Pedalare nel cuore antico del Piemonte
3 minuti
Tra le risaie, dove si specchiano le nuvole
Il percorso inizia da Magenta, città-simbolo del Risorgimento Italiano, e attraversa l’alta pianura padana per puntare dritto verso il Piemonte. Certo, sono strade piatte, ma attenzione a pensare che manchino le emozioni.
Quando si entra nel territorio vercellese ci si ritrova in un altro mondo, in un altro tempo. Siamo nelle risaie raccontate in Riso amaro, il capolavoro neorealista sull’amarezza delle mondine: uno scacchiere di piccoli mari delimitati da argini che, attraverso un sistema di canali, impediscono all’acqua di defluire, soprattutto da metà aprile a metà maggio, quando vengono riempiti e diventano specchi per il cielo e le sue nuvole.
Pedalare qui, sfiorando paesi come Santhià, Cavaglià, Viverone e Bollengo, è una meraviglia che vale il weekend. Da completare con una visita all’Abbazia di Lucedio, a Trino, fondata nel 1123 dai monaci cistercensi, che bonificarono il territorio e introdussero per primi la coltivazione del riso verso la metà del 400. Se poi c’è tempo per una sosta a Vercelli, il consiglio è di non farsi mancare una puntata alla Basilica di Sant’Andrea, con i suoi campanili gotici e la facciata romanica.
Nel Parco della Mandria, tra storia e natura
La parte finale della Milano-Torino è nel segno della natura, oltre che della storia. Gli ultimi chilometri della competizione ciclistica, infatti, si snodano nel Parco della Mandria, il primo parco regionale istituito in Italia (1978), nonché uno dei più belli: una superficie di 30 chilometri quadrati appartenuta ai Savoia, che qui soggiornavano e andavano a caccia.
Il Castello de La Mandria, situato all’interno del parco, la Reggia di Venaria Reale e il Castello di Rivoli, dove si trova il traguardo della competizione, sono tre gioielli da non perdere. Un mix di storia, architettura e bellezza che li ha fatti entrare nella lista dei 22 splendidi palazzi e sontuose ville del Piemonte (11 dei quali a Torino), nominati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997.
Da un punto di vista tecnico, il percorso non presenta grandi difficoltà: attenzione se tira vento e alle distrazioni che possono venire dagli incontri ravvicinati con gli animali. Ci troviamo, infatti, in un ambiente unico, ricco di foreste e spazi aperti, stagni e corsi d’acqua, dove si possono avvistare aquile reali, cicogne nere, gru, aironi, picchi e caprioli.
A cura della redazione di RCS Sport.