La chiesa di S. Caterina da Siena in via Giulia era il punto di riferimento dell’Arciconfraternita di S. Caterina (o Arciconfraternita dei Senesi), istituita nel 1519 per riunire i senesi residenti a Roma. Da Siena provenivano sia Baldassarre Peruzzi, l’architetto che progettò la chiesa attorno al 1526, sia Paolo Posi, che la ricostruì completamente nel 1766-76. Per i confratelli, la scelta di edificare la chiesa in via Giulia rispondeva a un disegno preciso. Questo era infatti un quartiere elitario e “alla moda”, attorno al quale già nel secondo ’400 gravitavano le famiglie senesi più ricche e potenti, di mercanti e banchieri: stiamo parlando di casati quali i Chigi, i Borghese, i Piccolomini… Stabilire qui la sede e la chiesa dell’arciconfraternita equivaleva a uno status symbol, tanto più che sulla stessa strada sorgono anche le chiese delle comunità dei napoletani e dei fiorentini.
La facciata della chiesa di S. Caterina da Siena è tardobarocca, presenta un elegante andamento concavo che si rifà all’esempio di Francesco Borromini. Gli interni si sviluppano con un’unica navata e sono decorati da affreschi dalla leziosità tipicamente settecentesca: spicca il Ritorno di Gregorio XI da Avignone realizzato dal francese Lorenzo Pecheux nel catino absidale (1773). L’identità “nazionale” della chiesa è ribadita da affreschi dedicati ad altri santi senesi, come la Predica di S. Bernardino da Siena di Salvatore Monosilio (1768), e soprattutto dall’esposizione, al suo interno, delle bandiere delle contrade della città.
L’insieme degli ambienti a disposizione dell’arciconfraternita comprende, oltre alla chiesa, vasti spazi dove potevano trovare accoglienza i pellegrini che giungevano a Roma dalla città toscana; ci sono poi un cortile interno e un raffinato oratorio dove si ammirano alcune opere d’arte del ’500 e del ’600 sopravvissute al rifacimento della chiesa, come la Resurrezione dipinta da Gerolamo Genga e la S. Caterina scolpita da Ercole Ferrata. Sul retro, il complesso si estende fino a via di Monserrato, dove nel 1912 è stata costruita una facciata che replica quella della casa natale di santa Caterina (ai numeri 111 e 112). Tuttora l’Arciconfraternita di S. Caterina ha sede accanto alla chiesa e continua a occuparsi della sua gestione.