L’isola del tesoro (culturale)
La partenza è in leggera salita, con la scalata alla collina di Posillipo, l’elegante quartiere di Napoli dalle viste mozzafiato. Superato il paesino di Bacoli, si arriva a Monte di Procida, dove il tracciato dei professionisti prosegue con un circuito di 19 chilometri che passa per Torregaveta e Lago Lucrino. I campioni lo affrontano per 4 volte. A voi la scelta. Sappiate, però, che vi trovate in un luogo che merita uno sguardo attento. Dalla spiaggia di Acquamorta, infatti, sembra di poter toccare con mano Procida e un po’ è vero: l’isola Capitale italiana della cultura per l’anno 2022 è a soli 20 minuti di traghetto. La traversata vi porterà al porto di Marina Grande, con le sue case color pastello. Da qui, che decidiate di fermarvi per un pomeriggio o per due giorni, gli spunti non mancano. Potete perdervi tra i vicoli del borgo medievale di Terra Murata; salire all’ex penitenziario Palazzo d’Avalos, il punto più alto e suggestivo dell’isola; arrivare alla chiesa-convento di Santa Margherita Nuova, da dove si ammira il panorama sulla Corricella, il romantico sobborgo disposto ad anfiteatro sul mare, con le costruzioni variopinte e il molo dei pescatori. Restano le spiagge. Una gita in barca vi farà scoprire anche quelle più nascoste. Sicuramente da non perdere la Chiaiolella affacciata sui faraglioni e la spiaggia della Lingua, bagnata da acque dal blu intensissimo.
Nell’antica Baia: il tesoro sommerso
Nel circuito che si sviluppa intorno a Monte di Procida, grazioso comune del Golfo di Napoli che si affaccia verso l’isola di Procida, c’è un’altra tappa da vivere con gli occhi dei turisti. All’altezza di Bacoli si trova infatti l’antica città termale romana di Baia, sede del Parco Archeologico Campi Flegrei, dove geologia e archeologia hanno creato un’atmosfera irripetibile. In questo luogo votato all’ozio e alla dolce vita hanno soggiornato alcuni dei personaggi più potenti di Roma antica. I resti delle loro ville, a cui si sono aggiunti nei secoli diversi stabilimenti termali, sono ancora visibili sulla parte alta del promontorio. Ma la parte più incredibile di questa meraviglia archeologica è quella che si trova sotto il livello del mare, inabissatasi nel corso dei secoli a causa del fenomeno del bradisismo: la Città Sommersa di Baia. Un’area protetta in cui mosaici, tracce di affreschi, sculture, tracciati stradali e colonne sono visibili a una manciata di metri di profondità, grazie a speciali battelli dotati di chiglie sottomarine finestrate. Se amate le immersioni, inoltre, è possibile visitare il parco sommerso in compagnia do guide specializzate.
Tra i tesori di Napoli
La lunga discesa verso il centro di Napoli vi porta dritti sul lungomare di via Caracciolo, per poi entrare nel centro storico, nominato sito Unesco nel 1995. Da dove cominciare con le visite? Anche qui, c’è solo l’imbarazzo della scelta. E alcune certezze. Come Piazza del Plebiscito, il salotto-simbolo della città, o la Galleria Umberto I, l’elegante arteria con le facciate rinascimentali e il soffitto vetrato sormontato da una cupola. E ancora, Palazzo Reale, costruito nel 1600 e sede di un Museo che ospita una ricca collezione di arazzi, dipinti, sculture, porcellane, codici, miniature. Infine, il Teatro San Carlo, il regno della lirica nel mondo da quando re Carlo di Borbone lo ha fatto erigere nel 1737. Segni particolari? L’acustica perfetta, l’ampia area espositiva e le dimensioni: è il più grande d’Europa, con una capienza che può arrivare a 1.386 spettatori.