Tarvisio e la Val Resia
3 minuti
Là dove Italia, Austria e Slovenia si incontrano, in Friuli Venezia Giulia, si possono scoprire vette maestose, sentieri che si snodano per chilometri, e una foresta di 23.000 ettari. Ma anche una valle dove vive un'antica comunità slava, curiose leggende e laghi che paiono perle.
Uno scenario che dal nord-est della regione si snoda come un itinerario e tocca i paesi di Moggio Udinese, Malborghetto, Pontebba, Tarvisio, arriva alla Carnia ad ovest, e sfiora le pendici del Jof di Montasio e le vette della Val Resia. Tutti luoghi da vedere almeno una volta.
Moggio Udinese è un borgo sorto attorno ad un'antica abbazia benedettina. E' ancora possibile visitare il chiostro cinquecentesco e la chiesa abbaziale di San Gallo, consacrata nel 1119.
A Pontebba, dove correva il confine tra Italia e Austria fino alla Prima Guerra Mondiale, la pieve di Santa Maria Maggiore custodisce lo splendido Flügelalatar (Pala d'altare) del 1500.
Proseguendo per Malborghetto si consiglia una visita al Palazzo Veneziano del '500; solo successivamente salendo sul Monte Santo di Lussari, dal Santuario "dei tre popoli" la vista si perde verso l'infinito.
Vero e proprio crocevia al confine tra l'Austria e Slovenia, è Tarvisio, località dall'anima antica e dall'aspetto moderno, adatto allo shopping e alla degustazione di specialità nate dell'incrocio tra cucina friulana, carinziana e slovena.
Da qui si può raggiungere facilmente il Lago di Fusine, collegati da incantevoli itinerari, e la Val Saisera, con imponenti cime.
Verso il confine sorge Cave del Predil, un tempo paese di minatori, ospita oggi il Museo della Tradizione Mineraria. Di lì parte un sentiero minerario di 2 chilometri, in parte a piedi in parte in trenino, che conduce il visitatore per un intenso spaccato su una realtà vicina che pure appare così lontana. Sulla strada che porta a Sella Nevea, appare, come una perla tra le montagne il Lago del Predil, dove si può andare in barca a vela e kayak.
Per gli amanti della vacanza attiva e della vita all'aria aperta il Friuli Venezia Giulia è un concentrato di attività ed esperienze entusiasmanti.
In mountain bike si può pedalare tra i pascoli intorno al Montasio: parte infatti da Sella Nevea un tour di 10 km, asfaltato e fuoristrada, con pendenze fino al 18 per cento. Il punto più alto è al bivio per il rifugio Di Brazzà, di fronte al quale sorge il massiccio del Canin e da cui si discende per un sentiero di tornanti.
E' inoltre possibile fare il giro delle malghe di Forni di Sopra, tra piste forestali, mulattiere e prati, per 21 chilometri quasi interamente sterrati sulle Dolomiti di Forni.
Per gli amanti della canoa e del rafting la Valle dell'Isonzo è un vero paradiso in cui grazie alle rocce carbonatiche e alle piogge, si è creata la più alta concentrazione di forre selvagge: cascate, tuffi in pozze cristalline, ripidi scivoli naturali.
A Forni di Sopra e a Sella Nevea ci sono inoltre numerose palestre da arrampicata. La parete più alta si trova sul Monte Campanile in Val Montanaia, a oltre 2000 metri di quota.
Nel Parco Avventura della Sella Nevea si può fare tarzaning tra funi e ponti tibetani. A Prato in Val Resia sorge il centro visite del Parco naturale delle Prealpi Giulie: addentratevi nei suoi suggestivi sentieri.
Molte le possibilità di escursioni e passeggiate che portano alle malghe, in cui si può assistere alla lavorazione e acquistare direttamente burro e formaggio. La via delle Malghe, segnata da cartelli marroni, parte da Prato Carnico e può essere imboccata in vari punti e percorsa in parte o per intero con un lungo trekking di 2 o 3 giorni, con pernottamento nelle casere (abitazione tipica adibita ad agriturismo).
La Regata Isontina, una tradizionale discesa lungo l’Isonzo con kayak, canoe e raft che si tiene ogni prima domenica di settembre dal 1986.
Prodotto principe dell'enogastronomia friulana e veneta, il Montasio è un formaggio stagionato dal sapore pieno e corposo. E' prodotto in Friuli dal 1200 sui pascoli dello Jof di Montasio, ma solo nel XIII secolo, grazie all'affinamento delle tecniche di lavorazione dei monaci dell'Abbazia di Moggio Udinese, diviene un formaggio prodotto in pianura. Un prezzario datato 1775 parla di questo prodotto come un formaggio commercializzato insieme al prosciutto San Daniele.