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Arte e cultura
Friuli Venezia Giulia e Trieste e Duino

A Trieste tra vita e arte: sulle orme dei grandi scrittori Joyce, Svevo, Saba e Rilke

Tipologia
Percorso in auto
Durata
5 giorni
Numero Tappe
5
Difficoltà
Facile

Joyce, Svevo, Saba e Rilke. Trieste è permeata di letteratura. Lo sentono gli abitanti e lo percepiscono i viaggiatori. In questa propaggine meridionale della Mitteleuropa aleggiano influssi germanici, slavi ed ebraici che creano la suggestiva commistione culturale di una città di frontiera. Passeggiando nei quartieri della città si respira ancora questo spirito, lo stesso, o quasi, che nei primi decenni del '900 ha ispirato grandi poeti e romanzieri. Nei pressi del canal Grande e lungo il borgo Teresiano ripercorrete i passi di James Joyce, nel quartiere asburgico borgo Franceschino come nei dintorni di piazza della Borsa frequentate i luoghi dove Italo Svevo era solito trascorrere il tempo, così come i protagonisti dei suoi romanzi. Nel vecchio ghetto ebraico, alle pendici del colle di San Giusto, ammirate gli scorci evocati nelle liriche di Umberto Saba. E poi raggiungere Duino costeggiando il litorale verso ovest. Qui, nel castello dei Torre e Tasso, arroccato su alte falesie a picco sul mare, immaginatevi il poeta di lingua tedesca Rainer Maria Rilke che vi soggiorna mentre compone le sue “Elegie duinesi”, che lo resero celebre.

Con James Joyce sul canal Grande

Con James Joyce sul canal Grande

Era il 1904 quando il giovane irlandese di nome James Joyce mise piede per la prima volta a Trieste. Tra un avvicendarsi di partenze e ritorni, avrebbe vissuto qui per 16 anni. Il suo quartiere era quello intorno al canale Grande, un lembo di Adriatico che s'insinua nel cuore del borgo Teresiano, quartiere voluto dall'imperatore austriaco Carlo VI e portato a compimento dalla figlia Maria Teresa. Attraversate il ponte Rosso dove dal 2004 è stata collocata la statua del celebre scrittore dell’”Ulisse, una delle attrazioni più fotografate dai visitatori. La scultura guarda in direzione della vecchia sede della Berlitz School, in cui lo scrittore irlandese trovò per breve tempo impiego come insegnante d'inglese. Intorno a voi si specchiano sull’acqua le opulente residenze dei mercanti orientali, qui edificate tra Sette e Ottocento. Tra questi spicca palazzo Gopcevich, dal nome del suo primo proprietario, con una raffinata facciata bicroma che evoca lo sfarzo dei palazzi patrizi della Serenissima. Al lavoro alla Berlitz School tuttavia Joyce preferiva la frequentazione di ritrovi mondani come il vicino Caffè Stella Polare, tra il Tempio serbo-ortodosso della Ss. Trinità e di S. Spiridione e la neoclassica chiesa di S. Antonio Taumaturgo.

Viale XX Settembre e altri luoghi di Italo Svevo

Viale XX Settembre e altri luoghi di Italo Svevo

Antica via dell'Acquedotto, vitale boulevard alberato e cuore pulsante della Belle Époque triestina, quand'era frequentato dalla borghesia cittadina che si concentrava nei caffè e nei luoghi di svago. Viale XX Settembre è proprio dove nacque Italo Svevo il celebre scrittore de “La coscienza di Zeno”. Non è un caso che nei suoi romanzi la grande arteria sia una presenza costante a far da sfondo alle vicende dei protagonisti. Qui, tra i luoghi del tempo libero si frequentava il Politeama Rossetti, inaugurato nel 1878, teatro di prosa ospitato in un elegante palazzo, utilizzato anche come cinema, sala da ballo, sede di spettacoli circensi e persino di una caccia al cervo. Il "Viale", com'è chiamato familiarmente dai triestini, non è cambiato molto dai tempi delle crinoline e delle ghette: è ancora una delle vie dello struscio, specie per i più giovani seppur in abbigliamenti diversi, e rimane nella bella stagione il luogo predestinato alle indugianti soste seduti al tavolino di un bar, all’ombra degli alberi a guardare il via vai che passa. Sempre tra '800 e '900 anche la vicina via Cesare Battisti (nota all'epoca come Corsia Stadion, dove lo stesso Svevo visse per un periodo), era molto nota: la si percorre per raggiungere il Giardino pubblico Muzio de Tommasini, il parco cittadino costellato dai busti dei triestini celebri. Poco distante si trova il Caffè San Marco, nel suo liberty che ha mantenuto il sofisticato fascino d'inizio secolo. È il caffè letterario per eccellenza, fin dall'apertura nel 1914 frequentato dai principali autori triestini di nascita o d'adozione, tra cui l’habitué Italo Svevo.

Piazza della Borsa, tra vita e romanzo di Svevo

Piazza della Borsa, tra vita e romanzo di Svevo

Qui la vita di Svevo e la finzione letteraria s'intrecciano indissolubilmente. Da coscienzioso uomo d'affari, lo scrittore frequentava piazza della Borsa, oggi salotto cittadino, ma tra Otto e Novecento era il centro finanziario. In epoca asburgica, per ospitare le contrattazioni di titoli e merci, fu infatti costruito il monumentale palazzo della Borsa Vecchia, a metà '800 messo ai margini dall'attiguo palazzo del Tergesteo, luogo d'incontro per i businessmen. Svevo ci lavorava come impiegato bancario e fu così che, in seguito, vi ambientò alcuni momenti del romanzo "La coscienza di Zeno". Attraversando la galleria interna si raggiunge lo slargo che anticipa il Teatro Verdi, dove Joyce, Svevo e consorti erano habitués appassionati di lirica. Curiosamente, Joyce si recava anche alle funzioni religiose nella vicina chiesa di S. Nicolò e della Ss. Trinità, luogo di culto della comunità greco-ortodossa. Immergetevi nelle atmosfere dell’epoca, sentirete ancora le vibrazioni dei fermenti culturali del Caffè Tommaseo lì accanto. Qui, da Svevo fino a Claudio Magris, i più celebri scrittori triestini hanno scritto pagine memorabili, probabilmente sull’onda dell’ispirazione stimolata dalla raffinatezza del luogo.
Proseguendo sul lungomare si apre la prospettiva inconfondibile di piazza dell'Unità d'Italia, la regina del waterfront triestino. Su tre lati la circondano sontuosi palazzi, rivolta a nord-ovest verso il Golfo, vi regalerà uno degli scorci più pittoreschi della città.

Umberto Saba e il ghetto ebraico

Umberto Saba e il ghetto ebraico

"A Trieste ove son tristezze molte, / e bellezze di cielo e di contrada, / c'è un'erta che si chiama Via del Monte." Tra tutti i luoghi che componevano la geografia sentimentale di Umberto Saba, via del Monte rimase sempre "la via dei santi affetti", dov'erano custoditi tanto i ricordi dei primi anni infantili trascorsi in casa della sua balia, quanto la memoria dei genitori, sepolti poco distante nell’antico cimitero ebraico, oggi Parco della Rimembranza. La ripida stradina, benché esterna all'area occupata dallo storico ghetto cittadino, era strettamente legata alla quotidianità degli ebrei triestini: vi avevano sede sia la cosiddetta Scola Vivante, sinagoga dove il poeta si sposò con Lina, sia l'ospedale israelitico, nei locali ora occupati dal Museo della Comunità ebraica di Trieste "Carlo e Vera Wagner". Il vecchio quartiere israelitico vissuto da Saba ha subìto nei decenni una profonda metamorfosi, ma ancora se ne respira l'atmosfera nelle viuzze in cui si susseguono negozi d'antiquariato, chioschi di libri usati, rigattieri e localini.
Non perdetevi la Sinagoga, vi sorprenderà come uno dei più grandi edifici del culto ebraico d'Europa. La maestosa architettura è un  monumento all'importanza rivestita dalla comunità locale nonché simbolo del melting pot di fedi e culture triestino.

Rainer Maria Rilke al Castello di Duino

Rainer Maria Rilke al Castello di Duino

In corrispondenza del litorale di Barcola, zona balneare prediletta dai triestini, s'imbocca la strada costiera, sinuosa serpentina scavata nella roccia carsica. Curva dopo curva il percorso si innalza progressivamente sopra il livello del mare, aprendo vedute sul Golfo di Trieste e la città, fino a raggiungere Duino. L'abitato è dominato dal Castello, storica residenza dei principi della Torre e Tasso. Negli anni la rocca ha accolto diversi visitatori eccellenti: musicisti come Johann Strauss e Franz Liszt, intellettuali come Gabriele d’Annunzio e Paul Valéry e persino l'imperatrice Elisabetta d'Austria, l'irrequieta principessa Sissi. Ma l'ospite più celebre rimane il poeta Rainer Maria Rilke il quale, durante un suo soggiorno in questo luogo, compose le "Elegie duinesi", raccolta di liriche portata a termine proprio su incoraggiamento della "castellana", la principessa Marie Thurn und Taxis, sua amica e sostenitrice. Nelle vicinanze prende avvio il Sentiero Rilke, una passeggiata panoramica intitolata al poeta praghese, tutta da percorrere per immergersi nei colori e profumi della macchia mediterranea, sul ciglio delle scogliere e per godere di vedute spettacolari.

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