Il Castello Aragonese di Ortona: un maniero vista mare
Con una posizione spettacolare a strapiombo sul mare, il Castello Aragonese di Ortona, in provincia di Chieti, domina sul mare Adriatico e, con la sua mole imponente, si volge rivolto verso la lunga Costa dei Trabocchi. Una tappa irrinunciabile per esplorare la storia quattrocentesca legata alla dominazione aragonese sul territorio abruzzese.
È risorto dopo un periodo di decadenza
Il fortilizio, in stile rinascimentale, fu edificato dagli Aragonesi a partire dalla metà del XV secolo, adattando strutture preesistenti di età medievale. La planimetria pressoché trapezoidale, con torrioni cilindrici angolari dalla base “a scarpa”, fu voluta dagli Aragonesi con chiara funzione difensiva a protezione del porto della città.
Nel 1582, Ortona passò nelle mani di Margherita D’Austria che l’acquistò per 54.000 ducati, con l’intento di trasformarla in un centro abitato moderno, economicamente florido. L’innovazione edilizia si concentrò sul nucleo abitato, lasciando la roccaforte aragonese pressoché intatta e la sua funzione di presidio fu mantenuta fino al secolo XVII.
A partire dal XIX secolo il castello fu dismesso ed iniziò un lungo periodo di decadenza. Gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943 durante la nota Battaglia di Ortona e poi da un crollo di parte della struttura nel 1946, lo strategico fortilizio è tornato a splendere grazie ad un’attenta opera di restauro e consolidamento eseguita negli anni 2000.
Una storia movimentata da una cupa leggenda
Impossibile narrare le vicende del Castello Aragonese di Ortona senza citare la cosiddetta “leggenda della Ritorna”: si racconta che un capitano di ventura, nonché ricco mercante, fu accolto alla corte del re, conobbe la sua bellissima figlia e se ne innamorò perdutamente. Il Re promise al mercante di concedergli la mano della figlia solo se gli avesse portato in dono qualcosa di unico e straordinario. Il mercante si mise dunque in viaggio e la principessa decise di aspettarlo. Si recava disperata, ogni giorno, di fronte al mare per chiamare l’amato e fu così che, dopo molti mesi, il mare in tempesta, mosso a compassione, la ricondusse dal suo promesso sposo che era stato inghiottito dalla profondità del mare. Al mattino, sulla spiaggia di Ortona, apparvero frutti mai visti prima, verdi e tondi, chiamati Moro degli Osagi. Erano lo straordinario dono per il re; ancora oggi, nei pressi del castello, i pescatori giurano di udire i lamenti della principessa nelle notti di burrasca.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Ortona fu ribattezzata da Winston Churchill La Stalingrado d’Italia: attraversata dalla Linea Gustav che tagliava in due la penisola, con i nazifascisti a nord e gli angloamericani a sud, la fortificazione fu presa d’assalto e bombardata per circa 6 mesi.
Arredi d’epoca, musei e percorsi suggestivi
Una visita al Castello Aragonese di Ortona è estremamente suggestiva: dalla sommità della sua mole si gode di un panorama mozzafiato e, in una delle sue torri, è possibile visitare un piccolo ma delizioso museo con immagini d’epoca e arredi appartenuti alle nobili famiglie che lo abitarono nel corso dei secoli. Durante l’estate si anima con spettacoli e musica, molto apprezzati anche dai viaggiatori.
I ciclisti e gli amanti delle escursioni possono godere di un comodo percorso che, a partire dal Castello, conduce alla pista ciclabile lungo il litorale di Ortona.