A Parma, la raffinata
I Farnese, duchi di Parma e Piacenza, sarebbero stati felici dell’investitura di Parma a Capitale Italiana della Cultura 2020+21: grazie a loro, che si circondarono dei più grandi artisti rinascimentali, questa città è da sempre culla del sapere e dell’eleganza. Basta trascorrere un paio d’ore in Piazza Duomo, magari prima di iniziare l’itinerario ciclistico, per averne conferma. La Cattedrale di Santa Maria Assunta è uno dei più importanti edifici romanici del Nord-Italia: l’interno della cupola, con l’affresco di Correggio che raffigura l’Assunzione della Vergine, è un capolavoro rinascimentale da non perdere. Così come il vicino Battistero, ricoperto di marmo rosa di Verona e impreziosito dai portali della Vergine, della Vita e del Giudizio Finale. Se resta del tempo, due must di diversa natura. Una puntata al Palazzo della Pilotta, il complesso monumentale anima della cultura cittadina, costruito sullo spiazzo dove un tempo i soldati spagnoli giocavano alla pelota. Infine, ricordate che siete nella patria della buona tavola: nella provincia di Parma ci sono 8 Musei del Cibo dedicati alle eccellenze gastronomiche del luogo. E date l’arrivederci a questo territorio con un pasto a base di prosciutto, formaggi e primi piatti di pasta fresca.
Nell’entroterra ligure, l’autentico
A questo punto l’itinerario sulle due ruote inizia a fare sul serio. Da Parma, infatti, il tracciato inizia a salire con pendenze moderate, ma costanti, addentrandosi nella natura intatta della Val di Taro. Superato Borgo Val di Taro e arrivati al piccolo abitato di Bedonia, comincia la scalata al mitico Passo del Bocco: una salita di circa 27 chilometri, con un paio di picchi di pendenza dell’8-9 per cento. Il passo, a 957 metri di quota, è una linea di confine tra l’Emilia Romagna e la Liguria, che si spalanca davanti agli occhi con panorami da cartolina. È il momento della discesa nell’entroterra ligure, lunga e impegnativa, ma meravigliosa: si snoda infatti su strade strette e spesso delimitate da muretti di pietra, che impongono grande concentrazione sull’asfalto e mani pronte sui freni. Il silenzio dei boschi è un prezioso alleato, almeno quanto la brezza che sale leggera dal mare. Giunti a Carasco, si risale la Val Fontanabuona, e quindi ancora su per la Colletta di Boasi e per il Valico di Trensasco, a 392 metri. Gli unici centri abitati che si sfiorano in questa parte del tracciato sono piccoli paesi come la Colletta di Castelbianco o Cavassolo, ciascuno con il suo ponte in pietra, le stradine di ciottoli e i sentieri che come dita affusolate s’infilano nella macchia mediterranea. Scegliete quello che v’ispira di più, per una sosta rigenerante dal saliscendi delle Alpi Marittime.
A Genova, la superba
Rispetto al percorso della tappa numero 12 del Giro d’Italia 2022, che comprende un tratto di autostrada e passa sopra l’avveniristico ponte San Giorgio, vi proponiamo un’alternativa più semplice e sicura. Dal Valico di Trensasco, scendete verso il torrente Bisagno e costeggiatelo fino alla stazione ferroviaria di Genova Brignole. Oltrepassati i binari, una svolta a destra v’introduce nel centro storico del capoluogo ligure, tra stradine strette, palazzi altissimi e cortili nascosti. Genova vale almeno una giornata giù dai pedali. Da dove cominciare? Dalla Cattedrale di San Lorenzo, con la sua facciata gotica a cui nell’Ottocento è stata aggiunta una teatrale scalinata. Ma non fermatevi qui. All’interno della chiesa è custodita la replica di una bomba inesplosa lanciata dalla flotta britannica nel 1942, un monito contro la guerra sempre attuale. E nel Museo del Tesoro di San Lorenzo (sempre dentro la Cattedrale) c’è il Sacro Catino, un piatto di vetro verde per anni ritenuto il Sacro Graal. Lasciato il luogo sacro, fate un tuffo nella storia visitando le Strade Nuove e il complesso dei Palazzi dei Rolli, sito Unesco dal 2006: un complesso di nobili dimore costruite nel corso di un grande intervento di riqualificazione della città tra il Cinquecento e il Seicento. Infine, non lasciate questa città senza averne ‘sentito’ il battito che pulsa in mezzo alle onde del porto. Il luogo da raggiungere, attraverso una passerella di 600 metri, è la Lanterna, il faro costruito nel ‘500 e il più antico al mondo tra quelli ancora in funzione: dentro un museo multimediale, fuori una città che vi sedurrà.