Salta il menu
Cicloturismo
Piemonte

Un percorso e mille mondi diversi. La meraviglia di attraversare il Piemonte in bicicletta

Ci sono dame e cavalieri, mondine e vignaioli, statisti e monarchi: una comunità trasversale allo scorrere del tempo e alle classi sociali, che non è racchiusa in un libro fantasy, ma disseminata lungo l’itinerario di cui parliamo in questo articolo.

4 minuti

S’ispira al GranPiemonte 2022, la Classica del ciclismo d’autunno che parte da Omegna, sulla punta Nord del Lago d’Orta, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, e si conclude alle porte di Torino. Bisogna solo immaginarli questi personaggi, e non è difficile quando si pedala in un territorio così straordinario da sembrare un piccolo mondo in miniatura, fatto di montagne aspre e pianure infinite, risaie e vigneti, castelli, tenute di caccia e residenze nobiliari. Basta rallentare il passo, guardarsi intorno, lasciarsi ispirare.

Del resto, il tracciato è prevalentemente pianeggiante, per la gioia di chi ama sentire il vento sulla pelle, ma anche di chi preferisce conservare un po’ di energie per un pit stop culturale. Fate solo attenzione ai chilometri, che sono davvero tanti: 198. Il consiglio è di spezzare il percorso in due tappe, concedendovi una notte di riposo, e lasciare ai professionisti l’impresa di percorrerlo in un solo giorno. E allora, come si dice in dialetto piemontese, andùma!

monumenti al tramonto torino

Il tracciato prende il via in leggera salita da Omegna e subito infila la direzione più bella, quella del lungolago di Orta. Lo specchio d’acqua più romantico d’Italia, che si allunga dal Monte Mottarone alla pianura di Novara, è punteggiato di borghi pittoreschi, alcuni sulle sue sponde, altri arroccati sulla prima collina, da dove il panorama è impareggiabile.

Nonio, il primo paese che s’incontra, è uno di questi. A renderlo speciale sono le cave di Serpentino, un minerale grigio-verde, e il fenomeno dei due tramonti: in alcuni giorni dell’anno il sole scompare dietro il monte Castello, che sovrasta il borgo, e ricompare qualche minuto dopo, per poi calare definitivamente.

Neanche il tempo di ripartire, e nel giro di pochi chilometri vi aspetta un altro gioiello: Pella, il paesino che vanta una delle balconate panoramiche più belle d’Italia. Parliamo del Santuario della Madonna del Sasso, da cui si abbraccia con lo sguardo tutto il Lago d’Orta, compresa l’isoletta di San Giulio. Una sosta qui è il giusto arrivederci al lago, prima di un cambio di scenario.

Chiesa

L’itinerario sale infatti verso il colle della Cremosina, a quota 560 metri, oltre il quale si apre la Valsesia, incastonata tra montagne aspre e autentiche.

A Borgosesia, un centro di produzione della lana con una storia millenaria, una di queste, dal profilo solitario e possente, catturerà il vostro sguardo: è il Monte Fenera, da cui prende il nome del Parco Naturale in cui si snodano i prossimi chilometri. Sembra un luogo remoto, quasi allergico alla vita, ma non è così.

Circa 300mila anni fa sulle sue pendici boscose viveva l’uomo di Neanderthal, come testimoniano alcune grotte, mentre oggi questo habitat vanta una fauna rarissima. La cicogna nera, il picchio muraiolo e il falco pellegrino qui sono di casa.

isola san giulio

La magia della bici? Una ventina di chilometri attraverso risaie e vigneti vi fanno compiere un salto nel tempo, dalla preistoria al Rinascimento.

Ve ne accorgerete osservando Rovasenda e la sua torre-simbolo, costruita nel 1461 e alta ben 48 metri. E ancora di più arrivando a Buronzo, famoso per il suo Consortile, e cioè sette castelli in uno.

Il maniero, infatti, apparteneva ai Signori di Buronzo, una famiglia che nel 14esimo secolo si divise in 7 rami: ognuno occupava una porzione distinta della fortezza, mentre le parti comuni (come fossati e muri di cinta) venivano gestite insieme. Nei secoli crebbe così un borgo fortificato che occupa 10mila metri quadri e merita una visita.

villa con alberi

La pianura, e con essa la pedalata facile, s’interrompe di fronte alla collina di Superga, che si scala dal versante del Pilonetto: il dislivello non è pazzesco, ma le pendenze, soprattutto all’altezza di Rivodora, superano il 10 per cento. In cima, ci sono almeno due motivi per fermarvi: la splendida Basilica barocca costruita su disegno di Filippo Juvarra e dedicata alla Madonna delle Grazie e la lapide in memoria del Grande Torino, la squadra di calcio scomparsa nell’incidente aereo del 4 maggio del 1949.

Basilica di Superga

La discesa dal colle vi porta dritti a un altro luogo caro agli amanti della storia: Santena, la città natale di Camillo Benso Conte di Cavour. A lui è dedicato il Polo Cavouriano, con la villa Settecentesca di famiglia e la tomba dello statista artefice dell’unità d’Italia, dichiarata monumento nazionale nel 1911.

È un luogo ricco di fascino, che rende difficile l’arrivederci. Consolatevi sapendo che uno altrettanto interessante vi aspetta a poche pedalate di distanza. Si tratta della Palazzina di Caccia di Stupinigi, uno dei gioielli monumentali di Torino, costruita a partire dal 1729 per l’attività venatoria dei Savoia. Appartiene alle Residenze Reali Sabaude del Piemonte, patrimonio mondiale Unesco, ed è l’ultima sosta consigliata lungo questo itinerario con arrivo a Beinasco, alle porte di Torino.

A cura della redazione di RCS Sport

Ops! C'è stato un problema con la condivisione. Accetta i cookie di profilazione per condividere la pagina.