Panoramica
Misura appena 250 metri via Raimondo Montecuccoli, la distanza che separa il suo sbocco sulla Prenestina, all’estremità sud, dal muro della ferrovia Roma-Sulmona che la chiude a nord. L’unico vanto storico-artistico della zona è il vicino Torrione o Mausoleo Prenestino, una grande tomba a tumulo della fine del I secolo a.C. che ricorda quella di Ottaviano Augusto: il tamburo misura oltre 40 metri di diametro. Oggi il Torrione è circondato da un’area verde che ingentilisce un po’ questa zona periferica del Pigneto, compresa nel Quartiere Tiburtino.
La ragione per cui davvero vale la pena raggiungere via Montecuccoli si intuisce all’angolo con la Prenestina, dove un piccolo murale in bianco e nero ritrae il volto di Anna Magnani; poco più avanti, di fronte al n. 17 un cartello spiega che nel 1945 in via Montecuccoli furono girate le scene più importanti di “Roma città aperta”, il capolavoro neorealista di Roberto Rossellini. L’atmosfera risulta un po’ dimessa, auto in sosta e cassonetti non creano certo un contesto celebrativo. Ma forse è giusto così: lo spirito del neorealismo, che era contrario a ogni abbellimento della realtà durante le riprese, non tollererebbe nemmeno aggiustamenti a favore di smartphone.
Del resto, Rossellini scelse questa zona proprio per la sua identità operaia, autenticamente popolare. Durante la guerra, i bombardamenti sulle fabbriche del Pigneto e sullo scalo ferroviario Prenestino avevano danneggiato anche molti edifici civili, compresi alcuni palazzi attorno a via Montecuccoli poi ricostruiti con scelte discutibili, in economia e senza badare all’eleganza. Dalle bombe fu parzialmente colpito lo stesso Torrione Prenestino, già mutilato negli Anni 30 dall’allargamento della via Prenestina. Quando si girava “Roma città aperta”, al suo interno abitavano in ricoveri di fortuna numerosi sfollati: anche per conservare la memoria di quei fatti, i restauri conclusi nel 2010 non hanno cancellato del tutto i segni del conflitto.
Via Raimondo Montecuccoli, 00176 Roma RM, Italia
