Abruzzo: canyoning tra gole ed eremi all’ombra del Gran Sasso
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Nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso, tra i Monti della Laga, immersi nella bellezza più selvaggia delle Gole del Salinello: cosa ne direste di fare canyoning attraverso forre strette tra pareti alte 200 metri, cascate e pozze d’acqua?
Se abbiamo catturato la vostra attenzione, leggete qui.
Un paesaggio da cartolina
Le rocce immerse nell’acqua, una vegetazione verdissima, alberi di faggio, quercia e nocciolo che si alternano a stelle alpine e orchidee di montagna: questo è il paesaggio. Sulle gole profonde volano l’aquila e il falco pellegrino. L’acqua in perenne movimento fa da sfondo con il suo fragore. Dove rallenta si forma un laghetto, altrove precipita in una cascata roboante.
La cascata Lu Caccheme
La cascata più spettacolare è Lu Caccheme, alta 35 metri. Si trova proprio all’inizio delle gole e si può raggiungere anche senza avventurarsi nel torrentismo, tramite un sentiero di scalette. Il suo nome in dialetto significa il pentolone per via della forma della roccia che accoglie l’acqua scrosciante creando un piccolo lago verde.
Canyoning alle gole
Se quel che cercate è adrenalina pura, fare canyoning nelle acque del fiume con caschi e imbraghi per percorrere le gole del Salinello è l’esperienza che fa per voi.
La primavera è il periodo migliore per il torrentismo: il fiume è alla massima portata e la natura al culmine della sua bellezza. Il percorso richiede circa 4 ore ed è di media difficoltà. L’accesso è in località Ripe, a pochi km da Civitella del Tronto, il paese più vicino.
Le grotte diventate eremi
Ci sono voluti secoli perché il fiume scavasse gole tanto profonde trovando spazio tra i Monti Gemelli, la Montagna dei Fiori da un lato e la Montagna di Campli dall’altro. In questa zona ci sono grotte abitate sin dalla preistoria, poi trasformate in eremi in epoca medievale.
La grotta Sant’Angelo è alta 30 metri, larga 10 e lunga 40. È un luogo che sin dall’antichità l’uomo ha considerato sacro e che nel medioevo è diventata un eremo. Oggi è dedicata all’Arcangelo Michele ma in origine qui si tenevano riti pagani della fertilità. È la prima che si incontra lungo il percorso, ma non l’unica.
Il più ardito è l’eremo di Santa Maria Scalena raggiungibile solo attraverso un impervio sentiero attrezzato con corde. Dell’eremo di San Francesco alle Scalelle, dove si dice si sia fermato anche San Francesco d’Assisi, restano solo pochi muri. Il più vasto è l’Eremo di S. Angelo in Volturino, una grotta trasformata in monastero di cui restano ancora frammenti di pavimento e di affreschi. Tracce di affreschi e di volte a botte sono visibili anche nella grotta di S. Maria Maddalena.
Il panorama da Castel Manfrino
Se dopo il canyoning avete voglia di altre avventure potete procedere a piedi lungo il sentiero ad anello che conduce a Castel Manfrino.
I ruderi del castello, costruito da re Manfredi di Svevia nel XII secolo, si trovano su uno sperone roccioso a 900 metri di quota: panorama assicurato.
Il borgo di Civitella del Tronto
A fine giornata perché non concedersi una passeggiata tra archi e vicoli del borgo? Qui si trova una delle vie più strette d’Italia, la Ruetta. Salite fino alla fortezza per una vista sui massicci della Laga. Dopo la passeggiata fermatevi per cena per assaggiare ceppe e filetto alla borbonica.