Le origini della Cattedrale di Tivoli si perdono nella notte dei tempi. Una leggenda attribuisce la sua fondazione all'imperatore Costantino, subito dopo l'emanazione dell'Editto di Milano. Altrettanto leggendaria è la tradizione che ne assegna l'edificazione a Papa San Simplicio, tiburtino, che governò la Chiesa tra il 468 e il 483. La prima menzione storicamente attendibile della chiesa dedicata a San Lorenzo martire si trova nel Liber Pontificalis, dove si afferma che Papa Leone III (795-816) la arricchì con doni preziosi.
La facciata attuale della cattedrale fu realizzata nel 1650, con l’aggiunta di un portico a tre fornici. Nel nartece è conservato un affresco del XVI secolo raffigurante la Madonna della Pietà. Accanto alla facciata si erge il campanile, alto quasi 47 metri, unica testimonianza rimasta della precedente cattedrale romanica.
L’interno della cattedrale si sviluppa in un’unica navata, affiancata da quattro cappelle per lato, intercomunicanti tra loro. Sul lato sinistro, una di queste cappelle funge da ingresso laterale, mentre un’altra dà accesso all’atrio della sacrestia. La navata è separata dalle cappelle da pilastri che inglobano le antiche colonne con capitelli corinzi appartenenti alla struttura romanica originaria. La volta a botte, arricchita da finestre che si aprono nelle lunette, è decorata con tre grandi riquadri raffiguranti la Religione, San Lorenzo Martire e la Fede. Nella parete absidale sono rappresentati i santi tiburtini: Papa Simplicio e i martiri Generoso, Sinforosa e Getulio. Inoltre, nelle vele sopra le finestre della navata, sono raffigurati i dodici apostoli all’interno di medaglioni.
Contrariamente a quanto spesso si crede, la decorazione della navata e dell’abside non è opera di Carlo Labruzzi, ma fu realizzata nel 1816 da Angelo De Angelis, un pittore romano poco conosciuto, ricordato anche per aver affrescato la Cappella Paolina nel Palazzo del Quirinale nel 1818. L’altare maggiore, datato 1704, è un capolavoro di marmi policromi, impreziosito da putti e cherubini. Alle sue spalle, al centro della curva absidale, si trova la tela di Pietro Labruzzi (1739-1805) raffigurante San Lorenzo davanti al giudice prima del martirio.
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