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Spiritualità
Passo a passo, dalla campagna del Lazio al cuore dell’Urbe

Giubileo 2025, la Roma dei pellegrini tra le 13 chiese giubilari

Papa Francesco ha aperto 13 chiese per il ritrovo dei fedeli e la catechesi nelle diverse lingue

5 minuti

La Chiesa celebra nel 2025 il Giubileo ordinario, l’anno santo che il Papa convoca periodicamente dal 1300 e che segna una tappa importante per l’istituzione cattolica. 

Per ottenere l’indulgenza, i fedeli vanno in pellegrinaggio a Roma e una volta arrivati devono confessarsi, fare la comunione, pregare e fare un’opera di pietà, di misericordia o di penitenza. I luoghi in cui praticare gli atti di fede sono le chiese giubilari.

A Roma le più famose sono quella di S. Pietro, S. Giovanni in Laterano, S. Paolo fuori le mura e S. Maria Maggiore, ma le chiese giubilari dell’Urbe sono di più. 

Papa Francesco per il Giubileo del 2025 ha aperto 13 chiese al ritrovo dei pellegrini e alle catechesi nelle diverse lingue, alcune davvero sconosciute ai più. Scopriamole, una per una, come fossimo in un viaggio, passo a passo verso il cuore dell’Urbe.

 

Un santuario tra le campagne dell’Ardeatina

Un santuario tra le campagne dell’Ardeatina

Si parte da fuori Roma, a sud, percorrendo la strada Ardeatina, tra le colline al limite del parco dell’Appia Antica. La prima tappa del viaggio verso il cuore della città giubilare è il Santuario del Divino Amore, già dalla seconda metà del XVIII secolo luogo di pellegrinaggio, eretto a una decina di chilometri dalla via Appia e a 12 dalla chiesa del “Domine Quo Vadis”. 

Si narra che l’evento fondativo del santuario fu la protezione che la Madonna diede a un pellegrino disperso nelle campagne, nel 1740. Oltre alle testimonianze di fede, segnano questo luogo anche il voto di protezione che i romani fecero durante la seconda guerra mondiale e addirittura una citazione nella settima arte. Il santuario è stato raccontato, infatti, dall’obiettivo di Fellini nel film “Le notti di Cabiria”. 

Tra il suo patrimonio artistico si deve citare la Madonna del Divino amore, una icona bizantina che rappresenta il legame tra aria e Spirito Santo. Il santuario venne ingrandito alle soglie del 2000. A consacrare la struttura rinnovata fu Giovanni Paolo II nel 1999.

Andare sull’Aventino, verso la chiesa di S. Prisca

Andare sull’Aventino, verso la chiesa di S. Prisca

Con la seconda tappa si entra a Roma, in una zona ormai centrale ma silenziosa e poco trafficata. Tra il verde di giardini pubblici e privati, si trovano chiese suggestive come S. Sabina, S. Alessio e la chiesa giubilare di S. Prisca. Per raggiungere quest’ultima si percorrono le tranquille vie dell’Aventino, fino a superare la piazza del tempio di Diana. 

La chiesa di S. Prisca testimonia vicende antichissime. Sorta sui resti della casa della martire Prisca, uccisa intorno alla metà del I secolo ai tempi dell’imperatore Claudio, la chiesa fu ricostruita al tempo di Callisto III nel 1456. Sotto le sue navate si conservano ancora le strutture originarie dell’edificio di culto, come la casa del I secolo o gli ambienti adattati al culto del dio Mitra, raffigurato negli affreschi che ne raccontano le gesta di musica.

Le chiese di S. Maria in Monserrato degli Spagnoli e di S. Paolo alla Regola

Le chiese di S. Maria in Monserrato degli Spagnoli e di S. Paolo alla Regola

Siamo ora nel “quartiere del Rinascimento”, tra le vie del Banco di S. Spirito e dei Banchi Nuovi, piazza Navona, piazza Farnese e Campo de' Fiori. Dal Celio si scende verso il lungotevere Aventino. 

Tra le ricche residenze e le abitazioni popolari, si trovano alcune chiese. Le due giubilari scelte dal Pontefice sono S. Paolo alla Regola e S. Maria in Monserrato degli Spagnoli.

Pare che la chiesa di S. Paolo alla Regola venne costruita intorno alla prima abitazione romana del santo, che dopo una vita di evangelizzazione venne fatto uccidere da Nerone, intorno al 64 d.C. L’edificazione del luogo di culto risale però ufficialmente al 1186. La chiesa fu completamente riedificata alla fine del XVII secolo. Molte sono le opere al suo interno, dalle Storie della vita di San Paolo di Luigi Garzi a quelle del Calandrucci.

La seconda chiesa giubilare, quella di S. Maria in Monserrato degli Spagnoli, è decisamente di costruzione più recente. Iniziata su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane nel 1518, fu completata tra il 1673 e il 1675 quale chiesa degli Aragonesi e dei Catalani. Ora è chiesa nazionale degli Spagnoli. Moltissime sono le opere che conserva e per ammirare un monumento funebre scolpito dal Bernini si deve entrare nel Collegio Spagnolo, annesso alla chiesa.

Nella Roma Umbertina, alla “Chiesa Nuova” di S. Maria in Vallicella

Nella Roma Umbertina, alla “Chiesa Nuova” di S. Maria in Vallicella

In questa parte dell’Urbe si cammina sull’asse della Roma umbertina, con le sue espressioni neobarocche che segnano la Roma borghese ottocentesca e le residenze dell’antica nobiltà papalina. In questo contesto si trova una delle chiese dove si raccoglieranno i pellegrini per la catechesi, che verrà officiata in tantissime lingue di tutto il mondo. 

La chiesa di S. Maria in Vallicella è legata alla figura di Filippo Neri, fondatore nel 1551 dell'«Oratorio» eretto nel 1575 da Gregorio XIII a congregazione dell'Oratorio. Le sue origini risalgono al secolo XII. La chiesa nel nome richiama l’avvallamento che si ipotizza corrisponda al «Tarentum», il santuario sotterraneo sede del culto delle divinità infernali Dite e Proserpina. Il tempio cristiano venne ricostruito a partire dal 1575, da qui l’appellativo comune di “Chiesa Nuova”.

Una volta entrati, si possono ammirare molte opere di grande valore che impreziosiscono il ricco interno in stile barocco. Nella cappella Spada, si ammirano la Madonna col Bambino e i Ss. Carlo Borromeo e Ignazio di Loyola di Carlo Maratta. Il presbiterio conserva capolavori del periodo romano di Pieter Paul Rubens (1606-1608) mentre uno straordinario paramento di marmi preziosi riveste la cappella di S. Filippo Neri (1600-1602).

 

Nel cuore di Roma, fino al Vaticano e oltre

Nel cuore di Roma, fino al Vaticano e oltre

Non si fatica ad accorgersi che in questo fazzoletto steso sul cuore di Roma si addensano un numero enorme di palazzi e chiese. Qui si allarga l’ansa del Tevere che più si avvicina al Vaticano. 

Tra le vie dei Banchi Nuovi, del Governo Vecchio, di S. Pantaleo e di Torre Argentina e le vie dei Banchi Vecchi e del Pellegrino, Campo de’ Fiori e via de’ Giubbonari, che ricalcano i tracciati dell’antica Roma, si trova la maggiore concentrazione di chiese giubilari: S. Salvatore in Lauro, S. Maria dell'Orazione e Morte, S. Caterina da Siena, S. Spirito dei Napoletani, S. Maria del Suffragio e S. Giovanni Battista dei Fiorentini. 

Tra queste, si distingue S. Salvatore in Lauro per essere un vero e proprio santuario nel cuore di Roma. Dal 1600, è il Santuario della Madonna di Loreto a Roma e conserva una delle più antiche icone lauretane. Dal 2007 è diventato un luogo dedicato alla figura di Padre Pio da Pietrelcina e conserva importanti reliquie del Santo. 

L’ultima chiesa è nel rione Colonna, il cui nome deriva dalla colonna di Marco Aurelio, tra via del Corso (segmento urbano della antica Flaminia) e la salita al Pincio. Qui si trova la chiesa giubilare di S. Andrea delle Fratte: nominata nel sec. XII “S. Andrea de hortis” perché era fuori dalla città, è un esempio di architettura “borromiana”.  L'intervento di Borromini, della seconda metà del XVII secolo, si nota per contrasto alle linee ortogonali delle vie che circondano la chiesa. Accanto all'abside, si innalza uno stupefacente campanile a pianta quadrata. Una volta entrati nell’unica navata, con una volta a botte, il consiglio è andare ai lati del presbiterio per ammirare gli angeli marmorei di Gian Lorenzo Bernini (1668-69), una visione che appaga ed è benaugurante per il Giubileo.

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