Da Palmi a Vibo Valentia: mare e storia
Il via è da Palmi, in provincia di Reggio Calabria, di fronte a un mare aperto e profondo.
La Tonnara, la spiaggia più famosa, è una striscia di sabbia che si estende per 2 chilometri come un tavolo da gioco. Tre grossi scogli sembrano dadi rocciosi buttati nell’acqua da un gigante: l’ultimo è lo Scoglio dell’Ulivo, per via di una pianticella cresciuta sulla sua punta e capace di resistere per anni al vento e alle onde. Viene voglia di fermarsi qui, ad ammirare quel campione di resilienza, ma la strada chiama. Si tratta della Statale 18: una strada ampia, con alcune gallerie, a scorrimento veloce. Perciò attenzione a percorrerla in bici: se siete in gruppo, restate in fila indiana e ignorate il richiamo del mare, restando invece concentrati sull’asfalto.
Dopo una ventina di chilometri, passato l’abitato di Mileto, inizia la salitella verso l’aeroporto Razza di Vibo Valentia e poco dopo si entra nella città che, per le sue reminiscenze storiche, vale un pit stop. È stata, infatti, una delle più importanti colonie della Magna Grecia; vanta un castello meraviglioso, di origine normanno-sveva, oggi sede del Museo Archeologico Statale; ha un centro storico dalle geometrie medievali, con splendidi palazzi in tufo giallo. Ma Vibo Valentia possiede anche un cuore di sabbia mozzafiato: a pochi chilometri, nel comune di Parghelia, c’è la Spiaggia di Michelino, raggiungibile solo con una scarpinata di 240 gradini. Li vale tutti.
Ad Amantea, il borgo con vista sul calar del sole
Conclusa la discesa, dopo una trentina di chilometri lungo la costa, si arriva a Nocera, nella Riviera dei Tramonti. Lo spettacolo segue sempre il solito copione, con il sole che all’imbrunire si tuffa nel blu del mare. Qualche sera, però, appare una guest star: il vulcano Stromboli che fa capolino all’orizzonte. La località dove fare una tappa? Amantea, con la sua città vecchia arrampicata sulla rupe, dove passeggiare tra i vicoletti acciottolati, ammirando i terrazzi e le case dell’Ottocento. Un altro plus: dal centro storico, la vista sul Tirreno è impagabile. Ma già che siete qui, regalatevi qualche ora anche sulle sue spiagge, che non hanno nulla da inviare a quelle di posti più blasonati. La zona del lungomare, tra l’altro, pullula di locali e ristoranti, dove regalarsi una cena a base di pesce (alici e sarde sono gli ingredienti forti) secondo le vecchie ricette dei pescatori locali.
Cetraro e Scalea: la riserva marina a un passo dai monti
A Cetraro si entra nella Riviera dei Cedri: una costa selvaggia, aspra, con scogliere che si tuffano nel mare cristallino, grotte, calette nascoste e spiagge chilometriche. I suoi fondali sono protetti: dal 2008, infatti, è stato istituito il Parco Marino Regionale Riviera dei Cedri. Un tempo Cetraro era una cittadella fortificata, come testimoniano le tre porte d’ingresso al borgo, in cui le piazzette sono spesso chicche storiche della toponomastica. Qualche esempio? “A giorgia” era la vecchia sede del mercato. “Miezza a curta” era il centro del borgo antico. Si arriva poi a Scalea, un meraviglioso groviglio di vicoli, scalinate e piazzette. Dopo un itinerario al profumo di salsedine, potreste avere voglia di un cambio di scenario. Ci sta e siete nel luogo giusto. Voltate le spalle al mare e il Parco del Pollino, il più esteso parco nazionale d’Italia, vi aspetta.