Panoramica
Con i suoi tavolini in piazza, il piccolo locale inaugurato nel 1763 si è affermato come tempio della raffinatezza piemontese. La ricetta esatta per preparare il particolare combinato che si chiama “bicerìn” (caffè, cioccolato, fior di latte) è tenuta qui rigorosamente segreta e, per contratto, i dipendenti devono tacere con chiunque sul tema. Eppure, al di là degli orgogli di bottega, nel 2001 la storica bevanda di Torino è stata riconosciuta ufficialmente come prodotto tradizionale del Piemonte.
E dopo un caffè, o un cappuccino, uno zabaione, un aperitivo o un toast al cioccolato, sulla stessa piazza di Al Bicerin si trova il Santuario della Consolata a cui fare una visita. La vicenda della Consolata è legata a quella di una leggendaria effigie paleocristiana della Madonna, smarrita nel corso dei secoli ma presente nel santuario sotto forma di copia quattrocentesca. Anche i non credenti restano colpiti dalla chiesa, ricostruita fra 1678 e 1704 su progetto di Guarino Guarini, e dal presbiterio del santuario, realizzato da Filippo Juvarra entro il 1729.