I paesaggi delle Marche
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Le colline sono l’espressione più piena della pluralità delle Marche, dove il lavoro e il sapere della terra sono diventati civiltà solida, capace di confrontarsi con le arti più raffinate dei suoi maestri, la letteratura più illuminata dei suoi poeti e scrittori, le forme e i pensieri eleganti delle sue città. Colli che si susseguono con un proprio ordine, più netto al centro-sud della regione, più “primitivo” verso il nord. Promontori scenografici o discreti, coltivati o selvaggi, abitati o solitari. E poi vigne antiche e nuove, che danno vini bianchi e rossi cui si riconosce oggi un primato certo in Italia. Le colline marchigiane sono punteggiate di splendidi borghi, che invitano a un ritmo lento e naturale, e maestose rocche e fortezze, come quelle di Francesco di Giorgio Martini nel Montefeltro, la Fortezza Albornoz di Sassoferrato, la Rocca di Offagna e la Rocca Roveresca di Senigallia.
Lasciatevi stupire dalle meraviglie dell’Appennino Marchigiano
L’Appennino italiano è piuttosto inaspettato, ma quello marchigiano lascia davvero sorpresi: cime come quella del Vettore, che con i suoi 2476m sovrasta i Sibillini e le loro magiche leggende; montagne in cui si apre la meraviglia di grotte tra le più grandi e importanti al mondo come quelle di Frasassi; pareti di rocce dai colori vivi dove, già in epoca romana, si sono scavate gallerie e realizzate strade che hanno fatto la storia, come al Furlo. E ancora vette che si inseguono in giogaie come quelle del Catria, del Monte Acuto e del Nerone, rilievi selvatici e misteriosi come quelli dell’Alpe della Luna. Profumi di boschi e prati che invitano a rigeneranti passeggiate ed escursioni, cime innevate che vi aspettano tra piste da sci e rifugi, cibi di raffinata semplicità, atmosfere dove l’intensità della vita e memoria montanara aleggia insieme al fumo delle ultime carbonaie.
Dai promontori a picco sul mare alle spiagge “di velluto”: ecco la costa marchigiana
Costa varia in forme e colori, quella marchigiana si apre con un monte: dal promontorio di Gabicce si gode la vista di un mare che non ti aspetti, con l’occhio che si perde verso il largo e su tutta la costa. Di qui prende forma il Monte San Bartolo che arriva fino a Pesaro con le sue vedute spettacolari, fatte apposta per regalare un Adriatico selvatico e sorprendente, dopo centinaia di chilometri di costa pianeggiante e affollata. Sfumate le alture, a Fano tornano le spiagge morbide e distese che diventano “di velluto” a Senigallia. Poi vicino ad Ancona ecco di nuovo un monte, il Conero, con le deliziose Numana e Sirolo: un monte vero per la sua natura particolare, nonostante i soli 572m, tutti però a picco sul mare. Quindi, per un lungo tratto, di nuovo arenili larghi e tranquilli come quelli di Civitanova, Sant’Elpidio, Porto San Giorgio, Pedaso, che verso sud diventano “esotici” con la “Riviera della palme” di Cupra Marittima, San Benedetto del Tronto e Grottammare.
Nei versi di Leopardi: quando poesia e paesaggio diventano un unico straordinario patrimonio
Una delle voci più alte della poesia di tutti i tempi non poteva non segnare profondamente gli spazi dove è nata e ha preso forma. Una voce, quella di Giacomo Leopardi, che ha tratto ispirazione da questi luoghi e che, quasi in contrasto con la loro discrezione, li ha resi protagonisti di riflessioni tra le più potenti mai scritte sul significato del vivere. Immagini indelebili di gioie piccole e immense, di consolazioni difficili e sublimi, di consapevolezze struggenti e liriche che, calandosi nel paesaggio marchigiano, sono diventate patrimonio unico di questa terra. Perdendosi nei suoi panorami incontaminati diventa forse più comprensibile il significato dell’Infinito. D’altra parte, i versi di Leopardi ci accompagnano nella scoperta di questa regione, a partire da Recanati, dalla sua casa e dai luoghi che hanno segnato la sua vita – come la casa di Silvia e il Monte Tabor – che abbiamo imparato a conoscere dalle sue parole prima ancora di visitarli.
Urbinate e Montefeltro: nel regno della bellezza e dell’eleganza
Il Ducato di Urbino, città di Raffaello Sanzio e Patrimonio dell’Umanità, e l’antica regione del Montefeltro, che confinano e in alcune parti si sovrappongono, portano l’eco di una visione che guarda costantemente alla qualità: dei paesaggi, delle architetture e delle residenze storiche che rendono unica questa terra, del vivere quotidiano, del senso poetico delle cose, dei sogni e delle realtà che oggi ne fanno un ambiente di natura e cultura privilegiato. Il Montefeltro e l’Urbinate non sono solo luogo, ma ancor prima un sentimento. È fuor di dubbio che esista un vero e proprio stile Montefeltro, un modo ben definito di essere, di apprezzare l’eleganza e la bellezza, di mettere insieme i sapori e i profumi più giusti (si pensi al tartufo che qui vede alcune delle sue capitali). Una maniera che coglie appieno le arti e i pensieri più alti del Medioevo e del Rinascimento Italiano.