grecia. Dichiarato nel 1902 monumento nazionale, l’Eremo è stato parzialmente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale per poi essere accuratamente restaurato. Oggi è considerato al centro di uno dei più importanti itinerari della fede d’Abruzzo. Fra opere d’arte e atmosfere misticheggianti Basta un giorno per cogliere le meraviglie dell’Eremo di Sant'Onofrio al Morrone, a partire dall’oratorio sapientemente affrescato dal Maestro Gentile da Sulmona nel 1200: sul fondo possiamo ammirare una crocifissione con Maria e San Giovanni ai piedi della Croce, mentre all’ingresso San Benedetto è raffigurato tra i Padri eremiti Mauro e Antonio. Sono degni di nota il prezioso soffitto ligneo quattrocentesco e l’antico altare in pietra bianca: nel mezzo vi è incastonato il crocifisso di pietra che, secondo la tradizione, Celestino V benedì durante la messa celebrata in abiti pontificali prima di recarsi a Napoli. Sono di grande interesse storico anche le celle e i locali restaurati di recente, che hanno ospitato nel tempo i religiosi e gli eremiti laici. Gli amanti delle escursioni possono raggiungere il Belvedere che domina la Valle Peligna: è disponibile un punto ristoro e un’area picnic per riposare e godere del panorama. Luogo di culto e di riti propiziatori Non solo una destinazione suggestiva in cui ritrovare calma e introspezione, ma anche un luogo di culto meta di pellegrinaggi e riti propiziatori. All’Eremo di Sant’Onofrio di Morrone è tradizione lo strofinamento (litoterapia) sulle pareti di roccia delle parti del corpo doloranti. La grotta, posta sotto l’eremo, è ricchissima delle acque a cui i fedeli attribuiscono poteri taumaturgici. È apprezzata anche la raccolta di calcinacci, polvere e ramoscelli di piante raccolti intorno al santuario. È possibile assistere sul terrazzo al lancio delle pietre che simboleggiano gli influssi negativi, i dolori, le tentazioni e i peccati da cui i partecipanti vogliono separarsi per sempre.
Musei e monumenti
Museo MAXXI - L'Aquila

MAXXI L'Aquila

Il MAXXI L'Aquila, importante distaccamento del Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, è una delle più recenti aggiunte al panorama culturale della città abruzzese. Inaugurato nel 2021, il MAXXI L'Aquila rappresenta un esempio di come la contemporaneità e la tradizione possano coesistere e dialogare. Il museo è ospitato nel palazzo Ardinghelli, un edificio storico situato nel cuore dell'Aquila: costruito fra il 1732 e il 1743 e ristrutturato più volte nel corso dei secoli, ha una storia ricca e complessa. Originariamente una dimora nobiliare, il palazzo ha subito significativi danni durante il terremoto del 2009 e, dopo una lunga fase di restauro, è stato riconvertito in uno spazio espositivo moderno e dinamico. Il restauro ha preservato e integrato elementi architettonici storici con innovazioni contemporanee, creando un ambiente che celebra il patrimonio storico mentre ospita arte moderna. Il MAXXI L'Aquila ospita una collezione variegata di opere d'arte contemporanea e installazioni, con particolare attenzione agli artisti emergenti e alle pratiche innovative. Tra le opere esposte, spiccano le installazioni di Michelangelo Pistoletto, noto per il suo approccio innovativo alla pittura e alla scultura, e i lavori di Luca Vitone, che esplora il concetto di memoria e identità attraverso l'arte. Il museo dedica anche ampio spazio a mostre temporanee e progetti speciali, offrendo una piattaforma per la creazione e la sperimentazione artistica. Il MAXXI L'Aquila, attraverso la sua collezione e le sue esposizioni non permanenti, rappresenta un punto di incontro tra il patrimonio culturale della città e le espressioni artistiche più recenti, contribuendo a rafforzare l'identità culturale e a promuovere la creatività contemporanea nella regione.
La regione

Un tuffo nella natura tra mare e montagna

L'Abruzzo è l'occasione perfetta per un viaggio nella natura più vera, dalle montagne alle colline passando per la Riserva Naturale Regionale Punta Aderici e il Parco Nazionale d’Abruzzo in cui vivono orsi bruni, aquile reali, lupi marsicani: un tuffo nel bello, nel relax e in un incredibile mix di panorami che arrivano al cuore. Borghi fra i più suggestivi d’Italia compresi.

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