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Arte e cultura

Parco Nazionale del Pollino: un’interessante immersione nella Cultura Arbëreshe

Tipologia
Percorso in auto
Durata
2 giorni
Numero Tappe
4
Difficoltà
Facile

Posto a cavallo tra Basilicata e Calabria, il Parco Nazionale del Pollino, la più grande area protetta in Italia, fa parte della Rete Europea e Globale dei Geoparchi UNESCO. Il vasto territorio ricco di biodiversità e bellezze paesaggistiche e architettoniche, custodisce tradizioni millenarie e antiche culture come quella arberësche. Giunti nel territorio calabro-lucano tra il 1470 e il 1540, gruppi di profughi albanesi raggiunsero le coste italiane, per sfuggire all’esercito turco-ottomano che aveva conquistato l'Albania nella sua espansione nei territori balcanici. Nacquero così i paesi di Acquaformosa, Civita, San Basile, Lungro, Plataci, Frascineto, San Costantino Albanese e San Paolo Albanese, legati alle proprie tradizioni, ai costumi e alla lingua, che questo popolo è riuscito a salvaguardare nei secoli. L’arte, l’iconografia, la lingua, la cucina, tutto ci parla di una cultura antica, quella Arbëreshe, che prende il nome da Arbër, un importante principato albanese del periodo medievale: dai piatti tipici alle funzioni di rito greco-bizantino, dalle celebrazione dei matrimoni alle danze, ai balli e ai costumi tipici, la cultura tradizionale è talmente radicata che, ancora oggi, è possibile respirarla appieno anche nelle melodie dei canti e nella musica. Oggi vi conduciamo alla scoperta di alcuni di questi borghi dove musei della Civiltà Arbëreshe, nati come centro di studio di questa etnia, conservano i costumi tipici, oggetti, attrezzi, documentazioni fotografiche e rappresentazioni dell’arte greco-bizantina espressa nell’iconografia. Una vera e propria immersione nel mondo unico e affascinante della cultura Arbëreshe.

Museo delle bambole e del costume Arbëreshe di Frascineto

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Il nostro itinerario comincia da Frascineto (Frasnita), piccolo comuni del Parco del Pollino in Calabria, in provincia di Cosenza, che, insieme ad altri centri dell’Italia meridionale (Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Calabria), costituisce l’Arbëria ovvero l’insieme delle aree geografiche in cui vivono gli arbëreshe, i discendenti delle popolazioni di profughi albanesi che nel XV secolo sfuggirono all’esercito turco-ottomano. Il borgo ospita il Museo delle bambole e del costume Arbëreshe, creato per non disperdere la preziosa cultura, espone una ricca varietà di costumi: la preziosa arte del ricamo in oro e la ricchezza di elementi degli abiti come copricapo, cinture, veli, colletti e borsette assumono valore di memoria storica e rispecchiano, in particolare, l’organizzazione sociale degli albanesi, rivelando la diversità di ceto di chi l’indossava. Il museo è diviso in due sezioni: la prima, intitolata "Albanesi nel Sud Italia", racconta le immigrazioni in Italia del XV secolo e ospita anche una piccola sezione dedicata alle bambole abbigliate con i costumi tradizionali e una raccolta di fotografie storiche. La seconda sezione, intitolata "Albanesi in Albania", riguarda la Shqiperia, ovvero tutto ciò che attiene alle tradizioni albanesi nella madre patria. Luogo di cultura unico è il Museo delle Icone bizantine e della Tradizione bizantina che custodisce paramenti, arredi liturgici, testi liturgici e antiche icone provenienti da Russia, Ucraina, Bielorussia, Grecia, Bulgaria, Romania e Serbia. Un percorso museale che rappresenta un centro di eccellenza della cultura bizantina in Calabria.

Museo Etnico Arbëreshe di Civita

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Lasciato il piccolo borgo di Frascineto e il suo Museo, percorriamo 6 km per raggiungere Civita (Çifti), altro comune della provincia di Cosenza incastonato nel Parco del Pollino e inserito tra i Borghi più Belli d’Italia. Sulla piazza principale del paese spicca il Museo Etnico Arbëreshe. Diviso in diverse sezioni, ospita al piano terra una biblioteca monotematica sull’etnia italo-albanese con circa 530 volumi pubblicati in Italia e più di 600 pubblicati in Albania; nella Sala del Telaio al primo piano, tra oggetti del mondo contadino e un antico telaio, due espositori presentano percorsi tematici dedicati a Civita e alle varie aree dell’Arbëria; la sala centrale ospita due originali strutture in ferro battuto che contengono materiale iconografico sulla "Leggenda di Skanderbeg", opera pittorica di F. Magli, e una mostra fotografica sul Ponte del Diavolo. Arricchisce il museo la ricca esposizione di oggetti della vita domestica e abiti tradizionali della Sala del Costume: il vestito femminile di gala (nuziale), quello di mezza festa, quello giornaliero, il costume maschile, un costume nobiliare proveniente dal Kossovo, un costume di gala della comunità da Cavallerizzo, ed un costume giornaliero di San Giorgio Albanese, ci parlano della fitta cultura tessile del popolo arbëresche. Il costume nuziale, trasmesso di madre in figlia, è un abito sfarzoso molto elaborato, realizzato in tessuto di seta pura ricco di ornamenti e decori in pizzo, merletto e oro, e concluso da una gonna (‘kamizolla’) con colori sgargianti. Civita è dunque una tappa imperdibile del nostro viaggio, un borgo bellissimo da visitare con calma per godere della sua storia e della sua variopinta cucina tradizionale.

Museo della Cultura Arbëreshe di San Paolo Albanese

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Dopo un sonno ristoratore in uno dei tanti e caratteristici B&B di Civita, ci dirigiamo verso la terza tappa di questo itinerario, attraversando il litorale ionico, per raggiungere San Paolo Albanese (Shën Pali) in provincia di Potenza, nel versante lucano del Parco Nazionale del Pollino. Nel centro storico del borgo, ospitato all’interno di antiche abitazioni ristrutturate, il Museo etnografico di San Paolo Albanese custodisce una ricca esposizione dello straordinario patrimonio di tradizioni della comunità arbëreshe: oggetti, immagini, racconti, canti e filmati, offrono ai visitatori un viaggio emozionante nella storia e nella cultura di questa comunità italo-albanese, che parla ancora l’antica lingua e segue la religione cattolica. Attraverso prodotti e attrezzi della vita domestica e lavorativa, molti dei quali donati dagli abitanti del luogo, viene raccontato il ciclo di lavorazione della ginestra, dalla raccolta, alla trasformazione, alla produzione di tessuti. Nato nel 1975 come mostra agro-pastorale, il museo vuole recuperare, conservare e  promuovere l’identità culturale, territoriale, sociale ed economica della locale comunità arbëreshe.

Etnomuseo della Cultura Arbëreshe di San Costantino Albanese

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Lasciato il paese di San Paolo Albanese e si raggiunge San Costantino Albanese (Shën Kostandini), altro borgo di matrice italo-albanese della provincia di Potenza. Situato in Val Sarmento, nel versante lucano del Parco Nazionale del Pollino, il paese è stato popolato dai profughi albanesi provenienti dalla Grecia meridionale, intorno al 1534.  Il casale di Shën Kostandini, fondato su un'economia agricola basata sulla coltivazione e lavorazione di castagno, olivo, lino, ginestra e cotone, ha tramandato nei secoli gli usi, i costumi, la lingua e i riti della cultura albanese. Situato in un edificio nel centro storico del paese, l’Etnomuseo della Civiltà Arbëreshe ospita la biblioteca di cultura albanese, la mostra iconografica del maestro Josif Droboniku, che ha realizzato le icone che arricchiscono la Chiesa Madre, e il presepe arbëreshe. Una ricca collezione di attrezzi racconta il lavoro pastorale attraverso gli strumenti per la lavorazione del latte, i preziosi costumi tradizionali arbëreshe e il telaio per la lavorazione e la tessitura della ginestra. Punto di forza del museo è il laboratorio per la costruzione di strumenti musicali come la tradizionale “surdulina”, strumento a fiato simile alla zampogna.

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