I paesaggi dell'Emilia Romagna
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Monti sontuosi che raccontano un’Emilia diversa, fatta di luoghi solitari ma luminosi, vestiti di grandi boschi, tutti attraversati da vie verdi e sentieri antichi, di cime alte dove l’inverno può farsi lungo con le sue nevicate forti o gentili, a seconda delle altitudini e degli anni.
Monti di confine: con la Liguria e anche, proprio in cima, con la Lombardia e il Piemonte, e poi con la Toscana; incrocio di civiltà e culture che dall’Appennino hanno preso la solidità della pietra e il calore del legno, conservando gelosamente qualcosa di selvatico e dignitoso. Qui regna il versante emiliano del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, un ecosistema unico dal cuore selvaggio, fatto di straordinari habitat naturali e paesaggistici.
Poi c’è una parte di Romagna forse meno conosciuta, un angolo spettacolare di natura e di cultura arrampicato sui monti, dove i boschi secolari vanno a confondere i confini selvatici con la Toscana e le Marche. È quella parte che si spinge verso il cuore antico d’Italia con il suo Parco delle foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, dove si respira l’aria tutta speciale del Montefeltro, un’aria che profuma di Rinascimento, paesaggi armonici, luoghi densi d’arte, umanità e nobiltà, di ritmi particolari, di modi di essere segnati da una bellezza sparsa ovunque, così diffusa e quotidiana da diventare uno stile di vita.
Il respiro del Po, in uno dei luoghi più misteriosi e originali d’Italia
Adagiata a cavallo tra l’Emilia-Romagna e il Veneto, l’area del Delta del Po presenta un territorio unico, disegnato dall’acqua e modellato dalla mano umana. Al fianco o addirittura dentro le città e i paesi della pianura padana, ecco che quando arriva in Emilia il più grande fiume italiano diventa davvero enigmatico nelle forme, nelle immagini e nei sentimenti che suscita.
Le tante migliaia di persone che praticamente ogni giorno lo sfiorano, lo attraversano, lo vedono passando in velocità sulle grandi strade, non possono davvero figurarsi cosa li attenderebbe solo un po’ più in là. Appena lasciati i tracciati cittadini, si apre un mondo inaspettato, popolato da animali e piante insolite, da gente di fiume con le proprie storie dense che scorrono immancabilmente al confine sfuggente tra terra e acqua.
Geograficamente il Po diventa emiliano a Piacenza, ma si può dire che la sua anima emiliana si rafforza man mano che tocca le terre di Parma e Reggio Emilia, divenendo uno scenario naturale e umano che nell’immaginario si è conquistato un ruolo sentimentale tutto particolare, bene riassunto dalle parole di Giovannino Guareschi quando dice che “la Bassa non è fatta per le gite turistiche in torpedone. È fatta per chi non ha paura di restare solo coi suoi pensieri”. Quando il grande fiume sfiora Ferrara, per poi arrivare a Comacchio, le atmosfere uniche del Delta avvolgono e stupiscono chiunque.
La dolce vita della Riviera Romagnola
In Romagna il mare lo vedi e, in qualche modo, lo senti anche da lontano, il mare gentile dalla sponda piana e dolce, che piace immancabilmente a chi ama una spiaggia fatta di morbida sabbia e di altrettanto morbide allegrie e sicurezze. Una vera e consolidata vocazione gioiosa quella della costa romagnola che non è patrimonio solo di chi ci vive, ma si è fatta strada nell’immaginario e nel cuore degli ospiti estivi provenienti da vicino e da lontano. Si, anche nel cuore, perché accanto alle gioiose leggerezze delle spiagge e della vita mondana nelle città balneari più blasonate – Cattolica, Riccione, Rimini, Cesenatico, Cervia, Milano Marittima – e a un’ospitalità e una cordialità impareggiabili, in Romagna abitano sentimenti del mare più velati, più complessi, non di rado in bilico tra compiacimento romantico, senso poetico, dolci nostalgie. Diceva Tonino Guerra che: “La Romagna non è una cosa unica; c'è la Romagna bagnata dal mare e c'è la Romagna a maggio fiorita, e quindi le colline. E ha delle montagne grandi che da lontano diventano trasparenti e da lassù puoi vedere il mare che è una riga lunga e blu”.
Romagna di terra, benessere rurale
Quella che incontrate lasciando la costa per dirigervi nell’entroterra, è una Romagna benigna, capace di coinvolgere con intensità chi la vive o semplicemente chi la conosce da visitatore. Perché la Romagna con le sue diverse anime è proprio così: terra piena di appassionate leggerezze che arrivano da un modo di essere, ma colma anche di solida concretezza, di un’energia che si esprime in un’ospitalità capace di essere insieme moderna e antica, di una particolare “forza del fare” che abita le città come le campagne. Campagne vere e insieme mitiche, con profumi di vini e piatti robusti, dove i paesi e i molti castelli sono stati protagonisti di spettacolari ambizioni degli antichi signori locali. Campagne che rappresentano uno stile di vita fatto di luoghi belli e cose buone, che trasmettono atmosfere rilassanti, in luoghi appartati circondati da bellezza e armonia.
Una grande strada italiana: il mondo della via Emilia
La via Emilia, “uno dei più belli e fascinosi viaggi d’Italia”, come scrive Riccardo Bacchelli, è anche uno dei più originali e gratificanti. Una grande strada italiana, così nota eppure così sorprendente nel susseguirsi di patrimoni di umanità, storia, cultura, per un insieme denso e singolare di genialità, energia e operosità. Una collana di città legate una all’altra dall’arte del buon vivere, dalla musica, dalla cucina, dalle passioni sportive, da colori e sapori memorabili. Si parte da Piacenza e si arriva a Rimini, passando per le piccole e grandi “capitali” di Parma, Reggio Emilia, Modena, per poi toccare il cuore emiliano di Bologna, in cui i più attenti sentono già un po’ di quell’aria romagnola che arriva da Imola, da Faenza, con le sue strade dritte che portano subito a Ravenna, da Forlì, da Cesena, per finire il viaggio sulla costa adriatica. Grande antichità e straordinaria modernità, bello e buono, sentimenti raffinati e passioni solide, corrono insieme sulla Via Emilia.