Civitella del Tronto e dintorni
Una visita a Civitella del Tronto è l’ideale per inaugurare un itinerario in Val Vibrata. Salendo sullo sperone roccioso che ospita il borgo antico godrete di una visuale a volo d’uccello su tutta l’area e sulle vostre mete successive. L’elegante piazza Pepe, distesa sul versante meridionale della rupe di fronte alla parrocchiale di S. Lorenzo, è una terrazza panoramica privilegiata sulle vette dei due grandi massicci appenninici, Majella e Gran Sasso. Proprio davanti a voi, nascosto alla vista da un crinale di verdi colline, si trova l’abitato di Campli; annoverato (come Civitella) tra i Borghi più belli d’Italia, merita senz’altro una deviazione per ammirare il patrimonio architettonico all’incontro tra Medioevo e Rinascimento. Per cambiare punto di osservazione salite alla fortezza, suggestiva cittadella fortificata cinquecentesca restaurata a cavallo tra gli Anni ’70 e ’80 del XX secolo. Vi troverete in un luogo storico, l’ultimo baluardo borbonico ad arrendersi all’esercito sabaudo, resistendo persino qualche giorno dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia. L’eredità del passato è illustrata nel museo delle Armi allestito nel vecchio magazzino dell’artiglieria. Dalle piazze d’armi e dai bastioni lo sguardo sorvola a 360 gradi i colli circostanti scorgendo distintamente il profilo di due importanti luoghi di fede: il monumentale santuario di S. Maria dei Lumi e l’abbazia di S. Maria Assunta, adagiata sulla sommità di un poggio isolato; aguzzando la vista, nelle giornate terse appare all’orizzonte il litorale adriatico. In direzione opposta, a ovest, si stagliano le inconfondibili sagome dei Monti Gemelli, inframmezzate dalla spaccatura che segna l’ingresso alle gole del Salinello, nell’estrema appendice nord-orientale del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, un vero paradiso per trekkers, torrentisti e sciatori: tra i rilievi e le spettacolari gole si snodano itinerari escursionistici d’interesse storico e naturalistico, mentre sul versante settentrionale della Montagna dei Fiori d’inverno vi aspettano le piste della ski area del monte Piselli.
Sant’Egidio alla Vibrata e dintorni
Per raggiungere la tappa successiva dovete scendere verso il pianoro su cui si distende Sant’Egidio alla Vibrata, località che cela una doppia anima: quella più dinamica dell’abitato moderno, epicentro di un attivo distretto industriale, e quella cristallizzata nel passato, rappresentata dalla frazione di Faraone Vecchio, piccolo borgo rurale dalle atmosfere evocative: abbandonato nel 1950 a seguito di un evento sismico, emerge dalla boscaglia con i ruderi degli edifici in pietra, di cui la natura si è riappropriata nei decenni. Dal centro di Sant’Egidio si risale rapidamente di quota, arrivando dopo un paio di chilometri al paese di Ancarano, allungato su un morbido crinale collinare che culmina nel raccolto centro storico, altro notevole balcone panoramico sull’arco appenninico dalla Majella fino al profilo “femmineo” del monte Ascensione, passando per le cime dei monti Sibillini.
Nereto e dintorni
L’itinerario prosegue inoltrandosi nel cuore della Val Vibrata, a Nereto, piccolo comune ricco però di storia. Se delle origini antiche, anzi antichissime, dell’insediamento rimangono sparute tracce, passeggiando lungo i placidi vialetti alberati che attraversano l’abitato scoprirete attestazioni ben più consistenti di epoche successive, dal Medioevo agli albori della contemporaneità. Ai margini del centro storico potete ammirare la romanica chiesa di S. Martino o la chiesetta ottagonale intitolata a san Rocco, il santo protettore dalla peste, edificata nel XVII secolo all’esterno del paese come simbolico riparo dal morbo e riservata agli appestati, che qui potevano assistere alle funzioni religiose evitando ulteriori contagi. Anche in centro il patrimonio artistico si concentra nei luoghi di culto, a partire dalla parrocchiale di Maria SS. della Consolazione, che celebra l’intervento miracoloso attribuito alla Vergine per salvare il paese dalle truppe della Francia rivoluzionaria. Sono all’insegna di fede e spiritualità anche le possibili escursioni nei dintorni: a est verso Torano Nuovo e il locale museo d’Arte Sacra, a sud per guadare il torrente Vibrata ed entrare nel territorio comunale di Sant’Omero, dove solitario in mezzo ai prati vi attende il più antico edificio religioso d’Abruzzo, la chiesa di S. Maria a Vico, gemma romanica dalle mistiche atmosfere.
Da Controguerra a Colonnella
Morbidi colli rivestiti da una trama di uliveti e vigne disposte in filari ordinati: è l’ameno scenario che vi accoglie lungo la strada per Controguerra. Il paesaggio rivela al primo sguardo la vocazione del territorio alla produzione agricola d’eccellenza, certificata sia dall’inserimento del borgo tra le Città dell’Olio sia dai vini DOC e DOCG che potete degustare visitando una delle numerose aziende vitivinicole, oppure durante le molteplici manifestazioni organizzate annualmente per promuovere il patrimonio enogastronomico locale. Tra gli appuntamenti si segnala la Festa del Vino, occasione imperdibile per assaporare bianchi e rossi di nicchia o etichette pluripremiate. Approfittatene per scoprire il paese e i suoi edifici storici, come la minuscola chiesa dell’Icona o la chiesa di S. Maria delle Grazie, per poi inoltrarvi nel raccolto nucleo antico dell’abitato, fino all’originale Palazzo comunale in laterizio e al massiccio torrione trecentesco.
Proseguendo in parallelo al corso del Tronto, circa 5 chilometri vi separano da Colonnella. Salite la monumentale Scalinata in direzione dell’imponente chiesa dei Ss. Cipriano e Giustina, con cui si accede al borgo sopraelevato, dove l’impianto altomedievale disegna una rete di viuzze, piazzette e saliscendi racchiusi dalla cinta di antichi palazzi. Dal poggio la vista delle cime innevate degli Appennini, sospese sopra l’orizzonte, se possibile è persino più scenografica che dagli altri belvedere della Val Vibrata. A tratti, le file di edifici sono intervallate da scorci sui sottostanti vigneti di Montepulciano, Trebbiano e Passerina e sull’azzurra distesa dell’Adriatico.
Da Martinsicuro a Tortoreto
La Val Vibrata termina sui lidi sabbiosi del tratto di costa adriatica racchiuso tra le foci del Tronto e del Salinello. Grazie alle spiagge Bandiera Blu e alla vivace nightlife assicurata dai lounge bar vista mare, durante la bella stagione le località litoranee diventano meta di turismo balneare, ma non è necessario attendere l’estate per una visita: secoli di storia hanno lasciato traccia in architetture e monumenti che potete ammirare in qualunque periodo dell’anno. A Martinsicuro, la cinquecentesca Torre di Carlo V serba la memoria dell’epoca in cui la costa abruzzese non era sinonimo di vacanza e relax, bensì un luogo minacciato dalle incursioni dei corsari ottomani. Funzione di avvistamento delle flotte nemiche aveva anche la coeva Torre della Vibrata, ora inglobata nel centro di Alba Adriatica, a pochi passi dalla foce del torrente omonimo. Senza soluzione di continuità si passa a Tortoreto Lido, frazione marittima dell’omonimo comune; per scoprire l’antico abitato inoltratevi per un breve tratto nell’entroterra e risalite il colle che ospita il borghetto medievale e i due rioni di Terranova e Terravecchia: lungo lo stretto crinale dell’altura è un susseguirsi di sorprendenti gioielli storico-archeologiche, dalla barocca chiesa di S. Agostino, alla Torre dell’Orologio, residuo dell’antica cinta muraria, fino alla tardoromanica chiesa di S. Maria della Misericordia, monumento nazionale che custodisce affreschi del XVI secolo, e alla vicina parrocchiale di S. Nicola di Bari. Chiudono la rassegna la chiesa della Madonna del Carmine, atipico esemplare di edificio neoclassico in mattoni a vista, e la Fortellezza, belvedere sull’Adriatico.