Appoggiato sulla valle del Tevere in una piana circondata da colline, Fiano Romano è un centro nato in una posizione che gli ha permesso di essere abitato fin dai tempi antichissimi grazie alla vicinanza della via di comunicazione naturale del fiume. Reperti di armi, utensili di pietra e ossa lavorate testimoniano la presenza di tribù di cacciatori-raccoglitori fin dell'Età del bronzo (XII-XIII secolo a.C.) mentre altri ritrovamenti in ceramica databili al VIII secolo a.C. confermano che vi abitarono Sabini, Etruschi e Latini. Tra il II e il I secolo a.C. la zona fu completamente romanizzata, con opere di rifacimento delle vie e di ricostruzione urbanistica sullo stampo di un foro romano, fino alla realizzazione di grandi interventi urbanistici di riorganizzazione in epoca augustea. Nel Rinascimento Fiano fu dominata dalla famiglia Orsini, che commissionò la costruzione del Castello. Quattrocentesco, è un robusto mastio cilindrico centrale con una torre laterale quadrata e si trova appoggiato alla Porta Capena, la porta di ingresso della città. Al suo interno c’è un cortile con una scalinata che porta al piano nobile.
L’altro monumento di interesse, questa volta religioso, è la parrocchiale di S. Stefano Protomartire il cui impianto originario sorse nel XII-XIII secolo; abbandonata per la posizione scomoda fu poi ricostruita nella seconda metà del XV secolo. All’interno conserva diverse opere di pregio, tra le quali il dipinto della Madonna con i Santi Giovanni Battista, Stefano, Biagio e Pietro, di Antonio del Massaro, il monumento funebre di Niccolò Orsini, la tavola con soggetto il Salvator mundi, 2 tele di scuola umbra.
Di grande interesse archeologico sono invece i resti del Mausoleo di Fiano Romano, un insieme di 13 grandi blocchi di marmo decorati a rilievo di circa 60 centimetri per un metro del I secolo a.C. con scene di combattimenti gladiatori che in origine decoravano un monumento funerario a torre. La vicenda del ritrovamento è curiosa, nel 2007 le lastre furono rinvenute in un terreno privato nascoste sotto uno strato di terra e ordinatamente disposte l'una accanto alle altre. Pare infatti che fossero state trovate casualmente durante dei lavori edili ma gli scopritori avessero cercato di piazzarle sul mercato clandestino delle opere d'arte. I reperti con scene gladiatorie sono stati oggetto di studi e restauri e sono esposti all'antiquarium Lucus Feroniae, il sito archeologico situato nel comune di Capena, sull'antica via Tiberina.